Caro vecchio Cyrano…

Scritto da:  | 19 Novembre 2010 | 37 Commenti | Categoria: C'era una volta, Curiosità, Zibaldone

Gli scacchisti romani e non solo non potranno dimenticarti.


Ma cos’era il “Cyrano”?
Beh amici miei, a vederlo da fuori era un semplice bar, ma a ridosso dei primi anni settanta, proprio nel periodo dello storico incontro di Reykjavik il Cyrano diventò uno dei più forti e frequentati circoli di scacchi della capitale con un numero impressionante di iscritti per quei tempi (quasi 250). Anch’io sono di quelli che ci capitò per caso, attratto dalle sue squisite pastarelle e scoperto cosa si covava dentro vi rimasi come socio fino alla fine.
Bene, chi si inoltrava nella sala interna del Cyrano, aveva l’impressione di entrare in un altro mondo mentre veniva avvolto da una intensa nuvola di fumo. Sigari, sigarette, pipe, tutto era bene accetto basta che con l’altra mano si giocasse a scacchi. E’ li che incominciai e che mi appassionai ed è lì che conobbi i più forti giocatori della mia città. Frequentavano il Cyrano il grande Giustolisi, e poi Mariotti, Zichichi tanto per citarne alcuni. Anche Passerotti lo frequentò assiduamente quando, appena diciassettenne era già più di una promessa. Ma accanto a questi nomi conosciuti ve ne erano molti altri, meno noti, ma dotati di qualità umane straordinarie e di uno spirito e di un’arguzia che nel tempo non ho più ritrovato. E’ inutile fare i loro nomi che ben ancora ricordo, perchè non direbbero nulla a voi giovani (si parla di un periodo di quasi quarant’anni fa) ma per noi “veci” quell’epoca è stata indimenticabile.
La domenica mattina per esempio (chi è oggi che va al circolo di scacchi la domenica mattina?)  il Cyrano alla 11 era già mezzo pieno. Magari si comprava il pane, qualche pastarella e poi via……le lampo non si contavano più, una tirava l’altra e ci si dimenticava di tutto, del pane appena comprato, del pranzo, della fame e…..qualche volta anche della fidanzata. La sera spesso ti dovevano spegnere la luce per farti sloggiare e allora magari si continuava da qualcuno che metteva a disposizione la casa per un ultimo torneino. Di tanti amici mi piace però ricordarne uno in particolare. Salvatore Nobile, arbitro internazionale ed infaticabile presidente, che più d’ogni altro si è sacrificato per il mantenimento del circolo ed al quale noi, all’epoca scapestratelli giovanotti,  dobbiamo tanto.
Ma poi, come tutte le belle cose anche l’epoca del Cyrano finì ma, anche se con un po’ di retorica che mi perdonerete, i ricordi delle cose belle restano ed aiutano ad alimentare la speranza che un mondo migliore potrà sempre arrivare.

avatar Scritto da: Gianni De Vita (Qui gli altri suoi articoli)


37 Commenti a Caro vecchio Cyrano…

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    Jazztrain 19 Novembre 2010 at 07:33

    Un classico esempio di Amarcord; sarebbe bello se qualcun altro raccontasse storie come questa presentata da Gianni De Vita. Non sarebbe male ricostruire i tempi “eroici” dello scacchismo italiano

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    il solito ignoto 19 Novembre 2010 at 09:23

    In che zona si trovava il Cyrano? Nell’articolo non c’e’ scritto e dalla foto purtroppo non son riuscito a capirlo.

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      Gianni 19 Novembre 2010 at 10:54

      Il Cyrano si trovava (anzi si trova, perchè il bar esiste ancora, anche se completamente trasformato) in piazza Lecce, tra via Bari e via Catanzaro nella zona quindi di Piazza Bologna. Ad uno scacchista di quel periodo che vi entra ora non fa però un bell’effetto perchè troppo netta la sensazione di quanto i tempi siano cambiati (in peggio naturalmente). Ma questo, ovvio, è solo il mio personale punto di vista.

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    Rossi Roberto 24 Novembre 2010 at 14:08

    Bella, vera, entusiasmante la descrizione che De Vita fa del Cyrano ed in cui tutti noi (D’Amore, Pagliaroli, Malan, Vujovic -ve lo ricordate nelle sue interminavili lampo 5 a 1 , cento lire contro cinquecento, con il Dott. Chiogna e la sua Chogna – una specie di commistione fra la Pirc e la partita moderna-?, Salvatore Nobile, Nobile di nome e di fatto che con squisita signorilità pago’ il pranzo a più di uno scacchista nel corso dei tornei, il primo Campionato a Squadre a Tivoli in cui il Cyrano partecipo’ e ci piazzammo al secondo posto nella serie D – io ero il Capitano-, dopo l’Accademia Milanese- caro De Vita, ricordo male o c’eri anche tu? e ricordo che tornati al Cyrano forse proprio tu, se la memoria non falla, pagasti una bottiglia di spumante che, versata nella Coppa vinta, bevemmo tutti cantando” siamo i Vice Campioni d’Italia?”. L’odore del pane, del fumo e dei cappuccini che noi ragazzi eravamo costretti ad ordinare fra una lampo e l’altra per giustificare la nostra presenza al Circolo è indimenticabile. Che qualche altro vecchio Cyranista si faccia avanti. Roberto Rossi

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    Fosco Giorgetti 21 Gennaio 2011 at 06:37

