Carretera Austral

Scritto da:  | 11 Settembre 2014 | 46 Commenti | Categoria: C'era una volta, Stranieri

“In tempi come questi la fuga è l’unico mezzo per mantenersi vivi e continuare a sognare”
Henri Laborit

Quella strada nel febbraio del 1973 non esisteva ancora… eppure el Señor René Letelier Martner a Santiago del Cile c’era riuscito ad arrivare lo stesso, per laurearsi campione nazionale del suo paese per la quinta volta, alla già rispettabile età di 58 anni, e con alle spalle memorabili battaglie con figure del calibro di Alekhine, Botvinnik, Smyslov, Tal, Petrosian, Spassky ed un certo Robert James Fischer la cui inopinata sconfitta, ad opera del maturo maestro cileno, impedì all’astro emergente statunitense l’ascesa al podio in una memorabile edizione del torneo argentino di Mar del Plata: correva l’anno 1959…

Di quella strada comunque fino al 1973 in Cile non se n’era mai sentito parlare: “una strada di ghiaia che partendo da Puerto Monti doveva arrivare fino all’estremo sud patagonico del Cile; una strada completamente inutilizzabile che serviva per spostamenti militari a salvaguardia della frontiera cileno-argentina” come qualcuno l’ha giustamente dipinta con parole appropriate. Queste parole qualcun altro le ha messe in versi, e qualcun altro questi versi li ha resi in musica…

Questi i versi:

La terra è lunga e sporca
E’ pietra di vulcano
Polvere levata dal vento australe
Non vedo più una strada
E’ una ferita d’odio
Un salto nel passato da ricordare
Balla sulla Carretera Austral
Viaggia sulla Carretera Austral
Balla sulla Carretera Austral
Balla…
Quel giorno di settembre
Ci vennero a rubare
Il seme della rosa alla Moneda
Tace il presidente
Dopo il temporale
Dopo il piombo
Su Santiago del generale
Balla sulla Carretera Austral
Viaggia sulla Carretera Austral
Balla sulla Carretera Austral
Balla…
La strada militare
E’ un fiume di veleno
Che porta voci lontane dalla frontiera
Da nord a Punta Arenas
Rincorro i miei pensieri
La Storia non si è fermata
Sulla Carretera
Balla sulla Carretera Austral
Viaggia sulla Carretera Austral
Balla sulla Carretera Austral
Balla…

Questa la musica:

Il Señor René Letelier Martner invece, a causa di quella strada, o peggio a causa di coloro che la vollero, dovette lasciar il suo paese natale con la motivazione ufficiale di “aver fatto troppo viaggi a Cuba”… evidentemente per esservi andato a giocare dei tornei a cui era stato invitato, tra gli altri le Olimpiadi del 1966. Nel 1974 fu costretto a dar le dimissioni dal proprio impiego pubblico e ad emigrare negli anni della dittatura militare nella vicina Argentina, come dire dalla padella alla brace…

il MI René Letelier Martner durante le Olimpiadi di Cuba del 1966

Memorial Capablanca, La Habana, Cuba 1964: René Letelier vs. Ludek Pachman

Ho percorso molte volte quella strada polverosa, ogni volta con rinnovata malinconia, chiedendomi ad ogni occasione se, tra coloro che prima di me furono costretti a percorrerla fuggendo dal proprio paese per continuare a sognare, ci fosse stato anche quell’anziano Maestro…

avatar Scritto da: Ramón (Qui gli altri suoi articoli)


46 Commenti a Carretera Austral

  1. avatar
    alfie 7 Ottobre 2010 at 03:49

    splendido articolo
    a volte mi chiedo come riuscite a pescare queste chicche.
    di letelier ricordiamo tutti la partita persa contro fischer ma ignoravo, io personalmente, la storia
    bella anche la citazione di henry laborit
    henry laborit scopri’ il primo psicofarmaco, la cloroprazina , cambiando letteralmente la storia della psichiatria che da allora passo ad una dimensione finalmente scientifica e non vagamente, neppure tanto pero’, punitiva
    1953 , bellissime le pagine di tobino quando vide i suoi pazienti chetati dopo anni di agitazione da questo farmaco
    uno dei piu’ grandi scienziati del 900 che avrebbe meritato il nobel
    complimenti 😉

