Italiani a Mendrisio

Scritto da:  | 22 Febbraio 2011 | 18 Commenti | Categoria: Campionati, Internazionale, Zibaldone

Al via domenica il Campionato Svizzero a Squadre…


Per noi cresciuti a pane e bici il nome di Mendrisio rievoca la malinconia di una volata senza storia: quella in cui il Cannibale Eddy Merckx faceva suo il primo titolo mondiale su strada dei tre conquistati nella sua folgorante carriera,  quella volta come mille altre ancora alle spese del nostro Felice Gimondi in uno sprint che ci brucia ancora. Ma scacchisticamente parlando il Circolo dell’omonima cittadina ticinese non è secondo a nessuno, almeno quanto a qualità di blasone tricolore schierato: nomi come i Grandi Maestri Michele Godena e Giulio Borgo, o i Maestri Internazionali Fabio Bellini Fabio, Renzo Mantovani, Yelena Sedina, Paolo Vezzosi ed Emiliano Aranovitch sono infatti lì in bella mostra a fregiare la rosa della squadra svizzera in questa edizione della più importante manifestazione a squadre elvetica al via domenica prossima. Ai nastri di partenza, oltre ai nostri, anche nomi ultra-noti allo scacchismo italico quali Bela Toth (Riehen) o Lorenz Drabke (Reichenstein) e fuoriclasse di prestigio internazionale quali invece Kortschnoj (Zürich) e Artur Jussupov che difenderà i colori della compagine di Winterthur la quale schiererà in prima scacchiera un tal Fabiano Caruana. A far da contorno per esempio un certo Dreev (Zürich Réti ASK) fresco vincitore a Cento o anche un altro veterano rotto a mille battaglie come Andrei Sokolov per non parlare poi di un certo Dottor Robert Hübner che difenderà i colori del team di Lucerna: insomma uno spettacolo assolutamente da non perdere!

Qui il Sito Ufficiale con la composizione delle squadre, il calendario degli incontri e le classifiche.

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Fare click sul triangolino qui sopra (in basso a sinistra) per rivivere l’emozione di quell’incredibile giorno di quarant’anni fa…

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18 Commenti a Italiani a Mendrisio

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    Martin Eden 23 Febbraio 2011 at 07:15

    Forza Giulio! 😉

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    alfredo 23 Febbraio 2011 at 08:09

    Caro amico
    in realtà quello di Mendrisio fu il secondo titolo di campione del mondo di Eddy , che vinse già questo titolo nel 1967 .
    segui’ poi montreal 74 davanti a Poulidor
    ciao!

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      Mandriano 23 Febbraio 2011 at 14:37

      …Alfredo…Martini??? 😛

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    LC 23 Febbraio 2011 at 14:06

    “nomi come i Grandi Maestri Michele Godena e Giulio Borgo”

    Giulio Borgo non è un Grande Maestro.

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      Mandriano 23 Febbraio 2011 at 14:43

      …gran maestro di vita!!! 😆

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    Jazztrain 23 Febbraio 2011 at 14:11

    E’ Grande Maestro under rating, deve arrivare a 2500 punti ELO.

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    alfredo 23 Febbraio 2011 at 15:41

    non Martini .. ma discreto intenditore di ciclismo
    Al’inizio degli anni 70 il CT della nostra nazionale di ciclismo fu in realtà Nino defilippis con cui l’italia vinse parecchi mondiali ( adorni 68 , basso 72 , gimondi 73 , la rivincita di Felice)
    in quanto a giulio concordo
    che il suo gioco sia quello di un gm è fuor di dubbio
    che sia anche una splendida persona non sono il solo a pensarlo !!!

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    alfredo 23 Febbraio 2011 at 19:26

    ma due anni dopo:

    😛

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    Marramaquìs 23 Febbraio 2011 at 21:38

    Però, io sono convinto che avremmo potuto vincere ancor di più in quegli anni (fra mondiali e corse a tappe) se avessimo utilizzato meglio, e costantemente, Vito Taccone.
    Con un formidabile scalatore come Vito l’Abruzzese sempre all’attacco, Merckx sarebbe stato costretto ad inseguire di persona o a spremere i suoi gregari.
    Comunque non dimentico che stiamo parlando di Merckx, eh, ragazzi, cioè del più grande, forse, ciclista di ogni tempo.

