Monaco 1942, il primo campionato europeo

Scritto da:  | 14 Settembre 2013 | 45 Commenti | Categoria: C'era una volta, Stranieri, Tornei, Voglia 'e turnà

La copertina di Signal, con il bombardamento di Stalingrado

Anno 1942, siamo in piena guerra, la Germania sta combattendo su più fronti, da una parte gli inglesi e i tedeschi, dall’altra i russi. Questo titanico impegno, sostenuto ormai da tre anni, e che durerà per altri tre, non impedisce lo svolgersi del più forte  torneo internazionale di scacchi disputatosi in tutto il pianeta in quei nefasti sei anni: il torneo di Monaco.
Il torneo fu denominato “campionato europeo”, e succedette agli “Europa-turnier” di Stoccarda 1939, vinto da Bogoljubow davanti a Richter, e Monaco del 1941, che aveva visto il trionfo dello svedese Stoltz davanti ad Alekhine, Lundin e Bogoljubow.
Quello che segue è un resoconto fotografico dell’evento tratto dalla rivista Signal del 1942, una rivista tedesca che usciva in diversi paesi europei occupati, questa come potete vedere è l’edizione francese.

Un campo di battaglia, all’epoca il paragone era naturale….

All’evento parteciparono 24 giocatori provenienti da ben 13 nazioni, che vennero suddivisi in due gruppi, il principale e il sussidiario. Ben tre i rappresentanti italiani, con Mario Napolitano a difendersi egregiamente tra i campioni (vittorie su Junge e Stoltz, patta con Bogoljubow e sconfitta molto combattuta contro Alekhine).

il torneo principale

il torneo minore

Nel torneo minore Norcia e Nestler si piazzarono nella parte alta del tabellone, dimostrando il buon livello degli scacchi italici.
Il successo nel torneo principale andò ad Alekhine, che durante il percorso seminò Keres e gli altri inseguitori, mentre il grande talento germanico Junge giocò al di sotto delle sue possibilità.
In sostanza, un torneo molto importante per la storia del nobil gioco, e poco importa che il titolo di campione europeo fosse un titolo senza valore, mancando dalla competizione i giocatori sovietici, polacchi e inglesi.
Ecco il profilo di alcuni maestri presenti, per la traduzione dal francese, beh, spero vi riusciate facilmente:

Alekhine

Alekhine col gatto

Alekhine si dopa…..

Bogoljubow

Bogoljubow

Napolitano

Napolitano nervoso

Keres

Junge

Stoltz

Rohacek

Barcza

Rellstab

ignoto spettatore

Avete letto le didascalie? Veramente interessanti!
La signora Alekhine più volte al giorno passava il gatto “Check” al marito, che lo teneva tranquillamente in braccio!
Per completezza, ecco le foto degli altri tre giocatori del torneo principale:

Richter

Foltys

Rabar

Per concludere alcune immagini catturate dal numero della rivista Signal, immagini che con gli scacchi centrano poco.

line1

Articolo pubblicato originariamente il 18 aprile 2011 e riproposto nell’ambito della serie “Voglia ‘e turnà”

avatar Scritto da: cserica (Qui gli altri suoi articoli)


45 Commenti a Monaco 1942, il primo campionato europeo

  1. avatar
    jazztrain 18 Aprile 2011 at 07:25

    Un notevole e interessantissimo documento storico; si dimostra ancora una volta che nemmeno gli scacchi erano esenti dalla propaganda politica. Vorrei ricordare che in questi tornei manca un giocatore importante come Max Euwe. Il Campione olandese non volle mai partecipare a tornei organizzati da federazioni scacchistiche filo naziste.

    • avatar
      purplerain 18 Aprile 2011 at 10:23

      …..al contrario di Keres, che proprio per questo motivo, una volta finita la guerra ebbe non poche difficoltà da parte delle autorità sovietiche per riuscire nella scalata di lottare per il titolo mondiale.
      Quella di Euwe fu una scelta ammirevole.

      • avatar
        Massimiliano Orsi 18 Aprile 2011 at 14:25

        Euwe aveva un lavoro con cui sfamare la propria famiglia, Keres no.

        • avatar
          jazztrain 19 Aprile 2011 at 12:36

          Vero quello che dici su Max Euwe, vorrei segnalare un altro caso meno conosciuto: Bora Kostic, grande giocatore yugoslavo, si rifiutò di partecipare ai tornei organizzati dai nazisti e andò in un campo di concentramento.

  2. avatar
    Luca Monti 18 Aprile 2011 at 11:35

    Articolo di qualità certa.Povero Junge,nemmeno alla scacchiera potè liberarsi da quella odiosa divisa.Già,il servizio di leva…. .

