Bobby Fischer come l’ho conosciuto io…

Scritto da:  | 27 Gennaio 2024 | 17 Commenti | Categoria: C'era una volta, Personaggi, Stranieri
I have a dream
Un passo indietro. Agli inizi del 1970 la ditta tedesca per la quale lavoravo decise di trasformare i merchandiser che operavano nel ramo tabacchi in altrettanti venditori di vini e spumanti, cosicchè dieci su dodici rassegnarono le dimissioni (io feci parte di quei dieci). Con la liquidazione e ancora senza figli, mia moglie ed io decidemmo di concederci una follia: partire in auto (la fantastica Dyane) per la Turchia e tornare soltanto quando i soldi fossero finiti. All’epoca c’era soltanto l’imbarazzo della scelta per quanto riguardava il nuovo lavoro…
Chiacchierando con Tamburini poco prima della partenza mi sentii dire: “Passi da Zagabria? Vai al circolo e salutami Mario Bertok” e così feci, ma nel capoluogo croato mi attendeva una grossa sorpresa.
Giunto a Zagabria, telefonai a Bertok il quale mi disse che stava andando al circolo (un bel salone al primo piano di Ilica, il “passeggio” di Zagabria) e, una volta incontratici e sbrigati i convenevoli di prammatica, Bertok mi fulminò con una notizia: “Sai che a Vinkovci c’è Fischer?”. Barcollai e, ripresomi, implorai Bertok di farmi avere un incontro con il fenomeno americano. Detto, fatto: una telefonata all’ingegner Bilusic, dirigente della grande conceria di pelli di Vinkovci, grande appassionato di scacchi e via!, sulla cosiddetta autostrada per Belgrado.
Fischer era ospite di Bilusic in una villetta nei pressi del campo sportivo e, quando noi arrivammo, si stava riprendendo da una congestione, derivata dal fatto che il giorno prima (quando noi eravamo a Zagabria) si era lanciato in una partita di calcio con alcuni ragazzini del posto, aveva sudato come un cinghiale braccato ed aveva tracannato qualche litro di acqua gelata. Quando arrivammo noi si era ripreso, e volle immediatamente sapere se eravamo giornalisti, pronto a fuggire in caso di risposta affermativa.
Una volta tranquillizzatosi accettò di farsi fotografare prima con me poi con mia moglie, e la mia Polaroid immortalò l’evento. Cenammo insieme, e lo vidi consumare una quantità industriale di porri (cipolle, insomma) mentre parlava di tornei recenti, che lui valutava sulla base dei “russians” partecipanti (evidentemente la presenza di giocatori come Larsen o Portisch o Gligoric non lo scomponeva più di tanto… ). Al mattino del giorno seguente lo ritrovai con i soliti tre o quattro volumi dell’ Informatore sotto il braccio, unitamente all’inseparabile scacchiera tascabile sulla quale volle farmi vedere alcuni errori commessi da qualche GM. Poi volle sapere qualcosa dell’Italia, della quale conosceva unicamente il Colosseo e Mariotti (“a very strong player”) e quando gli domandai quanto volesse per una eventuale simultanea a Bologna mi sparò 20 dollari a scacchiera, minimo venticinque tavoli (più le spese, ovviamente). Pensai immediatamente che Tamburini sarebbe inorridito di fronte a tale richiesta e glissai, ma lui comunque volle lasciarmi il recapito del quale usufruiva presso la Federazione USA (conservo il foglietto… ).
Bye bye Bobby; mentre mettevo in moto la Dyane lui era già seduto ad un tavolo del bar del campo sportivo ad analizzare qualche posizione… Strano tipo.
avatar Scritto da: Paolo Bagnoli (Qui gli altri suoi articoli)


17 Commenti a Bobby Fischer come l’ho conosciuto io…

  1. avatar
    jazztrain 10 Agosto 2011 at 09:14

    Erano forse i porri il segreto delle sue fantastiche vittorie?
    Un saluto al MITICO Bagnoli!

