Dio non gioca a dadi con l’universo, piuttosto gioca a scacchi!

Scritto da:  | 29 Luglio 2010 | 11 Commenti | Categoria: Curiosità, Personaggi, Profili, Scacchi e scienza

Tempo fa, mentre riflettevo sul famoso aforisma attribuito allo scienziato Albert Einstein  (1879-1955) sulla critica alla cieca casualità simbolicamente rappresentata dal gioco dei dadi; non ho potuto fare a meno di pensare sulla concezione cosmologica di derivazione spinoziana riguardante l’ordine necessario nel cosmo; difatti,  mi sono permesso di aggiungere un comma quasi irriverente al ” Dio non gioca a dadi con l’universo” di Einstein, con quello di mia invenzione “piuttosto gioca a scacchi!”

Non mi sognerei mai di mancare di rispetto ad uno dei massimi geni dell’umanità, l’ultimo grande filosofo-scienziato del XX secolo, il geniale rivoluzionario della fisica teorica che nel 1905 prima e nel 1916 poi sconvolse per sempre il modello teorico di derivazione newtoniana che dalla seconda metà del XVII secolo in poi aveva dominato la dinamica classica, mi sono permesso di aggiungere questo comma per un semplice motivo: ricordare a tutti che il grande scienziato e filosofo era un sincero appassionato del nobil giuoco! Ci sono a tal proposito tante testimonianze che lo attestano; tra queste, la più importante, un incontro che ebbe a Berlino nel 1927 con un campione che è ormai un mito per tutti noi scacchisti…

La più celebre formula della Relatività elaborata da Albert Einstein.

Mi riferisco ovviamente al grande Emanuel Lasker. E’ noto alla maggior parte dei praticanti del nobil giuoco che Einstein era un grande amico del secondo campione del mondo Emanuel Lasker (1868-1941), lo era al punto che di lui diceva che “tra tutte le persone che aveva conosciuto, una delle figura più interessanti era sicuramente lo stesso Lasker.

Non dimentichiamo che il secondo campione del mondo non era solo un valente scacchista ma era anche un notevole matematico che a causa della sua passione e dei suoi trionfi scacchistici non coltivò a tempo pieno pur essendosi laureato summa cum laude. La stima che Einstein aveva nei confronti di Lasker era così profonda che in occasione della scomparsa del grande scacchista scrisse queste righe riportate nello storico Libro completo degli scacchi di Giorgio Porreca: “…la vera aspirazione di Lasker era diretta alla comprensione scientifica e a quella bellezza che è propria delle creazioni logiche…Gli scacchi erano per lui professione, più che scopo vero della vita.” Opera citata pagina 71.

Uno splendido omaggio, non c’è che dire; così come è interessante quest’altro aforisma a lui attribuito sul nobil giuoco: “Chess grips its exponent, shackling the mind and brain so that the inner freedom and independence of even the strongest character cannot remain unaffected.”

I lettori di Soloscacchi si chiederanno certamente qual era la forza di gioco di Einstein: magari qualcuno potrebbe chiedersi se avesse forse la forza di gioco di un GM, oppure se esistono partite degne di nota che lo testimoniano. Purtroppo non è facile dare una risposta perché sull’attività scacchistica di Einstein non si trova granché; sul web circola una sola partita che considero  interessante non tanto dal punto di vista tecnico, Einstein diceva di sé che giocava come un fanciullo (he played chess as a boy), quanto per il nome del suo avversario: il suo collega Robert Oppenheimer.

Abbiamo trovato una partita giocata dai due scienziati a Pasadena nel 1933: Einstein ha il Bianco, apre di Re e gioca la partita spagnola, Oppenheimer adotta la variante aperta (variante che sarà utilizzata in ben due match mondiali dal mitico Korchnoj contro il campione del mondo Karpov); la partita non è irreprensibile perché Einstein gioca alcune mosse discutibili in apertura (prima gioca la minore 7.Te1 alla teorica e nettamente più forte 7.d4, poi la discutibile 8.a4) Oppenheimer non approfitta degli errori strategici del suo collega e avversario tanto è vero che perde in malo modo la Donna non vedendo un  banale tatticismo, pertanto dopo ben 24 mosse, Oppenheimer è costretto ad abbandonare. Questa partita non diventerà un capolavoro della letteratura scacchistica paragonabile alla famosa Lasker-Bauer, in compenso è bello e divertente vedere due grandi scienziati che, durante una breve pausa, si cimentano in ardite battaglie scacchistiche!