    • avatar
      Massimiliano Orsi 18 Aprile 2011 at 14:27

      Forse Junge non poteva liberarsi della divisa, ma difficilmente avrebbe voluto farlo. E’ difatti noto che Junge fosse un nazista convinto. Mori’ al fronte pochi giorni prima della fine della guerra.

      • avatar
        LS 18 Aprile 2011 at 15:17

        C’è anche da dire che, per un ragazzino diciottenne dell’epoca era difficile non rimanere indifferente alla propaganda nazista.. è quindi pienamente comprensibile il fatto che Junge (e con lui molti altri giovanissimi) fosse convintamente aderente al nazismo, non avendo mai avuto altra possibilità…

        • avatar
          Luca Monti 18 Aprile 2011 at 16:13

          Stando a quanto letto, sembra che il padre, Otto Junge, fu membro del Partito Nazista sin dal 1932. Dunque per il giovane, sfuggire a quell’indottrinamento, compiacente o meno, immagino risultasse impossibile LS.

          • avatar
            LS 19 Aprile 2011 at 15:32

            Esatto, era quello che volevo sostenere

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    Mongo 18 Aprile 2011 at 11:52

    Bellissimo. Le bandierine originali dell’epoca accanto ai nomi dei giocatori: quella tedesca con la svastica e quella italiana con il simbolo dei savoia. Eccezionale documento storico.

    • avatar
      Luca Monti 18 Aprile 2011 at 12:06

      E che dire Mongo della Boemia e della Moravia? 😕

  4. avatar
    Bilguer74 18 Aprile 2011 at 14:27

    Splendido documento storico, cserica, complimenti per aver riportato alla luce un reperto davvero incredibile. Di questo famoso torneo segnalo una bellissima vittoria di Alekhine proprio sul giovane Junge: con essa si apre “Il mediogioco” di Euwe e Kramer, un libro indispensabile.

  5. avatar
    Marramaquìs 18 Aprile 2011 at 15:30

    Insuperabile il nostro Cserica su questo terreno, eh?
    Interessantissime immagini e didascalie.
    Bravo lo sfortunato Jan Foltys, elegante Napolitano e bravo anche Max Euwe, ma le mie personali preferenze vanno naturalmente allo splendido gattone Check !

    • avatar
      alfredo 14 Settembre 2013 at 14:07

      :mrgreen:
      anche le mie … anche se mi sembrava un po’ sovrappeso
      certo che essere il gatto di Alekhine doveva comportare certe responsabilità
      comunque oggi forza Nibali sull’ Angliru , la piu’ difficile salita del mondo insieme allo Zoncolan
      3 secondi sono nulla ma una vittoria di Chris Horner aprirebbe molti interrogativi .anche seri e anche non necessariamente legati al tema doping

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    Mandriano 18 Aprile 2011 at 16:12

    Solostoria.net… Avanti!! Capitano… 😀

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    biker 18 Aprile 2011 at 20:33

    Wunderbar!

  8. avatar
    Giovanni Palumbo 19 Aprile 2011 at 13:38

    Documento storico unico, probabilmente, sia dal punto di vista scacchistico che di costume; notate lo stile di tutti i giocatori, in giacca e caravatta ( tranne il giovane nazista in uniforme)! Comprenderanno mai questo gli sbracati di oggi?

    Giovanni Palumbo

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      LS 19 Aprile 2011 at 15:39

      Si invita il sig. Palumbo a presentarsi in giacca e cravatta e panciotto a un qualsiasi open estivo, evitando, se gli riesce possibile, penose esposizioni di ascelle lacrimanti e lacrimevoli. 😯
      Si invita inoltre il sig. Palumbo a rendersi conto che, in quanto attività sportiva (seppur “della mente”;), l’abbigliamento più consono ad un torneo scacchistico non è il rigidissimo completo da cerimonia ma la ben più comoda e adatta divisa sportiva (come giustamente sostenne anni fa Ivanchuck al torneo di Linares a cui si presentò indossando effettuivamente la tuta ufficiale della nazionale ucraina) 🙄

      L’abbigliamento troppo formale è spesso il meno adatto in parecchie circostanze! ❗

