Cammelli nella neve

Scritto da:  | 15 Dicembre 2009 | 3 Commenti | Categoria: Curiosità, Stranieri

CammelliNellaNeve

E chi li ha mai visti?!?
Be’, la stagione è l’inverno, ovviamente… e la latitudine è quella Italiana, meno ovviamente…
Nel triste e gelido inverno del ’44, in Carnia per essere esatti.
E la popolazione del luogo, i carnici, dei Cosacchi spesso non aveva neppure mai sentito parlare prima, e forse un cammello tanti non lo avevano magari mai visto neppure in fotografia… immaginatevi nella neve.
E’ uno dei tanti episodi ancora poco conosciuti della storia della Seconda Guerra Mondiale ed i Cosacchi, oltre ai loro affezionati cammelli (tanti, come gli elefanti di Annibale, nullaffatto avvezzi al clima alpino, perirono a causa delle fredde temperature della zona), con se portarono le loro abitudini.
PaeseCarnicoMolti entravano nelle case dei contadini alla ricerca di qualche liquore ma in tempi di guerra questi erano roba per ricchi e, per dissetarsi, se la trovavano, si accontentavano di una bottiglietta, smarrita in fondo a qualche armadio, di acqua di colonia. I nomi dei paesi per qualche mese, fino al maggio della primavera del ’45, furono opportunamente modificati, così per esempio, la Cavazzo di Mezzemaniche fu ribattezzata in Krasnodar e altri centri subirono sorte simile, sia in quanto a toponomastica, che in quanto a quegli orrori della guerra che tutti abbiamo avuto modo di sapere dai libri di storia.

Dal sito www.itcmarchetti.net possiamo leggere di “una stupita descrizione fatta da un friulano verso una popolazione così diversa”:

CarroCosacco

“La loro casa era il carro, sul quale viaggiavano e dove erano riuniti bimbi, giovani e vecchi. Faceva caldo e questi russi indossavano vesti pesanti. Le donne, dalla faccia larga e dei capelli di un biondo color stoppa chiara, erano piuttosto tozze, si coprivano il capo e le spalle con degli ampi fazzoletti e grosse sciarpe come le nostre donne d’inverno. Portavano i bambini in braccio infagottati nella lana. Gli uomini, se erano Cosacchi, cavalcavano sempre anche per fare soltanto cento metri di strada. Avevano usi e costumi propri e un linguaggio incomprensibile. Dovendo trattare con noi nella loro lingua risultavano, sopra tutte le altre, le parole: <<da,da, nema, carroz, spassiba>>”

Cosacchi

“I militari cosacchi erano sempre baldanzosi, strafottenti e prepotenti all’occasione, fieri della loro divisa e dei loro contrassegni di uniforme. Si coprivano il capo anche d’estate nelle giornate di caldo soffocante con dei berrettoni rotondeggianti d’astrakan. Quelli di loro non sposati avevano un grande ciuffo di capelli, ricci e attorcigliati, che, superbo, spuntava di sotto il berretto dal lato della fronte.”

Volantino

Ma tra le loro abitudini e costumi tanti portarono anche quella del gioco degli scacchi, marchio glorioso e indelebile di tante popolazioni dell’ex Unione Sovietica. La tradizione è rimasta e anche nell’odierno Kazakistan, terra d’origine di quei lontani uomini della steppa, gli scacchi occupano un posto di prim’ordine nella loro storia. I Cosacchi, questa etnia al tempo stesso così affascinante e singolare e dalla storia travagliata… il cui nome, non a caso, deriva da qazaq’ che significa “uomo libero”.

In un paese in cui la densità è di appena 6 abitanti per chilometro quadrato (a fronte dei 200/km² in Italia) il numero di Grandi Maestri è il doppio dei nostri (15 contro 7). Tra questi abbiamo scelto Murtas Kazhgaleyev (Elo 2653) ed una sua brillante partita contro Teimour Radjabov.

Kasgalejew

[Per saperne di più: “Stanitsa Tèrskja. L’illusione cosacca di una terra. Verzegnis 1944-1945” di Patrizia Deotto]

avatar Scritto da: Martin (Qui gli altri suoi articoli)


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3 Commenti a Cammelli nella neve

  1. avatar
    biker 16 Dicembre 2009 at 19:16

    Ne approfitto per utilizzare la possibilità (nuova?) di votare gli articoli. Questo mi è proprio piaciuto.

  2. avatar
    cserica 16 Dicembre 2009 at 19:19

    il nostro Martin Eden , oltre a scrivere ottimi articoli, ha appena introdotto nel blog la possibilità di votare…..senza di lui saremmo perduti

  3. avatar
    Martin Eden 16 Dicembre 2009 at 19:24

    Perduti nella steppa del Kazazistan?!? 😉

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