Enfant prodige

Scritto da:  | 11 Settembre 2010 | 6 Commenti | Categoria: Cronaca, Stranieri

Reshevsky in simultanea

Negli ultimi anni si è assistito ad una autentica corsa verso la creazione di baby-campioni, e in Italia si tengono tornei under-8 e under-10, una cosa impensabile anche in un passato non così lontano.
I primi tornei giovanili a livello mondiale sono degli anni cinquanta, precedentemente i giovani talenti erano costretti a limitarsi a qualche partita in casa o al circolo, in attesa di avere una età per poter viaggiare.  Oggi invece ci sono dei professionisti di 13 o 14 anni, che si allenano 6 o 7 ore al giorno e giocano decine di tornei, spesso venendo spesati dalle organizzazioni.
Anche in Italia iniziamo ad assistere alla nascita di enfant prodiges, a partire dall’indiscusso numero 1 Fabiano Caruana.
Difficile confrontare comunque varie epoche, e quindi capire se ha più talento un odierno GM di 13 anni oppure Fischer che lo è diventato a 15 ma entrando tra i primi 10 al mondo.
A questo proposito vi mostro la storia del record di GM più giovane, dall’istituzione ad oggi (tratta da Wikipedia):


Notevole il record di Fischer, mantenuto 33 anni e perso dalla allieva Judit.
Vediamo ora i GM che hanno ottenuto il titolo in età più giovane:


Da rilevare la presenza della ragazza cinese, in 13a posizione.  In questa lista Judit è 23a e Fischer 25°.
In passato queste età erano impensabili, come già detto, ma vediamo cosa erano in grado di fare alcuni bambini prodigio, e poi ognuno potrà farsi un opinione e dire “questo aveva più talento di quello”.

Paul Morphy

Paul Morphy (1837/84), negli anni 1849/50 seppe battere in match due forti maestri quali Rousseau e Loewenthal (Loewenthal ottenne un risultato migliore 8 anni dopo!).  Questo a 13 anni di età, ma a 17 perse un match contro il non irresistibile Maurian. Comunque a 20 anni vinse il congresso degli Stati Uniti battendo Paulsen, e a 21 fece la trionfale tournee in Europa dove vinse Anderssen e tutti gli altri, dopo di che, proclamato campione del mondo, smise l’attività.

Capablanca a 4 anni

Jose Raul Capablanca (1888/1942) si mise in evidenza a otto anni, ed a 13 vinse un match contro Corzo conquistando il titolo cubano.  Nel campionato dell’anno seguente, giunse solamente 4° perdendo 2-0 da Corzo. Trasferitosi per motivi di studio a New York, vinse un torneo lampo davanti a Lasker nel 1906, mentre nel 1908, a 20 anni, sconfisse Marshall in match dimostrando la sua forza di GM.

Reshevsky a 11 anni nel 1922

Uno degli enfant prodige più conosciuti, l’americano Samuel Reshewsky (1911/92) partecipò nel 1922 ad un torneo tenutosi a New York, totalizzando 2/5 (vittoria su Janowsky, patte con Jaffe e Bigelow), non male per un 11enne! In quegli anni si esibì anche in simultanee. Nel 1924 confermò la sua forza con il 5° posto nel campionato USA open, vinto da Carlos Torre. Comunque raggiunse la forza di Gm oltre i vent’anni.

Daniel Yanofsky

Daniel Abe Janofsky (1925/2000) si mise in luce giovanissimo nei tornei canadesi, e all’età di soli 14 anni, stupì il mondo scacchistico realizzando il miglior punteggio in seconda scacchiera alle Olimpiadi di Buenos Aires. Totalizzò punti 13,5/16.  Nel 1946, a 21 anni, partecipò al grande torneo di Groningen, dove sconfisse Botvinnik. In seguito ottenne il titolo di Gm, senza però mai raggiungere i vertici mondiali.

Pomar contro Tartakower

Lo spagnolo Arturo Pomar (nato 1931) fu allievo di Alekhine, e all’età di 13 anni pareggiò una spettacolare e combattuta partita contro il suo maestro, diventando il giocatore più giovane a pareggiare in torneo contro un campione del mondo (record che dovrebbe essere ancora valido).  Divenne campione spagnolo per la prima volta a 15 anni, e in seguito GM.

