Tristano Luise, scacchista e partigiano

Scritto da:  | 25 Gennaio 2011 | 9 Commenti | Categoria: Cultura e dintorni, Zibaldone

La Resistenza continua

Tristano Luise svolge nella seconda metà degli anni trenta del secolo scorso una moderata attività scacchistica a livello genovese. Ad esempio nel 1935 si iscrive al campionato provinciale di 3ª categoria, disputato presso l’Associazione Sportiva Serenitas, ma si ritira.
Ritenta nel 1936 e vince il campionato cittadino di Genova Centro per la 3ª categoria, dopo essere risultato primo nel girone A e nella finale, entrambi disputati nella sede dello stesso Dopolavoro Serenitas, al quale probabilmente appartiene. Nello stesso 1936 è tra coloro che pattano con Mieses, nella seconda simultanea disputata dal maestro tedesco nelle sede del Circolo Scacchistico genovese “Luigi Centurini”. Evidentemente non usufruisce del diritto di partecipare ai tornei della categoria superiore, perché ci riprova nel 1939 con il campionato cittadino e provinciale di 3a categoria, disputato nei locali del Dopolavoro Aziendale Industria Saccarifera. Vince il girone A e si classifica al terzo posto nella finale. Dal comunicato ufficiale ASI pubblicato sul numero di maggio dell’Italia Scacchistica risulta esplicitamente la sua appartenenza al Dopolavoro Centurini, che di lì a poco sarà sciolto. Altro non conosciamo sulla sua carriera scacchistica, ma ritroviamo il suo nome pochi anni dopo in vicende ben diverse.

Palazzo GiustinianiLa storica sede del Circolo “Luigi Centurini” a Genova, in Via dei Giustiniani per tanti anni…

Nel corso della seconda guerra mondiale Luise, che esercita la professione di medico chirurgo, è il principale collaboratore di Piero Ziccardi, allora assistente universitario, che, dopo essere sopravvissuto alla detenzione nel campo di concentramento di Mauthausen, nel dopoguerra proseguirà la sua carriera accademica, pubblicando importanti testi di diritto. Il gruppo di Ziccardi, detto Zucca, con sede a
Villa Carrara, a Quarto, fornisce informazioni e indicazioni logistiche agli Alleati, alle dirette dipendenze dell’Office Strategic Service, per indirizzare i loro aviolanci ai partigiani.

Arrigo Diodati (il quarto da sinistra) in questa foto d’epoca

Arrigo Diodati (il quarto da sinistra) in questa foto d’epoca

L’attività viene scoperta e anche Luise è arrestato, il 28 luglio 1944, e rinchiuso nel carcere di Marassi.
Traggo le notizie che seguono soprattutto dal volume di Andrea Casazza, “La beffa dei vinti”, Il Melangolo, Genova 2010, che si occupa dei processi ai fascisti genovesi nel dopoguerra. Rimando in particolare al cap. V, “Il capoposto della IV sezione di Marassi condannato a morte e fucilato”, pp. 65-76, che tratta del processo al graduato della GNR Mauro Risi.
Il 22 marzo 1945 un gruppo di partigiani della Brigata Balilla tende un’imboscata e si scontra con un gruppo di marinai tedeschi in perlustrazione nella zona di Campomorone. Vicino al cimitero di Cravasco cadono nove soldati germanici. Il comando tedesco ordina immediatamente una rappresaglia e nella notte venti detenuti politici, tra cui Tristano Luise, sono prelevati dalla prigione di Marassi.
Ammanettati a due a due, privi di cappotti , giacche e oggetti personali, sono fatti salire su un camion coperto da un telone militare. Fallisce un tentativo di scambio di prigionieri di cui si fa latore un gruppo di suore della Val d’Aveto, giunte appositamente sul piazzale davanti al carcere.
“Il convoglio, formato da militari tedeschi e seguito da una vettura (…) continua la sua marcia sino ad Isoverde. Durante il tragitto, da uno squarcio praticato nel telone, due dei prigionieri riescono a fuggire gettandosi giù dal camion nei pressi di Certosa, e riuscendo ad allontanarsi senza essere visti. Uno dei due è quello stesso Tristano Luise, che testimonierà al processo contro Risi” (Casazza, op. cit., pag. 70).
In un contributo in rete si parla di una larga curva presso Certosa, in un punto in cui il camion e la vettura che lo segue restano distaccati. Poiché in zona l’asse viario principale del lato più trafficato della Val Polcevera non è cambiato sostanzialmente, dovrebbe trattarsi della curva tra le attuali via Fillak e via Canepari, intitolata a due caduti partigiani; ritengo che la seconda, all’epoca, abbia la denominazione di via Pontinia.

I rimanenti diciotto prigionieri sono costretti a proseguire a piedi sino a Cravasco; uno di loro, Arrigo Diodati, colpito solo di striscio, sopravvive miracolosamente alla fucilazione, nascondendosi dietro il cadavere di un compagno. È il principale teste d’accusa al processo, che si apre il 16 giugno 1945.

