Da Tocchioni a Giorgione

Scritto da:  | 5 Dicembre 2009 | Un commento | Categoria: Curiosità, Italiani

“Viaggio a ritroso nella memoria attraverso due ribelli dello sport”

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Doriano4Tocchioni?!? già… Doriano… questo nome così evocativo di forza e vigore, quasi a ricordare quelle robuste e svettanti colonne dei templi greci. Sì, proprio lui: Doriano Tocchioni, splendidamente tratteggiato nel riuscitissimo esordio di Mandriano, è uno di quei personaggi che se hai l’occasione di incontrare anche solo per un istante nell’arco della vita difficilmente, anche tra mille altri, te lo dimentichi. Sarà per via di quel suo suo accento “cavernoso” da toscanaccio che per noi “di qua dell’Arno” suona così particolare, sarà per i suoi lineamenti così marcati e virili che tanto indelebilmente colpiscono soprattutto il gentil sesso, o forse sarà solo per quel suo incedere dinoccolato dal sapore di Lucky Luke, ma Doriano Tocchioni è una sorta di mito per tutti quegli scacchisti che sentono la curiosità di scandagliare, almeno un poco, il personaggio oltre che il semplice giocatore.

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La prima volta che ebbi l’occasione di incrociarlo fu sotto i begli affreschi di Luca Giordano nella Sala Maggiore della Biblioteca Lercari presso la Villa Imperiale a Genova.

Doriano3

Doriano in una biblioteca?!?

Sì, non temete, giusto per un torneo di scacchi, ovviamente. Non fu un torneo felice per lui perchè, a dispetto dei favori della vigilia, incappò in un doppio passaggio a vuoto determinante per il mancato successo nel Torneo. Eppure mi colpì la sua ecletticità, infatti nell’arco di appena poche ore spaziò da una patta contro una 2a Nazionale, ottenuta dopo una partita tutto sommato insignificante, ad una sconfitta, con Gromovs, in posizione nettamente superiore, per gli immancabili capricci dello zeitnot. Rammento che in un groviglio intricatissimo di cento e passa pezzi in presa riuscì a schivare tutte le minacce dell’avversario con la lancetta dell’orologio che precipita, cinicamente come una lama di ghigliottina, quando ormai il peggio pareva passato. Ma è proprio vero che la stoffa del campione emerge quando gli eventi sembrano precipitare. Fausto Coppi a Saint-Malo, al Tour del ’49, prese 36 minuti di distacco dal giovane Marinelli, nondimeno a Parigi fu lui a trionfare con un recupero che ha il sapore del miracoloso. Ho rivisto Doriano a Vigevano all’inizio di quest’anno: dopo aver distribuito fendenti a destra e a manca è arrivato secondo in un torneo con qualcosa come sette GM!

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Le basette di Tocchioni e la sua mandibola sporgente mi riportano al mio primo idolo. Avevo sei anni quando la Lazio vinse il suo primo indimenticabile scudetto ed a trascinarla, a suon di gol memorabili, fu un altro Campione ribelle e anticonformista come Tocchioni: “Long John” Chinaglia! Quelle galoppate da bisonte inferocito, con i difensori delle squadre avversarie che sembravano birilli travolti da una locomotiva, impazzita ce l’ho ancora negli occhi. Quando il pallone piombava dal cielo nell’area di rigore era lui che svettava tra tutti con la forza primordiale di un capodoglio per incornarla micidiale in rete. Non aveva certo una classe cristallina Chinaglia, non aveva quel tocco di palla dei più celebri fuoriclasse, ma era forza pura, dinamite pronta ad esplodere alla prima occasione, come a Stuttgart ’74, mondiali in terra tedesca in cui l’Italia, pur partendo tra le favorite, si ritrovò inaspettatamente in svantaggio contro la modesta compagine di Haiti. All’inizio della ripresa, Valcareggi decise di sostituire Chinaglia, che fin lì ha giocato (male) come tutti gli altri, con il panchinaro Anastasi. Giorgione non la prese affatto bene, non ne volle sapere di lasciare il posto a Pietruzzu, si scatenò letteralmente: andò verso la panchina dell’allibito Valcareggi gesticolando, gli urlò uno stentoreo «vaffa…», condito, in mondovisione dall’italico gestaccio dell’ombrello.

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Era fatto così Giorgione Chinaglia, lui, come Tocchioni, entrambi tutti d’un pezzo, quei personaggi che fanno così incredibili due sport apparentemente tanto lontani, come il calcio e gli scacchi ma che tanto infiammano di passione vera chi li segue. Non cambiate mai!

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[Ringraziamo “storiedicalcio” e Giorgio Gozzi per le splendide fotografie]

avatar Scritto da: Martin (Qui gli altri suoi articoli)


Un Commento a Da Tocchioni a Giorgione

  1. avatar
    biker 8 Dicembre 2009 at 10:21

    hahaha, ma allora Tocchioni è proprio mitico! Grande personaggio.

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