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      Martin Eden 23 Febbraio 2011 at 23:17

      Del più forte sicuramente… il più grande per me è stato e sarà sempre il mitico Fostò

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    alfredo 24 Febbraio 2011 at 20:40

    sono d’accordo
    Merckx è stato il piu’ forte. Coppi il piu’ grande
    Come negli scacchi : Kasparov il piu’ forte , Fischer il piu’ grande
    Per quanto riguarda Taccone devo dire che si ritiro’ nel 1970 e negli anni in cui corse con Merckx non lo impensierì mai .
    I suoi anni migliori furono i primi anni 60 .
    Buon scalatore ma gli unici a mettere in difficoltà Merckx furono Fuente ( il piu’ grande scalatore del dopoguerra con Gaul, Bahamontes e Pantani) , il grande sfortunato Ocaña al tour e , nel giro nel 74, Gibì Baronchelli .
    come scalatore reputo Taccone inferiore anche , tra gli italiani , a Giovanni Battaglin
    forse Marco avrebbe messo in difficoltà Merckx in salita anche se i distacchi che avrebbe inflitto Merckx nelle crono sarebbero stati abissali
    certo negli anni 60 l’italia ebbe tanti ottimi corridri : oltre a Gimondi , Bitossi , Dancelli , Adorni , Zilioli , il velocista Basso , anche se il piu’ dotato di classe fu Gianni Motta la cui carriera rimase un’incompiuta per problemi fisici
    grazie amico per avere messo assieme le mie due grandi passioni 😉

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    Martin Eden 24 Febbraio 2011 at 22:05

    Grazie del tuo acutissimo commento, Alfredo. Oltre a spendere anch’io una parola per Gianni Motta, campione anch’egli dalla classe cristallina come Argentin e Saronni da te già ricordati, vorrei ricordare tre corridori di quegli anni a cui sono particolarmente affezionato: Miro Panizza, Fausto Bertoglio e Silvano Contini.
    Ecco, non hanno esaltato le tifoserie come i grandi campioni di quegli anni ma, per le loro doti umane, la modestia e l’abnegazione che solo uno sport vero come il ciclismo richiede, a dispetto di tutti i suoi problemi, sono stati, almeno per me, figure di grandissimi atleti non seconde a nessuno…

    • avatar
      Mongo 25 Febbraio 2011 at 01:22

      Miro Panizza grandissimo gregario!!!
      Tra gli scalatori vorrei ricordare anche Beccia.

  10. avatar
    Marramaquìs 24 Febbraio 2011 at 23:06

    Più che altro, Taccone era un personaggio vero, uno degli ultimi di un ciclismo pionieristico e (quasi) “pane e vino”.
    Purtroppo troppe ombre nere hanno avvolto le imprese di gente acclamata campione nei decenni successivi, gente che a 27 anni ne dimostrava venti in più, gente che non ha esitato a rovinarsi e a rovinare uno sport e che è stata troppo facilmente esaltata e , poi, mai sufficientemente biasimata.
    Continuo a seguire ugualmente il ciclismo, più di ogni altro sport, perché credo che in tanti siano ancora gli onesti a pedalare e faticare. Speriamo sia proprio così.

  11. avatar
    Martin Eden 25 Febbraio 2011 at 07:22

    Concordo in pieno con te, mio carissimo Marramaquís, ed è per i motivi a cui tu accenni che il ciclismo comunque rimarrà sempre nel cuore degli appassionati (tantissimi): polvere, sudore e fatica… e non c’è doping che tenga!
    Per l’altro mio carissimo amico, il Mongo, vorrei solo spezzare non una lancia, ma un’alabarda per Panizza: definirlo semplicemente “gregario” sarebbe fargli un torto troppo grande. Vero, non era forse un vincente né un capitano nell’accezione comune del termine, ma comunque aveva nelle gambe due locomotive che tanti gli invidiavano, anche campioni forse più acclamati di lui. Secondo e maglia rosa per diversi giorni in un celebre Giro dietro al mitico Nanard Hinault così come secondo in una Sanremo, quarto al Tour del ’76 e tante altre vittorie di tappa e piazzamenti di prestigio nelle classiche, mica male per un semplice gregario, vero?

  12. avatar
    alfredo 25 Febbraio 2011 at 13:41

    Ricordo miro panizza, dopo la fine della carriera, al giro. Come a molti ex corridori la Gazzetta dava un piccolo lavoro a molti ex ciclisti.
    Miro doveva tenere l’ordine sul retilineo d’arrivo
    Lo ricordo serissimo, severissimo e compuntissimo con la paletta in mano.
    Beccia fu un discreto corridore abbastanza completo. Vinse una freccia vallone e fu a un pelo dal vincere una Sanremo nel ’78, scattando agli 800 metri e quasi sorprendendo i velocisti.
    Comunque come scalatore vorrei ricordare negli anni 60 Imerio Massignan
    sgraziato ma efficace, una vita non facile dopo il ciclismo.
    Per dire di Panizza andate a vedere gli ordini di arrivo delle corse anni 60 – 70 e chi arrivava davanti a lui…

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