Aix les Bains: l’irresistibile fascino dei numeri bruti (Parte I)

Scritto da:  | 26 Marzo 2011 | 4 Commenti | Categoria: Campionati, Cronaca, Internazionale, Tornei

Strano a dirsi, questo è il mio primo Campionato Europeo di scacchi. A quasi dieci anni dal mio ritorno agli scacchi e a tre circa dall’averli abbracciati come professione esclusiva, mai avevo avuto occasione di partecipare alla massima manifestazione continentale. Dopo qualche antico Cappelle la Grande, le splendide esperienze moscovite al fianco di David Bronstein, l’avventura dello scampato invito alla Vechernjaja Moskva, la recente fascinazione per Cap D’Agde, i ripetuti corsi all’università degli scacchi di Wijk aan Zee, una tappa del Grand Prix FIDE da spettatore pagante, la lunare geografia dell’Islanda che mi ha regalato la felicità di vivere in diretta la splendida Vocaturo-Hillarp Persson (indubbiamente la più bella partita cui abbia mai assistito), la sofisticata finale del Masters di Bilbao, la gioviale scorribanda del mondiale giovanile in Patagonia e qualche altro felicissimo ricordo scacchistico in Sudamerica (tra cui la indimenticabile notte passata a giocare lampo contro Samuel Schweber), tre Olimpiadi in ruoli del tutto diversi (Calvià, Torino, Dresda), decine di tornei nazionali e internazionali organizzati – per non parlare delle esperienze giovanili quando giravo il mondo con gli scacchi esagonali  – pensavo di potermi stupire ancora di poco. Come sempre, e per fortuna, sbagliavo, eccome se sbagliavo…

Ho deciso di accompagnare Daniele Vocaturo in questo difficile impegno quasi all’ultimo secondo, indeciso per settimane se ne valesse o meno la pena. L’andamento del torneo Aeroflot prima e il sostegno della FSI poi hanno fatto pendere la bilancia dalla parte del sì e così mi sono ritrovato, tutto sommato con mia piena soddisfazione, a organizzare la trasferta che mi avrebbe portato al mio primo Europeo.

Per limitare le spese, è stato necessario prendere alcuni accorgimenti: affittare un appartamento con qualche settimana di anticipo, programmare un lungo trasferimento in macchina e soprattutto passare al supermercato prima di partire… Il premio per una simile organizzazione sarebbe stata la possibilità di lavorare assieme nelle migliori condizioni immaginabili, con computer, Internet, libri, l’immancabile impianto hi-fi,cibarie e tanto spazio a disposizione dove appoggiare la scacchiera per i momenti di studio – oltre naturalmente a una tranquillità difficilmente riproducibile nei febbrili ambienti di un albergo.

Siamo arrivati a Aix Les Bains domenica sera dopo nove orette di un viaggio molto rilassante, in tempo per prendere possesso delle nostre stanze, scaricare la macchina e installarci nel nostro quartier generale a pochi passi dal lago. Scelti i rispettivi giacigli, non restava che sgranchire le gambe nel più che opportuno bowling sotto casa, un evidente invito a non spegnere le luci del giorno troppo presto. Naturalmente ne ho approfittato per sfidare Daniele, pienamente consapevole che quella sarebbe stata l’unica occasione per superarlo con quasi matematica certezza. Ebbene, se la prima partita “di riscaldamento” è finita senza storie con un modesto 119 a 65 a mio vantaggio, ho poi fatto un errore che si è rivelato quasi fatale. Ho infatti pensato di trasmettere a Daniele i fondamentali del gioco (che peraltro non ricordo di aver mai appreso, nemmeno in una vita precedente), spiegandogli anche che era questione di concentrazione, determinazione e voglia di vincere, proprio come negli scacchi. Per essere certo di stimolarne la combattività, ho anche aggiunto che nonostante i venti anni esatti di differenza tra me e lui quella sera non avrebbe avuto scampo alcuno. Lo avrei battuto, ribattuto e strabattuto – per vendicarmi di tutte le volte che mi aveva zittito alla scacchiera. Non lo avessi mai fatto: Daniele avrebbe reso pan per focaccia sfoderando una combattività fuori dell’ordinario e arrivando ben presto a scodellare inaspettato 126 che mi avrebbe lasciato di stucco, oltreché perdente nella manche e indietro anche quanto a punteggio massimo… A questo punto il vecchio leone non ancora del tutto sdentato che è in me ha ruggito e ha inanellato una serie di prestazioni regolarmente sopra i 130 e punta a 168, sufficienti a regolare un Vocaturo in costante crescita nelle quasi tre ore di gioco, ma pur sempre a distanza di sicurezza dall’improvvisato “maestro”. Devo dire che ho provato quasi un brivido di autocelebrativo piacere quando, approssimandosi lo scoccar dell’una, Daniele mi ha confessato di non avere più energia per combattere invano e preferiva usare quella residua a fare il tifo per me… Un modo certo inconsueto per prepararsi a un esordio europeo e, ahimè, visto il risultato del primo turno alla scacchiera, forse un esperimento da non ripetere!

