Rammenta con emozionate parole Salvatore Accardo nel suo prezioso volume “L’arte del violino” l’incontro col grande Zino Francescatti in occasione dell’acquisto del suo primo Stradivari: l’“Hart” del 1727 del quale, qui sopra, è raffigurato il prezioso riccio. Privarsi del proprio strumento è qualcosa di impensabile, di veramente impossibile per un grande interprete: il violino per il grande concertista è più importante del cavallo per il fantino, più fondamentale della racchetta per il tennista, diventa un tutt’uno con il musicista, una sorta di prolungamento organico del proprio braccio, un completamento della propria identità musicale in una compenetrazione mistica e praticamente inspiegabile a chi non abbia mai accarezzato tra le proprie dita, almeno una volta nella vita, il capotasto di questo che è il più nobile degli strumenti musicale ed il più simile alla voce umana.
E privarsi di uno Stradivari è quella che in un ipotetico dizionario delle metafore andrebbe come prima voce al lemma: “follia”.
Ma Zino Francescatti andava ben oltre tutto questo sia in quanto a grandezza musicale che ad esempi di altruismo. Al tramonto della propria carriera di solista decise di mettere all’asta il suo ricordo più prezioso, il compagno fedele di tutta una vita di artista, quello Stradivari così prezioso e unico per fondare, coi proventi della vendita, una fondazione per giovani musicisti di talento.
Accardo ricorda con evidente trepidazione quando, riuscito a mettersi in contatto grazie al noto liutaio francese Vatelot, col grande musicista di origine italiana si recò in Francia nei pressi di Marsiglia per ritirare lo strumento. Francescatti era seduto in una poltrona ed il prezioso strumento riposto nella sua custodia sul tavolino. Accardo dopo aver salutato con riverenza l’anziano Maestro osò accennare con lo sguardo, non senza grande titubanza, di poter vedere lo strumento. “Suonalo” fu la risposta rassicurante del grande Francescatti. Accardo, emozionatissimo, prese in mano il violino e suonò quel capolavoro violinistico di Bach che è la Ciaccona. “Sei bravo, ora so che il mio violino è in buone mani…”
Zino Francescatti era un grande appassionato di scacchi, come Isaac Stern, come David Oistrakh… tutti folletti magici…
Melodie, note, spartiti e partite di cui vorremmo raccontarvi altri momenti emozionanti su questo modesto sito…
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