  2. avatar
    Alberto 10 Agosto 2011 at 19:18

    Grande Bagnoli!
    Bel racconto, scritto bene e di godibile lettura.
    Ciao!

    Alberto

  3. avatar
    paolo bagnoli 12 Agosto 2011 at 02:16

    Grazie Alberto! Alberto chi?

  4. avatar
    alfredo 12 Agosto 2011 at 15:27

    grandissima , bellissima esperienza che milioni al mondo ti invidieranno . A me hanno detto che una altra cosa che conosceva dell Italia era la mafia .. il commento su Mariotti era verosimilmente dovuto al fatto che aveva visto su uno di quegli informatori la vittoria su Gligoric allo zonale

  5. avatar
    paolo bagnoli 12 Agosto 2011 at 16:36

    Esatto! Il termine che usò e che ricordo benissimo fu: “He crushed Gligoric”. Per quanto riguarda la mafia, non ricordo di averne parlato, anzi, lo escluderei categoricamente (anche mia moglie non ricorda niente del genere).

  6. avatar
    paolo bagnoli 12 Agosto 2011 at 16:46

    Una ulteriore nota divertente dell’episodio è che, un paio di sere dopo, in albergo, mi feci prestare la macchina da scrivere e scrissi una cartella di articolo che inviai a Mario Tamburini, il quale lo pubblicò su “Bologna Scacchi” (che usciva all’epoca su carta patinata) facendolo precedere dalla scritta “Dal nostro inviato”…

  7. avatar
    alfredo 14 Agosto 2011 at 20:40

    Il particolare della mafia me lo raccontò Giovanni Mosca, che nel ’72 fu inviato per il Corriere. Più che un interesse, lui identificava l’Italia con la mafia. Il suo secondo, Lombardy, era di origine italiana. Della sua passione per i film sulla mafia me ne parlò un suo stretto amico che lo conobbe in Islanda nell’ultimo periodo.
    Comunque credo di essere stato l’unico a fare su un giornale un necrologio per Bobby, l’ho definii artista sublime. Lo feci, solo anni fa, anche per un grande del rock. La conosci la mia poesia italiano/inglese su Bobby?

  8. avatar
    paolo bagnoli 15 Agosto 2011 at 21:29

    Caro Alfredo, quale sito migliore per pubblicare la poesia della quale mi hai parlato? Riportala qui, subito!
    Ciao
    Paolo

  9. avatar
    alfredo 16 Agosto 2011 at 14:05

    Il giocatore Bobby

    Poem by Dr. Alfredo Pasin (English version added)

    On 1st September 1972, Boris Spassky resigned the adjourned 21st game of his match against Robert Fischer, which meant an overall 12.5-8.5 win for the American Grandmaster, who was then declared 11th World Chess Champion.

    On the exactly same date 20 years later, a returning match had started in Sveti Stefan (today in Montenegro) and concluded later in Belgrade. Fischer won that match, 10 wins to 5 losses, with 15 draws.

    Remembering this date, Italian poet Dr. Alfredo Pasin wrote beautiful lyrics to honour the great champion. Professor Robert Mundell, Nobel Prize winner and initiator of the Pearl Spring Chess Tournament, commented “It’s a beautiful poem. I’m sure Bobby would have liked it.”
    With help from Mr. Adolivio Capece, Italian Chess Federation.

    Il giocatore Bobby

    Vi prego non relegate me
    Bobby, il giocatore di scacchi,
    il piu’ grande che il mondo conobbe
    al solo ruolo
    di pazzo paranoico alienato
    fui questa la verità
    un genio un artista uno scienziato
    vincitore feroce ma cortese
    perdente raro cupo ma dignitoso
    privo di lusinghe ed inganni
    un artista guerriero
    che viveva ancora
    secondo le leggi dei samurai
    in quel gioco più di tutto cercai
    bellezza armonia e verità
    lo innalzai a vette infinite
    ma non trovai mai
    quiete e ristoro
    alle mie pene di uomo
    forse non fu la pazzia
    a portarmi via
    ma il vento nero e gelido
    del’Islanda
    e della sua malinconia

    BOBBY THE CHESS PLAYER

    I beseech you, do not confine me,
    Bobby, the chess player,
    the greatest one the world could ever know
    to the only role
    of alienated psychic paranoid.

