il giorno della memoria

Scritto da:  | 27 Gennaio 2013 | 13 Commenti | Categoria: Zibaldone

Sul numero del 1984 della rivista veneziana “Scacchi e scienze applicate” appare un lungo articolo di Leonardo Foà, dal titolo “I miei ricordi scacchistici”, che riguarda il drammatico periodo 1934-1938.

Foà, napoletano, classe 1910, impara a giocare al ginnasio e qualche anno più tardi inizia a frequentare l’ambiente scacchistico della sua città, giocando in un locale alla portata degli studenti, piuttosto che nella sezione scacchistica del Circolo della Stampa; trova la stessa situazione a Bologna, dove trascorre le estati frequentando un caffè popolare più del circolo scacchistico bolognese, che ha sede in un elegante caffè del Pavaglione. Pensa allora, insieme ad altri, di entrare nella vita scacchistica ufficiale, costituendo in un dopolavoro rionale una sezione scacchistica.
La sezione, regolarmente affiliata all’ASI, svolge una notevole attività e Foà ne viene nominato segretario.
Dopo la laurea in ingegneria, vince un concorso nelle Ferrovie dello Stato e nell’ottobre 1934 si trasferisce a Genova.

“Mi iscrissi subito al Circolo scacchistico genovese Centurini ospitato dalla Società di letture e conversazioni scientifiche nella centrale piazza Fontane Marose. Anche questo circolo, come quello di Napoli, poteva quindi raccogliere solo soci benestanti; d’altra parte i circoli scacchistici allora, se non trovavano qualche associazione che li ospitasse, dovevano piantare le tende in qualche caffè che li accettasse. I caffè accettavano in principio la presenza degli scacchisti che in fondo alzava il tono del locale, ma poi, quando si accorgevano che lo scacchista teneva impegnato un tavolino di scacchi un intero pomeriggio limitandosi a bere un modesto caffè, cambiavano parere.
Il circolo scacchistico genovese aveva dei buoni giovani giocatori: Krausz, Briffa, Molinari: questi due ultimi si affermarono poi in campo regionale. L’ambiente del circolo era serio e dignitoso; qualche socio anziano veniva al circolo in redingote. Ricordo anche il senatore Ricci; era stato sindaco di Genova per vari anni e poi messo in disparte dal regime politico allora vigente; e veniva quasi tutte le sere a fare la sua partita con il prediletto avversario prof. Padoa.
Nel marzo 1935 l’Associazione Scacchistica Italiana mi nominò direttore tecnico scacchi per la provincia di Genova; era evidentemente soddisfatta dell’opera che avevo svolto a Napoli. Era avvenuto che l’ASI aveva abbandonato il CONI ed era passata all’Opera Nazionale Dopolavoro. A differenza del CONI, il Dopolavoro, oltre ad avere una sede centrale, aveva anche un’organizzazione periferica; in ogni capoluogo vi era un Dopolavoro provinciale ramificato poi in circoli aziendali e dopolavoristici.
Come direttore tecnico provinciale dipendevo tecnicamente dall’Associazione Scacchistica Italiana ma burocraticamente ero un funzionario (onorario, s’intende, non con lo stipendio) del Dopolavoro provinciale, incaricato di sviluppare l’attività scacchistica nella provincia. Potei quindi usufruire delle strutture del Dopolavoro; potevo fare scrivere le lettere e i bandi delle gare; nel bollettino mensile del Dopolavoro potevo fare inserire bandi di gara, notizie, ecc. e tale bollettino veniva poi inviato a tutti i circoli e sezioni dopolavoristici.
Organizzai tutti gli anni i campionati provinciali e regionali; ottenni quindi anche io la promozione in prima categoria nazionale e il diritto di partecipare ai tornei nazionali minori.
Il Dopolavoro provinciale stanziò regolarmente i premi per tali campionati; essendo i premi in danaro proibiti, i premi consistevano in buoni da spendere presso negozi.
Oltre al Circolo Centurini, vi era abbastanza prospera anche la sezione scacchi del Dopolavoro Ansaldo (con i forti giocatori Vanni e Bisesti); in quegli anni si aggiunsero: Dopolavoro Terni, Dopolavoro Postelegrafonico, Dopolavoro Tranviario, Dopolavoro di Sestri Levante, Società Serenitas, Nucleo Bar Gaggero e altri di cui in questo momento mi sfugge il ricordo”.

