I rigójancsi di László

Scritto da:  | 19 Aprile 2011 | 9 Commenti | Categoria: Racconti

Nel prender il solito autobus la sera per tornare a casa son solito scendere dal mezzo una fermata prima della mia, a Piazza Terralba, di fronte alla Villa Imperiale e far due passi lungo i viali alberati che la circondano allo scopo di respirare una boccata d’ossigeno e rinfrescarmi così la mente… Davanti al vecchio cancello della Villa non è raro incontrare un trasandato suonatore di violino la cui origine zigana traspare già dalla prima superficiale occhiata. Se ci si sofferma infatti anche solo un attimo ad ascoltare le prime note del suo strumento l’inconfondibile vibrato al limite dell’esagerazione ci convince immediatamente della prima impressione.
Dimostra più anni di quelli che probabilmente ha. Si chiama Ferenc… spesso rientro tardi e quando il già sparuto pubblico si è ormai diradato lo trovo intento a riporre l’archetto senza ormai quasi più crini nella custodia, ci si scambia un saluto, poi mi chiede una sigaretta e se la giornata è andata bene non è raro trovarlo in vena di far quattro chiacchiere…
Mi ha raccontato che nel suo paese d’origine la domenica mattina era solito suonare in una celebre pasticceria nei pressi del Széchenyi Lánchíd, il Ponte delle Catene, a Pest sulla sponda orientale del grande fiume. Si giocava anche a scacchi in quella pasticceria. E sul finire della mattinata, prima di pranzo ogni tanto veniva un singolare giocatore di nome László, con le sue tre fanciulle. Costoro seppur giovanissime già sconfiggevano regolarmente tutti gli altri avventori del locale. L’episodio che Ferenc ama ricordare più spesso, sorridendo con eleganza sotto i suoi baffi brizzolati, si riferisce ad un giorno in cui László ebbe ad arrabbiarsi moltissimo con le sue bambine. Accadde che per festeggiare la domenica aveva acquistato un modesto vassoio di Rigójancsi, i gustosissimi dolci di cioccolato tipici ungheresi che, ironia della sorte debbono il nome ad un celebre violista zigano, Rigó Jancsi appunto… evidentemente un curioso caso di nemesi musicale. Arrivato a questo punto della sua buffa storia Ferenc non riesce a trattenersi da una fragorosa risata… László si avvia alla cassa a pagare, lasciando alle bambine il compito di ricevere il vassoio dei dolcetti dalla commessa, nemmeno il tempo di assolvere l’incombenza e nel momento in cui László ritorna dalle fanciulle per prender il pacchetto e avviarsi verso casa s’accorge con stupore che il vassoietto è lì sorprendentemente vuoto, il fiocco slegato e giusto qualche briciolina di zucchero ai bordi… László si adira all’inverosimile con le ragazzine ma tutto quello che riesce a cavar loro di bocca, a fronte di minacciose sgridate, son solo tre lapidarie dichiarazioni…


Zsófia: “Io non sono stata!”
Judit: “Io neanche sono stata!”
Zsuzsa: “Zsófia si è mangiata tutti i nostri Rigójancsi!”
L’episodio, assicura Ferenc, è passato alla storia scacchistica di Pest con l’appellativo de “il sacco di Szamos”, dal nome della pasticceria…
Ogni volta che scendo dal mio autobus a Piazza Terralba e incontro Ferenc che ripone l’archetto nella custodia del suo vecchio violino la prima cosa che mi domanda, con un sorriso ironico, è sempre la stessa: “Allora, solo una delle tre ha detto la verità, lo sai, no? …bene, chi ha mangiato quindi quei Rigójancsi??” e fischiettando ancora la sua alouette s’arrotola con eleganza un’altra sigaretta…

avatar Scritto da: Martin (Qui gli altri suoi articoli)


9 Commenti a I rigójancsi di László

  1. avatar
    Marramaquìs 19 Aprile 2011 at 08:49

    Secondo me i Rigojancsi se li è mangiati Viktor Orban.

  2. avatar
    Luca Monti 19 Aprile 2011 at 08:55

    E cos’altro avrebbero potuto fare le tre giovin donzelle?Il padre
    lasciò i dolcetti ….in presa! 😛

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    jazztrain 19 Aprile 2011 at 08:58

    Li lasciò in presa:
    Forchetta! 🙂

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    Bilguer74 19 Aprile 2011 at 12:11

    Che dire?? Articolo gustosissimo!! 😛

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    Mandriano 19 Aprile 2011 at 13:00

    …da quel che si dice allora si entra nel campo di Martin… ecco, ecco, ecco… si vede!! 😀

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    Claudio E. 19 Aprile 2011 at 14:25

    articolo delizioso e rivelativo per me! adesso capisco perchè quando giocai contro il MI magiaro Rigo in posizione vincente commisi un “pasticcio” e meritatamente persi, la malia dei Rigo… jancsi…

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    Caliban 7 Aprile 2022 at 09:56

    Sono passati ben 11 anni ormai che il buon Martin ha pubblicato questo bel racconto dietro cui si nasconde un semplice problemino di logica e possibile che nessuno lo abbia ancora risolto?

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    Giorgio Della Rocca 7 Aprile 2022 at 20:40

    Sapendo che una sola delle tre bambine ha detto il vero:
    Zsófia non è stata la mangiatrice dei dolcetti, perché se lo fosse stata
    allora due delle tre bambine avrebbero detto il vero (Judit e Zsuzsa);
    Zsuzsa non è stata la mangiatrice dei dolcetti, perché se lo fosse stata
    allora due delle tre bambine avrebbero detto il vero (Zsófia e Judit);
    la mangiatrice dei dolcetti è stata Judit (l’unica bambina che ha detto il vero è stata Zsófia).

    I quattro giocatori ungheresi di Scacchi, le tre bambine e il loro padre, mi richiamano alla mente qualcosa…

    A margine, una curiosità:
    se il commento precedente, con la mia risposta, fossero stati pubblicati il 1° aprile 2022 invece che oggi,
    ciò sarebbe avvenuto esattamente 4000 giorni dopo la pubblicazione dell’articolo di Martin!

    Mi piace 2
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      Giorgio Della Rocca 9 Aprile 2022 at 12:30

      Ho letto che gli ingredienti fondamentali del dolce di origine ungherese sono:
      burro, zucchero, uova, farina, cacao, cioccolato, panna, confettura di albicocche.

      Per Pasqua non mi aspetto di ricevere da SoloScacchi una colomba o un uovo
      ma almeno un pezzo di rigojanci, magari a forma di un pezzo degli Scacchi!

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