      • avatar
        Mandriano 19 Aprile 2011 at 19:26

        …questione di stile!!! 😉

  9. avatar
    alfredo 14 Settembre 2013 at 13:51

    ricordo uno dei miei pochi tornei giocati
    io ero un ragazzino , il mio avversario un distinto signore sui 40 – 45 anni inapputabilmente vestito
    ebbene l’aversario piu’ maleducato e scorretto che abbia mai incontrato .
    al momento in cui dovette abbandonare con una manata butto’ gio’ tutti i pezzi e si congedo’ con una bestemmia ( e qualche insulto . Ma ero in giornata tranquilla altrimenti non sarebbe tornato a casa tanto ben messo)
    diro’ una banalità
    l’ abito non fa il monaco
    l’unica cosa che non sopporto devo dire ( ma sono rari casi) sono i giocatori in canottiera
    ma su una normale T – shirts nulla da dire .
    e una stretta di mano sincera alla fine della partita vale piu’ del piu’ elegante completo di Armani

  10. avatar
    alfredo 14 Settembre 2013 at 14:04

    http://www.endgame.nl/salz1942.htm
    malgrado la ripugnante divisa il 18 enne Junge sembrava proprio un buon giocatore
    mori’ a soli 21 anni ( 1924 – 1945) tre settimane prima della fine della guerra
    Mi fa un po’ impressione vedere Napolitano che vidi di persona per l’ultima volta esattamente trent’anni dopo , al CI di Recoaro 72 ( vinto da Micheli)
    Tema molto interessante questo dei tornei di scacchi giocati in epoca nazista.
    Suppongo , ma non lo so per certo, che questi tornei fossero preclusi ai giocatori ebrei ( molti dei quali nel 42 già languivano nei campi di concentramento)

  11. avatar
    Renato Andreoli 14 Settembre 2013 at 14:34

    “Un campo di battaglia di 40 cmq”
    Possibile che nessuno abbia trovato niente di strano in questa notizia per me davvero stupefacente?
    Si possono dare soltanto due possibilità:
    1) Il torneo si disputava su microscacchiere di lato 6,32 cm;
    2) Il redattore della rivista Signal era un asino patentato in matematica, poiché riteneva che una scacchiera di lato 40 cm dovesse avere un’area di 40 cmq.

    Ciò mi richiama alla mente un antico numero della rivista “Panorama” dedicato alla sponsorizzazione delle squadre di calcio, letto con questi occhi.
    La giornalista scriveva testualmente: “Lo spazio pubblicitario concesso sulle maglie dei calciatori è di 1 mq (20 cm x 5 cm)”.

  12. avatar
    alfredo 14 Settembre 2013 at 14:43

    Renato di che ti stupisci?
    l’Italia da un punto di vista della matematica è uno dei piu’ ignoranti al mondo
    onore quindi a chi si impegna a diffonderla
    sentendoci una bella musica ( che mi consigli? li seguo sempre i tuoi imput) rendiamo merito a chi come il mio amico la divulga in maniera seia ma divertente
    emi permetto di consigliarti il suo ultimo libro su Lucrezio .
    Ti sorprenderà vedrai ….

  13. avatar
    alfredo 14 Settembre 2013 at 14:56

    evidentemente le maglie con la sponsorizzazione di un metro quadro si riferiva alla taglia XXXXLLLLLL di Ronaldo a termine carriera
    una pacchia per gli sponsor , converrai

  14. avatar
    alfredo 14 Settembre 2013 at 15:19

    avviso a tutti i gattofili
    diventate amici su fb del maestro ex presidente FSI Bruno Manzardo che oltre ad essere un finissimo umorista pubblica strepitose fotografie di meravigliosi mici 😉

  15. avatar
    alfredo 14 Settembre 2013 at 15:31

    interessante la parita Napolitano – junge
    nella didascalia viene definito studente di filosofia .
    se lamemoria non mi inganna l’attività professionle di Napolitano non fu forse quella di Magistrato ?

    • avatar
      mauro berni 14 Settembre 2013 at 18:05

      Napolitano non era magistrato. Fu segretario comunale. Questo spiega i suoi molti spostamenti (Ostuni, Brindisi, Latina, Biella, Ancona, Rimini e magari altri che non ricordo, prima della sede definitiva, nel senso che lì andò in pensione, di Firenze).Avevo notato anche io l’indicazione “studente di filosofia”: un errore, se non si tratta di una seconda laurea. Nel 1942 aveva trentadue anni ed era già stato segretario almeno ad Ostuni.

  16. avatar
    Renato Andreoli 14 Settembre 2013 at 15:36

    Nel suo libro “Caro papa ti scrivo”, Odifreddi dice che la sua musica preferita è il Don Giovanni di Mozart, opinione che mi trova completamente d’accordo.
    Però, se penso alla matematica, mi vengono in mente altre musiche, per esempio l’implacabile e trascinante Bolero di Ravel, un vero e proprio meccanismo ad orologeria, che tutti dicono di conoscere, ma la cui pur semplicissima struttura è nota a pochi.