    Erano migliori davvero quegli anni oppure, per dirla con Schopenauer, tali ci sembrano ora semplicemente perchè eravamo più giovani? Comunque, li ricordo con una nostalgia velata di tristezza e rimpianto, soprattutto per i tanti amici scacchisti che conobbi e che non sono più fra noi, figure decisamente irripetibili, figlie di uno scacchismo forse un pò naif ma decisamente non paragonabile all’attuale. E qui almeno un nome lo voglio fare, quello di Agostino Agostini, un omone apparantemente burbero ma di una umanità unica, poeta dilettante di cui ancora conservo qualche operetta, fautore del gioco d’attacco (mi raccomando, f4 col bianco, f5 col nero!) che commentava e quasi giustificava il suo gioco violento con i precetti dettatigli dal nonno, che poi mi confessò non essere mai esistito, scacchisticamente parlando. Per concludere questo amarcord, mi fa piacere raccontare il mio primo approccio al Cyrano: sebbene all’epoca abitassi in zona, precisamente in viale Ippocrate, non conoscevo il circolo di P.zza Lecce, e frequentavo la vecchia sede dell’Accademia Scaccistica Romana di V.le Giulio Cesare; orbene, qualcuno ricorderà che si trattava di un circolo molto ben frequentato, ambasciatori, professionisti affermati, aristi di fama, all’entrata ti accoglieva un usciere, per essere ammessi occorreva la presentazione ecc. Proveniente da tale amiente ed uniformato ai comportamenti di società che tale consesso richiedeva io, novello scacchista, una domenica mattina sul presto capitai per caso a far colazione al Cyrano, ed incuriosito dallo strepito proveniente da una saletta posteriore, mi affacciai e mi accomodai per seguire delle partite lampo che due tizi stavano giocando. Uno era il povero Alessandro Antoniacomi, dalla vita quanto mai tormentata, l’altro tale Denis, non ricordo il cognome (ora so che è un affermato medico negli USA) il quale alla fine di ogni partita che vinceva traeva repentinamente dalla tasca una gallina meccanica, di quelle a carica, la piazzava sulla scacchiera e la faceva andare su e giù, per dare del pollo all’avversario sconfitto. Immaginate che effetto mi fece, rimasi scandalizzato da tale comportamento assolutamente fuori etichetta, tanto che…abbandonai l’Accademia e mi iscrissi al Cyrano, di cui alcuni anni dopo divenni segretario! Salutoni a tutti i vecchi amici scacchisti.

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    Roberto Maiorino 9 Agosto 2011 at 15:34

    Amici miei!…
    Vi ricordate di me, tu Gianni ti ricordi sicuramente perchè insieme a Mauro Antonelli, Gianni Quinto e te vincemmo il Campionato Italiano a squadre (Bratto 1978 se non sbaglio!)
    Dennis oh si ! La sua frase celebre ve la ricordate ? “Anche la baccala è un pesce !” e Chiogna e il suo effetto “Boomerang” Sono ancora indelebili nella mia mente ! E Giannas ??? Mitico greco…quante pastarelle mi sono ingozzato giocando con lui ehehehehe !!! Me li ricordo tutti… Ditemi di qualcuno e vi diro’ tutto… Siete tutti scolpiti nella mia mente…
    Ah! Il trofeo di Bratto ce l’ho io ! 😀
    Un abbraccio e se volete scrivermi mi piacerebbe ricordare con voi quegli anni fantastici….
    A presto
    Roberto

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      Fosco Giorgetti 3 Gennaio 2012 at 18:34

      A’ Robe’, che piacere risentirti! Scrivimi un e-mail (s.cacchista chiocciolahotmail.it), un abbraccio.

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    Antipatico 26 Settembre 2011 at 17:07

    Ah ah ah, sai che bello giocare lampo in una stanza piena di fumo, io mai e poi mai entrerei in un circolo del genere, la frequentazione di ambienti simili è nociva per la salute e per il cervello. Non mi stupisce affatto che dopo un po’ questo circolo abbia chiuso bottega, non mi sembra che ci sia tanto da andare orgogliosi di una gioventù trascorsa in modo simile ah ah ah

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      Zenone 27 Settembre 2011 at 09:49

      Quando si parla di fumo date sempre un’occhiata al pezzo “Scacchi Fumanti”

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      Roberto Maiorino 24 Giugno 2014 at 04:58

      Amico mio,
      il circolo Cyrano è stata la versione popolare dell’Accademia Scacchistica Romana ma ti posso assicurare che da quel cantiere sono nati i più forti giocatori a livello Nazionale ed Internazionale. Eppoi quel Bar Pasticceria faceva le pastarelle più buone che abbia mai mangiato mi spiace che tu non le abbia mai assaggiate… Che ti sei perso !!! 🙂

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    riccardo ianniello 8 Gennaio 2012 at 13:33

    quanti anni sono passati ma mi ricordo ancora del cyrano erano i miei inizi!! un saluto a tutti! dalla francia riccardo ianniello

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    Marco Lantini 31 Gennaio 2012 at 15:12

    E TORLUPARA ?
    Nessuno si ricorda più di Torlupara ?

    Saluti a Tutti

    Marco

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      YG 31 Gennaio 2012 at 16:22

      Presente! :)

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      Pellegrino Turturici 10 Febbraio 2014 at 11:26

      “Torlupara che dà il matto che non si para!”. Francamente all’epoca del Cyrano di Piazza Lecce non me lo ricordo, forse non ci feci molto caso o forse iniziò a frequentare il Cyrano dopo che si trasferì al DLF di via Bari, quando io ormai non c’ero. Mitica la sua entrata, in leggero ritardo, nella grande sala dell’Hotel Ergife pieno di scacchisti, forse oltre duecento tra cui Smislov e Sofia Polgar, intenti a giocare e lui che salutava a voce alta: “Buonasera a tutti!” , scatenando uno scoppio di risate e un “silenzio!” da parte dell’arbitro e il Torlupara a dire: “Oh! ma che ho fatto di male? So stato educato a salutare!”

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    Domenico Malan 13 Febbraio 2012 at 01:58

    Anch’io ho fatto parte dell’epopea del Cyrano. Anni che resteranno impressi in modo indelebile nella mia vita. Voglio salutare con questo messaggio tutti i vecchi amici e ‘compagni di mille battaglie sulla scacchiera’ che dal 1973 fino alla fine degli anni ’70: da Pagliaroli a Ciampi, da Giannas a Roberto Rossi, da Gianni De Vita a Maiorino, da Pirrone ad Antonelli, da D’Arpino a tanti altri. Per chiunque voglia contattarmi per organizzare magari una ‘rimpatriata’, la mia e-mail è dmalan@ tiscali.it. Un abbraccio affettuoso a tutti.

