Arco di Trento è sempre stata una cittadina vivace, ma proprio in questo periodo è in preda ad una eccitazione sempre più grande, come mai le era capitato prima. Si è da poco conclusa la 33ª edizione dell’ormai leggendario Festival Scacchistico Internazionale di Arco e ci si sta già preparando alla seconda edizione del torneo “Scacchi d’Inverno” organizzato, come il Festival autunnale, dall’infaticabile Cristina Rigo. Ogni mezzo, da qualsiasi punto cardinale, porterà qui sportivi, amanti degli scacchi e gli immancabili giocatori. Ci sarà da restare stupefatti. D’altra parte, però, non ci sarà da meravigliarsi granché. In questo sport deve essere rimasta una grossa fetta della focosità degli ‘antichi’ maestri, che oggi è codificata secondo le regole della FIDE.
Qui ad Arco stanno per arrivare tutti. Scacchisti incontrati in qualunque parte del pianeta li ritroveremo qui, in questa cittadina del Trentino. Saranno qui tutti gli amanti degli scacchi, dai vecchi leoni dei tempi andati fino ai ‘terribili’ leoncini di oggi; saranno qui, brizzolati e logorati dal tempo, che ancora ricordano il match mondiale di Reykjavík, in Islanda, fino agli ultimi tornei dei giorni nostri; ci saranno scacchisti che prendevano ancora il latte quando si disputò il super torneo di Zurigo, reso famoso anche dall’ottimo libro di Bronstejn.
Mai nessun evento, in nessuna parte del mondo, ha visto riuniti un così gran numero di appassionati; saranno qui per essere testimoni degli incontri, di questo torneo natalizio, tra scacchisti forti, preparati che non cercheranno di uccidere l’avversario di turno, ma che cercheranno con abilità, coraggio e costanza, di avere il sopravvento l’uno sull’altro, in uno sport la cui essenza è l’esercizio di tutte queste facoltà. Per l’uomo che è abituato a vedere la vita per come è veramente, nuda e cruda, senza ammantarla di sogni ed illusioni, c’è qualcosa di grande ed essenziale nella contemplazione dell’interesse suscitato da questo torneo.
Perché gli uomini giocano a scacchi? Per soldi. Questa risposta è appropriata, ma non si applica a questa domanda: perché tutti noi vogliamo essere presenti a questo torneo? Certo non per spendere del denaro. Ci sono modi più semplici per spendere soldi che fare un viaggio fino in Trentino. In realtà parteciperemo a questo evento perché nelle nostre vene scorre il buon vecchio sangue di Adamo, che non si placa. E’ un fenomeno umano che nel suo piccolo è assai significativo. Nessun sociologo o studioso di etica che trascuri questo fatto può fornire un oroscopo veritiero del genere umano.
La conclusione è che il pubblico, a dispetto delle innumerevoli dichiarazioni contrarie, è interessato allo scacchismo. Certamente, Arco è interessata. Arco è anche orgogliosa. Si ritiene fortunata. Ancora una volta Arco verrà ricordata, assieme alla regione Trentina, in un modo del tutto particolare per l’epoca moderna. Nessun capolavoro di prosa, poesia, pittura o scultura potrebbe garantire ad Arco una distinzione così grande. Ebbene si tratta di un dato di fatto e come tale è degno di contemplazione.
Arco si è aggiudicata questo torneo e sta facendo un grande sforzo per garantire soggiorno, ristoro ed intrattenimento ottimale all’esercito di appassionati scacchisti che si stanno preparando ad invaderla.
No, non disperatevi; l’organizzatrice mi ha appena fatto sapere che c’è ancora qualche posto disponibile per gli iscritti dell’ultima ora. Tutto bene allora, gambe in spalla e via. Ci vediamo subito dopo Natale in quel di Arco; per farmi riconoscere porterò con me una bella Viola…
Qui il bando.
Scritto da: (Qui gli altri suoi articoli)
…e non una Viola qualsiasi, giusto Mongo? 😉