Ho fatto (quasi) Cent(r)o

Scritto da:  | 15 Febbraio 2011 | 3 Commenti | Categoria: Nazionale, Tornei

4 febbraio 2011, ore 17. Eccomi qua, davanti al database a ripassare per l’ultima volta le varianti. Inizia oggi il primo dei due Weekend collaterali al primo Festival Internazionale di Pieve di Cento, un torneo ormai atteso da mesi. Sono le 17.15, è ora di andare. Dopo aver preso un panino al volo esco di casa per recarmi al punto di ritrovo con gli altri scacchisti imolesi che come me parteciperanno al torneo B, tagliato sotto i 1800. Il viaggio dura circa un’ora, tra battute, ripasso di varianti e altri discorsi. Sono le 18.35 quando il team imolese varca la soglia del PalaCavicchi, sede di gioco. Per prima cosa come mi piace fare in ogni torneo, esploro la sede di gioco. Non male. Un bar abbastanza fornito, una sala analisi con 10 scacchiere e un ambiente riscaldato. Seguono iscrizioni, qualche partita amichevole e le 19.30 arrivano in un lampo.

Gioco in prima scacchiera coi neri, con un ragazzino che conosco. 1.e4 e6 2.d4 d5 3.Cd2 Oh no, la Tarrasch! Variante che non ho ripassato, mi tocca andare a scavare nei meandri della mia mente per ricordarmi la linea e fortunatamente il mio avversario gioca tutte le mosse teoriche senza uscire dalla teoria! Dopo aver rifiutato la proposta di patta continuo a giocare, pedone in più ma finale complesso. Sembra però che la dea bendata mi assista, e il mio avversario non si accorge di essere a corto di tempo finendo per far cadere la bandierina. Firmo il formulario pensando “e una, stavolta m’è andata bene”. Vittoria anche nel secondo turno, ma sempre per una svista avversaria in una posizione in cui nonostante io abbia un pedone in più non riesco a entrare col re, e quindi salvo sorprese dovrebb’essere patta. Tutto ciò dopo una posizione in cui io, con due pedoni in più, decido di giocare un sacrificio di pedone per aprire la posizione. Sono scontento del mio livello di gioco, e il peggio deve ancora venire… Nel pomeriggio arriva infatti la prima patta, e ugualmente succederà la mattina dopo. 3 su 4.

Ore 15.30: quinto ed ultimo turno. Mantengo la prima scacchiera, il gruppo dei primi è a 3 punti. Di fronte a me si siede un mio amico, dobbiamo giocare contro. Penso che la cosa più brutta sia giocare con un proprio amico il turno decisivo di un torneo, dove l’agonismo è superiore all’amicizia e tutto è concesso. Trascorre all’incirca un’ora dall’inizio della partita che il mio avversario mi propone patta. Tra me e me penso “Se vinco, potrei vincere il torneo” e rifiuto, come di solito non faccio mai. Lo stesso avvenimento si ripete 20 minuti dopo, questa volta rifiuto nuovamente facendo una battuta e facendo capire di voler vincere. Dopo cambi vari siamo in finale, un bel finale di cavallo. La posizione è chiusa, e nel mio cervello iniziano a sentirsi delle vocine: la prima continua a dire “proponi patta,non rischiare” ma la seconda mi minaccia “Coraggio Tommy, non fare il solito codardo, gioca e spazzalo via!”. Decido per il piano B, andando a ottenere posizione superiore…

Sembra quasi fatta quando il mio avversario con freddezza sacrifica un cavallo per creare due pedoni passati. Da qui la partita è in calando, mi tocca abbandonare qualche mossa più tardi. Pazienza, c’ho provato. E da primo del tabellone scivolo all’ottavo posto finale, con un po’ di rammarico. E’ da un po’ che non gioco così male a un torneo, ma a volte tornei giocati male sono un beneficio, perché stimolano il giocatore a studiare per fare meglio la volta dopo. Morale della favola? Meglio una partita persa e combattuta che una patta da vigliacco.

avatar Scritto da: Tommaso Fuochi (Qui gli altri suoi articoli)


3 Commenti a Ho fatto (quasi) Cent(r)o

  1. avatar
    Del Ponte 15 Febbraio 2011 at 08:42

    Mr. “Thomas” Fires, I suppose….

  2. avatar
    Mr Fires 15 Febbraio 2011 at 18:09

    Sì,CI CONOSCIAMO?

  3. avatar
    Del Ponte 15 Febbraio 2011 at 18:18

    No, ma ho consultato le classifiche e gli incontri degli open di Cento. Complimenti per il torneo e per il simpatico resoconto.

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