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    Domenico Malan 13 Febbraio 2012 at 02:42

    Ah, dimenticavo… Per FOSCO GIORGETTI, che non ricordava il cognome di quell’americano che giocava con il compianto Sandro Antoniacomi: Era DENIS DOMOSI, di origine ungherese, all’epoca studente universitario a Roma, oggi affermato ginecologo negli U.S.A. Tipo buffo che parlava come Onllio (“…tu sei prima categòria”?). Ciao Fosco, un caro abbraccio anche a te.

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      Roberto Maiorino 24 Giugno 2014 at 04:51

      Un abbraccio Domenico !
      Grazie a te veniva a volte Sergio Mariotti al Cyrano mi ricordo le sue lampo 1 minuto contro 5… E mi ricordo del termine “BIGGING” che aveva coniato quando con una mossa decisiva vinceva la partita ! ehehehe così pure noi quando vincevamo una partita con una mossa spettacolare dicevamo “Aho’ t’ho “bigghizzato” pure stavolta!”
      Ma c’erano pure giocatrici del gentil sesso, qualche volta veniva Daniela Romano o Rita Gramignani e poi c’era Margherita (ma non mi ricordo il cognome)
      Che bel gruppo !!!

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        Pellegrino Turturici 13 Febbraio 2015 at 14:55

        Se è per questo ho visto giocare, sempre al Cyrano di Piazza Lecce, il Maestro Internazionale Alvise Zichichi a 30 secondi contro il 1 Nazionale Sorgi con posta di cento lire in palio.

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    roberto d'arpino 7 Marzo 2013 at 22:43

    cari amici, quanto tempo è passato. vedo con piacere che il ricordo è ancora là, forte e silenzioso. solo chi ha vissuto quell’atmosfera pregna di tante cose può capirne il senso più profondo. eravamo le persone più disparate che potessero esistere ma….davanti ad una partita eravamo uguali. le “epiche battaglie” duravano ore ed ore. senza posta in denaro , tranne il nostro ego da accontentare. il premio era…” ho vinto xx a x contro y…” poi si azzerava tutto e si ripartiva come se nulla fosse. sarebbe bello rivedersi tutti magari proprio là…salutone a tutti. roberto d’arpino- ildeb@yahoo.com

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    Mimmo Chianura 17 Luglio 2013 at 21:34

    La girandola di calci e pugni. Il turbillon delle Ande. I barboncini nani, bianchi, tenuti in braccio da Giannas mentre giocava e cantava a squarciagola “La spagnola sa amar così, bocca a bocca la notte e il dì…” Il match Chiogna / Boschetti. Le orrende imprecazioni di Ciciani quando perdeva, cioè sempre. Quelle addrittura peggiori di Tor Lupara, che non si vergognava di niente e di nessuno, giustamente. La pistola col colpo in canna dimenticata sotto al tavolo da chi non nomino per discrezione. La mossa debole ma passiva, per dire che faceva proprio schifo. Ma la gloria non vedo, non vedo il lauro e il ferro ond’eran carchi nostri padri antichi, che è il verso di Leopardi col quale Agostini commentava la pochezza delle mosse altrui. D’Amore pupo con la tuta da ginnastica e la racchetta da tennis. La frase di Domosi è già stata ricordata, anche la baccala è un pesce, bisogna aggiungere che lui la diceva quando conseguiva un vantaggio minimo, ma pur sempre un vantaggio. Tutti i giorni della mia vita per non so quanti anni, e tutti quelli che oggi non ci sono più, questo è stato il Cyrano. Mimmo

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    Gianpiero 23 Luglio 2013 at 00:46

    Caro Gianni, ti ringrazio per le parole affettuose con cui hai ricordato il mio caro zio Silvio. E un grazie anche da parte dei miei cugini Massimiliano, Maurizio e Marco. Quando ero bambino, grazie a lui mi sono appassionato al gioco degli scacchi. Un caro saluto, Gianpiero

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    mimmo chianura 25 Luglio 2013 at 09:29

    E mi sono dimenticato la manovra a pompetta e la strage degli innocenti….

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      Roberto Maiorino 24 Giugno 2014 at 04:35

      Mimmooo !!! 🙂
      Ahahahah sei unico! Venivi sempre con quel cannone di macchina fotografica al collo, sempre sorridente e ci facevi sbracare dal ridere con le tue battute !
      E perchè l’effetto boomerang di Chiogna dove me lo metti ??? 🙂
      Vorrei anche ricordare Paolo Piredda amico e compagno che ci è stato portato via troppo presto … Purtroppo anche questi ricordi mi tornano spesso alla mente…
      E vi ricordate delle casinare quadriglie ??? “Un pedone per il mio regno! Dammi un pedone sacrifica la Donna ma dammi un pedone!” Ahahahahha che tempi!

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    Tristano Gargiulo 11 Novembre 2013 at 00:57

    Bel ricordo del Cyrano, Gianni… Qualcuno ha notizie di Sandro Meo? Valenti mi ha detto che gli risulta che si trovi in una casa di riposo di Roma, ma non sa quale. Se qualcuno sa qualcosa di più, mi piacerebbe saperlo e gliene sarei grato

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      Pellegrino Turturici 10 Febbraio 2014 at 11:13

      Sandro Meo l’ho visto nel 2013 che frequentava l’Accademia Scacchistica Romana, che si trova in via Luigi Pulci 14.

