il GM Lexy Ortega a tutto campo…

Scritto da:  | 14 Dicembre 2010 | Categoria: Le Interviste, Personaggi, Stranieri


Lexy Ortega, nato a Camaguey (Cuba) l’8 marzo del 1960, Grande Maestro e campione italiano 2009 è uno dei più stimati ed apprezzati istruttori del panorama scacchistico italiano. In occasione di un suo stage di allenamento tenuto a Lucca, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui in un disteso clima conviviale.


Lexy, a che età hai imparato a giocare a scacchi?

Ho cominciato a giocare a scacchi intorno agli 8 anni, grazie a mio padre, ingegnere.

La domenica invitava a casa nostra tutti i suoi amici proprio per giocare a scacchi. La cosa non è che facesse molto piacere a mia madre, che doveva preparare da mangiare per tutti… Così quando ho cominciato a sconfiggere tutti gli amici di mio padre e questi a poco a poco non si sono più ripresentati… beh mia madre mi è stata molto riconoscente!

Quando hai capito che gli scacchi per te potevano rappresentare qualcosa di più di un semplice gioco?

Da ragazzo la mia prima passione è stata il judo, dove me la cavavo piuttosto bene, essendomi tra l’altro laureato campione giovanile della mia regione. Dopo un brutto incidente che mi trattenne in ospedale per due-tre mesi nel 1974, capii che la mia strada era quella degli scacchi.

Hai avuto qualche maestro nel tuo percorso scacchistico a Cuba?

Non ho avuto nessun maestro in particolare. Ho mosso i primi passi nell’Accademia Scacchistica di Camaguey, dove il presidente era Rosendo Romero, ex campione cubano. La tradizione di Capablanca si era persa per strada, finché un gruppo formato da giovani maestri non ha rinnovato l’ambiente scacchistico dell’isola. Un grande impulso si è registrato grazie ad un decreto governativo che equiparava i Maestri Internazionali di scacchi agli istruttori sportivi: il divenire un “licenziato dello sport” ha permesso a molti di creare scuole di scacchi con un crescente numero di nuovi giocatori. Come istruttore ho infatti potuto usufruire della possibilità di allenare per alcuni anni la nazionale del Messico. I frutti si vedono ancora oggi, perché non è un caso se a Cuba abbiamo ben trenta Grandi Maestri e moltissimi Maestri Internazionali.

Come definiresti il tuo stile e quale campione ha influenzato più di tutti il tuo modo di giocare?

Il campione che più di tutti ho apprezzato in gioventù è stato senza dubbio Lev Polugaevskij. Per diverso tempo ho giocato anche la sua variante della Difesa Siciliana. Ricordo ancora con piacere una mia vittoria contro il G.M. peruviano Orestes Rodriguez, che purtroppo John Nunn non ha inserito nei suoi libri sulla Siciliana. Per quel che riguarda lo stile di gioco… beh mi definirei senza stile.

In che senso “senza stile”?

Mi spiego meglio: tutti i campioni prima di Boris Spassky avevano uno stile di gioco definito. Con Spassky si è passati a comprendere gli scacchi in modo “universale”. Tutti i giocatori oggi devono saper ben destreggiarsi sia in attacco che in difesa.

Tra i tanti campioni che hai incontrato, quali ti hanno maggiormente impressionato? Hai qualche aneddoto da raccontarci?

Sono molto amico di Ulf Andersson che ha sposato una ragazza della mia città. Ho conosciuto ed apprezzato molto anche il G.M. Mark Tajmanov. Un grandissimo è stato senz’altro Mikhail Tal, persona simpaticissima, con la quale ho giocato due volte. Ho un aneddoto molto curioso, riguardo uno di questi incontri. Tal era indisposto, così sono dovuto andare a giocare nella sua camera d’albergo. Appena entrato in questa suite, mi accolse la moglie di Tal, una signora piuttosto robusta, che mi venne incontro con due bottiglie in mano… “Whiskey o vodka?”, mi chiese. Fu molto insistente, ma le spiegai che dal momento che dovevo giocare a scacchi, non avrei bevuto nulla. Quando entrai nella camera di Tal, l’ex campione del mondo era seduto sul letto, in pigiama, con un bel bicchiere di whiskey in mano. Giocammo su una scacchiera non regolamentare con degli strani pezzi ed un orologio che talvolta si inceppava. Tal, che teneva la scacchiera sulle gambe, ogni tanto accidentalmente faceva cadere qualche pezzo. Naturalmente persi. Quando raccontai la storia ad Andersson, il G.M. svedese mi disse: “Giocavi nella camera di Tal, con i pezzi e l’orologio di Tal… e per giunta contro Tal! Cosa volevi pretendere?”