  2. avatar
    alfie 7 Ottobre 2010 at 03:52

    http://www.chessgames.com/perl/chessgame?gid=1480316
    pero’, durissima sconfitta per Letelier …

  3. avatar
    Zenone 7 Ottobre 2010 at 09:38

    Vorrei commentare proponendo qualcosa assolutamente fuori tema:
    l’idea della strada – e la foto d’apertura – con tutti i concetti che porta con sé, mi hanno ricordato una poesia di Robert Frost.
    Le scelte che noi facciamo in ogni momento della nostra esistenza – ed anche in un singolo decisivo istante – cambiano la nostra vita ma ci lasciano i dubbi che una scelta ci impone malgrado siamo consapevoli di aver preso la decisione migliore, forse unica.
    Cerchiamo di costruire le strade di Frost e non le vie dell’odio:

    LA STRADA CHE NON PRESI

    Due strade divergevano in un bosco giallo
    e mi dispiaceva non poterle percorrere entrambe
    ed essendo un solo viaggiatore, rimasi a lungo
    a guardarne una fino a che potei

    Poi presi l’altra, perché era altrettanto bella,
    e aveva forse l’ aspetto migliore,
    perché era erbosa e meno consumata;
    Sebbene il passaggio le avesse rese
    quasi simili

    ed entrambe quella mattina erano lì uguali
    con foglie che nessun passo aveva annerito.
    Oh, misi da parte la prima per un altro giorno!
    Pur sapendo come una strada porti ad un’altra,
    dubitavo se mai sarei tornato indietro.

    Lo racconterò con un sospiro
    da qualche parte tra anni e anni:
    due strade divergevano in un bosco, e io –
    io presi la meno percorsa,
    e quello ha fatto tutta la differenza.

    Robert Frost

    Testo orginale:

    The Road Not Taken

    Two roads diverged in a yellow wood,
    And sorry I could not travel both
    and be one traveler, long I stood
    And looked down one as far as I could

    Then took the other, as just as fair,
    And having perhaps the better claim,
    Because it was grassy and wanted wear,
    Though as for the passing there
    Had worn them really about the same,
    And both that morning equally lay
    In leaves no step had trodden black.
    Oh, I kept the first for another day!
    Yet knowing how way leads on to way,
    I doubted if I should ever come back.

    I shall be telling this with a sigh
    Somewhere ages and ages hence:
    Two roads diverged in a wood, and I–
    I took the one less traveled by,
    and that has made all the difference.
    Robert Frost

    • avatar
      alfredo 11 Settembre 2013 at 10:27

      splendida poesia che personalmente suscita in me tanti ricordi di strade che non presi .

  4. avatar
    carla ramos 8 Ottobre 2010 at 08:28

    😀
    mi piace la storia!!! amo questo articolo.

  5. avatar
    Marramaquís 11 Settembre 2013 at 06:40

    Oggi, 11 settembre 2013, ricorre il quarantesimo anniversario del colpo di Stato in Cile (una tragedia, con oltre 30.000 morti). Ecco perché Ramón ci ha voluto ripresentare oggi questo suo lavoro ed ha chiesto a Pessoa (e ad Alfredo) di avere ancora un pochino di pazienza.

    • avatar
      alfredo 11 Settembre 2013 at 09:50

      In ricordo di una delle tante vittime massacrate dal regime di Pinochet con il diretto apporto di Kissinger e della CIA

      • avatar
        alfredo 11 Settembre 2013 at 11:41

        anche questo
        per non dimenticare l’11 settembre 1973

  6. avatar
    Ricardo Soares 11 Settembre 2013 at 07:07

    Sì, la memoria rivive particolarmente forte in questi giorni e Santiago è tappezzata da coloratissimi disegni (gialli, verdi, rossi). Sono gli enormi murales della “Brigada Ramona Parra”, un gruppo storico di intellettuali attivo dal 1968.

  7. avatar
    Mongo 11 Settembre 2013 at 08:29

    Vero, 11 settembre 1973, il più grande atto terroristico della storia ed a compierlo fu proprio il paese, gli USA, più ‘civile’ ed ammirato, anche grazie ad Hollywood, del pianeta. Come è strano questo mondo…

  8. avatar
    alfredo 11 Settembre 2013 at 09:52

    ammirato da chi , Mongo ?
    io invito sempre a leggere il libro ” genocidio amercano” di Stannard
    a un po’ di gente ha aperto gli occhi e il cervello .