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    Pellegrino Turturici 9 Febbraio 2014 at 19:39

    Salve a tutti! 😉 Non conoscevo questo articolo, me ne ha parlato di recente un altro forte scacchista ❓ che frequentò il Cyrano dopo che si era trasferito al DLF a fianco del cinema Universal di via Bari, poco sopra piazza Lecce. Tra i vari interventi non ho sentito nessuno, stranamente, fare il mio nome 👿 , eppure ero uno dei principali componenti del circolo! Forse non mi hanno ricordato perché non avevo raggiunto notorietà scacchistica o caratteriale degne di nota, da farmi rimanere nella memoria di molti. De Vita fece parte, come riserva, nella mia squadra del Cyrano, al campionato regionale che si svolse a Tivoli, di cui conservo molte foto. Dato che fui uno dei consiglieri del Cyrano e Arbitro Nazionale, per qualche tempo, ero incaricato dal Presidente Nobile Salvatore di tenere un sistema di sfide, interno al circolo, basato sull’Elo, una cosa sconosciuta in Italia nel 1971, e ben prima che fosse applicato internazionalmente! 😯 Fu Nobile che, dopo avermi affidato l’incarico dell’iscrizione dei soci (alcuni restii a pagare le cifre irrisorie dell’epoca, cosa per cui mi toccava fare la parte del Cerbero), mi volle affidare questo incarico, che svolgevo gratuitamente per la grande passione che avevo verso gli scacchi e tutto quello che atteneva al circolo e al mondo degli scacchi, dandomi da leggere e apprendere il sistema Elo, scritto in italiano su pochi fogli distribuiti a pochi eletti dell’epoca. Vorrei ricordare, a tale proposito, a Gianni De Vita che gli iscritti al Cyrano non erano quelli da lui indicati ma MOLTI DI PIU’!! 😀 Dato che tenevo le singole schede di tutti gli iscritti posso dire con certezza il loro numero esatto. Erano ben 423 ( quattrocento ventitré) e non 250, vale a dire quasi il DOPPIO di quelli indicati da De Vita. :oops: Attuai un sistema di sfide libero tra i giocatori del circolo, applicando l’Elo che veniva variato mensilmente, da me, con fogli appesi alle pareti del circolo. La sfida tra due giocatori poteva essere svolte da un minimo di due partite, aumentando di due alla volta, fino ad un massimo di otto partite. Partii nell’applicare l’Elo senza nessuna prevenzione verso di esso, anzi entusiasta della cosa. Fu quel simpatico volpone e giovanissimo Paolo Pagliaroli a farmi cambiare, involontariamente, idea a proposito dell’utilità dell’Elo. Pagliaroli all’epoca era solo un Terza Sociale, categoria ormai inesistente oggi, aveva fatto una lunghissima sfida su otto partite, del tutto inusuale, perché solitamente era solo di Quattro incontri, con un altro simpatico socio anziano del circolo, il Dottor Zambrano, anche egli Terza sociale. Stupito della cosa gli chiesi il perché di una simile sfida così lunga e lui mi spiegò, alla romana, che si era scelto un Pollo per poter guadagnare punti Elo senza troppa fatica! 😯 Letteralmente basito ascoltai che, dato che il Punteggio Atteso era pari, vale a dire che doveva fare 4 Partite Vinte su 8, tutte le restanti partite vinte sarebbero state moltiplicate per il Coefficiente K per ben 4 VOLTE, facendogli acquistare più punti perfino rispetto ad altri forti giocatori superiori a lui! 😎 Fu lì che incominciai a comprendere che l’Elo era una baggianata totale. La formula matematica era molto attraente con la sua veste di scientificità apparente e di giudizio della forza dei giocatori, che prometteva attuare, ma in realtà era sbagliata nella sostanza stessa del suo ragionamento, un ragionamento che nemmeno un bambino avrebbe mai fatto, mischiando le pere con le mele. Tuttavia dovetti assistere, nel corso del tempo, alla sua adozione da parte della FIDE e poi della FSI nonostante l’opposizione dialettica e formale dello stesso Presidente della FSI, Gian Carlo Del Verme e di molti altri scacchisti noti e ignoti, tra cui io stesso, finendo per essere applicata a tutti i giocatori, che tuttora credono in essa, mentre è solo che una bufala. 🙁 Fu anche per questo motivo che anni dopo, quando l’Elo incominciò ad andare per la maggiore, lasciai perdere di fare l’Arbitro Nazionale, non mi andava di prendere in giro i giocatori e, soprattutto, prendermi in giro da solo, tra l’altro avevo finito per trovarvi altre grosse pecche nella sua applicazione, che danneggiavano sia l’essenza del gioco degli scacchi, sia il suo sviluppo e diffusione 😥 . Sulla massa incredibile di soci del Cyrano ci sarebbe, infatti, da chiedersi come fosse possibile che tanta gente riuscisse a stare in due stanzette, per giunta collegate con il laboratorio interno di pasticceria, pazzesco anche adesso che ci ripenso!!! 