Tra i tanti allievi che hai avuto, quali ti hanno dato le maggiori soddisfazioni?

Sono senz’altro moltissimi, non vorrei far torto a nessuno. Senz’altro Walter Arencibia, campione del mondo under 20 nel 1986 e diventato poi un forte Grande Maestro, e sicuramente il nostro Daniele Vocaturo. Ma vorrei ricordare anche il Maestro Internazionale Antonio Martorelli. Quando giunse secondo ad una finale del campionato italiano, avevamo fatto un lavoro di preparazione sulla scelta del momento in cui avrebbe dovuto proporre patta contro i giocatori più forti. E fu un lavoro che diede davvero ottimi frutti.

Come giudichi la situazione degli scacchi in Italia oggi?

Rispetto a quando sono giunto in Italia nel 1990 sono stati compiuti passi da gigante. Dobbiamo però fare ancora tanta strada nell’ambito della didattica. Manca un protocollo unico di insegnamento. Moltissimi vanno avanti in maniera empirica, improvvisata. È necessario seguire dei modelli. Già con il presidente Alvise Zichichi si stava operando in tal senso. Sono problemi che ho sollevato anche alla conferenza degli istruttori un paio di anni fa a Mondovì. Dovrebbero essere creati 4 livelli di istruttori che non tengano conto solo del titolo agonistico. Esistono ottimi istruttori che non sono Maestri Internazionali e Maestri Internazionali che non sanno insegnare. Bisognerebbe creare dei livelli basati su una gradualità, su una sequenzialità che dovrebbe caratterizzare il percorso didattico dei giovani.

Un giudizio su Fabiano Caruana, che ha ereditato il tuo titolo di campione italiano nella recente finale di Siena.

Caruana è fortissimo. Ha una straordinaria capacità di analisi. Ha ancora ampi margini di miglioramento e saranno decisivi per la sua crescita i prossimi anni.

Quali sono i tuoi interessi al di fuori degli scacchi?

Mi piace molto leggere testi di ingegneria, tecnologia, materie scientifiche che ho studiato. Amo ballare, ascoltare musica, sia classica che leggera, anche italiana, come Eros Ramazzotti e Laura Pausini. Ma non disdegno anche la letteratura, come i testi di Seneca o di Oscar Wilde, il mio autore preferito. Di lui ricordo sempre un aforisma che è un po’ il mio motto: “Ogni volta che vedo che tutti sono d’accordo con me, penso di aver sbagliato qualcosa.”

Grazie mille, Lexy!

Soloscacchi desidera ringraziare, oltre he ovviamente Lexy Ortega per la squisita cortesia e disponibilità, anche l’Associazione Scacchistica Lucchese per aver organizzato ottimamente lo stage di Lexy, coloro che vi hanno  partecipato, gli organizzatori ed in particolare il Dottor Riccardo Del Dotto autore di questa stimolante e interessante intervista.

Di seguito una bella carrellata fotografica dello stage e alcuni momenti della simpatica cena con Lexy.

1

avatar Scritto da: Riccardo Del Dotto (Qui gli altri suoi articoli)


14 Commenti a il GM Lexy Ortega a tutto campo…

  1. avatar
    Marramaquìs 14 Dicembre 2010 at 07:48

    Il mitico Tal che, a letto, regge la scacchiera con le gambe e gioca con un orologio che s’inceppa è grandioso.
    Grazie a Ortega e a Bilguer per questo piacevole aneddoto !

  2. avatar
    cserica 14 Dicembre 2010 at 08:24

    Ricordo molto bene Tal ed il suo modo di muoversi, durante il torneo di Mosca del 1991 mangiavamo allo stesso tavolo, sorrido nell’immaginarlo giocare contro Ortega in camera sua….

