Verso l’infinito …e oltre!

Scritto da:  | 14 Dicembre 2011 | 16 Commenti | Categoria: Curiosità, Zibaldone

E’ questo il motto che ha ormai reso celebre e simpatico a grandi e piccini lo Space Ranger di Toy Story e, volendo accostando accostare all’invincibile personaggio di Buzz Lightyear il nostro Fabiano Caruana, reduce dai trionfi perugini, ecco mi chiedevo perché non pensare a delle categorie extra da Grande Maestro e oltre… Mi spiego meglio: 2300 punti Fide equivale a Maestro Fide, 2400 (discorso norme a parte) significa Maestro Internazionale e 2500 (idem come sopra per le norme) è sinonimo di Grande Maestro, ovvero il titolo più alto e valutato riconosciuto ufficialmente per un giocatore di scacchi. Lo so che se ne è già parlato e riparlato, nei più svariati contesti, ma forse vale la pena riproporre la questione. Quando, all’incirca una quarantina di anni orsono, è stato introdotto il punteggio Elo ben pochi erano i giocatori di punta che potevano vantare un punteggio assai superiore all’ambìta soglia dei 2500 di rating, praticamente solo i top-players. Con l’aumento del numero dei giocatori nel mondo e con l’inflazione derivante nell’ormai anacronistico algoritmo di calcolo (apro e chiudo rapidamente una parentesi: esistono versioni migliori e più indicative della forza di gioco di un giocatore, per esempio gli algoritmi di Glicko), ecco, i giocatori più forti del pianeta si son mano mano collocati prima in quel plateau che supera i 2600 e poi, negli anni più recenti, oltre i 2700. Dapprincipio un’esigua minoranza, in seguito sempre di più, al momento circa una quarantina, e pochissimi hanno addirittura oltrepassato quella che un tempo era considerata l’invalicabile barriera dei 2800 (Kasparov, Carlsen, Anand, Topalov, Kramnik ed Aronian), di fatto l’élite dell’élite.

Arpad Elo

Siamo d’accordo che attribuire nuovi titoli sarebbe ingiusto verso i grandi del passato che, per i motivi cui abbiamo accennato, non hanno mai raggiunto tali soglie, pensiamo per esempio alle leggende dell’era pre-Elo, oppure a un Fischer (max Elo raggiunto: 2785) o a Karpov (max Elo raggiunto: 2780). Ma non si tratta, come al solito, di stilare una sterile classifica dei più bravi e forti della storia (Coppi o Merckx, Rocky Marciano o Muhammad Ali, il solito annoso dilemma…;), ma semplicemente di rimanere aggiornati con i tempi.
Perché allora non introdurre delle nuove categorie per così dire del nuovo millennio?!?
In fondo anche ai tempi di Paul Morphy il titolo di Grande Maestro non esisteva ancora eppure se lo stesso Anand lo considera secondo solamente al mitico Bobby Fischer in un’ipotetica classifica virtuale dei più grandi di sempre, ecco, allora sappiamo in partenza che in fondo il titolo ufficiale significa davvero poco.


Quindi, la butto un po’ lì:

  • 2300: Maestro Fide
  • 2400: Maestro Intenazionale
  • 2500: Grande Maestro di primo dan
  • 2600: Grande Maestro di secondo dan
  • 2700: Grande Maestro di terzo dan
  • 2800: Grande Maestro di quarto dan

questo per prender per esempio spunto dal judo, oppure qualcosa di simile e allora ci si può veramente sbizzarrire:

  • 2300: Fide Master
  • 2400: International Master
  • 2500: Grand Master
  • 2600: Senior Master
  • 2700: Super Master
  • 2800: Top Master

e le similitudini possono esser davvero molteplici, pensiamo per esempio all’alpinismo: negli anni sessanta un VI+ (sesto grado più) era appannaggio di leggende della tempra di Walter Bonatti e pochi altri, cinquant’anni dopo si parla tranquillamente di IX, X e XI grado ma quando nell’ambiente si fa il nome di un Andreas Heckmair o di un Hermann Buhl il rispettoso silenzio che avvolge questi nomi parla più di ogni titolo… Kenenisa Bekele corre i 10000 in quasi tre minuti in meno di Emil Zátopek ma Zátopek è stato Zátopek! Insomma, non siamo mica qui ad asciugar gli scogli, il concetto è solo quello di proporre qualcosa che stia più al passo coi tempi, magari anche allo scopo di stimolare maggiormente lo spirito di competizione… che ne pensate?

avatar Scritto da: Yanez (Qui gli altri suoi articoli)


16 Commenti a Verso l’infinito …e oltre!

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    Martin Eden 13 Dicembre 2011 at 23:20

    Problematiche e spunti interessanti. Da segnalare qui il prezioso approfondimento del nostro cserica sulla storia del titolo di Grande Maestro.