avatar Scritto da: Jazztrain (Qui gli altri suoi articoli)


11 Commenti a Dio non gioca a dadi con l’universo, piuttosto gioca a scacchi!

  1. avatar
    HC 29 Luglio 2010 at 09:35

    Caro Jazztrain,

    complimenti per questo interessante articolo ! 🙂
    Dal punto di vista scientifico è ineccepibile.
    Anzi, vorrei che fossero attenti come Lei tanti fisici, anche famosi, che scrivono su Einstein e la bomba atomica, facendo pessima divulgazione.

    Aggiungo due osservazioni.

    ( 1 ) Il grande Ettore Majorana, dopo la sua laurea a Roma, si recò in Germania per un soggiorno di ricerca. Non parlava tedesco fluentemente. Ma passava ore a giocare a scacchi con Werner Heisenberg. Delle loro partite purtroppo sopravvive solo il ricordo che furono giocate.

    ( 2 ) Riguardo a ” Dio gioca a scacchi “, con la sostituzione di Natura al posto di Dio, che peraltro è il senso inteso da Einstein.

    Il famoso premio Nobel americano Richard Feynman, all’inizio delle sue bellissime ” Lectures on Physics “, paragona la comprensione delle leggi fondamentali della fisica all’osservazione di una partita di scacchi, da parte di qualcuno che non ne conosca le regole, ma voglia inferirle dalle mosse. Anche in fisica ci sono delle leggi fondamentali e delle leggi che conseguono dalle prime ; proprio come a scacchi ci sono le regole di base che stabiliscono come si debba muovere ogni pezzo sulla scacchiera e le regole dedotte da queste ( p.es. : un alfiere si troverà per tutta la partita su una casella dello stesso colore di quella da cui è partito ).
    Nello studiare la partita di scacchi della Natura, il bello capita quando assistiamo a una mossa che non riusciamo a spiegare in base a quello che avevamo capito prima, come l’arrocco, la presa ” en passant ” o la promozione di un pedone in ottava riga.

    Credo che il brano si trovi anche raccolto nel libro intitolato ” Sei pezzi facili “.
    Per anni ho iniziato il mio corso di fisica del liceo, riprendendo questo paragone quasi parola per parola.

    Cordiali saluti,

    H.C.
    Ph.D.
    Titolare di matematica e fisica al liceo scientifico statale.

  2. avatar
    HC 29 Luglio 2010 at 10:11

    P.S. : Riguardo al periodo probabile in cui fu giocata la partita.

    La seconda visita di Einstein agli Stati Uniti fu dall’11 dicembre 1930 al 4 marzo 1931, principalmente al ” California Institute of Technology ” ( noto come ” CalTech ” ) di Pasadena. E’ probabile che già in quell’occasione abbia incontrato più volte Oppenheimer che era professore di fisica teorica a Berkeley.

    La terza visita di E. negli USA fu dal 30 dicembre 1931 al 4 marzo 1932, di nuovo principalmente al ” CalTech “.

    A ottobre 1932, E. ricevé un incarico come professore dall’ ” Institute for Advanced Studies ” di Princeton, con l’intesa che dividesse il suo tempo fra Princeton e Berlino.

    Il 10 dicembre 1932, E. tornò negli USA e ne ripartì il 28 marzo 1933. Poiché aveva un incarico da Princeton, penso che abbia trascorso la maggior parte del suo tempo là. Ma è molto probabile che sia ritornato anche in California, dove era stato ospite nelle precedenti visite.

    Il 17 ottobre 1933, E. emigrò definitivamente negli USA, arrivando a Princeton e trovando casa pochi giorni dopo. Nei giorni successivi fu anche ospite di Roosevelt alla Casa Bianca.
    E’ probabile che in questo periodo E. e la moglie siano stati molto occupati con la loro sistemazione e siano rimasti a Princeton o sulla costa orientale.

    In base a questi dati penso che la partita fu giocata nei mesi da gennaio a marzo, se fu giocata nel 1933 a Pasadena, e nei mesi da ottobre a dicembre, se fu giocata nel 1933 a Princeton.

