Scacchi e Tiranni (I)

Scritto da:  | 11 Novembre 2010 | 9 Commenti | Categoria: Scacchi e letteratura

Questa volta ho voluto cambiare le regole pensando di segnalarvi, in diversi appuntamenti, più libri uniti da un unico tema. Questo è il primo incontro. Si tratta di un’idea che mi è venuta in mente rileggendo il libro che vi propongo oggi e che considero un punto di riferimento della letteratura contemporanea, non solo italiana: Se questo è un uomo di Primo Levi (Einaudi – pagg. 209 – 7ª ed. 2010,  € 10.50). Vi chiederete che collegamento ci sia tra gli scacchi e questa testimonianza della ferocia dell’uomo sull’uomo (homo homini lupus). Ebbene, proprio nel descrivere i dieci giorni in cui le SS abbandonarono Auschwitz, dal 18 al 27 gennaio 1945 – il titolo del capitolo è proprio “Storia di dieci giorni” –  da pag. 146 a pag. 147 dell’edizione citata si legge: “Le guardie del campo dovevano essere partite con molta fretta. Trovammo sui tavoli piatti per metà di minestra ormai congelata, che divorammo con intenso godimento; boccali ancora colmi di birra trasformata in ghiaccio giallastro, una scacchiera con una partita incominciata”. Ho riletto questo passaggio più volte cercando di capire perché sia stato inserito il riferimento alla scacchiera, al di là della realtà storica descritta. Forse si tratta di una casualità, un fatto avvenuto e basta, oppure è funzionale a dimostrare, così come la descrizione che precede, che i nazisti erano scappati in grande fretta. Eppure il collegamento tra gli scacchi e nazismo non è nuovo, sia nella realtà storica che nella finzione letteraria, come vedremo nelle prossime “puntate”. Il pensiero, a questo punto, non può che andare al grande Campione del mondo franco-russo Alechin (o Alekhine nella trascrizione francese), che nel corso della seconda guerra mondiale vestirà il ruolo di collaborazionista. Durante tale periodo Alekhine partecipò a numerosi tornei e diede prova delle sue capacità giocando delle simultanee anche contro alti ufficiali dell’esercito del Terzo Reich. Vi propongo quindi un breve finale di partita giocata da Alekhine contro un generale tedesco, proprio nel corso di una simultanea (non posso giurare però che si tratti di un fatto storicamente accaduto) . Molti di voi senz’altro conoscono questa posizione ma l’episodio merita senz’altro di essere raccontato.

Nel 1943, nel corso di una simultanea  contro dei generali nazisti, Alekhine raggiunse con i bianchi questa posizione e la mossa era del  suo avversario:

A questo punto il generale disse ad Alekhine che non poteva impedire il matto  Dh8. Il Campione del Mondo propose all’avversario di scambiare i pezzi e questi accettò. La mossa di difesa di Alekhine fu 1…Th4 e l’ufficiale tedesco giocò 2. CxT. A questo punto seguì 2…Dc3 e il campione franco-russo proseguì il giro delle scacchiere:

Al suo ritorno Alekhine vide l’ufficiale nazista in difficoltà. Questi, ridendo, disse al Campione che anche questa volta gli sembrava impossibile parare il matto del nero (Da1 o Db2). Alekhine gli offrì un’altra possibilità di cambiare i pezzi e l’ufficiale accettò. La partita terminò con 3. Dh8, RxD; 4. Cg6++, Rg8; 5. Th8# (!).  La posizione finale merita un ultimo diagramma:

E per finire, ecco una foto scattata nel corso del torneo di Praga nel 1942:

In piedi: K. Junge, J. Podgorný, J. Foltys, F. Sämisch, J. Rejfíř, C. Kende (organizzatore), F. Prokop. Seduti: A. Alekhine, O. Důras

Ebbene il ragazzo alto sulla sinistra (il maestro Karl Junge) era una giovane speranza dello scacchismo tedesco del periodo (morirà nel 1945 a soli 21 anni). Eccolo in una foto dell’epoca (è quello sulla destra…;):

Ecco una partita giocata proprio nel Torneo Internazionale di Praga del 1942 tra l’anziano Campione e il giovane talento:

Sì, va bene il Grande Alekhin, gli scacchi e il nostro sito però, mi raccomando, ricordatevi di leggere o rileggete Se questo è un uomo di Primo Levi.

avatar Scritto da: Zenone (Qui gli altri suoi articoli)


9 Commenti a Scacchi e Tiranni (I)

  1. avatar
    Jazztrain 11 Novembre 2010 at 07:13

    Una partita degna del genio scacchistico di Alekhine, anche se giocata in un periodo particolarmente inquietante della nostra storia recente.