Tessera dell’Opera Nazionale Dopolavoro, creata nel 1925 dal regime fascista per organizzare (e controllare) il tempo libero dei lavoratori

A questo punto Foà ricorda come lui stesso e Vanni partecipino al torneo nazionale minore di Merano 1937, per il quale l’ASI si accolla le spese di soggiorno dei partecipanti. Aggiunge che nel 1938 riesce a convincere il Dopolavoro provinciale a finanziare la partecipazione di giocatori genovesi alle importanti manifestazioni dell’“Aprile Scacchistico Milanese”.

Le leggi razziali del novembre 1938 provocano il licenziamento di Foà, “perché appartenente alla razza ebraica”.

1938: l’anno delle odiose leggi razziali in Italia

Si trasferisce a Milano, trova lavoro presso un antifascista e abbandona gli scacchi.
Subito dopo l’8 settembre 1943 lascia Milano e riesce a raggiungere il Molise, oltrepassando di una decina di chilometri il fronte. Torna a Napoli, prende contatto con i parenti e si riavvicina agli scacchi.
Nel dopoguerra è nuovamente a Milano.
In una successiva conversazione con il direttore Bellucci, Foà si dilunga ancora sugli anni genovesi, in forma più discorsiva rispetto alla precedente memoria scritta, che ho già ampiamente saccheggiato.

“…c’era questo bar dove si giocava a scacchi. Io li aggregai come fossero un società scacchistica, non li feci federare perché ci voleva la loro volontà. Però li associai tutti direttamente all’Associazione scacchistica per mezzo del Dopolavoro; loro pagavano la tessera del Dopolavoro per avere lo sconto al cinema, quindi si federarono direttamente al Dopolavoro di Genova.
Il Bar Gaggero, dal nome del padrone, era un piccolo budello, ma ci si arrangiava a giocare, era in via Sottoripa, ora via Gramsci, sul lungomare lungo il porto (…;).
Il passaggio dal CONI al Dopolavoro, come mi ha detto Efrem Ferraris, fu dovuto a questioni finanziarie (…;). Era vicepresidente dell’associazione, quindi a Merano aveva partecipato alla premiazione. Nel viaggio di ritorno in treno, mi raccontò che l’Associazione abbandonò il CONI perché non aveva soldi, non c’era ancora il totocalcio… inoltre anche la volontà del duce era di aiutare lo sport fisico.
Passò al Dopolavoro… manteneva tante federazioni:… il canto corale, la pesca sportiva, il tiro alla fune, il gioco della volata – vi giocava Starace … le bocce. L’associazione nel Dopolavoro aveva un sussidio come tutte le altre (…;).
Questo Dopolavoro era un’organizzazione efficiente, era sussidiato dallo Stato, inoltre le aziende dovevano pagare qualcosa ai dopolavoro aziendali (…;). A Genova il dopolavoro provinciale aveva una ricca sede, un ufficio sportivo cui davo l’incarico delle circolari e corrispondenza varia, che veniva svolto (…;). Il Circolo Centurini, che si era un po’ addormentato, si svegliò un po’, lo spronavo io, ero socio anche lì, …e dovevo stare dietro a quelli del Caffè. Castaldi, campione italiano, fu invitato al Centurini a fare una seduta di partite simultanee… si sarebbe dovuto pagare la pubblicità sul giornale”.

Infine nel paragrafo “curriculum” vi è menzione dei tornei del periodo genovese di Foà. Mi limito a riordinare i dati, così come nelle ampie citazioni precedenti ho solo corretto qualche evidente errore, generalmente di stampa. Mi pare però rimanga qualche punto oscuro.