Boris Spassky

Il sovietico Boris Spassky (natro 1937), ha infranto diversi record giovanili sovietici, diventando il più giovane 1a categoria (a 10 anni), candidato maestro (a 11) e maestro (a 15), ed infine divenne a 18 anni il più giovane GM al mondo (record toltogli da Fischer dopo 3 anni).  In campo internazionale giunse 4°-6° nel torneo internazionale di Bucarest del 1953 (16 anni), mentre nel 1955 si qualificò per il torneo dei candidati.

Bobby Fischer col suo maestro Jack Collins

Di Bobby Fischer (1943/2008) sappiamo già tutto, di come espolose giovanissimo, e già a 13 anni era in grado di arrivare 4° al campionato open degli Stati Uniti e a 15 doventare candidato al titolo mondiale.

Henrique Mecking

Il brasiliano Henrique Mecking (classe 1952) è da ammirare per essere riuscito a sfondare giovanissimo in un paese scacchisticamente non all’avanguardia, diventando campione nazionale a soli 13 anni, e a 15 comportandosi egregiamente nell’interzonale di Sousse del 1967, dove riuscì a battere Korchnoi, Ivkov, Gipslis e Kavalek realizzando più del 50%.

Nigel Short nel 1976

L’inglese Nigel Short (nato nel 1965) si mise in luce qualificandosi per il campionato britannico a soli 12 anni, mentre a 14 lo vinse alla pari con Nunn e Bellin (1979). Divenne GM a 19 anni, all’epoca era il più giovane al mondo, oggi sarebbe una cosa normale.

Judit a 12 anni con Sofia

Judit Polgar, la più giovane delle tre sorelle, si mise in evidenza giovanissima, e già a 11 anni era in grado di battere in regolare torneo un GM (Kovacevic). A 15 divenne GM, ed in seguito riuscì ad entrere nella top-10 assoluta.

Carlsen contro Kasparov

Negli ultimi 20/25 anni risultati così rari fino al 1980 diventano all’ordine del giorno, e un quindicenne che fa una norma non fa più notizia.
Bisogna quindi andare a cercare risultati veramente eccellenti, a livello di migliori al mondo.  E qui viene fuori Magnus Carlsen che si qualifica per i candidati al titolo mondiale all’età di 15 anni, niente di nuovo, la stessa di Bobby Fischer!

avatar Scritto da: cserica (Qui gli altri suoi articoli)


6 Commenti a Enfant prodige

  1. avatar
    Blueknight 11 Settembre 2010 at 01:11

    “…E qui viene fuori Magnus Carlsen che si qualifica per i candidati al titolo mondiale all’età di 15 anni, niente di nuovo, la stessa di Bobby Fischer!”
    Questo, però, la dice lunga sulla grandezza di Fischer – che ha ottenutto un risultato assolutamente “impensabile” per quei tempi – non su quella di Carlsen!
    In effetti, già solo questi dati fanno capire quanto Fischer sia stato il n°1 di tutti i tempi come talento “puro” scacchistico.

  2. avatar
    Jazztrain 11 Settembre 2010 at 06:56

    Come al solito un articolo ben strutturato di cserica.

    Approfitto dello spazio per dare una triste notizia a tutti i lettori: è morto il 9 settembre scorso il GM danese Bent Larsen.
    http://www.chessbase.com/newsdetail.asp?newsid=6664
    🙁

  3. avatar
    silvano 11 Settembre 2010 at 09:50

    concordo sul fatto che bobby fischer sia stato ed e tuttora il piu grande talento scacchistico di sempre ,facendo strada praticamente da solo a un nuovo modo di concepire gli scacchi cosa fatta a i suoi tempi da capablanca!! .grazie a fischer sono poi nati sulle sue orme campioni quali kasparov ,karpov,anand e chi piu ne a piu ne metta ma anke se dotattissimi non hanno fatto altro che seguire un percorso gia tracciato da bobby ,la differenza per cui io reputo fischer,o capablanca, i migliori talenti di sempre e che essi con la loro inventiva o genialita hanno cambiato il modo e rinnovato tottalmente gli scacchi dando una nuova linfa a questo meraviglioso gioko !!! x kiudere un doveroso ultimo saluto a un grande scacchista ke ci ha lasciato il danese ben larsen (fautore de l omonima apertura ke prende il suo nome )e di tante belle battaglie . ciao ben magari ora starai facendo una lampo con fischer !!! grazie di tutto (.p.s. la notizia di ben larsen lo apresa da qesto blog )ciao a tutti di nuovo