    Il Bolero di Ravel è un esercizio di stile come quello di Queneau – autore fra l’altro di un testo che nessuno riuscirà mai a leggere per intero, le centomilamiliardi di poesie -, una ripetizione sempre uguale e sempre diversa.

    Per tutta la durata del brano c’è un ritmo incessante eseguito all’inizio dal tamburo e poi ripetuto sempre in crescendo fino a diventare fortissimo alla fine. E’ il ritmo di bolero e fa così.

    tatata tam

    tatata tam

    tam tam

    tatata tam

    tatata tatata

    tatata tam

    Su questo ritmo comincia il flauto a suonare una melodia che chiameremo (A).

    Un clarinetto la ripete(A).

    Il fagotto suona un’altra melodia(B) che è la continuazione della prima.

    Le due melodie passano ai vari strumenti e gruppi di strumenti. Solo alla tredicesima ripetizione intervengono i violini e poi gli altri archi, finché alla conclusione del pezzo suonano tutti gli strumenti.

    La melodia si ripete ma il colore (timbro), e anche l’accompagnamento, è sempre diverso. E’ chiaro che con un ascolto passivo o da sottofondo si perde tutto il senso della musica.

    In tutto ci sono 18 ripetizioni secondo lo schema seguente.

    AABB AABB AABB AABB AB

    Dopo il diciottesimo episodio, la musica sembra improvvisamente cambiare, ma è solo la coda finale.

    La ripresa audio e video di questa registrazione dell’orchestra di Seul diretta dal grande Chung è fatta veramente bene ed è emozionante ed altamente didattica perché ti fa vedere quello che ti ho spiegato.

    • avatar
      Enrico Cecchelli 14 Settembre 2013 at 16:41

      Il Bolero e’anche uno dei miei brani preferiti e dopo la tua spiegazione trovo ancora piu’ stupefacente che un tecnicismo( riduttivo ovviamente il termine ma e’ per sintetizzare il concetto da te esposto ) possa evocare una tale forza e passionalità . Ne ho sentito diverse versioni ma quella che mi e’ rimasta in mente e’ quella del famoso film dove mi pare che la coreografia sia completata da un balletto su di un tappeto elastico circolare se ricordo bene. Nin so se quella fosse un’esecuzione tecnicamente valida ma mi impressiono’ molto. Non ho piu’ visto passare quel film nelle programmazioni. A proposito sapresti ricordarmene il titolo?

      • avatar
        alfredo 14 Settembre 2013 at 16:50

        ciao Enrico
        non credo questa versione pop

        ma se non altro era un gran bel vedere o no?
        allora ci vediamo il 5 ottobre con qualche amico
        io mi sono tenuto libero da guardie ( sai che non ce la faccio piu’ a fare sto lavoraccio . solo rogne)
        ho trovato un giocatore molto interessante per un tuo articolo
        un GM honoris causa ancora vivente nato a Riga poi trasferitosi in USA
        alcune sue partite mi hanno molto impressionato
        il cognome è Zimgalis . arrivò secondo al torneo in memoria del nazista Junge a Berlino nel 46 . Sembra incredibile ma fu cosi’
        Nel 46 fecero un torneo in memoria del giovane SS , peraltro considerato da Hubner , non da uno qualsiasi, il miglior talento espresso dagli scacchi tedeschi nel XX secolo .

        • avatar
          alfredo 14 Settembre 2013 at 16:55

          Enrico
          mi ha appena telefonato una paziente ( penso che sia una punizione divina)
          cià la diabete a 146 e vuole andare in ospedale perchè la cura ( metformina ….) è sbagliata
          se la uccido dici che mi condannano ?

          • avatar
            Enrico Cecchelli 14 Settembre 2013 at 17:48

            Ci vediamo senz’altro il 5. Per quanto riguarda la tua paziente ti faro’sicuramente da perito di parte e nel piu’malaugurato dei casi potrai sempre contare su di me per arance, CD di Faber e qualche partitina a scacchi