  9. avatar
    alfredo 11 Settembre 2013 at 10:30

    Scusate il libro si intitotola
    OLOCAUSTO AMERICANO
    questa è la prefazione , cosi’ per dare un’idea
    ( tra i crimini USA anche il barbaro omicidio del Che , non lo si dimentichi)

    • avatar
      Giancarlo Castiglioni 11 Settembre 2014 at 10:39

      Contesto la definizione di “barbaro omicidio”.
      Il Che ha voluto andare in Bolivia per suscitare una guerriglia contro il governo.
      E’ andato per uccidere ed è stato ucciso.

      • avatar
        Mongo 11 Settembre 2014 at 12:22

        @Giancarlo Castiglioni: vero, non fu un ‘barbaro omicidio’, bensì un ‘macabro assassinio’. Devi sapere che una delle regole della guerriglia è quella di non uccidere i prigionieri, ma se feriti di curarli e dopo un bel discorso per attirarli dalla propria parte, spogliarli di tutto e liberarli in modo che possano raccontare ai compagni d’armi il motivo della lotta e come si comporta un vero guerrigliero rivoluzionario. E’ chiaro che durante gli scontri armati tra esercito e guerriglieri qualche morto ci scappi, mica si va a fare una lotta di liberazione con le cerbottane. Poi in Bolivia il Che mica era andato, per divertirsi, ad uccidere, ma per aprire un foco guerrigliero che avrebbe, nei suoi piani, dovuto infiammare tutta l’America latina. Purtroppo fu mal consigliato, la zona scelta, al confine con l’Argentina, era inospitale e poco abitata; a seguito di qualche errore (leggi tradimento da parte dei dirigenti burocrati del partito comunista boliviano) i guerriglieri vennero subito scoperti senza aver avuto tempo di accendere la ‘miccia’. E’ una bellissima pagina della Storia del Che, che anziché vivere da signore con moglie, figli e qualche amante, fumando i suoi meravigliosi sigari, decise di sacrificarsi in prima persona per aiutare un continente a liberarsi dall’imperialismo Yankee.

      • avatar
        Doroteo Arango 11 Settembre 2014 at 15:49

        Credo di aver letto tutti i libri sul Che editi negli ultimi 30 anni, italiani e stranieri, belli e brutti, scritti da autori di destra e di sinistra ma in nessuno, proprio nessuno si può leggere che “il Che è andato in Bolivia per uccidere”.

        Credo che un’affermazione così superficiale sia la cosa più lontana dalla realtà dei fatti che possa incredibilmente esser immaginata…

        In ultimo se non è stato il suo un “barbaro omicidio” come bisognerebbe definirlo?!?
        Un regolare processo contro un terribile criminale??

        • avatar
          Giancarlo Castiglioni 11 Settembre 2014 at 20:55

          Io sono pacifista e su questo punto non accetto compromessi.
          Vedo che c’è ancora chi crede ai cavalieri senza macchia e senza paura.
          Per me chi va in guerra volontario con un’arma in mano non ha giustificazioni.
          Va per uccidere e accetta il rischio di essere ucciso.
          Come militare irregolare in base alle leggi di guerra poteva essere fucilato.
          Certo sarebbe stato più regolare dopo il giudizio di una corte marziale e con plotone di esecuzione.
          Formalità di altri tempi.

          • avatar
            Doroteo Arango 11 Settembre 2014 at 22:26

            “va per uccidere”

            Vedo che proprio non ce la fai a discostarti dalla tua visione riduttiva e superficiale delle cose: apriti un libro qualunque, leggi qualche riga e capirai (spero) immediatamente che il Che in Bolivia non è andato per uccidere nessuno.

            Passo e chiudo.

            • avatar
              Mongo 11 Settembre 2014 at 22:37

              Consiglio il libro del mio amico Massari: ‘Che Guevara – Pensiero e politica dell’utopia’ – Massari Editore.
              Un libro superlativo, assolutamente da leggere!!

              • avatar
                nikola 11 Settembre 2014 at 23:26

                a chi definisce il Che con ‘E’ andato per uccidere ed è stato ucciso’ non c’é alcun libro che serva. dai pacifisti da salotto aspetto ancora una lezione su come si fa la rivoluzione senza spargimento di sangue, ed ai medesimi consiglio il film ‘Giú la testa’ di S.Leone con grande attenzione alla frase che fa da apertura.

