L’ultimo pedone

Scritto da:  | 2 Novembre 2010 | Un commento | Categoria: Cultura e dintorni, Finali, Principianti, Zibaldone

Moncada, pochi giorni fa.

– ‘Moncada’?

Il Moncada è come chiamiamo l’ufficio-acquario dove, durante la pausa pranzo, ci rifugiamo per dar sfogo ai nostri istinti di scacchisti.

Nell’azienda presso la quale lavoro, con un gruppo di colleghi abbiamo fondato l’Ernesto Che Guevara Scacchi Club ed ogni anno, da quasi vent’anni, organizziamo interminabili tornei di scacchi; interminabili perché si può giocare solo una partita al giorno, con tempo di riflessione di 10 minuti a giocatore con abbuono Bronstejn di 3 secondi a mossa.

Ma perché proprio ‘Moncada’?

Questa è una storia un po’ lunga… Partiamo da una domanda più semplice…

Cos’è ‘Moncada’?

Così andiamo meglio: bravo, bella domanda.

Non lo so….      Scherzetto!!

Moncada è una caserma che si trova a Santiago de Cuba; originariamente “Reina Mercedes” era una caserma spagnola, costruita nel XIX secolo, ma nel 1909 cambiò nome in ricordo del generale dell’esercito di liberazione cubano Guillermo Moncada.

L’ufficio-acquario lo abbiamo (plurale maiestatis) battezzato così in onore all’assalto alla caserma Moncada, un episodio della rivoluzione cubana, avvenuto il 26 luglio 1953, messo in atto da un gruppo di ribelli guidati da Fidel Castro; l’assalto fallì, ma fu celebrato in seguito come l’evento che segnò l’inizio della rivoluzione cubana e la data dell’episodio fu adottata dai Castristi come nome del movimento che prese poi il potere nel 1959, il Movimento del 26 luglio (Movimiento 26 Julio o M 26-7).

Ma allora ci vuoi parlare di Cuba e della Rivoluzione?

No, non in questa occasione.

Dunque, dicevamo…. Ah già, si…

Moncada, pochi giorni fa.

Stiamo giocando io ed il Sandy (proprio noi, quelli della ‘Striscia di Mongo’; NdA), siamo ormai in finale e la posizione raggiunta sulla scacchiera è quella raffigurata nel seguente diagramma:

Apoteosi di un disastro annunciato

Il Sandy, con i pezzi neri, è in vantaggio (cosa più unica che rara!!; NdA – colpito nell’orgoglio) di un cavallo ed avendo il tratto a disposizione si mette a fare lo ‘sborrone’: “Vuoi vedere che ti vinco anche sacrificando tutto il materiale?”…

E senza attendere una mia risposta gioca:

1. .., Tg2+;

2. Txg2, Cxg2;

3. Rxg2,…;

Fischiettando, in attesa di una mia resa, continua giocando:

3. …, Rxf5;

Posizione dopo 3) ..., Rxf5;

A questo punto la partita è patta!!”, gli faccio notare.

Ma lui incredulo: “Tsk! Dai arrenditi che ne giochiamo un’altra.”.

Impassibile, come la Monica Bellucci alle mie richieste di uscire una sera con me, gli risposi:

No, prima ti faccio vedere che è patta, poi ti spiego anche il perché… E’ la volta buona che impari qualche cosa.”.

4.  Rf3!, …;

Posizione dopo 4) Rf3!, ...;

Sandy: “Ma Mongo lo vedi che ho il re davanti al mio pedone: regola numero 1, per promuovere un pedone, in questi finali, questo deve essere sempre preceduto dal proprio re.”.

Vero”, gli rispondo,  “Ma io ora ho l’opposizione… E tocca a te muovere, mio caro Sandy!”.

Convinto dell’esattezza della propria affermazione, il Sandy continua a giocare seguendo il piano che aveva in testa.

4. …, Re5; 5.  Re3, f5; 6. Rf3, f4; 7. Re2!! (non Rf2??), Rd4; 8. Rf2 (non Re1??), f3;  9. Rf1 (assolutamente no Re1??), Re3; 10. Re1 (è sbagliatissima Rg1??), f2 +; 11. Rf1, Rf3; con patta per stallo.

Torniamo un attimo indietro.

Posizione chiave!!

E’ evidente che qui se toccasse a muovere al nero, la vittoria non gli può sfuggire:

1. …, Re4 !; prendendosi l’opposizione diagonale (si, vale anche questa!!!), ora si che diventa valida la regola numero 1 del nostro Sandy.

2. Rf2, Rf4 (non f5??, altrimenti è il bianco che si riprende l’opposizione riuscendo poi anche a pareggiare); 3. Re2, Rg3; 4. Rf1, Rf3; 5. Rg1, f5; 6. Rf1, f4; 7. Re1, Rg2; 8. Re2, f3+; 9. Re1, f2+;  10. Re2, f1=D+; e conoscendo questo semplice finale, il nero vince.

Ora si che possiamo riformulare la regola numero 1, assolutamente da applicare per vincere questo tipo di finali:

‘Bisogna portare il proprio re sulla sesta/terza traversa e davanti al proprio pedone, la vittoria a questo punto non ci potrà sfuggire chiunque abbia il tratto, a meno che non si tratti di un pedone di colonna di torre; in quest’ultimo caso, purtroppo per la parte in vantaggio, la partita è sempre patta.’

Regola 1: in questa posizione, chiunque abbia il tratto, il nero vince!!

La caserma Moncada, sono ancora visibili i colpi sparati in quel mitico 26 luglio 1953

Il nostro 'Moncada', l'ufficio-acquario dove gli scacchisti dell'ECG Scacchi Club si danno battaglia

Ora qualche libro per studiare e capire i finali  (qui ti rubo il ‘mestiere’, scusa Martin) e così evitare figuracce come quella fatta dal Sandy!!

Capire i finali di pedoni

1000 pawn endings

Secret of pawn endings

avatar Scritto da: Mongo (Qui gli altri suoi articoli)


Un Commento a L’ultimo pedone

  1. avatar
    carla ramos 2 Novembre 2010 at 07:02

    😀
    che bello!

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