  • 1934: soc. 1 cat.: 2° classificato; cittadino 2 cat: 3°-4° classificato.
  • 1935: Ansaldo Sampierdarena, camp. di zona ligure e provinciale 1 cat: 6°-7° class. (1° Lena, 8,5 su 10); sociale 1 cat: 2°-3°; Centurini, prov. 2 cat: 5° class. (1° Lena 4,5 su 6).
  • 1936: Ansaldo Sestri, torneo a vantaggio di tempo per simultanee semilampo: 11° (1° Desena 19,5 su 24); Centurini, camp. sociale 1 cat: 2°-3° (1° Molinari 5 su 8); campionato cittadino 2 cat: 3° (1° Milanta 6,5 su 7); campionato cittadino 1 cat. Genova centro: 5°-6° (1° Briffa); campionato prov. 2 cat: 1° Foà 5,5 su 6; campionato di zona: 5° (1° Vanni 8 su 10).
  • 1937: torneo nazionale minore di Merano: 12° (1° Nestler 13,5 su 15).
  • 1938: torneo nazionale minore di Milano, gruppo A: 5° (1° Del Vecchio 6 su 8).

Segnalo di seguito ulteriori manifestazioni rilevanti per l’argomento in esame:

1934

  • Simultanea di Monticelli al Centurini, con il risultato di +19 =6 (Vitale, Bisesti, Briffa, Hawkins, Croce, Knepfler) -3 (Vanni, Rimassa, Marchetti).
  • Il Coni ratifica la nomina del dr. Antonino Conigliaro a Presidente della sezione scacchi del Dopolavoro Ansaldo, in cui si svolgono regolarmente i campionati sociali delle tre categorie.

1935

  • Nel febbraio si conclude un incontro per corrispondenza tra Ferrantes e il Dopolavoro Ansaldo; la Slava vinta dal maestro milanese sarà pubblicata in varie occasioni, ad esempio sul noto manuale di Pasquinelli.
  • Oltre ai soliti campionati dell’Ansaldo si svolge anche una gara sociale ad aperture obbligatorie, vinta da Bisesti.
  • Primo campionato sociale della Serenitas (vince Friedman) e del Bar Gaggero (Lena). Poiché, in precedenza, il comunicato ufficiale dell’ASI del settembre annuncia che è in via di regolare costituzione il circolo scacchistico presso il Bar Gaggero, non tutto sembra collimare con quanto sostenuto da Foà in proposito, però si parla di Nucleo e non di Dopolavoro, a testimonianza che si tratta di una realtà in qualche modo autonoma.

1936

  • Il campionato cittadino di terza cat. Genova centro è diviso in ben sei gironi, disputato ciascuno al Dopolavoro Serenitas, al Bar Gaggero e al Dopolavoro Terni, tre al Guf; finale al Serenitas. Quello del Ponente, diviso in due gironi, presso il Dopolavoro Ansaldo, a Sampierdarena e Sestri.
  • L’attivissimo Dopolavoro Ansaldo, oltre ai soliti campionati sociali, organizza anche tornei soluzionistici.
  • Campione di zona assoluto è Vanni; il titolo di zona di prima cat. non è assegnato perché Briffa e Foà, dopo sette partite di spareggio, sono ancora alla pari, quello provinciale di prima cat. è vinto da Molinari.
  • Penco è campione sociale del Dopolavoro Terni.
  • Fornisco dati più precisi sulla doppia simultanea di Mieses al Centurini:
    • 12/4/1936 +3 =3 (Franzus, Foà, Szalay)
    • 17/4/1936 +7 =3 (Molinari, Luise, Briffa) -2 (Vanni, Rocco)

1937

  • Il giorno 11 marzo simultanea del romeno Silbermann al Centurini, risultato +16, =3, -1. Vince Vanni, pattano Molinari, Macaggi e Bugatti.
  • Anche il Dopolavoro Terni organizza gare di soluzione. La novità è il campionato sociale del Dopolavoro Industria Saccarifera, vinto da De Luca. Peraltro è talvolta difficile districarsi tra campionati di zona, provinciali, cittadini e sociali delle varie categorie; a volte resta il dubbio per qualche confusione o unificazione di campionati.

1938

  • Sull’Italia Scacchistica i principali problemisti genovesi (Brogi, con due lavori, Cristoffanini, Chicco, De Barbieri e Mentasti) rendono omaggio al comm. Pasella, per anni presidente del Centurini, morto il 6 dicembre 1937.
  • Campione assoluto di zona è Molinari, dopo spareggio con Briffa.
  • Tra le usuali notizie di campionati sociali, cittadini, provinciali e di zona, si notano quelli sociali della Riviera di Ponente e della Val Polcevera, ovvero delle sezioni di Sestri e Sampiedarena dell’Ansaldo.
  • Il Dopolavoro Tranviario organizza il campionato provinciale di terza categoria.