                • avatar
                  Giancarlo Castiglioni 13 Settembre 2014 at 00:12

                  Se studiate la storia invece dei film, scoprirete che sono già avvenute rivoluzioni senza spargimento di sangue.
                  Ma evidentemente per i “rivoluzionari da salotto” non sono vere rivoluzioni.
                  Il sangue lo vogliono é necessario.
                  Il sangue degli altri, naturalmente.

                • avatar
                  nikola 13 Settembre 2014 at 01:16

                  non mi risulta che chi guarda film debba necessariamente essere ignorante in storia (tant’è che il film che ho citato parla appunto della rivoluzione messicana, ahimè impossibile da sostenere in modo pacifico, come quella cubana e molte altre); ad ogni modo anche nelle rivoluzioni cosiddette ‘pacifiche’ spargimenti di sangue ce ne sono stati. in ogni caso comparare popoli, epoche e contesti diversi lo trovo un tantino forzato e per l’appunto poco ‘storico’. riconfermo il mio giudizio su quanto detto su Che Guevara, lo trovo superficiale ed un tantino offensivo per ciò che quest’uomo ha fatto e per quello che simboleggia.

      • avatar
        Jas Fasola 13 Settembre 2014 at 10:34

        in effetti in Bolivia (altrove mica tanto) il Che fu molto mite con i prigionieri. Ma sembra che la’ non volesse nemmeno fare la guerriglia, voleva solo organizzare un centro di guerriglieri per poi entrare in Argentina. Quindi non e’ chiaro se la sua “mitezza” con i locali fosse naturale o altro. A queste domande solo lui potrebbe rispondere.

        • avatar
          Mongo 13 Settembre 2014 at 13:21

          Carissimo Jas Fasola, permettimi di contestare la tua affermazione che hai messo tra parentesi: durante la rivoluzione cubana tutti i prigionieri vennero trattati come descritto nel mio post precedente, istruiti sullo scopo della rivoluzione e spogliati di armi e divise e poi liberati – in fin dei conti erano sempre dei cubani – Solo due, se ben ricordo vennero uccisi sul posto: uno era un traditore, la guerriglia punisce con la morte i propri traditori, l’altro un civile che per le nefandezze da lui compiute, qualsiasi Cristo lo avrebbe fatto fuori. Finita la Rivoluzione ai prigionieri venne fatto un processo e per chi fu giudicato colpevole venne applicata la pena di morte. In Congo prigionieri non ne fece e della Bolivia abbiamo parlato sopra.

          • avatar
            nikola 13 Settembre 2014 at 13:56

            singolare questo nuovo revisionismo storico. spero che alle nuove generazioni non venga trasmessa l’idea che Guevara fosse un torturatore sanguinario che si meritó la fine che fece perché andava in cerca di rogne.

            • avatar
              Mongo 13 Settembre 2014 at 17:07

              Temo che sui nuovi libri di storia manco ci saranno accenni alla figura del Che. L’Uomo nuovo fa troppa paura!!:???:

            • avatar
              Jas Fasola 13 Settembre 2014 at 17:14

              invece sembra sia proprio cosi’, basta dare un’occhiata a Wikipedia

  10. avatar
    alfredo 11 Settembre 2013 at 11:45

    http://www.polesine.com/pagine/cultura/libri/olocausto_americano.htm
    eccola la prefazione di ” olocausto americano”
    ma se volete spendere bene una ventina di euro comprate il libro ! 😥

  11. avatar
    alfredo 11 Settembre 2013 at 21:02

    anche stasera tutti zitti ???? 🙁
    ma è la ” baggina ” questo o iol piu’ bel sito blog di scacchi ( e non solo) d’Italia e forse del mondo ?
    e io qui ad aspettare saverio Menato su Pessoa , Ramon che torni , un pezzo storico di Enrico magari …
    ddai fatemi un po’ di compagnia

  12. avatar
    Jas Fasola 11 Settembre 2013 at 22:30

    siamo tutti qui http://www.uschesschamps.com/live
    anche a vedere come e’ adesso Seirawan
    il passato e’ passato
    ricordiamolo ma guardiamo al presente 🙂

    • avatar
      alfredo 11 Settembre 2013 at 23:25

      yasser è stato un gran bel giocatore
      e poi aveva quei baffetti da sparviero che piacevano alle donne … dicevano
      ( davvero, non scherzo! )

  13. avatar
    Marramaquis 11 Settembre 2013 at 22:54

    Eccoci, eccoci, il futuro è quasi presente. Aspetta, Alf!! Ma Menato è Nazario, non Saverio, e Ramòn non torna che fra una settimana o due (qualcuno lo ha visto a Santiago del Cile, qualcun altro alle isole Vanuatu). Perché non provi tu a buttar giù quella classifica? Onestamente, s’intende. ‘Notte!