  4. avatar
    Whiteknight 11 Settembre 2010 at 18:50

    Bell’articolo!

  5. avatar
    Zenone 11 Settembre 2010 at 23:20

    Come sempre un gran bel pezzo. Come sempre cserica non è mai banale, anche quando affronta un tema spesso riproposto dagli organi d’informazione scacchistica e non, cioè quello dei bambini prodigio. Questa volta il “nostro” ci offre una sua varizione sul tema e snocciola dati inserendoli tra le sue “solite” splendide fotografie. Magnifica quella del bambino Reshevsky, vestito “alla marinara”, che evidentemente è intento a bastonare alcuni attempati ed austeri signori sotto lo sguardo incredulo del pubblico.
    Per quanto riguarda la morte di Larsen, il mondo occidentale ed autodidatta degli anni ’60/’70, ha perso – dopo Fischer – l’altro “baluardo” contro lo strapotere della scuola scacchistica sovietica. Ricordiamoci, giusto per sottolineare la forza del giocatore e la personalità dell’uomo, che chiese ed ottenne di giocare in prima scacchiera nel match URSS-Resto del Mondo, svoltosi a Belgrado nel 1970, relegando in 2^ scacchiera proprio Fischer.
    Che la terra ti sia lieve, Bent.

  6. avatar
    Luca 18 Settembre 2010 at 15:18

    Bell’articolo ed assai interessante. In effetti vedere sfilare sotto gli occhi una simile pletora di grandi talenti fa sempre un grande piacere.

    Volevo invece dire qualcosa a proposito del commento di “silvano”. Non sono affatto d’accordo sul fatto di classificare in base ai risultati ottenuti da giovanissimi il “talento puro” dei GM. Naturalmente fa impressione vedere il giovanissimo Reshevsky insieme a tutti quegli affermati maestri, ma per talento puro intenderei piuttosto la capacità intuitiva di afferrare la vera natura degli scacchi, ossia il gioco posizionale. Vi sono stati tantissimi giocatori molto giovani capaci di calcolare miriadi di varianti forzate, ma assai pochi sapevano riconoscere intuitivamente concetti strategici fondamentali come “debolezza delle case scure o chiare” “debolezza pedonale”, “finale favorevole”. Lo stesso Joshua Waitzkin era giovanissimo un finissimo “calcolatore” ma lui stesso ha ammesso di non aver mai saputo padroneggiare appieno i concetti posizionali come poteva già fare in certa misura Capablanca nei match con Corzo. Poiché il gioco posizionale permette di comprendere davvero gli scacchi e che la sua assimilazione è in generale la parte più difficile per il giocatore che aspiri a diventare un GM proporrei di valutare il talento proprio da questo fattore. Non bisogna dimenticare che giocatori fortissimi, quali Garry Kasparov o Efim Geller, benché certamente dotati di grande “bravura calcolativa” hanno sempre avuto una certa difficoltà nel gioco di manovra e nella comprensione posizionale (anche se Kasparov è riuscito a sopperire a queste piccole mancanze magnificaente impostando le partite in modo dinamico ed aggressivo).

    Dunque pollice su per Capablanca e Fischer!! Comunque, ritengo che Capablanca non abbia affatto aperto nuove strade agli scacchi: fosse stato per lui e la sua proverbiale “pigrizia scacchistica” ci si sarebbe attenuti a vincere le partite per via della sola tecnica, che indubitabilmente padroneggiava in maniera sopraffina. Per fare qualcosa di nuovo bisogna richiare e per questo sotto il profilo creativo Alekhine fu decisamente superiore a Capablanca.

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