    This was indeed the truth:
    I was a genius, an artist and a scientist;
    a winner ruthless but chivalrous
    a rare loser, somber but still stout;
    a warrior artist
    free from flattery and cheats,
    a warrior still living
    according to the laws of Samurai.

    In that game, what I have sought at most
    ‘twas Beauty, Harmony and Truth:
    I raised it to almost boundless heights
    but I never encountered
    quiet and refreshment.

    Maybe it was not Madness
    to bring me away
    from my human sufferings;
    ‘twas rather the dark and icy wind
    of Iceland
    and of its melancholy.

    NB : a) la trduzione è mia ed è un tentativo di riprodurre lo stile dell antologia di spoon River ( prima di tradurla mi sono letto di nuovo tutta l’antologia con le traduzioni della grandissima Pivano)
    b) Mundell è premio Nobel perl’economia ( è il padre della moneta unica europea ) e amico personale di Bobby.

  10. avatar
    alfredo 16 Agosto 2011 at 14:08

    Ma forse l’avevo già pubblicata…
    Comunque uno psichiatria dell’università di New York che sta scrivendo un libro sulla paranoia di Bobby me la ha chiesta come prefazione. Il testo mi è stato richiesto anche da un gruppo rock inglese, ma di ciò non ho più notizie.

  11. avatar
    paolo bagnoli 17 Agosto 2011 at 14:32

    Bellissima! Meglio forse il testo inglese, più “scarno”, come era, nonostante tutto, il gioco del grande Bobby. Direi che, come prefazione è quasi… sciupata (cerca di capirmi).
    Un abbraccio
    Paolo

  12. avatar
    Martin Eden 22 Maggio 2013 at 07:25

    A grande richiesta riproponiamo il ricordo di Paolo di questo emozionante incontro…

  13. avatar
    Mongo 22 Maggio 2013 at 11:08

    Come già pensai allora: crepa invidia! 😉

  14. avatar
    La Redazione di SoloScacchi 26 Maggio 2013 at 10:30

    La Redazione ha appena deciso di cancellare, almeno provvisoriamente, un commento da poco qui postato, contenente da un lato espressioni gravemente offensive nei confronti della Redazione e di singoli, e dall’altro affermazioni del tutto prive di fondamento. All’autore di tale commento replicheremo nella sede più appropriata.

  15. avatar
    bl.marco 11 Luglio 2013 at 08:08

    Buongiorno a tutti! Girovagando in rete ed essendomi capitata questa pagina quasi per caso, non ho potuto ovviamente che leggere l’articolo e i vari commenti a seguire. Molto d’effetto, la “poesia” sul giocatore Bobby Fischer, ma a se mi è permesso, credo che la breve descrizione, non ci azzecchi troppo sulle cause delle sue pene e sul suo comportamento imprevedibile e sulla sua salute psichica. L’Islanda e il suo paesaggio, col suo “vento nero e gelido” e la sua “malinconia” non credo si possa usare troppo come alibi per i vari colpi di testa del Sig. Fischer.

