“La Difesa Alekhine” di Duilio Chiarle

Scritto da:  | 7 Luglio 2011 | Categoria: Libri


“Dimenticare non serve. Ignorare è pericoloso. Sono soltanto alibi”
(La Difesa Alekhine, Duilio Chiarle)

Non ha il raziocinio scientifico di uno Sherlock Holmes, né la risolutezza del diabolico Philip Marlowe. Non ha la perspicacia di Hercule Poirot, né la pazienza ruminante del commissario Maigret. Non è ruvido come Duca Lamberti o come un Salvo Montalbano. Il protagonista del giallo “La Difesa Alekhine” di Duilio Chiarle è un anonimo cronista di provincia, lontano dagli stereotipi investigativi, catapultato in mezzo a fatti ben più grandi di lui, che gli passano accanto a tutta velocità, come un’auto lanciata in corsa con il chiaro intento di uccidere. La provincia, nel suo manto di opaca tranquillità, riserva sorprese impensabili. Cosa nasconde il presunto suicidio del famoso pittore Ferrero? Quali ombre si allungano dietro una morte, velata di mistero, con radici lontane di un passato scomodo, che riconduce all’ultima guerra mondiale? Basta alzare il tappeto per scoprire la polvere. E tutto ridiventa attuale, con un serial killer che torna a colpire.

Scrive bene Chiarle, giornalista con altre esperienze letterarie alle spalle tra cui un premio “Cesare Pavese”, garanzia assoluta di qualità. Quel Piemonte neppure accennato è una percezione intuitiva, un lampo giallo al parabrise che acceca questa gente di pianura, che ha voluto seppellire i ricordi più neri. Allora cala la nebbia. Una nebbia stopposa che avvolge le strade, che nulla ha di poetico, come l’Amarcord felliniano, ma inquieta quasi fosse The Fog di John Carpenter. Il protagonista combatte nella sua velleitaria battaglia contro i mulini a vento, poteri forti che incrinano le convinzioni più sane, per salvaguardare il senso più puro dell’onestà intellettuale, dovere primo del mestiere di scrivere.

Di Pavese abbiamo accennato. Certe assonanze ci fanno ricordare la Tavola fiamminga di Arturo Perez-Reverte. Lo sfondo della guerra passata si avvicina a Tango e gli altri, di Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli, edito tuttavia nel 2007, ovvero cinque anni dopo la prima stesura del giallo di Chiarle.

Ma gli scacchi? Già. A mio modesto parere, la storia stava in piedi anche senza. Forse meglio. Capolinea Ferrero, primo articolo del protagonista sul caso in esame, era uno splendido titolo anche per il romanzo. Colpiva l’immaginario. Come un treno arrivato a destinazione, ad un punto morto. Perché noi scacchisti siamo maniaci del tecnicismo, puristi del linguaggio di settore, e frasi come “scacco alla regina nera”, ci turbano non poco. In sostanza, ci sembra che nella stesura del libro gli scacchi siano appiccicati qua e là con lo scotch, a reinventare i passaggi della vicenda narrata in chiave di mosse, difficilmente riconducibili ad una partita reale. L’idea borgesiana ci sembra inflazionata. Che dire poi della Difesa Alekhine? Una leggenda metropolitana vuole che il suo inventore quel giorno avesse risposto 1…Cf6, convinto che l’avversario avesse debuttato con 1.d4.

avatar Scritto da: Riccardo Del Dotto (Qui gli altri suoi articoli)


5 Commenti a “La Difesa Alekhine” di Duilio Chiarle

  1. avatar
    jazztrain 7 Luglio 2011 at 07:17

    Ecco la partita disputata nel 1921 che determinò il debutto ad alti livelli della Difesa Alekhine.

    [Event “Budapest”]
    [Site “Budapest”]
    [Date “1921.??.??”]
    [EventDate “?”]
    [Round “?”]
    [Result “0-1”]
    [White “Endre Steiner”]
    [Black “Alexander Alekhine”]
    [ECO “B03”]
    [WhiteElo “?”]
    [BlackElo “?”]
    [PlyCount “124”]

    1. e4 Nf6 2. e5 Nd5 3. d4 d6 4. Bg5 dxe5 5. dxe5 Nc6 6. Bb5
    Bf5 7. Nf3 Ndb4 8. Na3 Qxd1+ 9. Rxd1 Nxc2+ 10. Nxc2 Bxc2
    11. Rc1 Be4 12. Nd4 Bxg2 13. Rg1 O-O-O 14. Nxc6 Bxc6 15. Bxc6
    bxc6 16. Rxc6 Rd5 17. Bf4 e6 18. Ke2 Bc5 19. b4 Bxb4 20. Rxg7
    Rd7 21. Be3 a5 22. Rc4 h5 23. Rh4 Bc3 24. Rg5 Rd5 25. f4 f6
    26. Rgxh5 Rxh5 27. Rxh5 fxe5 28. fxe5 Bxe5 29. Rh7 Rb5 30. Kf3
    Rb2 31. Rh5 Bxh2 32. Rxa5 Bd6 33. Ke4 Kd7 34. Bd4 Rd2 35. Be3
    Re2 36. Kd3 Re1 37. Bd4 Rc1 38. Be3 Rd1+ 39. Ke4 Re1 40. Kd3
    e5 41. Bf2 Rf1 42. Be3 Ke6 43. Ke4 Rh1 44. Bf2 Rh2 45. Be3
    Rh4+ 46. Kd3 Bb4 47. Ra7 c5 48. a3 c4+ 49. Ke2 Bd6 50. Ra8
    Rh2+ 51. Kd1 Rh3 52. Kd2 Kd5 53. Rd8 c3+ 54. Ke2 Ke4 55. Rxd6
    Rxe3+ 56. Kf2 Rd3 57. Rc6 Rd2+ 58. Ke1 Kd3 59. Rd6+ Kc2
    60. Re6 Rd5 61. Ke2 Kb2 62. Rc6 c2 0-1

  2. avatar
    Luca Monti 7 Luglio 2011 at 14:37

    Dello stesso autore in passato lessi un libro divertente e originale dal titolo “La posta di Eustachio”. Mi piacque ma poi rimase lì, nel limbo,come molte altre mie cose.Mai avrei pensato ad una incursione letteraria nel mondo degli scacchi. Grazie Bilguer per avercelo svelato.

  3. avatar
    Duilio 16 Luglio 2011 at 21:00

    :mrgreen: Salve, sono l’autore. Grazie per la magnifica recensione (e per il commento favorevole di Luca Monti). Effettivamente ho voluto forzare la mano, scacchisticamente parlando, della regina nera, è un’eresia voluta…
    In effetti ho scritto parecchie cose bizzarre…
    Grazie ancora a tutti voi!

  4. avatar
    Bilguer74 17 Luglio 2011 at 22:40

    Come nel caso della recensione di “Per un attimo immenso ho dimenticato il mio nome” di Roberto Cotroneo, sono estremamente felice che questi piccoli, brevi interventi su Soloscacchi permettano di stabilire un contatto con l’Autore. Tutto ciò che riesce a portare gli scacchi al di fuori degli scacchi è sempre un passo avanti verso la diffusione del nostro gioco.
    Grazie all’Autore a cui facciamo un sincero in bocca al lupo per le sue future pubblicazioni!
    Riccardo Del Dotto

  5. avatar
    Duilio 26 Luglio 2011 at 20:57

    Grazie! Evviva sempre il nobile gioco degli scacchi! 😉

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