I libri di Zivkovic

Scritto da:  | 1 Novembre 2010 | 3 Commenti | Categoria: C'era una volta, Personaggi, Stranieri

“Se compri tu me libro questa partita sembrami patta…”

Rammento benissimo Velibor… leggo il bel ricordo dell’amico Bilguer74 e non posso non emozionarmi per il suo toccante ritratto e per averlo riportato alla memoria di tutti… aveva l’aspetto di un piccolo Yusupov dei poveri… i capelli tutti grigi, barbona lunga “da Babbo Natale” e lo sguardo innocente e un po’ smarrito…
Lo incontrai per la prima volta al Festival di Celle Ligure, non riesco a ricordare se l’edizione del ’90 vinta a sorpresa da Valenti su Contin oppure quella dell’anno successivo vinta da Zlochevskij (mentre sempre a Celle Ligure nel 1984 risale il mio primo incontro con un giovanissimo Godena…;) e rammento la sua insistenza nel voler vendermi un volume in tedesco di Averbakh sui finali di Alfiere… All’epoca ero studente e sinceramente non me la sentivo di investire “l’ingente” somma per quel tempi di 9000 lire per un libro in tedesco e per giunta dalla copertina piuttosto usurata e vissuta, scritto appunto in una lingua di cui purtroppo sono ignorante totale, come in mille altri campi, ovviamente…
Col senno di poi mi son pentito e non poco di non aver “contribuito alla causa” e poco importa sapere che magari sarebbero serviti per un “cicchetto”… Da quella volta in poi ho infatti sempre fatto il mio puntuale (e purtroppo per me inutile) “piccolo acquisto” ai banchetti degli slavi… inutile perché sapevo che si trattava di libri che non avrei mai letto e forse neppure sfogliato ma mi faceva piacere sentirmi, almeno in piccola parte, un po’ meglio con la coscienza per aver contribuito, anche se con poco, magari a far campare qualcuno che con gli scacchi cercava di tirar la carretta…
Ecco quindi andar ad accumularsi sui miei polverosi scaffali bollettini di sperduti tornei disputati in recondite parti del globo e ciclostilati in idiomi indecifrabili oppure, qualche volume di quella bella serie in croato (“Veliki majstori saha”) curata da Drazen Marovic e dedicata ai grandi giocatori del passato…


Rammento in particolare che un volta ne mostrai orgoglioso il volume dedicato a Paul Keres ad Enrico Paoli, in visita a Genova in occasione di un torneo… e porto ancora stampata davanti agli occhi l’espressione singolare del grande “decano” degli scacchi italiani. Il suo commento, mentre sfogliava interessato l’indice, fu: “vediamo se c’è la mia partita con lui giocata a Dortmund nel 1973, non credo… ero così emozionato per trovarmi di fronte sulla scacchiera quel monumento vivente degli scacchi le cui conoscenze enciclopediche in fatto di aperture erano leggendarie che affrontai la fase iniziale ben al di sotto delle mie possibilità ed i miei pedoni se ne andarono uno dopo l’altro come noccioline…” Detto incidentalmente, in quello stesso torneo Enrico Paoli fermò sulla patta il vincitore del torneo, un certo Boris Spassky…

Zivkovic in Serbia era Candidato Maestro, ovvero un autentico signor nessuno per quei posti… Allora quando in Italia c’era qualche Festival saltava sul treno e veniva giù coi suoi borsoni neri rigonfi di libri, scacchierine pieghevoli di legno, scacchiere avvolgibili di plastica ormai ingiallita, di libri in tedesco dalla copertina consunta e vissuta, di altre miriadi di libri in tutte le lingue del mondo dalla copertina consunta e vissuta… Anche per i “deboli” Festival della nostra penisola non era così forte da riuscire ad andare a premio nel Magistrale, così raccontava di essere una Prima Nazionale e spesso neppure nel torneo delle Prime andava a premio…

Grazie Bilguer74 per il tuo commovente ricordo, grazie Velibor…
Lassù un giorno ti comprerò altri libri ancora…

il libro che non comprai...

avatar Scritto da: Martin (Qui gli altri suoi articoli)


3 Commenti a I libri di Zivkovic

  1. avatar
    alfie 1 Novembre 2010 at 16:33

    bel ricordo di un periodo “eroico” che anch’io ho vissuto per un po’ ora internet sta togliendo un po’ quel gusto. I giocatori ex jugoslavi sono ora molto diversi e soprattutto sono serbi croati montenegrini etc e a volta ( ma anche allora) bisona stare attenti
    un altro articolo che mi fa sentire in sintonia con martin eden, a cui ci lega un piccolo episodio che pensavo dimenticato ma sentirlo rivivevere salva il cuore ripensare alla gratuità del dare anche a chi non conosci e che da quel poco puo’ avere grande felicità

  2. avatar
    Marramaquìs 1 Novembre 2010 at 20:48

    Eh, sì, quella copertina giallo-celeste non mi pareva nuova. Così ho cercato anch’io fra i miei piccoli “inutili acquisti slavi” ed ho ritrovato, delle edizioni “sahovska naklada” di Zagabria, il volumetto n. 24 della stessa serie curata da Marovic, uscito nel 1980 e dedicato a David Bronstejn. Purtroppo (e qui condivido in pieno le tue considerazioni) non ne ho altri.
    Grazie, Martin Eden, per spingermi a ripercorrere vie quasi dimenticate.

  3. avatar
    Angelo Cozzolino 2 Maggio 2011 at 09:34

    Eh io invece comprai il volumetto dedicato ad Euwe… mai letto (e come avrei potuto? Non capivo una parola). Ce l’ho ancora a casa, ma un giorno o l’altro lo regalerò alla biblioteca del circolo…
    Per inciso, mi ricordo anche io di Zivkovic, avevo 13 anni, si era a un semilampo all’hotel Ergife a Roma (ricordo anche il MI Carlo d’Amore che si esibì meravigliosamente al pianoforte) e quel signore un po’ burbero con la barba lunga mi incuteva un po’ di timore.
    Ora grazie a voi ripenso a quei piccoli momenti del passato e sento dispiacere. Ma almeno il povero Velibor ha qualcuno che si ricorda di lui anche in Italia.

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