La vita di qualsiasi errore di solito dura poco, basta che a leggere il testo siano due o tre persone diverse e solitamente l’errore viene smascherato.
Di solito, ma non sempre.
Sono a pagina 181 di ‘Scaccopoli – Le mani della politica sugli scacchi‘, un libro scritto da Mario Leoncini, quando mi imbatto in questa frase: “… Parlando con il GM cecoslovacco durante l’Olimpiade dell’Avana del 1966, Che Guevara ebbe a confidargli….“.
Avevo già scritto per i ‘Quaderni della Fondazione Ernesto Che Guevara’ il pezzo ‘Così giocava il Che’, che mi era costato tanto tempo in studio e ricerche, nel quale riportavo che: ” Parlando con Ludek Pachman durante un torneo scacchistico a La Habana nel 1964, Che Guevara gli confidò… “.
Da un’occhiata superficiale queste due frasi apparentemente uguali sembrano però riferirsi a due eventi ben distinti tra loro; l’ Olimpiade degli scacchi dell’ Avana del 1966, la prima ed il Memorial Capablanca del 1964, la seconda. I casi sono due: o il Che era stato colpito da una forma di arteriosclerosi galoppante prematura per cui ogni volta che incontrava Pachman gli diceva sempre le stesse cose oppure c’è un errore sulla data e di conseguenza sul torneo di riferimento.
L’errore sta proprio nella data, il 1966.
In quell’anno il Che, reduce dall’amara esperienza congolese, aveva vissuto pochissimo tempo a Cuba ed in clandestinità quasi completa; solo Fidel Castro, la moglie Aleida e pochi altri esponenti dei servizi segreti cubani sapevano che il Che era a Cuba a preparare la spedizione in Bolivia, dove nel 1967 perse la vita. Neppure i figli sapevano che quell’uomo che andava a visitare la loro mamma era il loro padre, gli avevano detto che era un vecchio amico del loro papà (dovete sapere che il Che aveva completamente cambiato aspetto, per poter poi entrare in Bolivia senza destare l’attenzione degli agenti boliviani e degli uomini dela C.I.A.).
Tra l’altro le Olimpiadi degli scacchi del 1966 si tennero a L’Avana, Cuba, dal 23 ottobre al 20 novembre, proprio mentre il Che lasciava Cuba con destinazione Bolivia, dove giunse il 07/11/1966.
Per cui quel colloquio con Pachman si svolse due anni prima, nel 1964, durante il Memorial Capablanca.
Presi ‘carta e penna’ e scrissi due righe al Maestro senese per fargli correggere l’errore nel caso di nuove edizioni del libro o di altri sui scritti; molto gentilmente Leoncini mi rispose indicandomi anche la fonte da dove aveva riportato l’aneddoto in questione: il libro ‘A picture history of chess’ di Fred Wilson, pubblicato a New York 1981, dove a pag. 154 c’è una foto del Che che guarda Taimanov e Evens giocare. La didascalia dice: “Taimanov playing Evans at the International Chess Olympiad held in Havana in 1966”.
A questo punto ho controllato nel mio database di partite di scacchi e ho scoperto che Evans e Taimanov hanno giocato 6 volte l’uno contro l’altro. Nel 1954 (4 partite) nell’incontro URSS-Resto del Mondo, a Buenos Aires nel 1960 e al Memorial Capablanca di Cuba del 1964!
Ecco la fotografia a che si riferisce! Ecco il torneo che il Che andò a vedere: il Memorial Capablanca del 1964.
Qui il video pubblicitario del bellissimo libro di Leoncini “Scaccopoli – Le mani della politica sugli scacchi”:
Vorrei infine dedicare a tutti coloro, che quando si parla del Che, si emozionano, l’ispirato ricordo di Sergio Endrigo…
Incredibile Mongo ! Fantastico il video di “Scaccopoli …”. Emozionante Sergio Endrigo, impareggiabile artista e mio idolo di gioventu’.
Ben vengano altri “Re-fusi” come questo …
Non avrei mai immaginato di trovare un regalo così bello nella calza della Befana. Grazie !
E proprio vero: questo è ben più di Soloscacchi ! E’ veramente “Nonsoloscacchi”, come del resto l’ho per errore denominato per mesi (e ogni tanto mi sbaglio ancora).
Complimenti per l’articolo e complimenti per il libro di Mario che ho divorato in poco tempo.
Re fuso mi piace da matti,mi ritrovo,come re nudo.Grande Riki.
Grazie hermano.
Bravo Ricky, come sempre riesci a toccare le “corde giuste”!
Meglio Re fuso che non Re Matto!
😆
Complimenti, è davvero un piacere leggere articoli come questi.
Stefano
Ciao Riccardo,
comincio a impratichirmi un po’ nel muovermi sul sito, anche se per riprodurre partite e problemi ricorro sempre alla mia fedele scacchiera…
Ordino subito il libro a Bologna, attraverso una cara amica.
Grande Endrigo…Non ricordo il titolo, ma mi piace anche molto la sua canzone dedicata ai partigiani, dove dice “E torna al suo paese, che è rimasto sempre quello, con qualche casa in meno e un campanile in più. C’ è il vecchio maresciallo che lo vuole interrogare…”
La ballata dell’ex