Giovani promesse degli scacchi

Scritto da:  | 23 Luglio 2010 | 4 Commenti | Categoria: Campionati Italiani, Cronaca, Profili, Scacchi in Rosa

Edoardo 7 anni e mezzo,  Désirée 10 anni

Sono fratello e sorella, entrambi hanno conquistato il titolo di campioni italiani giovanili a Palermo, rispettivamente nella fascia d’età fino a 8 anni maschile e nella fascia d’età 9-10 anni femminile.

La loro famiglia è costituita, oltre che da un cagnolino e un grande gatto nero,  dal padre Aldo Di Benedetto, medico che ha ricoperto incarichi di responsabilità (è stato direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo) e dalla madre Ekaterina di origine greca. Per i bambini piccoli… “la mamma è sempre la mamma”. Forse è lo spirito artistico e volitivo di Ekaterina ad aver permeato la loro personalità, infatti è una musicista che si sta affermando anche come scrittrice di romanzi gialli. Da pianista e compositrice ha una grande abitudine a considerare l’esercitazione la base di ogni acquisizione di abilità e lo studio la base per la conoscenza. Poi l’intelligenza e il carattere di ciascuno produrrà l’effetto più o meno eclatante.

Edoardo Di Benedetto

Edoardo (14 novembre 2002) ha un carattere pugnace, estroverso e ottimista. Désirée (12 maggio 2000) è meno aggressiva  ma, conoscendola bene, si scopre che ha volontà di eccellere come il fratello.

Désirée (la prima a sinistra) in azione

Edoardo a Palermo ha subito una sola sconfitta quando aveva un punto di vantaggio sul secondo e restava comunque in testa alla classifica per il miglior spareggio tecnico; solo un attimo di tristezza e si è messo a giocare ridendo e correndo come il tipico cucciolo maschio che deve affermarsi a dispetto di ogni difficoltà.

Anche Désirée  ha subito una sola sconfitta nelle stesse identiche condizioni del fratello. Pur rimasta prima per spareggio tecnico si è abbracciata con la madre piangendo un po’. La sera prima dell’ultima partita Ekaterina ha provato a spiegarle che avrebbe ottenuto il primato anche pattando l’ultima partita e la sua risposta è stata… “Io voglio vincere!”

Per Edoardo proprio non si poneva l‘idea di suggerire un qualsiasi  comportamento. Lui si siede alla scacchiera per vincere sempre, anche quando gioca con me, che sono il loro maestro da un anno e mezzo.

Hanno visto gli scacchi tra tanti giochi sul computer e subito sono stati indirizzati da un appassionato scacchista del club di Palestrina, Claudio Sabbioni, a prendere lezioni da me. In poco tempo hanno bruciato tutte le tappe passando da neofiti a campioni italiani!

Onore a loro, che hanno le caratteristiche dei bambini prodigio, ma va esaltata anche l’atmosfera familiare proiettata verso l’arte e la scienza,  la socializzazione e lo sport. Edoardo e Désirée studiano musica, in particolare Désirée  che suona piano, flauto e violoncello; insieme praticano  danza classica e tennis. Vanno benissimo a scuola, i loro voti vanno dal 10 al 10 e lode. Di Edoardo la maestra dice che ha una chiara propensione per la matematica mentre il padre lo supporta nell’interesse per l’astronomia. Sono entrambi cinture arancione di karaté e amanti degli animali e dei cartoni animati. Lo dico per mostrare che non sono monomaniacali ma che hanno interessi e stimoli in ogni direzione. Ero sicuro che sarebbero arrivati nelle primissime posizioni e ho cercato di non esternare quest’opinione con i genitori, tantomeno con loro. Invece, parlando con amici e scacchisti che li hanno visti crescere, l’idea saltava fuori spontaneamente anche da altre persone.

Luca Cafaro (il primo da destra)

Tra queste mi piace citare Nanda e Rino, i genitori di Luca Cafaro, altro bambino di grande capacità scacchistica che seguo da quattro anni;  Luca è arrivato secondo alla finale dei maschi 11-12 anni fallendo purtroppo il successo pieno per la sconfitta al penultimo turno. Luca ha rischiato di vincere anche l’anno scorso nella fascia d’età 9-10 anni e pure tre anni fa si è comportato benissimo arrivando quarto. Non solo è campione italiano UISP altresì campione assoluto regionale del Lazio… avete letto bene?. Qualcuno dirà… ma Vocaturo, Corvi e Passerotti hanno giocato il campionato regionale ma tesserati per altre regioni, e così i campani e siciliani Collutiis e  Napoli. D’altronde  che un bambino arrivi in alto in un torneo di adulti di buon livello è pur sempre un gran risultato!