😯 Una cosa del genere oggi farebbe intervenire immediatamente la ASL e tutti gli uffici d’Igiene nazionali! Occorre dire che molti assistevano alle partite sulle scacchiere, sedendo a fianco del tavolo o stando in piedi, commentando, con sfottò vari, da bravi “angolisti” e dandosi il cambio con gli sconfitti. :mrgreen: D’altronde non tutti i soci arrivavano a giocare alle stesse ore degli altri, vi era un continuo ricambio secondo le esigenze d’orario di lavoro o di rapporti personali di tutti. Naturalmente vi erano i sempre presenti a quasi tutte le ore. Si partiva dalla mattina presto e si arrivava a sera tardi e qualcuno, come ha scritto De Vita, continuava a volte a casa di qualcun altro. Credo che un circolo del genere non sia mai esistito in nessuna altra parte del Mondo, nemmeno il famoso Café de la Régence, credo, abbia mai avuto così tanta gente! Di molti mi ricordo molto bene, di altri ne ho perso la memoria visiva e perfino dei nomi. Ovviamente mi ricordo di quasi tutti gli intervenuti in questo forum. Caro D’Arpino ti ricordi di Buonocore Riccardo con cui siamo andati assieme a Bari a fare un torneo? Stava sempre a citare Petrosian, di cui era un fanatico accanito, adesso credo che sia divenuto Commissario di Polizia se non addirittura Questore. Tra gli occasionali frequentatori, oltre a Mariotti, Zichichi (famoso per giocare a 30 secondi contro i 5 minuti di Sorgi con la posta di cento Lire a partita), abituale era Giustolisi e a volte veniva anche Tatai, mentre Passerotti era ancora un adolescente ma già Candidato Maestro, all’epoca, così come anche Meo Sandro. Dal vivaio autodidatta di molti, che iniziarono da principianti, ne uscirono dei forti giocatori, come Ciampi (allora semplice Terza Sociale come lo stesso Pagliaroli, Tribuiani, allora Seconda Nazionale come il noto dietologo Eugenio Del Toma, ora Primario Emerito di Dietologia e Diabetologia. Vi era anche un famoso compositore di dodecafonia Clementi, anch’egli Seconda Nazionale. Vi era, oltre all’allora Prima Nazionale Boschetti Mario pittore, anche il pittore Frantz Borghese, marito di un’altra nota scacchista, Daniela Romano che però assieme al marito si trasferirono, armi e bagagli, all’Accademia Scacchistica Romana quando aprì all’inizio di via Giulio Cesare, con pretese d’élite, oggi diremmo di casta, e con cifre d’iscrizione molto care per quei tempi , dopo che il Cyrano si era trasferito a via Bari, divenendo di fatto più modesto e bigio come circolo. Occorre dire un grazie di cuore alla memoria del giovane figlio della padrona del Bar Pasticceria Cyrano, se tale circolo poté esistere. La madre non era molto d’accordo sulla passione scacchistica del figlio che permetteva una tale massa di gente al suo interno, e spesso senza consumare, come sarebbe stato d’obbligo fare a tutti. Mi sembra di ricordare che questo giovanissimo uomo si chiamasse Gaetano e morì per un incidente con la sua moto, cosa che determinò anche la fine del Cyrano, come circolo degli scacchi a Piazza Lecce. Al Cyrano io vi giunsi all’inizio del 1970, dopo avere fatto il mio primo Torneo di scacchi nei sotterranei dell’anagrafe, nell’attuale via Petroselli, alla fine del 1969. Arrivai secondo su un lotto di pochi giocatori giovanissimi, di cui ero il più anziano (quasi 22 anni!), cosa che mi diede come “Premio” 😀 il diritto all’iscrizione gratuita per i primi tre mesi del 1970 al Cyrano, di cui ebbi l’indirizzo ➡ da Nobile Salvatore!!! Nobile Salvatore fu per me un Maestro dell’arbitraggio, mi spiegò come doveva comportarsi un Arbitro di fronte ai reclami dei giocatori, imparziale e senza pietà nell’applicazione del Regolamento ma non solo e principalmente nella sua forma, ma soprattutto nella sua sostanza, cosa che ormai, devo dire, gli Arbitri attuali, pur con tutte le buone intenzioni e bravura sulla parte amministrativa e di gestione dei tornei, non sanno assolutamente gestire nell’arbitraggio vero e proprio, finendo spesso per danneggiare i giocatori che hanno subito violazioni del _regolamento da altri giocatori, invece di rimediarvi. Mi rimane da raccontare come fu che partecipai a quel torneo che mi indirizzò al Cyrano. Avevo visto per la prima volta il gioco degli scacchi in mezzo ad un bosco, quando ero ragazzino in vacanza alle colonie di allora. Su un tronco d’albero stavano seduti due giocatori a confrontarsi tutti intenti. La cosa mi colpì l’immaginazione e finii per apprendere come si giocava, da autodidatta, e cercando di giocare, da adolescente, qualche partita con chi, dei pochi miei conoscenti e amici, sapesse il gioco. Avevo scoperto la rubrica di scacchi del Maestro Roberto Palombi sul quotidiano “Paese Sera” che acquistavo, solo per questo unico motivo, nei giorni in cui usciva tale rubrica e d’altronde all’epoca non avevo idee politiche ben precise, non c’era internet, seguivo poco o niente la televisione, allora completamente piatta come idee, né m’interessavo a questioni sociali. Appresi così del torneo all’Anagrafe ma dovevo andare a iscrivermi presso il circolo di scacchi del Banco di Roma, che si trovava all’inizio di via del Corso con degli orari serali. Mi feci la strada a piedi e arrivai alla parte finale di via dei Fori Imperiali, presso Piazza Venezia, dove vidi fumo intenso di lacrimogeni e un tizio che si reggeva la testa ferita da cui scorreva sangue e più avanti un ribollire di gente e di urla. Preoccupato della piega che stava prendendo la cosa e a cui non mi andava, ovviamente, di essere coinvolto, mi feci un largo giro, ritornando indietro e finendo per giungere a via del Corso e al famoso luogo per iscrivermi. Il primo scacchista ufficiale che incontrai fu il Maestro Internazionale Zichichi, incredibile ancora adesso a pensarci, che mi accolse gentilmente e mi spiegò dove e quando, oltre a prendere la mia iscrizione. Ecco come fu la via tortuosa con cui giunsi al Cyrano!