Troppo recente il ricordo, troppo gravi i fatti per permettere al milite della GNR, unico italiano che partecipa alla rappresaglia insieme ai tedeschi, di cavarsela. Prova ad abbozzare qualche giustificazione (ad esempio rileva di non aver detto niente pur essendosi reso conto che mancava il dottor Luise), trova alcuni testi a difesa per rigettare l’accusa di maltrattamenti ai detenuti politici di Marassi, mentre altri, tra cui lo stesso Luise , sono a lui nettamente sfavorevoli, ma è la testimonianza di Diodati a inchiodarlo. Secondo un sito dedicato ai caduti della RSI la riunione in camera di consiglio dura meno di dieci minuti, troppo pochi per una condanna alla massima pena nei confronti di un giovane di 22 anni. La circostanza, però, si presta anche ad un altro tipo di lettura. La Corte d’Assise straordinaria infligge la condanna alla pena di morte, eseguita il 2 agosto, dopo il rigetto del ricorso in Cassazione.
Il nome di Luise ritorna nell’appendice al volume di Casazza, pag. 338. Tale Franco Di Donato, agente delle SS e iscritto al PFR, è accusato di aver denunciato a scopo di lucro e fatto arrestare otto antifascisti, tra cui Ziccardi e Luise. Riguardo a quest’ultimo è imputato anche “per avere in Genova, avvalendosi della sua qualità di agente delle SS e con la minaccia di ulteriori persecuzioni, tentato di farsi consegnare dai familiari del dottor Tristano Luise, detenuto a Genova e il Di Donato diceva detenuto nel carcere di S. Vittore a Milano, la somma di L. 500.000 poscia ridotta a cifra inferiore, promettendo la liberazione dello stesso”.
Il processo si apre il 5 novembre 1947. Non ricadendo in pieno il caso tra quelli previsti dall’amnistia Togliatti del 1946, la condanna è a 12 anni, gran parte dei quali condonati.
Non risulta che nel dopoguerra Tristano Luise partecipi all’attività agonistica ufficiale.

avatar Scritto da: Mauro Berni (Qui gli altri suoi articoli)


9 Commenti a Tristano Luise, scacchista e partigiano

  1. avatar
    Mongo 25 Gennaio 2011 at 00:44

    Stupendo!!!

  2. avatar
    Luca Monti 25 Gennaio 2011 at 09:09

    Grazie Berni per averci rammentato, partendo dalle vicende di un singolo, quale tragico periodo abbiano vissuto le generazioni che ci hanno preceduto. Sono lieto che questo blog SOLOSCACCHI(!?) possa ospitare
    interventi come il tuo.

  3. avatar
    Bilguer74 25 Gennaio 2011 at 09:57

    Sulla base della mia esperienza, questo è il primo titolo che unisce il gioco degli scacchi al tema della Resistenza. In Francia tra i partigiani spiccò pure Savielly Tartakower. Complimenti, Mauro, per l’avvincente ricostruzione! Grande articolo!

  4. avatar
    Marramaquìs 25 Gennaio 2011 at 13:21

    Bello e coinvolgente. Grazie, Berni.

  5. avatar
    Martin Eden 25 Gennaio 2011 at 17:40

    il Professor Berni, di cui Soloscacchi si onora ad ospitare questo prezioso contributo, cura una rubrica fissa sul Notiziario del Centurini, dedicata alla storia degli scacchi in Italia. Speriamo di leggerlo ancora sul nostro sito…

  6. avatar
    luigi 25 Gennaio 2011 at 22:12

    Grandissimo articolo. Tutti gli italiani dovrebbero capire che la libertà è una cosa meravigliosa, ma se non c’era la Resistenza con i suoi eroi che hanno rischiato la vita, rimaneva ancora un sogno.
    W gli scacchi, w l’ANPI , w i fratelli Cervi , w tutti quelli che hanno combattuto e sofferto x la libertà!!!!

  7. avatar
    Bilguer74 26 Gennaio 2011 at 17:01

    Proprio oggi Andrea Casazza, l’autore de “La beffa dei vinti”, era ospite nel bellissimo programma “Storie – Diario italiano” condotto da Corrado Augias su Rai 3. Ringrazio l’autore di questo articolo, Mauro Berni (e mi scuso per avervi letto in un primo momento “Martin Eden” a causa dei miei problemi di vista), per averci fatto conoscere i risvolti scacchistici delle vicende narrate.

  8. avatar
    Renzo Luise 10 Febbraio 2013 at 20:07

    Sono il nipote di Tristano Luise, e grazie a questo bellissimo articolo sono venuto a conoscenza di molti particolari sulla vita di mio nonno che ignoravo.
    Grazie di cuore per averlo postato.

  9. avatar
    Fabio Ziccardi 2 Febbraio 2014 at 17:10

    Leggo oggi per la prima volta il post del prof. Berni ed i toccanti commenti che lo seguono; sono il figlio di Piero Ziccardi, il comandante della Missione Zucca, che ha compiuto 100 anni 4 mesi fa, e sta molto bene; ricordo io stesso Tristano Luise, che ogni tanto incontrava mio Padre dopo la Guerra, visitandolo in occasione di nostri viaggi a Genova (risiediamo a Milano dalla fine del 1945), a casa di mio nonno Giovanni Ziccardi, sino al 1951 Preside del Liceo D’Oria.
    Un saluto a tutti, ancora ringraziando per l’attenzione.
    Fabio Ziccardi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


CLICCA QUI PER MOSTRARE LE FACCINE DA INSERIRE NEL COMMENTO Locco.Ro

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

La Palestra dei Finali

Chess Lessons from a Champion Coach

Torre & Cavallo - Scacco!

Strategia di avamposti

I racconti del Grifo

57 Storie di Scacchi
2700chess.com for more details and full list

Problema di oggi