Luca è più maturo per via dell’età, ha la stessa capacità di guardare agli aspetti posizionali di Edoardo e Désirée ma con un atteggiamento meno ottimistico di Edoardo e con una “sicurezza tattica” leggermente inferiore.

Perché questa differenza? Credo dipenda dalla quantità di esercizi che Edoardo e Désirée hanno svolto, anche senza la mia presenza… mia complice la madre! Edoardo e Désirée sono più ostinati di Luca, hanno fatto centinaia di esercizi di tattica tratti da libri e da riviste, altri da me propinati mentre giocavo e analizzavo con loro le partite, quando sottolineavo momenti tattici interessanti.

Anche Luca va benissimo a scuola,  pure lui proviene da una coppia di genitori positivamente orientati a far conoscere al figlio il mondo con lo sguardo a 360 gradi.

Se c’è una cosa di cui sono felice è che nessuno di questi tre bravissimi bambini ha sentimenti negativi verso “gli avversari”. Ad esempio Luca (come pure  Edoardo e Désirée) è amico di Valerio Carnicelli, un altro fuoriclasse del Lazio, campione U10 quest’anno (già fu campione U8 due anni fa!).

Valerio Carnicelli (il primo a sinistra)

La loro amichevole intesa è tale da prendere in giro persino papà Carnicelli per alcuni divertenti atteggiamenti dovuti ad un sano campanilismo di circoli scacchistici concorrenti.

Io e i genitori ci sforziamo di temperare la competizione e di renderla giocosa nei confronti dei bambini che poi sono avversari in torneo. E per non descrivere una situazione edulcorata voglio dire tutta la verità… la competizione esiste e non va temuta, va orientata e abituata al rispetto dell’altro, alla sportività anche quando – e talvolta accade – questo o quel bambino è sentito “antipatico” per motivi insondabili. A volte capita quando un bambino viene caricato di tensioni negative dai genitori o dai circoli di provenienza.

Nei corsi che ho avuto la fortuna di seguire al CONI parecchi anni fa, il problema dell’influenza degli adulti è stato spesso esaminato,  purtroppo molti Istruttori federali non ne tengono conto. Le frustrazioni degli adulti e i loro desideri inconsci di rivalsa  possono causare gravi danni ai loro allievi o ai loro figli.

Il lato oscuro della vita non va rimosso ma portato alla superficie della coscienza, va discusso e orientato per “trovare la mossa migliore”, come a scacchi quando si analizza la partita per eliminare l’errore. Nella foto sono, felice per il loro bel successo, insieme ai miei tre pupilli.

Poco dirò sul metodo (difesa dei nostri “piccoli segreti”) che ho usato con Edoardo e Désirée, metodo simile a quello che ho adottato con Luca. Mi piace evidenziare che con Edoardo e Désirée abbiamo iniziato a studiare qualche apertura da meno di sei mesi, forse da quattro. Cosa abbiamo fatto?

Abbiamo praticato giochi parascacchistici per ore. Li ho stimolati a giocare tra loro intervenendo continuamente, parlando di cosa devono fare i pedoni, i pezzi, il Re nelle varie fasi della partita. Io e la madre abbiamo propinato abbondanti dosi di test.

Abbiamo studiato i matti fondamentali. Per inciso, Luca alle finali di Palermo è stato in grado di dare scacco matto con Re, Alfiere e Cavallo contro Re, avendo poco tempo sull’orologio. Non dico che Edoardo e Désirée siano in grado di fare la stessa cosa, molto difficile per bambini (italiani) di meno di 10 anni, ma si tratta di finali che loro conoscono. Spesso vedo bambini che dimostrano serie difficoltà a vincere finali elementari; questo è sintomo di una grave carenza dell’istruttore che, invece di spiegare solo le aperture, dovrebbe usare molto più  tempo per fornire basi tecniche fondamentali.