  14. avatar
    alfredo 11 Settembre 2013 at 23:23

    il mio concetto di onestà ( nel campo specifico. per il resto penso di essere una persona onesta) sarebbe paragonabile a quella di Moggi e a quella degli arbitri che hanno regalato una mezza dozzina di stelle alla juve
    sto sul leggero perchè dovendo prendere un paio di 😯 da presbite mi devo tenere buono il mongo che è del ramo 😉
    posso provarci ma di solito il partecipante non è l’arbitro piu’ adatto …

  15. avatar
    Marramaquis 11 Settembre 2013 at 23:39

    Di solito, sì, …. ma nel “più bel blog di scacchi” partecipanti e arbitri possono giocare insieme ….

  16. avatar
    alfredo 11 Settembre 2013 at 23:47

    marramaquis lo hai letto Olocausto americano? se non nlo hai letto almeno la prefazione oggi ho sentito in TV cose che mi hanno fatto venire il sangue alla testa l’11 settembre del 73 fu una data non meno tragica di quella del 2001 io ho ricordato come ho potuto ho ricordato Victor jara , ho messo dei pezzi si sean Penn e di Ken Loach cio’ che è successo in cile nel 73 è storia che non deve esere dimenticata o come oggi ho sentito ” distorta” Il pezzo su Pessoa è molto bello vorrei dire molte cose ma non ho tempo ….comunque se potete scrivete qualcosa che mi tenete compagnia 😉

  17. avatar
    Marramaquis 12 Settembre 2013 at 08:08

    No, non l’ho letto, Alf, ovviamente sì la prefazione che hai postato. Lo leggerò, spero.
    La TV è meglio non vederla (più che altro “non sentirla”;), visto che usano mettere a confronto i cavoli col thè a colazione e poi lasciare lo spettatore/ascoltatore col dubbio che nel thè a colazione, e a merenda ancor più, i cavoli ci potrebbero pure stare.
    Non mi meraviglio. Un tempo la TV era anche cultura (esempio: commedie di De Filippo, la stessa “tribuna politica”;), poi dagli anni ottanta si è passati alla TV delle banalità e delle veline. Oggi è ancor peggio: ti fanno credere che Cristo è morto di freddo. E in molti casi, purtroppo, ci riescono. A qualcuno fa ben comodo.
    Personalmente seguo in TV solo qualche sport (ciclismo, tennis, atletica, fondo) e poco d’altro.
    Alf, adesso scrivi tu qualcosa di bello sul Blog (ma non solo nei commenti), ché io e Ramòn ed altri stiamo pericolosamente esaurendo la vena, se mai essa c’è stata.

  18. avatar
    Mongo 12 Settembre 2013 at 09:26

    Verissimo, il ‘vero’ 11 settembre è quello del 1973: 30.000 morti, tra i quali, non più importante degli altri 29.999, ci fu anche Victor Jara.
    Per me Victor Jara è un gradino più in alto rispetto al grandissimo De André.
    Tragico fu, vero, anche l’11 settembre 2001, ma fu un auto-goal dei servizi segreti statunitensi e di tutto l’entourage della famiglia Bush.