            • avatar
              alfredo 14 Settembre 2013 at 19:11

              il tormento continua ….
              una sua amica prende un altro farmaco ( penso il novonorm ma sono due tipi completamente diversi . questa mia paziente pesa 100 kg) e le hanno detto ( chi non lo so ) che la glicemia deve essere SEMPRE sotto i 120 mg / dL
              boh
              il fatto è che per anni ha fatto l’insulina ( secondo me in maniera del tutto incongrua) ed era sempre scompensata.
              da quando le ho dato la metformina la emoglobina glicata è sempre normale .
              già è difficile fare la medicina
              se poi i pazienti sono cosi’….
              penso che ne conoscerai anche tu
              oramai glicemia , pressione e colesterolo sono dinvetate vere e proprie ossessioni
              e le case farmaceutiche prosperano .
              in quanto alla galea la temo non per queste cose ma per il pronto soccorso . Rogne a non finire
              pazienti sempre piu’ anziani e stracomplicati .
              Lavoraccio . Oramai veramente si fa sempre piu’ dura
              e se senti la tv siamo una banda criminale

              • avatar
                Enrico Cecchelli 14 Settembre 2013 at 20:56

                Non ti invidio! P.S.M. significa prima linea ( proprio elmetto e fucile e bombe che cadono). Putroppo ancora troppo pochi, anche tra i medici, tengono in conto l’emoglobina glicata, vero importante parametro del diabete.

            • avatar
              Mongo 15 Settembre 2013 at 23:41

              Va beh… A me toccherà portarti la torta con il limone!!!

      • avatar
        Renato Andreoli 14 Settembre 2013 at 18:22

        Per Enrico
        Purtroppo non mi intendo di cinema, però la coreografia originale del Bolero, composto da Ravel su commissione della ballerina Ida Rubinstein, prevedeva appunto un danzatrice che ballava da sola su un tavolo circondata da un gruppo di uomini che si avvicinavano sempre di più.

        • avatar
          alfredo 14 Settembre 2013 at 19:24

          non penso sia questo ( poi è teatrale)
          ma non mi sembra male
          o sbaglio ?

        • avatar
          Enrico Cecchelli 14 Settembre 2013 at 21:06

          Renato, l’ho ritrovato! E’ il film “Bolero” di Claude Lelouche del 1981.

  17. avatar
    alfredo 14 Settembre 2013 at 15:46

    grazie di tutto
    di caro papa penso ci sarà presto una nuova edizione .
    ma io ora seguo il tuo consiglio
    e tu segui il mio
    prendi il suo Lucrezio
    vi troverai, secondo me un sacco di spunti utili anche per il tuo lavoro
    .
    secondo me bisogna far appasionare alla scienza fin da piccoli e smetterla con i T’amo pio bove , cavalline storne e zoo vari

  18. avatar
    alfredo 14 Settembre 2013 at 15:50

    no guarda Renato
    mi avevi convinto poi ho visto e sentito questo e sono caduto nel tunnel :mrgreen:
    http://it.omg.yahoo.com/video/auguri-elisabetta-canalis-mega-party-123006549.html

  19. avatar
    alfredo 14 Settembre 2013 at 17:24

    @ marramaquis
    è ufficiale
    il ciclismo è morto e sepolto

    • avatar
      Marramaquis 14 Settembre 2013 at 18:37

      Sì, Alf, e la sua ultima tomba è a l’Alto de l’Angliru.

  20. avatar
    alfredo 14 Settembre 2013 at 19:17

    caro Marramaquis
    ti avevo scritto uno risposta argomentata ma ogni tanto questo pc mi cancella tutto
    io semplicemente tecnicamente e fisiologicamente non capisco
    questo ” exploit” non si spiega
    a mio modo di vedere non si tratta neppure di doping
    horner lo conosciamo tutti da 15 anni
    sembrava un altro
    cosa ci sia sotto non lo so ma ritengo una cosa del genere inspiegabile dal mio punto di vista .
    è come se un 2300 vincesse un torneo di superGM
    semplicemente non mi torna .
    a 42 anni non puoi andare cosi’ in salita dopo che per una carriera ti sei preso quati d’ora su salite meno dure
    guarda il suo palmares e vedi se giustifica una vittoria alla Vuelta
    ho visto poulidor e Zotemelk andare forte alla soglia dei 40 anni
    ma avevano carriere ben piu’ consistenti alle spalle e una credibilità ben diversa.

    • avatar
      scettico 1 Ottobre 2013 at 09:12

      Mi sembrano i discorsi che faceva un certo Edo quando Loris Cereda venne deferito (fu poi prosciolto) dalla FSI per cheating.

  21. avatar
    alfredo 14 Settembre 2013 at 19:29

    caro Marramaquis
    come vedi un giornalista serio come Capodacqua esprime apertamente tutti i suoi dubbi e dice piu’ o meno quello che avevo appena scritto
    http://capodacqua.blogautore.repubblica.it/2013/09/14/lincredibile-vittoria-di-horner/?ref=HRERO-1

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