L’indomani, lunedì, è il giorno della conferma dell’iscrizione. Già al mattino ci premuriamo di capire dove si trovi la sala di gioco, ripercorrendo poi il facile tratto che separa il nostro quartier generale dal centro città verso le cinque del pomeriggio. Mentre tagliamo il centro cittadino, incontriamo un’allegra combriccola composta da Michele Godena, Andrea Stella e Codenotti padre e figlio. La fermata è d’obbligo e con essa, e i piacevoli momenti conviviali interrotti solo dall’arrivo di due vigilesse che hanno guardato in cagnesco la mia automobile garbatamente appoggiata su un marciapiedi, in qualche modo “comincia” la nostra avventura europea.

L’arrivo al Centro Congressi di Aix Les Bains, in Rue Jean Monard, più o meno ai piedi del declivio che dolcemente si arrampica verso le verdi vette che sovrastano questa bella cittadina lacustre, è in linea con le mie aspettative sulle tradizioni congressuali francesi. Nell’anticamera dell’ampio salone d’ingresso una scrivania a forma di orologio di scacchi forniva le prime informazioni agli arrivati e i giocatori venivano ordinatamente inviati presso alcune postazioni disposte più o meno a ferro di cavallo. Qui alcune giovani donzelle si premuravano di raccogliere i dati anagrafici e logistici prima di consegnare al nuovo arrivato la francesissima “borsetta dell’Europeo”, un badge per l’accesso alle zone riservate e, avrebbe aggiunto Fabrizio de André, “il consiglio di vendere cara la pelle” prima di indirizzare i loro clienti verso uno degli arbitri che avrebbe confermato ufficialmente l’iscrizione. A noi, per sorte anagrafica – o chissà per premeditazione -, tocca in sorte Mauro Fiori, segretario generale della FSI e qui rappresentante tricolore nel collegio arbitrale.

La scenografia è allo stesso tempo maestosa e minimalista, di certo incorreggibilmente francese. Ai totem gialli firmati BNP Paribas (lo sponsor principe della manifestazione, a quanto mi è dato di capire) rispondono pezzi giganti in moquette sintetica verde sparsi un po’ ovunque. Alle spalle della zona di accoglienza, un’area “VIP-giornalisti” annunciata da due teloni verticali con un cavallo e alfieri posto a mo’ di mezza cariatide ai lati della zona, rigorosamente segnata da una moquette bianconera. Al centro tra i due teloni si staglia invece una imponente donna bianca, di aspetto vagamente modernista. Tutto ha un aspetto raffinato, non necessariamente razionale e certamente non ben amalgamato, secondo quella allegra confusione che spesso caratterizza le abitudini architettonico-congressuali dei “cugini”.