Nel complesso l’attività del periodo preso in esame sembra dar ragione alla tesi esposta da Foà. L’OND, con la quale il regime fascista si propose di sviluppare e controllare le attività del tempo libero, è un’organizzazione più confacente del Coni all’ASI e al piccolo mondo scacchistico italiano, proprio in ragione della sua presenza diffusa e capillare.
Già l’attività del 1939 sembra inferiore, la guerra si incaricherà poi di distruggere un tessuto agonistico e organizzativo che a chi consulta la documentazione del 1934-1938 appare sufficientemente consistente, almeno in rapporto ai tempi.

Del senatore Ricci è conservata una partita in consultazione, la Molinari e Rocco – Ricci e Penco, giocata al Centurini il 25/1/1936 e ampiamente commentata da Penco sul numero di febbraio 1936 dell’Italia Scacchistica. Curiosamente è reperibile anche sul sito www.chesslab.com, ove però è segnalata, con molta imprecisione, come Molinari-Penco, Milano (!) 1936.

Le vicissitudini di Foà spingono a chiedersi quale sia l’incidenza delle leggi razziali sullo scacchismo italiano. È noto (l’Italia Scacchistica 12/1938, pag. 240 e Chicco-Rosino, pag. 331) come l’ASI, in ottemperanza alle nuove leggi, non rilasci il licenzino di gioco agli ebrei, che non possono quindi partecipare alla vita scacchistica ufficiale, ma la situazione diventa enormemente più grave e pericolosa con l’occupazione nazista e la costituzione della RSI.
Del tedesco di Milano Alfred Rubinstein parla lo stesso Foà nell’articolo citato:
“Rubinstein è riuscito a scamparla vivendo qui e lì, lo stavano scoprendo quando poi è finita, quando venne la Liberazione nell’Aprile del 1945. Doveva scappare, ma doveva anche guadagnare da vivere e commerciava in calze, io avevo un impiego, poi, dopo l’8 settembre 1943, sono fuggito, mentre lui è rimasto dal 1943 al 1945, tutto il periodo dell’occupazione nazista a Milano, è riuscito a scamparla, ma sapeva che stavano per prenderlo, …gli avranno fatto qualche domanda… ci sarà stata qualche spiata… lui riuscì a tener duro fino all’aprile del 1945”.
Un nome agonisticamente importante è quello di Abramo Orbach, di nota famiglia ebraica triestina, vincitore del torneo minore di Brindisi 1936 e partecipante al magistrale nazionale di Milano 1938. Nei tornei triestini si trova anche il nome di Isacco Orbach. Dovrebbe quindi trattarsi di “Isacco e Abramo Orbach (che) partigiani nelle Marche, dove si erano nascosti fuggendo dai nazisti, arruolatisi nella Brigata Ebraica dell’esercito inglese, parteciparono alla liberazione di Trieste” (Il Piccolo, 25/7/2008).
Tullio Zapler, giocatore e soprattutto organizzatore a Bari di tornei dedicati alla memoria della madre Anna, il più importante dei quali è il magistrale del 1948 vinto da Canal, emigra poco dopo in Israele, con una scelta poco usuale tra gli ebrei che vivono in Italia.
Mi pare arrivi a Firenze prima della guerra l’odontoiatra ungherese Elemer Klein, che nel dopoguerra sarà per anni presidente del circolo scacchistico fiorentino, mentre potrebbe essere postbellico l’arrivo a Roma del cecoslovacco Ornstein, che in età relativamente avanzata emigrerà in Israele.
Paoli testimonia della presenza a Fiume di un nucleo piuttosto consistente di scacchisti ebrei ungheresi. A mio parere potrebbe essere israelita anche l’ungherese Andrea Krausz, a Genova nell’anteguerra e nel primissimo dopoguerra, poi a Firenze, ove parteciperà al magistrale del 1952.
Certo indagini sistematiche, peraltro non facili, potrebbero rivelare realtà anche più dolorose di quelle appena illustrate.