  3. avatar
    jazztrain 14 Dicembre 2010 at 12:00

    Peccato che Lexy non ascolti il jazz! 😉

  4. avatar
    Mongo 14 Dicembre 2010 at 14:21

    Mitico Lexy, che gran persona.
    Ricordo una lezione che fece in quel di Verona, pochi anni fa, quando analizzando la posizione di una partita, ormai stravinta per il lui, disse all’avversario: “Ormai siamo agli ultimi giorni di Pompei!”.
    Ricordati gli Habana!!!

  5. avatar
    matteo brizzi 14 Dicembre 2010 at 15:57

    ragazzi… come insegna lexi!!!! credo di aver incontrato due dei migliori sallenatori che ci sono in Italia!!!!Riccardo e Lexi influiranni molto sulla mia crescita e su quella della gang di Lucca!!!!!

  6. avatar
    Giovanni Innocenti 14 Dicembre 2010 at 17:45

    Sono assolutamente d’accordo con Matteo. Lo stage è stato istruttivo ed interessante, oltre ad essere stato esposto in maniera chiarissima e accompagnato da qualche risata. Speriamo che Lexy possa tornare presto in Toscana!

  7. avatar
    Stefano Tescaro 16 Dicembre 2010 at 00:01

    Grazie per l’intervista.
    Per come l’ho conosciuto, tre anni fa, Ortega è una bella persona e un grande didatta.
    Peccato che la sua richiesta di protocolli d’insegnamento resti inascoltata.

  8. avatar
    Giulio Borgo 18 Dicembre 2010 at 19:11

    Cuba e gli scacchi.
    Durante una cena al torneo di Cutro di qualche anno fa Lexy si trovò a dover difendere l’onore degli scacchi cubani che veniva insidiato da Igor Efimov . Era la tipica discussione sulla forza di Capablanca rispetto ad Alechin e naturalmente la cosa si faceva lunga e non se ne veniva a capo. Poi il colpo di scena. Efimov dichiara che nemmeno contro Cigorin sarebbe stata chiara una supremazia di Capablanca. “Questo è troppo”…dice Lexy alzandosi sdegnato dal tavolo…e allontanandosi aggiunge…“ci sono in giro Grandi Maestri che possono dire certe cose….e la F.I.D.E. non fa nulla”

    • avatar
      Bilguer74 19 Dicembre 2010 at 12:32

      Bellissimo aneddoto! Conoscendo pure Igor, è facile immaginarsi la scena!

  9. avatar
    alfredo 19 Dicembre 2010 at 11:27

    L’aneddoto di Giulio è strepitoso.
    Spero non venga dimenticato in questa carrellata “La sfida di Carl Haffner” di Thomas Glavinic, sulla figura sfortunata di Carl Schlechter e il suo mondiale pareggiato con Lasker nel 1910 (Lasker pareggio’ il match vincendo l’ultima partita, cosa che poi successe anche in altri match mondiali)
    Dopo averlo letto ho saccheggiato praticamente tutto quello che c’era su questo grande sfortunato campione viennese.

  10. avatar
    Martin Eden 19 Dicembre 2010 at 11:46

    Ciao Alfredo, sul bel libro che citi abbiam scritto qualcosa qui 😉

  11. avatar
    alfredo 19 Dicembre 2010 at 15:32

    ops … 😕 mi scuso !!!

  12. avatar
    Jazztrain 27 Febbraio 2011 at 11:17

    L’aneddoto su Tal era troppo divertente, ho deciso di riportarlo sul mio modesto blogghettino. Citati ovviamente Bilguer74 e Soloscacchi!
    😉

  13. avatar
    Michelino 14 Marzo 2011 at 12:15

    Bellissimi aneddoti, sia quello di Tal (…cosa ti aspettavi…;)e quello con Efimov!!
    Complimenti Lexy sei un grande!!

La Palestra dei Finali

Chess Lessons from a Champion Coach

Torre & Cavallo - Scacco!

Strategia di avamposti

I racconti del Grifo

57 Storie di Scacchi
2700chess.com for more details and full list

Ultimi commenti

Problema di oggi