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    fds 9 Febbraio 2014 at 20:02

    Sono passati tanti anni da quello che racconti e descrivi, e qualche ricordo può accavallarsi.
    Solo per precisione storica, segnalo che la federazione USA iniziò ad usare il sistema nel 1960 e la Fide lo adottò nel 1970. In Italia la prima graduatoria Elo è stata stilata nell’ottobre del 1971 ed è entrata in vigore il 1° gennaio 1972.
    Quindi più o meno in contemporanea a i fatti descritti.

    L’Elo non è una baggianata. E’ un sistema statistico con solide basi scientifiche, pensato per misurare il rendimento agonistico nel lungo periodo,con molte partite prese in esame.
    Maggiore è il numero delle partite, più il numeretto è affidabile.

    Quel giocatore che si era trovato il pollo sicuramente ha avuto un incremento dell’Elo artificiale e immeritato, ma nel brevissimo periodo. Se non valeva quel numeretto, e sicuramente non era questo il caso, alla prima occasione (leggasi torneo) ha restituito il maltolto.
    Il sistema si autocontrolla, se così si può dire.

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    Pellegrino Turturici 9 Febbraio 2014 at 23:34

    fds, ho scritto genericamente che l’Elo era “cosa sconosciuta in Italia nel 1971, e ben prima che fosse applicato internazionalmente!”. In cosa sarei stato inesatto? Dell’Elo se ne parlava come di una panacea che avrebbe risolto i problemi che aveva Fischer con la classificazione ai mondiali, dove i sovietici facevano il bello e il brutto tempo, cosa su cui Fischer aveva pienamente ragione e l’Elo certamente l’aiutò a rompere il blocco sovietico ai Candidati occidentali ai mondiali. Nessuno sapeva un accidente di come funzionasse e, come raccontato, ne venni a conoscenza solo grazie ai fogli che Nobile mi passò e che dovevano venire dalla FSI ma che la maggior parte dei giocatori ignorava cosa fosse. Dirò di più, fui il primo in assoluto ad usare l’Elo in Italia, nella primavera del 1971, quindi niente ricordi accavallati da parte mia ma una lettura del mio scritto puntigliosa, inutilmente, da parte tua. Gli USA NON sono “internazionalmente”, e l’utilizzo dell’Elo da parte della FIDE iniziò solo per i GM nel 1970, a cui, piano piano, finirono per aggiungere altre categorie, proprio perché si accorsero che l’Elo era una “baggianata”. Infatti furono ben presto costretti a fare tornei “per inviti”, perché molti GM erano scesi parecchio di Elo e compromettevano i punteggi Elo degli altri GM, oltre che rischiavano di peggiorare il proprio punteggio arrivando magari sotto zero, visto l’andazzo. Fu così che iniziarono a infilarci, mano mano, tutte le altre categorie, cosa che avvenne anche in Italia in un secondo momento, oltre a fare continue modifiche per tentare di limarne il più possibile le assurdità che comportava, come nel famoso caso Ricca che raggiunse il punteggio di GM, pur essendo solo un CM, a dimostrazione pratica della cretinata totale dell’Elo. Da un punto di vista matematico l’Elo è solo che una cretinata, in quanto mette a confronto due forze diverse, aggiungendo all’altro quello che riesce a predare del suo avversario. Certamente, come qualsiasi sistema, riesce a dare una differenza, alla fin fine, proprio come diceva il Presidente FSI Dal Verme in una lettera pubblicata a suo tempo sull’Italia Scacchistica e indirizzata a Zichichi, fautore, purtroppo, dell’Elo, ma è quanto di più illogico che esista. I paragoni non sono possibili con nessuna formula matematica, è come se confrontando il diverso peso o altezza fra due persone, si aggiungesse al più pesante o alto la differenza esistente fra lui e l’altro, sommandola al suo precedente peso o alla sua precedente altezza. Ridicolo il solo pensarlo o attuarlo. Infatti basta rilevare la continua crescita Elo dei vertici mondiali, che accrescono il loro Elo ma, la loro forza relativa agli avversari, loro contemporanei, rimane sempre la stessa, nonostante che li sconfiggano più volte, sommando l’assurdo all’assurdo, proprio come fece Pagliaroli con il suo Pollo. Di conseguenza fare raffronti impropri fra Campioni attuali e Campioni del passato, in base all’Elo, è solo che ridicola. Fischer aveva un Elo inferiore di oltre cento punti rispetto a Carlsen ma ciò non ne fa, nella maniera più assoluta, uno meno forte. Forse sarebbe anche più forte di Carlsen, se fosse ancora vivo. Facendo un esempio più terra terra, in un immaginario incontro su 10 partite, tra un inclassificato e il Campione del Mondo, ammettendo per assurdo che l’inclassificato possa vincere tutte e 10 le partite, il risultato finale sarà che l’inclassificato rimarrà inclassificato o, al più, sarà salito di una o due categorie sopra, mentre il Campione del Mondo rimarrà Campione del Mondo con una leggera discesa d’Elo! Un mio amico scacchista, che aveva fatto anche il pugile dilettante, a capire come stavano le cose ebbe da obiettare sull’assurdità della cosa, perchè se lui avesse incontrato, su un incontro in 10 riprese, il Campione del Mondo di pugilato e l’avesse messo al tappeto in tutti e 10 i rounds, e si sentisse dire che il titolo rimaneva al Campione in carica, si sarebbe sturbato non poco! Mi fece: ” Oh! i cazzotti sono cazzotti! non è che mi possono raccontare che uno che ho reso come uno straccio ha il diritto di rimanere il Campione del Mondo e io il signor nessuno!”. Difatti l’Elo serve solo a preservare i privilegi dei grandi giocatori rispetto a tutti gli altri scacchisti. Intendiamoci, rimangono Grandi Giocatori ma un sistema congegnato per sopprimere lo sviluppo di chi si avvicina agli scacchi è solo che auto lesionista da parte delle federazioni che lo hanno attuato. A questo svantaggio ha sopperito la diffusione pubblicitaria e didattica del gioco degli scacchi e l’ingenuità di chi vi si avvicina e non capisce il meccanismo Elo che solo nella sua applicazione. Gli scacchisti mondiali sarebbero 100 volte tanto gli attuali, se non ci fosse stato l’Elo. Il meccanismo Elo è congegnato per schiacciare verso il basso i giocatori e non per farli aiutare a crescere, per scoraggiarli piuttosto che per farli entusiasmare. Qualsiasi scacchista sa bene che è più facile perdere punti che ottenerli, proprio per questo motivo, cosicché ci sarà sempre una metà dei giocatori che accresce e una metà che decresce, e questo avverrà in tutte le frazioni calanti dei valori di forza comparati, dei vari giocatori. Il peggio di tutto ciò è che occorre fare continui tornei di scacchi per tentare di accrescere il proprio punteggio. Ciò fa si che la Fide abbia ristretto i tempi del gioco, per potere accontentare le esigenze organizzative e dei giocatori, snaturando, con ciò, l’essenza del gioco stesso, che è stato da sempre uno scontro tra due intelligenze e non tra due memorie e due velocità diverse di riflessi. Anche qui si avvantaggiano i giocatori più forti contro giocatori meno preparati, sfruttano la loro conoscenza e studio delle Aperture e dei finali per sfruttare la massimo il centro partita, là dove avviene il vero scontro tra i più forti. Capablanca, che era il più forte lampista del suo tempo, dichiarò apertamente che, per rispettare la reale essenza del gioco, non si poteva superare il muro delle 16 mosse all’ora, tant’è che la Fide, per lungo tempo, adottò il tempo di due ore e mezza per 40 mosse. Adesso, invece, stravolti dall’Elo, hanno finito per trasformare il gioco in una partita a Flipper, dove quello che conta è la velocità, la memoria e l’esperienza, tutto fuorché l’intelligenza dei due che si confrontano. L’articolo che ho scritto prima voleva essere un ricordo della storia del Cyrano, tu invece mi stai trasportando in una polemica sull’Elo. Pensa pure come credi meglio su questa materia, non sarà il più, forse, anziano titolato Arbitro Nazionale d’Italia (dal 1971) che si metterà a fare polemica, oltre questa chiarificazione attuale. Masochisti si nasce.