  2. avatar
    Martin Eden 11 Novembre 2010 at 12:58

    Soloscacchi da sempre ha fatto della propria rubrica di recensioni e approfondimenti letterari un suo fiore all’occhiello e articoli, acuti e originali, come questo del nostro inimitabile Zenone sono il vivo esempio del nostro piacere per la lettura (e la scrittura…;) e di tutto quello che comunque è legato in qualche modo alla cultura, scacchistica ma non necessariamente solo quella, ed all’arte in generale.
    Grazie di cuore a Zenone, a tutti gli articolisti di Soloscacchi e soprattutto ai nostri numerosissimi lettori! 🙂

  3. avatar
    alfie 11 Novembre 2010 at 20:23

    proprio al piu’ bel bel libro dedicato agli scacchi nel periodo nazista è stata dedicata la puntata di “un pugno di libri” di domenica scorsa Si tratta oviamente de ” La novella degli scacchi” di Stefan Zweig” un gran libro di cui sicuramente Zenone parlerà.
    Come parlerà de ” La variante di Lüneburg” di Paolo Maurensig , credo.
    E’ in lavorazione finalmente il film tratto dal plot narrativo del libro.
    Grazie Zenone ( mi ricordo il titolo di un articolo di un mio amico “e mi sovvien l’eterno Zenone” … Le scienze , una decina di anni fa)

    • avatar
      Jazztrain 13 Novembre 2010 at 09:49

      A proposito di Stefan Zweig, c’è una sorpresa per te. 😉

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    carla 12 Novembre 2010 at 08:54

    😀
    un bellissimo libro, un bellissimo articolo,complimenti!

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    girolamo 19 Settembre 2011 at 16:30

    Il mio figliolo, per affrontare l’esame di maturità nell’alberghiero, ha preparato un percorso pluridisciplinare con oggetto “Gli Scacchi”.
    Conosceva alcuni autori esteri ma gli sono stati chiesti autori Italiani.
    Conl’aiuto di “Scacchi e letteratura” di Massimo Nicodemo, abbiamo conosciuto Primo Levi che oltre all’episodio citato nell’articolo, ha scritto delle poesie sull’argomento pubblicate nel libro “Ad ora incerta” pubblicato nel 1984.
    C’è anche una poesiadi Eugenio Montale, una citazione nel “Paradiso” di Dante Alighieri, ho scoperto che abbiamo una Santa protrettrice che nel “Cammino di perfezione” usa gli scacchi come metafora per istruire le suore sull’orazione e sulla contemplazione.
    Ci ha aiutato anche un’altro testo:”Naturaa simbolica del gioco degli scacchi” di Mario Leoncini.
    Ho scoperto che gli scacchi, sono un argomento pluridisciplinare che noi istruttori, dovremmo usare non solo per insegnare il gioco, ma per alimentare interesse allo studio e alla ricerca.
    Napoleone Buonaparte, era un appassionato giocatore.
    Lenin per aumentare la difficoltà del suo gioco si privava di alcunipezzi.
    In una classe elemntare, dove per alcune lezioni ho sostituito un collega, ho parlato del campo di gioco, delle coordinate e del loro uso.
    Una bimba alza la mano e mi fà osservare sorridente che anche tutto-città funziona con le coordinate ho alzato gli occhi e in classe c’erano le cartine geografiche e il mappamondo che funzionano con le coordinate.
    Poi in unaltra classe, per fare la partita con gli scacchi viventi, il collega nel rendere comprensibile il linguaggio scacchistico, s’era inventato un metodo a me sconosciuto.
    C’era il C di destra e quello di sinistra (Cg1 e Cb1) ecc….
    Per commentare la lotta di tre pedoni bianchi contro tre pedoni Neri, gli chiedo informazioni sugli “Orazi e Curiazi”, poi ricostruisco l’episodio sulla scacchiera.
    Ciao a tutti. Girolamo

    • avatar
      Zenone 19 Settembre 2011 at 17:23

      Hai ragione Girolamo. Gli scacchi sono un argomento moltidisciplinare e non poteva essere diversamente perché sono gioco, sport, arte, scienza, estetica ma anche storia,letteratura e forse anche geografia (come hai ben sottolineato).
      La poesia di Montale di cui parlavi è probabilmente “Nuove Stanze” (1939) in cui è è parlato sul blog nel pezzo “Scacchi…fumanti”.
      Permettimi poi di dire che “Soloscacchi”, come avrai notato, è senz’altro il luogo più adatto (forse l’unico?) per scoprire nuove sfaccettature e “applicazioni” del nostro meraviglioso gioco!
      Grazie

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    girolamo 19 Settembre 2011 at 16:32

    La Santa protretice, è S.Teresa D’avila.

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    Aleph 21 Dicembre 2011 at 00:26

    Primo Levi cita gli scacchi anche nel successivo “La tregua”, splendido seguito di “Se questo è un uomo”: i sopravvissuti dai Lager furono inizialmente ospitati in Russia, finchè non si riuscì ad organizzare un viaggio di rientro. Una delle tappe di questo rientro fu la Germania che, naturalmente, turbò molto i reduci dai Lager. Riporto il passaggio che ci interessa:
    “…la Germania sovrapponeva alla nostra stanchezza uno stato d’animo complesso, fatto di insofferenza, di frustrazione e di tensione. Ci sembrava di avere qualcosa da dire, enormi cose da dire, ad ogni singolo tedesco, e che ogni tedesco avesse da dirne a noi: sentivamo l’urgenza di tirare le somme, di domandare, spiegare e commentare, come i giocatori di scacchi al termine della partita.”

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