Del mio rapporto d’amore con Recco mia moglie, ahimé, aveva già da tempo intuito qualcosa, sospetti… mezze frasi, qualche allusione… in pratica un rapporto nient’affatto meramente piattonico, fraintendetemi pure… quel legame gastronomico che quando lo senti nascere ti fa palpitare lo stomaco come nei migliori bigliettini dei baci Perugina: ho sempre lasciato agli altri quegli stupidi fogliettini di carta per concentrarmi sui contenuti, largo alla teoria e spazio alla pratica, no? Bene… dove c’eravamo lasciati con il collega Yanez? Ah, alle giocate da funambolo di Raffaele Di Paolo, una specie di trasfigurazione vivente del Dottor Jackyll e Mister Hyde in chiave scacchistica, tanto incommensurabile negli incontri del pomeriggio quanto fragile ed evanescente prima di mezzogiorno…
Quarto turno, è a punteggio pieno, gioca di nuovo col Bianco contro il solido Maestro Internazionale serbo Andjelko Dragoijlovic, un cliente difficile e ostico per tutti ma non certo quel che si dice un orku di Baku… Raffaele parte alla grande, si allarga, spazia, manovra sull’ala, fa tanto movimiento alla Heriberto Herrera, giocate corali con tutti i pezzi stile grande Olanda di Johan Cruijff e allora perché non giocare una bella Ta7 per far partecipare all’attacco sulla settima verticale anche il secondo dei propri bastioni d’avorio?!? Bene… perfetto? guardate qua sotto… Raffa si alza innervosito, capisce subito, le dita sbarellano nel pacchetto di sigarette quasi vuoto alla ricerca di un po’ di oppio per dimenticare e, con larghe falcate alla Edwin Moses, lascia la sala di gioco avvolto nel suo tabarro color notte di Bruxelles… e Andjelko? Non ci siam dimenticati di lui… sembra Pingu che ha appena ricevuto l’uovo di Pasqua di cioccolata fondente alto due metri… zompa colle sue manone da operaio di fonderia sulla propria torre in d3… e gongolando come un merluzzo appena sfamato biascica a Zivojin, suo vicino di scacchiera, un eloquente: “Karoshó” mentre scompare per sempre il povero innocente Alfiere in e3… Zio Paolo torna, firma il formulario visibilmente seccato e sparisce di nuovo tra le brume fiamminghe a meditare sulle sue vicende… Ricomparirà appunto sul far della sera per prendere a mazzate il malcapitato Zivojin che dopo una partenza a razzo, con un 3 su 3 emesso fino al Do soprarigo inframezzato da alcuni Si naturali, ricadeva nell’anonimato con un arrocco secco nei due turni della domenica… ma nel cartellino personale del vostro cronista sono solo per lui tutte le simpatie: 70 anni e ancora tanta classe cristallina! Ultimo turno… ecco quello arriva sempre in tutti i tornei, così come l’immancabile patta in prima scacchiera tra i soliti pesci grossi di turno, in questo caso il serbone di cui sopra, l’Andjelko ed il bulgaro bravo, quel Petar Genov che non concede un sorriso neppure al suo dentista… il bulgaro “scarso”, un GM carrozzato 2542 tanto per intenderci, finisce stavolta nei quartieri bassi della generale, mezzo punto sotto i nostri: Rafael Don Pablo, medaglia di legno e quel figaccione [la citazione è della nostra Algol] di Marcello Malloni, rispettivamente quarto e quinto. Bronzo strameritatissimo per il russo dai panini imbottiti al posto delle guance, Igor Naumkin, che pur lasciando ai comuni mortali appena mezzo punto in tutto il torneo si deve accontentare della terza piazza.
Come la Parigi-Dakar la Sofia-Recco… Io in Riviera, a questo torneo, ci ritorno finché si farà… bei posti, focaccia sopraffina e prelibata, belle tose, tanto yogurt offerto con generosità dall’organizzazione, gente simpatica e compagnona… iscrivetemi pure per l’anno prossimo!
Simpaticissimo resoconto. Lascia perdere la lavanderia e le lavandaie e datti all’editoria!!!