  19. avatar
    fds 10 Febbraio 2014 at 11:15

    Nessuna polemica da parte mia, fino ad ora.
    Visto che rispondi inutilmente in maniera piccata, mi adeguo.

    Hai scritto date inesatte, che tutti possono ri-leggere.

    Se la FIDE – e più internazionale di così si muore – ha introdotto il sistema Elo nel 1970, riferendosi al 1971 e scrivere “ben prima che fosse applicato internazionalmente!” è sbagliato. Punto.

    Scrivere che l’Elo è una baggianata è legittimo, ma è un’opinione, non certo un dato di fatto.

    E’ e rimane un’opinione indimostrabile pure il successivo pistolotto sul numero di scacchisti se l’Elo non ci fosse mai stato.

    Le affermazioni massimaliste, in qualsiasi ambito, vanno dimostrate e non recitate. E gli scacchi non fanno eccezione, altrimenti si diventa portatori di verità rivelate.

    Francesco De Sio

  20. avatar
    Pellegrino Turturici 10 Febbraio 2014 at 14:14

    -fds 9 febbraio: “Sono passati tanti anni da quello che racconti e descrivi, e qualche ricordo può accavallarsi” ?
    -fds 10 febbraio: “Nessuna polemica da parte mia, fino ad ora.” !
    -risposta di PT: Ma vah! Non me n’ero accorto.

    PT- “un sistema di sfide, interno al circolo, basato sull’Elo, una cosa sconosciuta in Italia nel 1971,…”
    -fds 9 febbraio: “In Italia la prima graduatoria Elo è stata stilata nell’ottobre del 1971 ed è entrata in vigore il 1° gennaio 1972.” ??
    Risposta di PT: E io che avevo detto di diverso?

    -fds 10 febbraio: [“ben prima che fosse applicato internazionalmente!” è sbagliato.]
    Risposta di TP: Mi riferivo alla massa generale dei giocatori a livello internazionale e non ai soli GM, parlavo per tutti gli scacchisti e non per i soli GM. Un argomento conosciuto in ambito chiuso non è la stessa cosa che essere conosciuto e vissuto sulla propria “pelle” da tutti.

    -fds 10 febbraio: “L’Elo non è una baggianata. E’ un sistema statistico…” ??
    – Risposta di Trilussa: “Sai ched’è la statistica? È ’na cosa che serve pe’ fa’ un conto in generale de la gente che nasce, che sta male, che more, che va in carcere e che sposa. Ma pe’ me la statistica curiosa è dove c’entra la percentuale, pe’ via che, lì, la media è sempre eguale puro co’ la persona bisognosa. Me spiego: da li conti che se fanno secondo le statistiche d’adesso risurta che te tocca un pollo all’anno: e, se nun entra ne le spese tue, t’entra ne la statistica lo stesso perché c’è un antro che ne magna due.”
    -Risposta di TP: “Vorresti dire che una sola partita di Capablanca o di Aljechin, visto che non rientrano in un computo statistico, valgono meno di cento partite di un pollo scacchistico qualsiasi? E’ divertente il tuo punto di vista.

    -fds 10 febbraio: “E’ e rimane un’opinione indimostrabile pure il successivo pistolotto sul numero di scacchisti se l’Elo non ci fosse mai stato.”
    -Risposta di PT: E’ vero quello che dici ma è altrettanto vero l’esatto contrario.

    -fds 10 febbraio: “Le affermazioni massimaliste, in qualsiasi ambito, vanno dimostrate e non recitate.”
    -Risposta di PT: Toh! E io che mi ero illuso di avere elencato una marea di FATTI, facilmente verificabili da chiunque, nei miei primi due scritti! Se vuoi ci possiamo mettere a fare i conti dell’Elo assieme.

    -fds 10 febbraio: “Visto che rispondi inutilmente in maniera piccata, mi adeguo.”
    -Risposta di PT: darmi del rimbambito, sia pure in maniera soft, per le date, secondo te, non sarebbe cosa piccata?

