Insegnami gli scacchi Papà!

Scritto da:  | 12 Dicembre 2010 | 5 Commenti | Categoria: Zibaldone

Avendo frequentato per lunghi anni i circoli di scacchi, ma purtroppo non da giovanissimo come avrei voluto che fosse, non ho raggiunto nella mia carriera particolari traguardi come giocatore. Ho però la gioia di aver conosciuto un aspetto del vivere a molti ignoto. In un mondo sempre più, almeno per me incomprensibile, dove la cultura e l’arte pare vengano sempre dopo gli inutili trastulli del vivere quotidiano e l’informazione si orienta con sempre maggior accanimento sulla spettacolarizzazione di fatti ed eventi che scuotono le coscienze ed aizzano la morbosa curiosità delle masse e dei più deboli, gli scacchi rappresentano un bene rifugio di straordinario conforto, un mondo di verità su cui riflettere, in cui riconoscersi per migliorarsi e sfuggire per quanto possibile alle storture di una società che ti bombarda giornalmente di falsi messaggi e vane promesse.
Ho sempre ritenuto che se ai propri figli fin dalla più tenera età si facesse studiare uno strumento insegnando loro l’amore per la buona musica e li si avviasse con metodo e disciplina alla pratica degli scacchi, essi crescerebbero sicuramente meglio, il loro cervello si svilupperebbe più ordinatamente, l’apprendimento scolastico verrebbe enormemente facilitato dall’abitudine al ragionamento ed alla concentrazione e quella disciplina interiore, fonte di forza e di fiducia in se stessi, gli accompagnerebbe sempre nella ricerca della verità per tutta la loro esistenza.
Ma purtroppo non è così. Le lodevoli famiglie che hanno creato i Carlo D’Amore ed i fratelli Rombaldoni (conobbi molti anni fa il Papà Andrea, persona squisita, ad un torneino in alto Adige) nel nostro paese non sono molte. Spesso quando proponi a qualche genitore di insegnare gli scacchi od uno strumento al proprio bambino ti rispondono che è troppo piccolo, che deve giocare e vivere di tutte le stupidaggini dei bambini della sua età ed allora sotto col calcio, i cartoni animati, la televisione, le figurine e tutto il resto, per poi ritrovarseli viziati, indolenti, ed annoiati davanti alla tv a masticare la gomma.
Io che di mestiere insegno in una scuola,ho davanti agli occhi tutti i giorni esempi di ragazzi viziati ed annoiati, che pare vengano a scuola per forza, senza stimoli e certezze. Ed è così che ho pensato, attraverso l’istituzione di un corso di scacchi, di dar loro una spinta alla vita, qualcosa attraverso cui misurarsi, dando loro l’opportunita di crescere e di maturare valori nuovi e veri.

avatar Scritto da: Gianni De Vita (Qui gli altri suoi articoli)


5 Commenti a Insegnami gli scacchi Papà!

  1. avatar
    Massimo 12 Dicembre 2010 at 12:19

    Sono d’accordo non mi pentirò mai di aver dato la possibilità ha mio figlio di imparare a suonare uno strumento ed ancora oggi che è adulto perchè penso che ha 28 anni siamo adulti (nonostante la tv continui ha proporci di stupidotti giovanotti di 40 anni ) suona tranquillamente per diletto in ogni occasione possibile. Ho provato anche ad insegnargli gli scacchi sa benissimo come si gioca nonostante no frequenti assiduamente nessun circolo.

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    Zenone 12 Dicembre 2010 at 15:10

    Concordo con tutti e mia figlia (non ha ancora 7 anni) vedendomi muovere quei piccoli pezzi di legno (muoverli malamente, intendiamoci…ma per fortuna ha un’eta in cui ancora non capisce che papà è tutt’altro che un mito invincibile) ogni tanti mi si avvicina e chiede. E’ in grado di sistemare e muovere i pezzi, e, mi sembra, anche di capire la finalità del gioco. Per il momento non chiedo di più. Vorrei sottolineare però che il rischio – così come per ogni altro sport – è l’invadenza dei genitori quando obbligano i figli a fare ciò che a loro interessa o che i bambini rispondano positivamente solo per compiacerci. Ho visto genitori sugli spalti di campetti di calcio urlare malamente ai figli per un errore commesso o discutere con altri genitori; ho visto bambini “ciclisti” piangere sotto la pressione psicologica dei genitori e credo, sinceramente, che questo possa accadere ache negli scacchi, come raccontatoci nel film “Cercando Bobby Fischer”. Sì allo sport come disciplina e regole ma tutto deve essere filtrato dall’onestà intellettuale degli adulti.

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    Davide 18 Dicembre 2010 at 01:10

    Salve professore :)! Si ricorda di me? Sono Buccellaus :D! Ho ripreso a giocare di più a scacchi… se vuole mi contatti a buccella.davide@gmail.com. Spero di sentirla presto. Cordiali saluti. Davide.

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    Davide 12 Maggio 2015 at 11:57

    Ciao Professore. Ho provato a ricontattarla per email ma quest’ultima sembra che non esiste più. Mi farebbe piacere se mi contattasse alla solita mia email buccella.davide@gmail.com. Cordiali Saluti. Davide

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    Jas Fasola 12 Maggio 2015 at 12:31

    Bella la foto del bambino polacco che gioca, Szmul Rzeszewski(Szmulik e’ il diminutivo di Szmul), che poi cambiera’ nome in Samuel Reshevsky.

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