  19. avatar
    alfredo 12 Settembre 2013 at 12:00

    caro Mongo
    con tutta la buona volontà e fantasia non riesco a credere minimamente alla teoria del complotto auto orchestrato l’11 settembre 2001
    in Italia c’è stato Giulietto Chiesa che lo ha sostenuto per anni ma alcuni libri molto documentati hanno messo la parola stop a questa teoria
    credo pero’ che l’ 11 settmbre sia poi servito agli Usa per esportare il loro bellissimo concetto di democrazia nel mondo fabbricando le prove false ( ricordi le provette del generale Powell all’Onu) , Guantanamo , una guerra atroce in afghamistan per smaltire un po’ di bombe etc
    tremo ora solo all’idea di un possibile intervento del premio nobel per la pace Obama in Siria .
    Per l 11 settembre 1973 , lo ricordo come fosse ieri , il discorso è diverso.
    La storia oramai è documentata
    il colpo di stato fu voluto dall’amministrazione USA con kissinger e la Cia
    e quei 30.000 morti vanno a fare conto con gli altri nell Olocausto americano
    in quanto a bush jr mi sembrava fin troppo scemo per pensare a una guerra . ci penso’ rumsfeld e i generali a fare tutto . su rumsfeld è uscito un documentario a venezia . chissà se mai lo vedremo diffuso .
    su una cosa sono convinto. se il modello economico – politico comunista è uscito distrutto dal secolo breve certo non si puo’ affermare che il capitalismo e la democrazia ” occidentale ” ha vinto .
    scrivero’ qualcosa sul blog se qualcuno si offre come ” correttore di bozze ”
    il mio rapporto con la tastiera , ve ne sarete accorti è a dir poco pessimo
    a marramaquis : per cultura tv : ricordo una volta ( lo si puo’ trovare su you tube ) pasolini che intervistava ezra pound
    ora abbiamo marzullo che intervista la reduce da l’isola dei famosi .
    purtroppo siamo ancora nel mezzo di un rimbambimento mediatico che ha pochi precdenti nella storia .
    come disse il prode Borrelli : resistere , resistere , resistere
    ma come , dove , quando
    e poi , consentitemelo , perchè ? ne vale la pena o non è piu’ comodo, facile , rassicurante ” omologarsi” ( e non uso a caso un verbo cosi’ prettamente pasoliniano)

  20. avatar
    Mongo 13 Settembre 2013 at 09:14

    @Fuser: Bin Laden, foraggiato dalla CIA, promuoveva la resistenza afghana durante l’invasione sovietica. Al governo degli USA c’erano, in quel periodo, i repubblicani (Reagan e papà Bush), anche se l’invasione dell’Afghanistan i russi la cominciarono quando c’era ancora Mr. Nocciolina Carter alla presidenza.
    Nulla mi toglie dalla testa, ed a pensar male spesso ci si azzecca, che qualche lobby USA sia implicata a pieno titolo nella tragedia dell’11 settembre 2001.
    Nel 1973, all’epoca ero poco più che un bambino, mi ricordo le polemiche che ci furono quando i nostri tennisti furono mandati in Cile per disputare la finale, poi vinta, della Coppa Davis; seppi (non il tennista!!) dopo che i nostri giocarono con delle maglie rosse, che in TV e sulla stampa (rigorosamente in bianco e nero) non si videro e così non risaltò il loro vero significato ‘pro-Allende’. Ricordo anche gli Inti Illimani, storico gruppo musicale cileno (esiste ancora, ma forse con uno solo dei componenti originari), nei quali suonava e scriveva testi anche Victor Jara, al quale Pinochet fece spezzare i polsi prima di farlo ‘scomparire’, in modo che nemmeno nell’aldilà potesse più suonare la sua stupenda musica di ‘protesta’.

  21. avatar
    DURRENMATT 11 Settembre 2014 at 15:17

    …bellissimo l’incipit del biologo-filosofo Laborit. Attualissimo,d’altro canto, il suo “Elogio della fuga”.Sono troppi gli italiani che lasciano il nostro Paese per “…poter seguire la rotta dei carghi e delle petroliere,la rotta senza imprevisti imposta dalle compagnie di navigazione”…troppo facile….P.S. sottoscrivo quanto postato da Mongo. Vorrei tanto gettarmi nella mischia dialettica e “battagliare” sul Che. Preferisco in questo caso il ruolo di “Lurker”…rovinerei ancor di più la mia,già pessima, reputazione!