Edoardo e Désirée inventano le aperture e vincono nel medio gioco e in finale! Oggi se imbroccano un paio di varianti studiate bene sono in grado di esprimersi in apertura al livello di un buon maestro, ma si tratta di poche aperture… per ora! Dico questo per mostrare che la loro capacità di memorizzazione è perfetta,  attende solo di essere sfruttata pienamente con una più completa preparazione d’apertura. Se ora hanno vinto nel medio gioco e nel finale, chissà che faranno quando vinceranno un gran numero di partite già in apertura?

Concludo con un esempio di rara sconfitta di Edoardo, impreziosita dall’aver ottenuto posizione superiore proprio in apertura! Edoardo era il Nero, terzultimo turno a Palermo

1. e4 e5 2. Cf3 Cc6 3. Ac4 Cf6

La Difesa dei Due Cavalli. Mi si potrebbe chiedere “Perché non la più semplice 3. Ac5?” Odio vedere nei tornei la imperante simmetria tra i giovanissimi. Evidentemente ai bambini dicono di “sviluppare i pezzi” con i Cavalli in f3 e c3, con quelli neri in f6 e c6, gli Alfieri in c4 e c5 per poi vedere i poveri bambini non sapere come continuare. Quando poi entrambi hanno i Pedoni in d3 e d6 non sanno dove mettere le Torri!

A me piace parlare delle legioni romane con la Testuggine, delle avanzate di cavalleria e degli affondi di manipoli al di là delle linee nemiche con un obiettivo preciso. Tutto ciò scacchisticamente ha un significato. La strategia Ponziani, gli Alfieri puntati contro il Re nemico, le irruzioni di cavalleria in g5 per sacrificarsi in f7, il Gambetto Evans e via dicendo. I campioni del passato consigliavano di far giocare ai giovani posizioni tattiche, più tardi quelle strategiche.

4. Cc3

Come volevasi dimostrare, mosse meccaniche. Ora arriva la “grande preparazione” di Edoardo, ovviamente esagero, si tratta di 4 mosse d’apertura, ma si tratta di un seguito che abbiamo studiato nell’idea che lo informa più che nella memorizzazione precisa di quel che accade poi.

Posizione dopo 4...Cxe4!

I bambini restano spesso stupiti di questo pseudo sacrificio che ogni maestro dovrebbe ben conoscere e far evitare ai propri allievi. Spesso i trainer sono genitori o giocatori non di categoria magistrale che non hanno mai letto questa classica raccomandazione dei teorici di qualche centinaio d’anni fa…

5. Cxe4 d5 6. Cf6+?!!

Come spesso accade il bambino che subisce questa confutazione non sa che fare e non trova la soluzione meno dannosa possibile, 6. Ad3. Molto spesso i giovanissimi giocano a “mangia tutto sempre” e così eseguono la peggiore 6. Axd5.

I miei sanno cosa vuole ottenere il Nero e sono implacabili in simili continuazioni.

Questo avversario di Edoardo invece sbaglia restando con un intero Pedone in meno… ma ho apposto anche un paio di punti esclamativi dopo quello interrogativo perché dimostra di avere idee. Inventa qualcosa non del tutto insensato: rovina la struttura dei Pedoni dell’usuale arrocco corto del Nero.

6… gxf6

Posizione dopo 6...gxf6

7. Ab3 Ag4?!

Stavolta Edoardo non capisce bene cosa impone la posizione. Egli gioca per la massima attività, inchioda mentre sviluppa. Una strategia più solida sarebbe difendere il centro con 7… Ae6 preparando magari l’arrocco lungo.

8. h3 Ah5

Successivamente il Bianco ha giocato g4 e ha messo fuori gioco l’Alfiere campo chiaro nero. Edoardo, attaccante nato, si è avventato contro l’Ab3 spingendo il Pedone a e poi anche quello b,  ma quando il suo avversario con la semplice a3 ha mantenuto saldamente il cannone puntato sulla diagonale a2-g8, è finito per restare infilzato da un contrattacco su tale diagonale combinato con l’inattività del povero Ag6. Una delle peggiori partite di Edoardo e proprio dopo aver assestato una delle poche varianti studiate d’apertura.

Bè, se arriva primo nel campionato italiano giovanile perdendo una posizione vinta in apertura… credo proprio che si possa sperare in successi ancora maggiori negli anni a venire!