    Nella dettagliatissima biografia di Bobby, a cura dello scrittore Frank Brady “Finale di partita. Ascesa e caduta di Bobby Fischer” – (Brady Frank, 2012, Il Saggiatore), emergono in maniera marcata molti lati negativi del genio degli scacchi, che, se fossero appartenuti ad un’altra qualsiasi persona, certamente sarebbe stata bollata come Psicopatica o peggio ancora. Fra i tanti, le sue convinzioni antisemite propagandate fino allo stremo, che son poi anche state la causa della rottura di molte amicizie pluridecennali, con la negazione che l’olocausto non sia mai avvenuto. Magari, il Sig. Fischer, dato che per giocare agli infiniti tornei sparsi per tutto il mondo, ha girato appunto il globo in ogni sua parte, e dopo l’incontro decisivo con Spassky nel 72 a Rejkyavick, si è eclissato per quasi vent’anni, qualche settimana in visita a qualche campo di concentramento, avrebbe forse potuto farla, se non altro per verificare quanti insistentemente e in modo irritato, gli facevano notare quanto fosse in errore. Nessuno può negare il suo Genio sulle 64 caselle, ma credo che troppo spesso, gli appassionati scacchisti, tendano a considerare solo il lato emozionale delle meraviglie giocate sulla scacchiera, identificando Bobby unicamente come “genio e sregolatezza”, tralasciando invece la persona nel suo intero. Pur difendendolo per molte cose, a causa di un’infanzia certamente poco felice, il Bobby Fischer adulto, si è dimostrato in fin dei conti, profondamente ingrato verso tutte quelle persone che durante la sua ascesa lo aiutarono in vari modi, arrivando alla fine della sua vita, anche a disprezzare pure gli islandesi e tutte quelle persone che a vario titolo si sono adoperate senza riserve per farlo uscire dai lunghi mesi di detenzione dov’era finito, con lo spauracchio di finire nelle mani del governo americano, che al varco, lo attendeva da anni.

  16. avatar
    alfredo 11 Luglio 2013 at 09:29

    caro bi Marco
    ti ringrazio per l’aggettivo
    in quanto al resto ti vorrei dire che la mia poesia è solamente una ” rivisitazione” di Bobby come fosse un personaggio della antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters
    Nella traduzione inglese in efetti ho cercato di ” copiare” lo stile delle poesie di queso meraviglioso libro .
    non aveva nessuna intenzione di analisi psicologica di Bobby ( su cui comunque ho letto molto ) . nessuna .
    mi ha fatto solo molto piacere che sia stata apprezzata da un amico personale di Fischer ( il prof Mundell) e dalla vedova che mi ha inviato via fb una traduzione in spagnolo della poesia e con cui ho avuto poi un lungo scambio telematico
    ma ti ripeto. Non è Bobby Fischer . è il mio Bobby Fischer in cui proietto fore d piu’ le mie ansie e le nevrosi cercando di farne un pezzetto di poesia .
    La cosa piu’ divertente fu però la lettera di inulti di un islandese
    Mi disse che non avevo capito nulla in quanto Bobby era morto per insufficienza renale ( o meglio aveva deciso di morire rifiutando la dialisi ) e non pe ” malattia da raffreddamento come una polmonite .
    Lui si che aveva capito tutto.
    Sono d’accordo con te .
    Bobby fu una persona molto molto infelice
    ma anche capace di gesti di grande apertura umana
    solo che per qualche perveso suo percorso mentale quando apriva una ia di comunicazione con un umano aveva poi un gusto masochistico nel distruggerla.
    cosi’ è successo per esempio con i Olga , i Lilienthal, molti degli amici isalndesi che lo avevano salvato.
    e vuoi sapene qualcosa di piu’ ti consiglio il libro del prof J. Pnterotto dell’università di Fordham che mi ha concesso l’enorme soddisfazione di usare la poesia come introduzione al libro ( reperibile in rete)
    Ho parlato con Joe che si è documentato conoscedo in pratica tutte le persone che avevano avuto a che fare con Bobby
    Per dirla con il titolo di un film con Sordi ” una vita diffcile”
    Parafrasando il verso di una mia amica poetessa
    ” gli scacchi facili
    la vita difficile”
    ad ogni modo una persona di straordinario fascino ma ripeto la mia è libera rivisitazione non analisi o diagnosi ( sono medico . mi tengo ben lontano da qualsiasi ipotesi o dignosi . Anche se ad esempio Ponterotto ha demolito l’ipotesi che Bobby fosse affetto da Asperger )
    Grazie e ciao
    Alfredo

  17. avatar
    Chess 23 Novembre 2016 at 14:34

    Leggo ora questa esperienza di Paolo Bagnoli, beato te davvero! Poi propio in occasione del mondiale di questi giorni si sente ancora di piu’ la mancanza di un giocatore/personaggio cosi’. Immenso.

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