    Fonti :

    ( 1 ) Pais, Abraham, 1982. ” Subtle is the Lord “, Oxford : Oxford University Press.

    La biografia più completa e precisa su E.

    ( 2 ) Hoffman, Banesh e Dukas, Helen, 1972. ” Albert Einstein. Creatore e ribelle “. 1977, Milano : Bompiani.

    Helen Dukas fu la segretaria personale di E. dal suo arrivo negli USA, nel 1933, alla sua morte, nel 1955.

    • avatar
      Jazztrain 29 Luglio 2010 at 10:38

      Ringrazio HC per le belle parole, ho letto e riletto con attenzione il suo notevole contributo. Volevo dire due cose: sapevo della passione della famiglia Majorana per il nobil giuoco; il gioco era diffuso nella città etnea (a tal proposito sulla diffusione del gioco degli scacchi a Catania tra l’ottocento e il novecento c’è stato un grande lavoro svolto dal Prof. Santo Spina che ha fatto in tal senso eccellenti studi ricostruendo le attività dei circoli scacchistici del tempo); per quanto riguarda la questione Dio inteso come Natura è un tema tipicamente spinoziano e poiché Spinoza faceva derivare l’ordine necessario delle cose attraverso il metodo geometrico-matematico è evidente che Dio inteso come Natura agisce necessariamente secondo le eterne e infinite leggi delle quali noi esseri finiti possiamo solo percepirne i modi finiti.
      Per il resto non so che dire: la ringrazio di cuore!
      JT

  3. avatar
    HC 29 Luglio 2010 at 16:30

    Un tema tipicamente spinoziano ?

    Colpito e affondato !

    Ops… no, ho sbagliato… Volevo dire : scaccomatto ! 🙂

    Einstein era un grande ammiratore di Spinoza, che cita più volte nei suoi scritti della maturità. Da giovane, a Berna, aveva studiato l’etica di Spinoza a fondo.
    Einstein era arrivato a Berna nel 1902, a 23 anni, come impiegato dell’ufficio brevetti. Vi rimase fino al 1909, quando ritornò a Zurigo come professore.
    Oltre a Spinoza studiò a fondo Kant, Hume, Mill, Avenarius e altri.

    ” Se egli aveva un Dio, era il Dio di Spinoza “. Pais, op. cit. pag. 17.

    ” Sulla verità scientifica.

    I. E’ difficile attribuire un significato preciso al termine ‘ verità scientifica ‘. Lo stesso significato della parola ‘ verità ‘ muta a seconda che lo si riferisca a fatti dell’esperienza, a una formula matematica o a una teoria scientifica. Niente affatto chiaro è per me il termine ‘ verità religiosa ‘.

    II. La ricerca scientifica può ridurre la superstizione incoraggiando la gente a pensare e a constatare le cose in termini di causa ed effetto. E’ certo che alla base di ogni lavoro scientifico qualificato troviamo il convincimento, simile al sentimento religioso, della razionalità e intelligibilità del mondo.

    III. Tale fermo convincimento legato al sentimento profondo dell’esistenza di una mente superiore che si manifesta nel mondo dell’esperienza, costituisce per me l’idea di Dio. Nel linguaggio corrente si può chiamarla ‘ panteismo ‘. ( Spinoza )

    IV. Posso considerare le tradizioni confessionali soltanto da un punto di vista storico e psicologico : esse non hanno per me altro significato. ”

    Albert Einstein.
    Risposte alle domande di uno studioso giapponese. Pubblicate nel 1929 in ” Gelegentliches ” in edizione limitata per il suo cinquantesimo compleanno.
    Citato in :
    Bertin, Antonio, 1971. ” Einstein. La vita, il pensiero, le opere “. Milano : Edizioni Accademia.