A proposito dei giovanissimi stranieri che parteciperanno ai campionati mondiali in Grecia a ottobre: sono dei mostri di bravura!

Ho passato ore a vedere le partite giocate l’anno passato al mondiale e sono rimasto impressionato. Edoardo e Désirée non partono favoriti (come io ero convinto che fossero a Palermo) e sarà importante prepararli alla frustrazione delle sconfitte che inevitabilmente subiranno. Il compito che ci dobbiamo proporre è quello di usare l’esperienza per crescere sia psicologicamente, imparando a contenere le emozioni frustranti, sia tecnicamente, imparando dalle preparazioni eccellenti che hanno i bambini stranieri nella Teoria delle Aperture. Poi ci saranno altri tornei e magari altri istruttori in futuro, più specializzati del sottoscritto in tale campo della tecnica scacchistica e soprattutto più specializzati in singole aperture.

Da sempre promuovo incontri per i miei allievi con grandi esperti in questa o quella apertura, così ho fatto con Mariotti (Gambetto Evans, chi ricorda la batosta che inflisse a Gligoric trent’anni fa?), con Igor Efimov e Fabio Bruno.

Io credo che sin dall’inizio i trainer dovrebbero combattere il loro lato oscuro… la gelosia e la paura di confronto con altri istruttori.

La circolazione delle idee farà progredire meglio e più velocemente e alla fin fine… a chi andrà il merito di aver fatto vedere una realtà più vasta e ricca se non a chi l’ha cercata anche a costo di mostrare quanta scienza altri possiedono?

E poi… se un attaccamento ci può essere tra allievi e insegnanti credo che nasca da una sintonia spontanea su base emotiva, che è più gratificante e umana di questo o quel successo o dal numero di nozioni apprese o peggio dalla proiezioni di volontà di rivalsa. La rivalsa, la rabbia per l’insuccesso degli allievi, è tipica degli adulti e foriera di scarsa socializzazione, frustrazione e colpevolizzazione dei bambini (quando perdono) che così vengono ridotti a vittime dello sport.

Il Maestro Fide Pierluigi Passerotti non ha sicuramente bisogno di presentazioni: più volte finalista assoluto ai Campionati Italiani, membro della Squadra Nazionale Italiana in diverse manifestazioni internazionali ed olimpiche, apprezzato autore e giornalista scacchistico nonché qualificato Istruttore FSI, è eventualmente disponibile per lezioni, seminari, corsi di approfondimento, individuali e collettivi. Chi volesse prender contatto con lui lo può fare scrivendogli direttamente al suo indirizzo di posta elettronica: .passerotti@email.it">p.passerotti@email.it

avatar Scritto da: FM Pierluigi Passerotti (Qui gli altri suoi articoli)


4 Commenti a Giovani promesse degli scacchi

  1. avatar
    Silversurfer 23 Luglio 2010 at 12:07

    Come scacchista, genitore e istruttore ho molto apprezzato questo articolo del MF Passerotti.

    Confido che possa essere ispirazione per tanti istruttori come il sottoscritto che si dedicano con passione a lavorare con i giovani.

    Complimenti ancora a lui per il lavoro che svolge con questi ragazzi!

    Un saluto,

    Matteo Zoldan

  2. avatar
    cserica 23 Luglio 2010 at 12:58

    complimenti, maestro Passerotti,
    un ottimo educatore (come dimostrano i risultati) e un ottimo narratore!

  3. avatar
    Bilguer74 23 Luglio 2010 at 17:56

    Complimenti per i risultati ottenuti dai tuoi allievi, Pierligi. Confermo le tue impressioni sul livello medio di mondiali ed europei giovanili. Lo scorso anno due mie allieve hanno giocato l’europeo under 10 e sono rimasto stupefatto dell’impressionante preparazione teorica che avevano certe bambine, anche su aperture cosiddette minori.

  4. avatar
    marco verducci 14 Maggio 2012 at 16:57

    Complimenti per una strada dura e piena di ostacoli ! la vita di un scacchista professionista in italia !
    mi viene in mente tante serate passate con il mio amico piero !
    la sua assoluta dedizione con i ragazzi e la sua ARTE !! di far passare una partita di scacchi come una creazione magica mi hanno fatto crescere tanto !
    ho visto crescere anche i ragazzi dell articolo ! merito tutto tuo !! piero complimenti ! il tuo amico marco.

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