Graditissimo ospite del Trofeo Crespi è stato quest’oggi Pierluigi Marzorati, attuale presidente del CONI Lombardo ed autentica leggenda della pallacanestro italiana e internazionale.
Qui sotto immortalato per i lettori di SoloScacchi insieme al presidente CRL scacchi, Pietro Barrera, in alcune foto.
Ma i riflettori scacchistici sono tuttavia stati tutti rivolti alla brillantissima vittoria di Valsecchi sul GM David.
La partita dl piccolo Luca Moroni (11 anni) contro Quaranta (cognome …non numero!) è durata 4 ore e mezzo con il ragazzino che si ostinava a cercar di vincere una posizione evidentemente pari.
Il torneo prosegue senza problemi, discreto afflusso di pubblico, continuate a seguirci!
Marzorati alla scacchiera di Jobava
Marzorati alla scacchiera di Formento, 'eroe' del primo turno
Marzorati esegue la 'prima mossa' per Luca Moroni
Marzorati e Barrera con Roberta Brunello
Scritto da: (Qui gli altri suoi articoli)
un altro agghiacciante parrucchino 😀
Alfredo… ti prego! Che tu sia un ottimo medico lo sappiamo tutti, ma forse, almeno io, non ricordo bene in cosa sei specializzato… tricologia?!? 😉
Grazie per l’ottimo medico a prescindere dalle mie specializzazioni. Dopo Mariotti pensavo di aver visto di tutto ma Marzorati ci è vicino. E’ stato un grande, un mito della pallacanestro, anche se io tifavo prima per la Simmenthal e poi per le squadre che sono succedute come nome alle famose scarpette rosse. Ecco un mito dovrebbe accettare serenamente anche la calvizie. Io non sono un mito, ho un sacco di capelli ma oramai inesorabilmente bianchi. Ma mi sentirei molto ridicolo se me li facessi tingere di nero. Perdere i capelli a 20 anni può essere psicologicamente pesante, lo so per esperienza di medico, ma a 50, 55 anni è semplice fisiologia e come tale va serenamente accettato. Ne abbiamo avuto un altro di esempio recente di miracolo tricologico… peccato che abbia portato l’Italia al disastro e sicuramente quella ridicola polenta bruciacchiata che ora ha in testa non ha migliorato il suo aspetto (penso che si si sia capito a chi mi riferisco)
Di Sansone non posso dire, anche perché non ci son perventute sue partite, ma per quanto riguarda Martin Eden so per certo che la sua forza scacchistica è direttamente proporzionale alla massa di bulbi piliferi che nasconde sotto il colbacco… 😉
Veramente mi son formato direttamente alla scuola di Bronstein… 😎
Lascio perdere le disquisizioni sui parrucchini e sui vari aspetti tricologici della vicenda. Ho visto le foto ed ho osservato le scacchiere. Fatta eccezione per le prime (non so quante: due, quattro?) che sono certamente all’altezza della situazione per il resto vedo le impresentabili (almeno per me) scacchiere di cartone sottile che sfigurerebbero anche nel più recondito torneo scolastico. Credo che una giocatrice dal cognome così altisonante, Brunello, avrebbe diritto di essere trattata un po’ meglio. Ma è mai possibile che un torneo così prestigioso come il Crespi tratti i suoi ospiti in questo modo? Sarà una mia idea ma credo che sarebbe giusto che la federazione richiedesse, o quantomeno suggerisse, agli organizzatori di tornei importanti l’uso di materiale scacchistico quantomeno presentabile. Personalmente la trovo una mancanza di rispetto per i giocatori che ho l’impressione siano trattati come polli da spennare. Mi pare di sentire: “Paga la quota e taci, anche se ti faccio giocare su un foglio di carta velina”. Per chi la pensa come me c’è un suggerimento: il prossimo torneo week end di Chioggia (seconda settimana di ottobre). Scacchiere e pezzi in legno pregiato dalla prima all’ultima, tutte nuove, sede di gioco prestigiosa, postazioni comode e ben distanziate e poltroncine in velluto! Giocando così perdere fa meno male (e vincere e ancora più bello).
Caro ‘vecchio cuore’, se frequenti il ‘canarin’ ci conosciamo; quanta ragione hai!! 😉
Caro Mongo, meno male che c’è qualcun’altro che la pensa come me. Altrimenti mi sarei preoccupato, ma non avrei comunque cambiato idea neanche di una virgola. Forse ci sarebbe una soluzione: disertare i tornei come quelli e premiare quelli in cui gli organizzatori si danno da fare per offrire qualche bella giornata di scacchi e riposo ai propri “ospiti”, preferisco chiamarli così. Quanto al resto: mi fa piacere che Tu sia frequentatore di quella famosa e simpaticissima, autentica accademia delle 64 caselle (si coglie l’ironia?), che è il mitico Canarin di Sottomarina (per chi non ha la fortuna di conoscerlo: stabilimento balneare nella spiaggia di Sottomarina). Però dalla lettura della Tua biografia (è troppo chiamarla così?) pubblicata in questo bel sito (sezione “chi siamo”
non riesco ad individuarti. Anche perchè dovresti essere toscano, o no? Comunque va bene così ugualmente. Non mi dispiace avere queste amicizie e questa identità di vedute “in incognito”. Alla prossima…
Chiedi di me all’Ampelio, usiamo le stesse ‘scarpe’!!! 😉
(A: vecchio cuore) “giocando così, perdere fa meno male e vincere è ancora più bello”.
Non sai quanto io condivida questa tua osservazione. Ho giocato per tanti anni al Palazzo del Casinò di Arco di Trento quasi soltanto per il piacere di sostare qualche ora nella sua splendida e comoda sala di gioco (un anno che il salone principale non fu disponibile stavo per andarmene).
E aggiungo che mi trovavo così bene che perfino il mio livello di gioco mi sembrava migliorare, anzi migliorava proprio (non abbastanza, purtroppo).
A Mongo: credo di capire a quale tipo di scarpe fai riferimento. Proverò a trovare il modo farmi dare qualche elemento in più dal mitico Ampelio. A Marramaquis: beh, a questo punto cominciamo ad essere in tanti a pensarla così: siamo già in tre! In verità dovremmo essere molto di più e dovremmo fare sentire la nostra voce di “utenti” quando le cose non vanno. Ho notizia di una situazione logistica a dir poco scandalosa nell’ultimo torneo week end di Vicenza. Si è giocato in settembre, con temperature ancora elevate, nello scantinato (!!!) dell’albergo, senza finestre, perchè le sale usate negli anni precedenti dovevano essere usate per un convegno. Ma non lo si sapeva per tempo? E allora non era il caso di cambiare posto? So di malori da parte di qualcuno e di diversi mal-umori. La realtà è che molti, forse troppi, non intendono il momento del torneo come una situazione di vacanza perchè quello che conta è solo il dio “Elo”. Di questo passo gli organizzatori continueranno ad avere vita facile. Se invece si cominciasse a prendere carta e penna, o tastiera ed e mail, e scrivere alla federazione segnalando le cose che non vanno potrebbe essere che qualcuno capisse l’antifona e cercasse di comportarsi meglio. Per il resto la differenza la fanno i giocatori. Se continueranno a tornare dove sono stati trattati da cani vuol dire che a loro va bene così e quindi la nostra è una battaglia persa in partenza.
Hai proprio ragione vecchio cuore, io credo che spesso e volentieri il primo pensiero degli organizzatori sia solo incassare qualcosa… Quando invece organizzare un torneo del “Nobil Giuoco” dovrebbe essere un piacere, dovrebbe essere organizzato unicamente per la passione per il gioco.