  22. avatar
    Mongo 11 Settembre 2014 at 22:53

    @Fuser: Lo sai che come ‘Marx XXI’ abbiamo invitato Giulietto Chiesa in Alessandria, a fine settembre, per raccontarci ciò che sta avvenendo in Ucraina. 😕

  23. avatar
    The dark side of the moon 11 Settembre 2014 at 23:10

    Grazie a Ramon per il bell’articolo.
    Purtroppo oggi ricorre l’anniversario di uno degli atti più vergognosi della storia moderna: il colpo di Stato in Cile appoggiato dagli USA che in quegli anni sono stati molto attivi in america latina con la loro politica vigliacca.
    Il Nicaragua e non solo ne sa qualcosa…
    Anch’io ho letto parecchi scritti sul Che e non accetto l’idea che venga paragonato ad un semplice mercenario.
    La frase “E’ andato per uccidere ed è stato ucciso” preferisco non commentarla perché con la stessa “logica” si potrebbero paragonare i partigiani ai fascisti…

  24. avatar
    DURRENMATT 12 Settembre 2014 at 14:59

    …Signori,cautela nell’esternare pubblicamente il vostro Anti-americanismo(soprattutto in questo periodo). La madre degli idioti è sempre incinta…Bobby Fischer docet!!!…P.S. Giulietto Chiesa( membro del 9/11 Consensus Panel) ha chiarito quanto accaduto REALMENTE l’11 settembre 2001. Alla luce di ciò occorre rivalutare le dichiarazioni di Bobby Fischer rilasciate a Radio Baguio nelle Filippine.

  25. avatar
    Mongo 13 Settembre 2014 at 00:19

    @Giancarlo Castiglioni: ma va a ca… ntare che è mejo e portati un bel libro di Storia da leggere!!!

  26. avatar
    DURRENMATT 13 Settembre 2014 at 14:57

    …comunque il Che, grandissimo sotto molti punti di vista è stato,anche, un pessimo politico(di Economia non ci capiva un'”acca”;) , un infimo giocatore di scacchi come ha sottolineato più volte Korchnoj (“non ha la minima idea di come si gioca la Catalana”;),e come medico che te lo dico a fare!…penso su questo siamo tutti d’accordo, storici,cinefili e “tatuati” del Che…P.S. il Che rappresenta il passato,guardiamo avanti…”Sventurata la terra che ha bisogno di eroi”.

  27. avatar
    Mongo 13 Settembre 2014 at 17:27

    DURRENMATT mi deludi, i tuoi ‘cut & paste’ sono ridicoli e privi di fondamento!!! Il Che ha previsto, già nel 1965, la fine dell’URSS, avvenuta ben 30 anni dopo la sua morte. Criticò, a ragion veduta, il manuale di economia che studiavano tanto fieramente i sovietici e passava le notti a studiare matematica finanziaria. Il primo a capire che la vita da ‘banchiere’ (era il direttore della banca Cubana) non faceva per lui fu lui stesso e scelse il Congo, molto pieno di ‘comodità’ e con un clima ideale per gli asmatici (un po’ di sarcasmo non guasta mai, per chi non l’avesse capito)!!
    Non era affatto un infimo giocatore di scacchi, ma aveva la forza di un buon Candidato Maestro… anche perché tempo per studiare gli scacchi non ne aveva proprio.
    Come medico era un ottimo allergologo, poi riciclatosi nel ruolo di chirurgo nella Sierra, a levare pallottole ai propri compagni feriti, di dentista a curare gratuitamente i denti dei campesinos… Senz’altro un medico non peggiore di molti suoi colleghi occidentali che praticano in studi super attrezzati e con conti salatissimi!!
    Il Che presto ritornerà, siate ottimisti: l’imperialismo ha le ore contate!! 😉

  28. avatar
    DURRENMATT 13 Settembre 2014 at 18:59

    …mi dispiace deluderti, carissimo, ma confermo il mio scritto. Ho le mie fonti che mi permettono di fare valutazioni con la mia testa! Purtroppo per te caro Mongo ammiro la vita del Che,ha segnato la mia formazione, è parte integrante del mio pensiero politico, ma non credo nella “favoletta” dell’Uomo nuovo e, detto tra noi, non sono il solo…Livorno docet! Gurdiamo avanti e tutti uniti perchè le cose si stanno mettendo male….P.S. alcuni sostengono che il Che, a volte, diceva qualche “castroneria”…insomma era un uomo come tutti noi con i suoi alti e bassi per cui lasciamo perdere il mito.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


CLICCA QUI PER MOSTRARE LE FACCINE DA INSERIRE NEL COMMENTO Locco.Ro

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

La Palestra dei Finali

Chess Lessons from a Champion Coach

Torre & Cavallo - Scacco!

Strategia di avamposti

I racconti del Grifo

57 Storie di Scacchi
2700chess.com for more details and full list

Problema di oggi