    Ah! Un ultima cosa, dimenticavo. Non ti conosco, non sono tuo parente né tuo amico e cortesia vorrebbe, in una conversazione che si inizia fra due estranei, a rivolgersi all’altro con il Lei. Non è che ci tenga in maniera particolare tra il Tu e il Lei ma, con uno sconosciuto, il tu mi fa sentire poco rispettato. Non capisco nemmeno perché tu sia entrato in un articolo storico del genere che riguarda, per lo più, i vecchi frequentatori del Cyrano, cosa che non credo che tu sia. Sull’Elo scrivevo per il fatto storico e i miei ricordi in merito, e non per aprire polemiche sull’Elo. Non sono riuscito a cambiare il corso degli eventi allora e vuoi che provi a farlo adesso? Ognuno, come ho detto con l’accenno sul masochismo, è libero di rovinarsi con le sue mani, il mio periodo scacchistico l’ho fatto e non m’importa un fico secco di quello che fanno alla Fide adesso o alla Fsi , non ti preoccupare, il pane di bocca o il potere che hai nella FSI non te lo tolgo.

    • avatar
      fds 10 Febbraio 2014 at 17:05

      Tra ieri e oggi hai scritto un mare di sciocchezze – veri e propri errori sull’argomento – che non ho voluto neppure segnalarti, perchè non mi interessa la disputa personale.
      Con la tua chiosa finale sei passato all’insulto diretto (almeno nelle intenzioni).
      La chiudo qua.

      Francesco De Sio

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        Pellegrino Turturici 10 Febbraio 2014 at 17:27

        Com’è che mi avevi scritto? Te la rinvio al mittente: “Le affermazioni massimaliste, in qualsiasi ambito, vanno dimostrate e non recitate. E gli scacchi non fanno eccezione, altrimenti si diventa portatori di verità rivelate.”

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          Pellegrino Turturici 10 Febbraio 2014 at 18:32

          P.S. – L’unico che finora ha fatto offese sei stato tu e senza motivo! Sei partito dal “tu” per proseguire insinuando che i miei ricordi si “accavallano” per finire con il dire che ho scritto “un mare di sciocchezze”, limitandoti a fare affermazioni senza capo nè coda. Sei tu che devi ringraziare che non ti segnalo e solo perchè ho comprensione per gli sbarellamenti altrui!

  21. avatar
    INSALA' 10 Febbraio 2014 at 15:36

    … concordo con quanto postato dal Sig. Turturici riguardo l’ELO. Tempo fa c’è stata, su questo blog, una disputa piuttosto rumorosa (con i soliti “big” del forum) riguardo l’influenza deleteria dell’Elo sulla qualità del gioco. Lascio immaginare come è andata a finire ( della serie chi sei tu e chi sono io!). Vorrei sottolineare un aspetto che avvalora indirettamente le tesi del Sig.Turturici: la maggior parte degli studi che riguardano gli scacchi e spacciati per scientifici sono TAROCCHI nel senso che non sono supportati da rigorosi criteri scientifici (infatti non hanno dignità di pubblicazione). Ad es. gli studi citati per convalidare la “bontà” educativa del binomio scacchi&scuola non hanno nessuna(sottolineo nessuna) validità scientifica.Quindi,ora, chi si appella con fare capzioso ai “dati di fatto” ( quando ci si appella alla Statistica occorre stare molto attenti perchè è una scienza non per tutti e per questo va maneggiata con il libretto d’istruzioni) deve sapere che il METODO scientifico non è una prassi consolidata nel mondo degli scacchi, anzi! Sotto molti aspetti siamo ai tempi delle caverne, metodologicamente parlando! …P.S. finalmente un’altra voce fuori dal coro è comparsa su questo blog a dimostrazione che il mondo degli scacchi è più eterogeneo di quanto possa apparire agli osservatori esterni. Non tutti accettiamo l’omologazione e i luoghi comuni imposti dall’alto!

  22. avatar
    Jas Fasola 10 Febbraio 2014 at 16:23

    “GENS UNA SUMUS” 🙁

  23. avatar
    luke39 9 Gennaio 2016 at 03:02

    Peccato per il tono aspro che ha preso la discussione sull’elo … il racconto dei tempi passati mi e’ piaciuto molto portandomi in un’epoca che non ho vissuto personalmente ( anche se mio padre di 87 anni mi racconta di quando , ancora molti anni prima dei racconti del Cyrano , si giocava al centro di Roma a Palazzo Marignoli – sarei veramente curioso di sapere se qualcuno si ricorda di questo posto e di eventuali testimonianze !!) ma ad essere sincero credo che l’elo , oramai introdotto universalmente , sia uno strumento abbastanza veritiero per indicare la forza di gioco di chi pratica i tornei … se poi si vogliono trovare i paradossi del caso li si puo’ trovare in ogni cosa come ad esempio l’effetto orizzonte per la valutazione della posizione da parte dei computer che giocano a scacchi – cioe’ ci sono delle posizioni in cui i computer danno una valutazione fino ad una certa profondita’, poi basta andare una semimossa piu’ in la e la valutazione crolla in modo drammatico …. ok va bene ma quante sono queste posizioni? E poi qual’è il giocatore che riesce a calcolare centinaia di varianti come fanno i computer ? Sicuramente poche persone al mondo … se potete pero’ Vi prego ritornate sull’argomento principale della descrizione dei tempi andati del Cyrano e magari di tutti gli altri luoghi dove si giocava a scacchi magari ricordando anche aneddoti , personaggi , e storie simpatiche legate al mondo della 64 caselle – E’ molto bello rivivere con gli occhi di altre persone luoghi , posti e storie degli anni passati .. a presto … Luca

    • avatar
      fabrizio 9 Gennaio 2016 at 14:43

      Caro Luke, se ti interessano le storie di circoli e personaggi del tempo passato, ne puoi trovare molte su questo blog. Personalmente, io sto completando (molti sono già stati pubblicati) una serie di articoli sul “Caffè Branca”, storico circolo romano predecessore del Cyrano. Se tuo padre ha 87 anni e ha frequentato gli ambienti scacchistici romani degli anni ’60 e ’70, è molto probabile che ci conosciamo. Prova a chiedergli se ricorda qualcosa in merito (tra l’altro è pressoché coetaneo di Mario Boschetti, personaggio su cui ho scritto e che certamente ha conosciuto). Ciao. Fabrizio Antonelli

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