D’altro canto, che avremmo dovuto spremere le meningi per trovare la sala di gioco ce lo aveva già anticipato Fiori: le prime 100 scacchiere al Centro Congressi, le restanti al Casinò, a circa 300 metri di distanza. Come se non bastasse, le prime 100 scacchiere sono sparpagliate in tre luoghi diversi: dalla 1 alla 20 sul palco del teatro, dalla 21 alla 50 in una sala al secondo piano, dalla 51 alla 100 in una sala gemella al secondo piano. Con la Regola di Dresda in pieno vigore, di certo una piccola difficoltà in più…

Dopo le formalità ci attendeva la cerimonia d’inaugurazione, prevista per le 19 nella bella Sala Lamartine del Casinò, in pratica uno splendido teatro di inizio Novecento “in stile italiano” come dicono gli stessi francesi. Il programma prevedeva un concerto dell’orchestra giovanile del locale conservatorio (composta di soli legni, percussioni e un basso, senza archi e ottoni), preceduto al solito dai discorsi introduttivi di autorità locali e scacchistiche. A questo proposito, devo dire del bel teatrino a soggetto messo in scena dallo scoppiettante Sindaco di Aix Les Bains e il Grande Maestro Pavel Tregubov, sacrificatosi a interprete in consecutiva (francese, russo e inglese), come anche della certo non brillante esibizione del segretario ECU Sava Stoisavljevic, che probabilmente sta al Presidente Danailov come il Ministro Gelmini al Ministro Tremonti. Chissà, viene il sospetto che il successivo ringraziamento del presidente della Federazione Francese degli Scacchi Jean Claude Moingt, rivolto personalmente all’ex Presidente dell’ECU Boris Kutin, appartenga al novero dei “riferimenti puramente voluti”.

Meglio, davvero meglio, ascoltare i giovani maestri sul palco che, a sorpresa, si esibiscono in un repertorio contemporaneo con temi come l’arcinoto crescendo di Hans Zimmer, colonna sonora de “Il Gladiatore” che ricorda nei modi compositivi il Boléro di Ravel, oppure un apprezzatissimo medley degli Abba, vero leit motif della serata, con pezzi come “Money, Money”, “Mamma Mia” e la celeberrima “Dancing Queen”. Un bel mélange di moderno e classico e un modo decisamente originale per aprire un Campionato Europeo.   [continua]

avatar Scritto da: YG (Qui gli altri suoi articoli)


4 Commenti a Aix les Bains: l’irresistibile fascino dei numeri bruti (Parte I)

  1. avatar
    Martin Eden 27 Marzo 2011 at 20:56

    Be’… che dire?!? Questo sì che è un Signor Reportage con la ERRE maiuscola! 😉

    • avatar
      jazztrain 27 Marzo 2011 at 21:04

      Attendo la seconda puntata. YG sa come stupirci.

  2. avatar
    Duccio 27 Marzo 2011 at 22:21

    Sì, veramente interessante, grazie! Rarissimo uno spaccato come questo, e anche quello pubblicato oggi, di un torneo raccontato non dal lato degli spettatori ma da quello dei protagonisti.
    Ci puoi mica dire eventualmente qualcosa di come Daniele affronta il torneo dal punto di vista tecnico? Mi par di capire infatti che Marin non è lì con voi. Il fatto che non ci sia, ecco, rappresenta per Daniele un ostacolo? Anche se, immagino, i contatti possono lo stesso avvenire, a partita conclusa, per telefono o email, no?

    • avatar
      YG 29 Marzo 2011 at 11:47

      Ciao e grazie per le belle parole.
      Per ovvi motivi, non posso entrare nei dettagli tecnici. Tuttavia confermo che Marin non è con noi e che ce la caviamo benissimo in due! :)

      (il che detto appena dopo una bella sconfitta potrebbe far sorridere…;)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


CLICCA QUI PER MOSTRARE LE FACCINE DA INSERIRE NEL COMMENTO Locco.Ro

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

La Palestra dei Finali

Chess Lessons from a Champion Coach

Torre & Cavallo - Scacco!

Strategia di avamposti

I racconti del Grifo

57 Storie di Scacchi
2700chess.com for more details and full list

Ultimi commenti

Problema di oggi