Un ringraziamento, da parte di Soloscacchi, al Circolo genovese Luigi Centurini, ed in particolare al suo presidente il Dottor Marco Faggiani, per la consueta preziosa collaborazione.

avatar Scritto da: Mauro Berni (Qui gli altri suoi articoli)


13 Commenti a il giorno della memoria

  1. avatar
    carla ramos 27 Gennaio 2011 at 22:21

    complimenti per questo articolo,oggi è un giorno molto triste… 😥

    • avatar
      silvia 11 Dicembre 2012 at 11:45

      Grazie, lo scacchista tedesco di Milano era mio nonno :) e’ dolce sentir parlare di lui e della sua vita da qualcuno che ha vissuto quel periodo con lui

  2. avatar
    jazztrain 27 Gennaio 2011 at 22:40

    un articolo perfetto per il giorno della memoria.

  3. avatar
    Luca Monti 27 Gennaio 2011 at 22:56

    Grazie Berni

  4. avatar
    Marramaquìs 27 Gennaio 2011 at 23:53

    Grazie, Berni per queste preziose testimonianze e memorie.
    Negli ultimi anni siamo tornati ad avere infinito bisogno di ricordare e di capire.
    Ed io mi auguro di tornare a leggerLa ancora, qui a Soloscacchi.

  5. avatar
    Zenone 28 Gennaio 2011 at 08:40

    Come ho avuto modo di ribadire, commentando su questo blog articoli di ben minore spessore – vista l’importanza del tema -, noi siamo la nostra memoria e aggiungo che i nostri figli saranno la nostra memoria.
    Grazie

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    alfredo 29 Gennaio 2011 at 14:23

    grazie
    in questo giorno, ma non solo, vorrei ricordare anche gli eroi che mettendo in pericolo la propria di vita aiutarono il popolo ebraico
    i :
    חסידי אומות העולם

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    Fabio Lotti 27 Gennaio 2013 at 09:32

    Ringrazio Mauro Berni. Non dimentichiamo.

  8. avatar
    Mongo 27 Gennaio 2013 at 13:16

    Qualcuno sa dirmi chi è l’autore del disegno sopra la didascalia ‘1938: l’anno delle odiose leggi razziali in Italia’.
    A mente fredda, senza alcun anti-semitismo, lo trovo un capolavoro. Riuscire a coniugare gli ebrei con 4 vipere e con i loro lunghi corpi disegnarne una stella a sei punte con l’aggiunta della mano (fascio-nazista) che strozzandoli la completa. Un autentico capolavoro satirico ed efficace, per l’epoca, messaggio mediatico. Nemmeno Stalin, che di porcherie ne ha fatte parecchie, era mai riuscito a concepire una cosa del genere, a livello pubblicitario s’intende.
    Onde evitare polemiche ed insulti, ribadisco che non sono affatto anti-semita. Anti-sionista si, ma non anti-semita. La mia è solo una curiosità dovuta all’effetto che mi ha dato rivedere quella immagine.

    • avatar
      Luca Monti 27 Gennaio 2013 at 14:16

      Mongo,se provi in rete digitando -la difesa della razza-,ti si aprono molte
      possibilità per una tua ricerca alla domanda che poni.Dato che la quantità di materiale è cospicua,armati di pazienza.Sono certo che studiando le fonti, troverai la risposta.

      • avatar
        Mongo 27 Gennaio 2013 at 15:20

        Grazie Luca, ci proverò.

  9. avatar
    alfredo 27 Gennaio 2013 at 17:48

    in questo giorno , in cui le parole di un nano psicopatico che ha prodotto danni al nostro paese paragonabili solo a quelli prodotti dal maestro elementare di Predappio invito gli amici a leggere questo documento stretamente correlato a questo ottimo articolo
    http://www.anpi.it/media/uploads/patria/2007/1/11-12_ANTISEMITISMO.pdf

  10. avatar
    alfredo 28 Gennaio 2013 at 19:50

    vorrei ricordare che il libro che Leonardo Sciascia aveva in animo di scivere prima di morire era incentrato sulla figura di Interlenghi , ebreo fascista , direttore di queesta repellente rivista .

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