Quinta Partita

Scritto da:  | 13 Novembre 2011 | 2 Commenti | Categoria: Zibaldone

(foto di Algol)

Più di 50.000 anni fa, nel Palazzo dell’Imperatore, Pal Albrodt e Sesto Vario Avito Vinafer giocarono una partita fondamentale per il titolo di campione di Ska.

Sesto Vinafer aveva perso le due prime del match, previsto su 6 partite, e vinto le successive due.

Tutte le televisioni del Pianeta Pallas, nel sistema solare di Beta Pictoris, e molte di altri pianeti, stavano per collegarsi in diretta, ma ciò solo dopo la quarantesima mossa.

Aveva preteso così lo stesso Vinafer, il quale, essendo il campione in carica, aveva dettato tutte le regole, del gioco e non.

Vinafer, col Bianco, tentò “L’Attacco Napoleone”, ma accadde che al quindicesimo tratto consumò 7 ore e mezza del suo tempo (c’erano 8 ore a testa per le prime quaranta mosse) per riflettere su un eventuale sacrificio di pedone, sacrificio che poi non fece (come al solito: nessuno aveva mai visto Vinafer sacrificare alcunché).

Egli cominciò a pasticciare di brutto dopo la venticinquesima mossa, si trovò in terribile Zeitnot e poi perfino in Zugzwang.

Albrodt prese quindi un gran vantaggio, decisivo alla trentacinquesima, quando poteva vincere con scaccomatto in due mosse.

Vinafer a questo punto alzò la testa e, anziché abbandonare, si rivolse al rivale: “Se non mi dai il matto in due, che per me è un’umiliazione, m’impegno ad abbandonare dopo il controllo del tempo della quarantesima mossa”.

Albrodt accettò e la partita andò avanti.

Si superò il controllo del tempo della quarantesima, con Albrodt sempre in enorme vantaggio.

Si accesero le luci delle telecamere.

Vinafer non si decideva ad abbandonare.

Fu Albrodt, alla quarantacinquesima, a parlargli sottovoce: “Il tuo impegno?….”

“Non è il momento, dobbiamo andare avanti ancora per qualche mossa, Pal. Del resto avevo pensato di abbandonare DOPO la quarantesima, ma non avevo specificato esattamente QUANDO”.


Alla sessantesima mossa Albrodt, non più tanto in vantaggio perché troppo titubante e nervoso, tornò ad avanzare le sue rimostranze.

Vinafer replicò, con voce bassissima e una mano davanti alla bocca: “Proprio ora che tutti stanno seguendo con massima attenzione questa partita decisiva ? No, non è il momento, non piacerebbe alla gente, mi disprezzerebbero. La nostra gente ci chiede di andare avanti, è lei che ci ha eletto campioni. Quindi si va avanti”.

Alla settantesima mossa Albrodt, in posizione complicata ma per lui difficilmente salvabile, ricordò di nuovo, timidamente e per l’ultima volta, il patto.

Vinafer neppure rispose, prese un foglietto e scrisse:“Le condizioni sono cambiate, non mi sento più vincolato dall’accordo. E l’accordo non era esattamente quello che pensi tu. Avevo solo fatto intendere che AVREI potuto abbandonare. E poi, sai, mica sono più così sicuro che ci fosse il matto in due. Anzi, mi pareva di star quasi meglio”.

All’ottantottesima mossa fu Albrodt a subire matto in un disperato finale, da Re e due Cavalli, perdendo la sua terza partita di seguito, la più lunga in assoluto.

Il Diagramma mostra la posizione dopo l’81a mossa del nero (Alfiere da e3 va in f4).

Muove il Bianco

(Vinafer-Albrodt, Pallas di Beta Pictoris, 52300 circa a.C.?)

A questo punto il nero non può più impedire il matto. Infatti segue 82.Ce6,Ae3+ 83.C4c5,Ag1 84.a6,Ah2 85.a7+ Ra8 86.Ra6, Ab8 87.Cd7, Axa7 88.Cc7#

88.Cc7 matto

Anche nelle due precedenti partite Albrodt aveva perso dopo aver commesso sviste e ingenuità altrettanto clamorose e incomprensibili, sempre da posizioni superiori.

La gente era ugualmente in delirio e festeggiò il matto per le strade, per l’intera notte, nonostante un vento gelido e una pioggia sferzante che scendeva incessantemente da 60 giorni su quasi l’intero pianeta.

E sventolavano le bandiere celeste-kaki di Pallas-5, regione di cui il vecchio Vinafer era Governatore.

La sesta partita non fu disputata per ragioni di cui non si seppe nulla.

Sesto Vario Avito Vinafer si autonominò campione (del resto lui era altresì Presidente della Federazione di Ska e perciò poteva farlo) e mai volle concedere una rivincita.

Il povero Pal Albrodt lasciò per sempre il gioco e alcuni anni più tardi scomparve definitivamente. Qualche storico azzarda che sia emigrato in altro pianeta, forse su Corot B7.

A volte, stranamente, è vincitore non chi non perde, ma chi non abbandona.

avatar Scritto da: Ricardo Soares (Qui gli altri suoi articoli)


2 Commenti a Quinta Partita

  1. avatar
    Fritzcarraldo 13 Novembre 2011 at 13:49

    cambiano i tempi, rimangono i polli…

  2. avatar
    Mandriano 13 Novembre 2011 at 17:11

    coccoco…. 😀

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