“Bitte herr Donner…”

Scritto da:  | 14 Luglio 2011 | 10 Commenti | Categoria: Zibaldone

Sono nato a Ravenna il 29 maggio 1941 e lì sono cresciuto (a parte due anni al collegio San Luigi di Bologna, presso gli indimenticabili ed inflessibili Padri Barnabiti). Ho sposato Rita il 28 febbraio 1965 e ci siamo trasferiti a Bologna (San Lazzaro, per l’esattezza); passeggiando per il Pavaglione, da solo, in attesa di rispettare un appuntamento al quale ero giunto con grande anticipo, curiosai nel gigantesco seminterrato che ospitava il Circolo Dipendenti Comunali, che all’epoca ospitava il Circolo Scacchistico Bolognese.
Rimasi letteralmente folgorato dalla visione di una decina di tavoli sui quali i pezzetti di legno viaggiavano a velocità incredibile, accompagnati dallo schioccare di orologi “doppi”. Mi informai presso il barista e seppi che il Circolo era aperto TUTTI I GIORNI dal mattino fino a notte fonda.
Nonostante i miei 26 anni (era il 1967) decisi di iscrivermi, venni preso sotto l’ala protettrice dell’indimenticabile amico Mario Tamburini e presi a divorare tutto quello che riguardava la teoria delle aperture. Per farla breve, nel giro di un paio d’anni scalai la graduatoria sociale ed acquisii il diritto a partecipare al Campionato sociale “assoluto” (10 giocatori, round-robin a 9 turni), dal quale venni fuori con un – per me – incredibile 50 %! Ma allora, qualcosa avevo imparato…
In quegli anni di tornei “nazionali” se ne facevano pochi: San Benedetto del Tronto, Imperia e pochissimi altri, ma la scuola scacchistica bolognese era comunque formidabile. A parte i due Maestri in attività (Tamburini e Palmiotto), c’era qualche 1° nazionale (ricordo Gardini, buon giocatore ma un po’ troppo propenso ad altri “svaghi”, l’inaffondabile professor Alfonso Dipietro il quale, morendo, lasciò la sua importante biblioteca scacchistica al Circolo, e l’amico Piero Balletti, ricontattato recentemente grazie a Facebook) e c’erano dei 1° sociale veramente forti: Masi, Elmi, Sauro Taruffi (padre del futuro Maestro Daniele), Cavallini, e ragazzini molto promettenti (mi vengono in mente Cocchi, De Lillo, Bonfà, Pulda, Cimmino, Renato Cappello e ne dimentico alcuni).

il GM olandese Jan Donner

Nel 1968, preso dalla smania del neofita, andai all’Olimpiade di Lugano a raccogliere autografi, debitamente munito di fascicolo del torneo e penna biro. Dopo aver bloccato Petrosjan ed avergli strappato l’autografo, mi fermai ad osservare la partita che stava giocando il GM olandese Donner, alle prese con un avversario del quale non ricordo il nome e con una posizione intricatissima, densa di risorse tattiche per entrambi.
Rimediai una figuraccia pazzesca qualche minuto dopo, quando vidi Larsen alzarsi dal tavolo avendo terminato la partita. Mi precipitai verso di lui, e, con ancora in testa la posizione di Donner, tesi a Larsen fascicolo e biro azzardando un “Bitte herr Donner…”. Il danese, alto quasi quanto me (1,96), mi guardò dall’alto in basso e replicò con un gelido “Ich bin Bent Larsen” e mi girò le terga, lasciandomi lì rosso di vergogna e di imbarazzo.
Nel 1970 rimediai un altro 50 % al Campionato bolognese, con 4 patte contro i 4 Maestri presenti (Tamburini, Palmiotto, Venni e Cappello), poi, per motivi di lavoro, dovetti trasferirmi a Modena (40 Km.) dove, il 30 agosto 1971, nacque il mio primo figlio, Alessandro, e dove trovai un Circolo scacchistico a dir poco disastroso, piazzato nel retro di un bar con le scacchiere continuamente minacciate dal crollo delle grosse pile di bottiglie. Tra i soci del Circolo, tuttavia, c’era Federico Norcia, ex campione italiano, che nella città dello zampone si stava godendo la pensione.
Nel 1971, per motivi di lavoro, mi spostai a Modena.
(continua…;)

Bent Larsen

avatar Scritto da: Paolo Bagnoli (Qui gli altri suoi articoli)


10 Commenti a “Bitte herr Donner…”

  1. avatar
    Luca Monti 14 Luglio 2011 at 18:39

    Lugano è una cittadina piacevole,con un bel lago chiamato di Lugano
    -appunto!- dagli elvetici e Ceresio da noi italiani.Lugano è anche
    un posto che produce strani effetti sugli appassionati alla ricerca
    di autografi. 😥
    Signor Bagnoli,sono proprio curioso di leggere la seconda parte del
    suo articolo.

  2. avatar
    Bilguer74 14 Luglio 2011 at 21:41

    Anch’io – come Luca – avevo notato il parallelismo con il (mancato) autografo di Reshevsky.
    Fa sempre piacere riascoltare queste storie di un tempo ormai lontano, quando ancora si respirava nel mondo degli scacchi quella genuinita pionieristica, che forse oggi – ahinoi – abbiamo perduto…

    • avatar
      paolo bagnoli 15 Luglio 2011 at 12:00

      Per Luca Monti e Bilguer74: non sono a conoscenza del “mancato autografo di Reshevsky” , ma garantisco dell’autenticità di quanto capitato a me a Lugano (se è questa che viene messa in dubbio…;).
      Per quanto riguarda la seconda parte, ce ne sarà una terza e probabilmente una quarta…
      Non chiamatemi “signor Bagnoli”, please; mi fa sentire più vecchio di quanto già io non sia… 🙁
      Ciao
      Paolo

      • avatar
        Luca Monti 15 Luglio 2011 at 12:19

        Bagnoli,siamo certissimi del gustoso aneddoto.Ci mancherebbe
        altro. 😀

      • avatar
        Mandriano 15 Luglio 2011 at 14:26

        Ciao Paolo….ci siamo sentiti per telefono tempo fa e avevo subito avvertito buone sensazioni. Mi fa piacere leggere tutto questo…aspetto il sequel. 😉

  3. avatar
    paolo bagnoli 16 Luglio 2011 at 17:38

    Mandriano? Chi sei?

    • avatar
      Mandriano 17 Luglio 2011 at 22:27

      😉

  4. avatar
    alfredo 17 Luglio 2011 at 12:51

    beh in effetti è difficile immaginare due tipi cosi’ diversi come Donner e Larsen …

  5. avatar
    alfredo 20 Luglio 2011 at 14:03

    All’inizio degli anni 70, nel 73 penso, a Marin Romea vi fu un match Palmiotto Norcia vinto di stretta misura dal primo, se non ricordo male.Qualcuno ha le partite di quel match ? purtroppo in quegli anni si svolsero interessanti tornei ma in era pre computer no era cosi’ facile memorizzare tutto cosi’ di molti tornei, anche interessanti e con molte belle partite non è rimasta traccia.Un peccato per la storia degli scacch in Italia.Tanto per dire del CI del 75 di Pesaro, vinto da Toth sono note solo 3 o 4 partite …

    • avatar
      Luca Monti 21 Luglio 2011 at 00:00

      Per quanto concerne l’incontro Palmiotto vs. Norcia,forse potrei
      aiutarti Alfredo.

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