Eh sì, è proprio vero, se non ci fossero gli scacchi… “Cosa farei? Quale sarebbe l’unica cosa in cui sperare? Come sarebbe la mia vita?”
Immagino che bene o male tutti gli scacchisti si pongano queste domande, difatti, almeno per me, essi sono come una luce da seguire nel momento del bisogno, su cui puoi far sempre riferimento.
Devo ringraziare questo “nobil giuoco” in quanto mi ha fatto conoscere molte persone fantastiche, con le quali adesso ho legato una fortissima amicizia e a cui tengo molto.
Solamente grazie a loro sono riuscito a migliorare e a maturare negli scacchi… è bello condividere la tua passione con delle persone che, anche nei periodi brutti o dopo una pessima partita giocata, ti incoraggiano e ti danno “man forte”.
Infatti gli scacchi, così come ogni altro sport, ti aiutano a formare un gruppo con la “g” maiuscola, con il quale passi delle esperienze memorabili, che siano tornei a squadre o campionati individuali, che ti fanno crescere come persona, in quanto la morale e il saper stare insieme agli altri è secondo me più importante di saper giocare a scacchi!
A testimoniare quanto sia importante, anche a livello psicologico, avere un gruppo che ti sostenga, può essere una situazione accaduta al sottoscritto: infatti al campionato italiano a squadre U16 2009 non feci per niente un buon risultato, tuttavia i miei compagni di squadra non si incattivirono contro di me, bensì mi aiutarono a lottar ancora nelle partite e ad aver fiducia nelle mie doti.
Purtroppo ci sono giocatori che considerano questo gioco un modo come un altro per eccellere e per confrontarsi con gli altri, ma gli scacchi non sono questi. Gli scacchi sono quando, dopo una sconfitta, ti complimenti con l’avversario, quando stringi amicizia con il tuo sfidante, quando consideri egualmente tutti gli scacchisti, senza vedere il punteggio ELO, la rovina di molti avidi giocatori!
Per concludere vorrei affermare che gli scacchi sono un gioco stupendo, ma che deve esser preso seriamente e non deve esser considerato un modo per mostrare la propria bravura, infine vorrei ringraziare tutti coloro che mi sopportano e trascorrono insieme a me delle “avventure scacchistiche”, in particolare il mio maestro Riccardo Del Dotto, che tra poco sarà MAESTRO a tutti gli effetti, da cui ho appreso tanti insegnamenti sia per quanto riguarda questa passione ma anche per quanto concerne la vita quotidiana.
Ogni mattina, appena alzato, trovo un buon motivo per smettere di fare l’istruttore di scacchi. Poi, schiaritomi le idee, scopro due buone ragioni per continuare. Tutto questo grazie ad allievi come Matteo Brizzi.
Un grande abbraccio,
Riccardo
grazie a te Riccardo… non sarei 1n senza il tuo aiuto! 🙂
Bravo Matteo! E’ questa la mentalità giusta che devono avere i ragazzi che giocano a scacchi!
Esiste una gioventù dotata di un’innata saggezza, che sa crescere ai ritmi giusti senza bisogno di “sballi” e fesserie varie e che ha molto da insegnare anche a noi adulti.
E’ la gioventù dei ragazzi come te, Matteo.
Un abbraccio.
Barbara
grazie barbara!!! 😉
SEI DAVVERO SPECIALE!
Complimenti per il bell’articolo Matteo. E per la giusta mentalità che molti grandi dovrebbero avere.