  4. avatar
    YG 30 Luglio 2010 at 00:25

    Ma che meraviglia… Continuate, vi prego… :)

  5. avatar
    Zenone 30 Luglio 2010 at 19:49

    Sì, hai ragione YG. Scusate il post senz’altro poco scacchistico ma emotivamente non posso esimermi dal commentare. Quando leggo queste dotte discussioni, per altro piacevolissime ed interessanti, mi sembra di essere catapultato in quel meraviglioso film che è “I tre giorni del condor” ( USA, 1975 – Regia di Sydney Pollak, con Robert Redford e Faye Dunaway). In una delle scene iniziali, prima della strage all’interno della biblioteca/ufficio distaccato della CIA, Joe Turner (Redford) entra in una tavola calda per ritirare il pranzo da portare in ufficio agli altri colleghi. Piove a dirotto. Al bancone sono seduti alcuni operai. Turner ordina e parla con il barista dando, senza alcuna supponenza ma nella più totale normalità, un saggio della propria cultura. Uno degli operai commenta: “Sembra di stare a lascia o raddoppia (…) uno mangia e si istruisce è per questo che vengo qui!”. Ecco, leggendo questi articoli ed i successivi commenti, io mi sento come quell’operaio al bancone che rimane meravigliato per la cultura e posso parafrasare “Uno va su internet e si istruisce, è per questo perché frequento Soloscacchi”.
    I tre giorni del Condor

  6. avatar
    YG 30 Luglio 2010 at 22:32

    Credo che il principale pregio di Soloscacchi sia proprio il livello generalmente più elevato degli articoli e dei commenti. Io mi diverto molto a leggerlo e spesso imparo. E per uno che mastica scacchi 8 ore al giorno, 7 giorni a settimana, non è facile… :)

  7. avatar
    HC 31 Luglio 2010 at 10:40

    Bene. Visto il gradimento, continuo aggiungendo che la frase del titolo fu veramente pronunciata e anche scritta da Einstein.
    Avvenne al famoso Congresso Solvay di Bruxelles del 1927.

    Congresso Solvay di Bruxelles del 1927

    Con le parole di Emilio Segrè, dal suo documentatissimo libro intitolato ” Personaggi e scoperte della fisica contemporanea ” ( 1996, Milano : Mondadori ) :

    ” Einstein cercò in tutti i modi di trovare esempi contrari al principio di indeterminazione e di minare in tal modo le basi dell’interpretazione della meccanica quantistica. Ogni mattina a colazione presentava a Bohr un esempio che gli sembrava offrisse delle contraddizioni. Bohr lo studiava fino a che riusciva a controbattere la critica einsteiniana, solo per trovare Einstein pronto con un nuovo esempio. Uno degli esempi più sottili e difficili fu controbattuto solo invocando la relatività generale, la creazione di Einstein stesso. Questi alla fine dovette ammettere che non era riuscito a trovare un controesempio valido, ma rimase con la convinzione che ‘ Il buon Dio non giuoca a dadi ‘ come scrisse in una lettera privata a Born. ”

    Testimoni dell’enunciazione verbale della frase furono Pauli, Dirac e Heisenberg, il quale ricorda la discussione che ne nacque fra loro, giovani fisici, sul senso in cui Planck e Einstein parlavano di Dio, nel capitolo intitolato proprio ” Scienza e religione ” del suo libro ” Fisica e oltre. Incontri con i protagonisti 1920 – 1965 ” ( 1971, 1984, Torino : Bollati Boringhieri ).

    Incidentalmente tutti i nomi scritti qui sono di vincitori del premio Nobel per la fisica ( Planck, 1918 ; Einstein, 1921 ; Bohr, 1922 ; Heisenberg, 1932 ; Dirac, 1933 ; Pauli, 1945 ; Born, 1954 ; Segrè, 1959 ).

  8. avatar
    Arci 3 Ottobre 2010 at 17:00

    Interessante articolo caro JAZZ, e molto dotti anche i commenti. Sono contento di vedere che Oppenheimer giocava addirittura peggio di me ;)

    • avatar
      Jazztrain 3 Ottobre 2010 at 17:25

      Nemmeno Einstein giocava bene! 😉

  9. avatar
    Taoberto56 3 Giugno 2015 at 00:44

    Grazie a voi tutti che avete disquisito su tutti questi punti…Einstein,Lasker,Dio,Natura,scacchi e tempo speso bene! 😉

Rispondi a Zenone Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


CLICCA QUI PER MOSTRARE LE FACCINE DA INSERIRE NEL COMMENTO Locco.Ro

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

La Palestra dei Finali

Chess Lessons from a Champion Coach

Torre & Cavallo - Scacco!

Strategia di avamposti

I racconti del Grifo

57 Storie di Scacchi
2700chess.com for more details and full list

Ultimi commenti

Problema di oggi