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    Claudio E. 14 Dicembre 2011 at 11:42

    ..interessante. In effetti la definizione GM oggigiorno è una cornice che racchiude ” di tutto e di più” per cui l’esigenza di ulteriore frazionamento c’è; anche perchè la funzione del titolo è complementare e diversa dal punteggio Elo, il primo valore statico che si sofferma sulla miglior performance di sempre del giocatore, il secondo dinamico e variabile in virtù dello stato di grazia dello stesso. Allora a mia volta la butto lì: MF, MI,GM,GME grande maestro esperto,GMS super grande maestro,GMT top grande maestro,GMC ?! grande maestro champion (titolo mondiale? ); manca ovviamente OGM che non è da noi.

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    Luca Monti 14 Dicembre 2011 at 14:51

    E se invece di moltiplicare i titoli,arrivassimo all’abolizione
    degli stessi?Magari con un sistema di calcolo differente (come ricor
    dato dal Signor Yanez).Con quello si stabilirebbe una classifica,
    un poco come nel tennis.Numero 1,numero 2,…numero 150,senza distin
    zioni di categorie.

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    fds 14 Dicembre 2011 at 14:51

    Quella dell’inflazione dell’Elo pare sia da archiviare come una favola metropolitana, secondo studi recenti:

    http://www.cse.buffalo.edu/~regan/papers/pdf/ReHa11c.pdf

    Trattasi di un interessante studio ove si tenta di rispondere a 4 domande:

    1. C’è stata o no inflazione Elo (tra i top player) negli ultimi 40 anni?
    2. I campioni del passato sono più o meno forti di quelli di oggi?
    3. Ridurre il tempo di riflessione, conduce ad un peggioramento della qualità di gioco?
    4. Le analisi sulle partite “anomale” di un torneo possono rivelare comportamenti fraudolenti?

    Le conclusioni sono:

    1. Non c’è stata alcuna inflazione visibile, se non piccolissima. Anzi, i ricercatori sospettano ci sia stata una lieve deflazione.
    2. come conseguenza del punto 1, il fatto che oggi ci siano più 2700 che in passato implica che questi siano migliori di quelli di una volta, tranne al più Fischer e Karpov.
    3 e 4: non ci sono ancora abbastanza dati, le analisi su questi punti fanno parte del programma futuro.

    Tornando all’oggetto dell’articolo, invece di inaugurare nuove qualifiche, e per non far torto ai GM del passato 😆 , la soluzione piu’ semplice potrebbe essere innalzare la soglia rating di accesso al titolo?

    • avatar
      fritzcarraldo 14 Dicembre 2011 at 15:49

      quindi secondo questi scienziatoni Karpov e Korcnoj giocavano meglio cinque anni fa, qando buscavano a destra e a manca, che non trentacinque, quando lottavano per il mondiale…..
      ma a Buffalo non hanno niente di meglio da fare???

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        fds 14 Dicembre 2011 at 16:26

        Beh, 5 anni fa Karpov aveva circa 2670 di rating, valore decisamente più basso (e in costante discesa) dai tempi belli.
        Korchnoi aveva 2600, e stesso discorso.
        Questo confermerebbe la conclusione 2 dello studio.

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    Claudio E. 14 Dicembre 2011 at 15:29

    Luca Monti on 14 dicembre 2011 at 14:51
    E se invece di moltiplicare i titoli,arrivassimo all’abolizione
    degli stessi?

    ripeto; titolo ed Elo hanno scopi diversi. Dire 2500 di Elo o n°1000 in graduatoria ( che tra l’altro già c’è) non ha niente a che vedere con i migliori risutati ottenuti e riconosciuti al giocatore. Ergo se vedi una ex miss Italia di 80 anni potresti dire, accidenti quant’è brutta e sciupata ( ma ha senso? è logico il ragionamento? ).

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      Luca Monti 14 Dicembre 2011 at 16:47

      Signor Evangelisti,ma per quale ragione al mondo i migliori risul
      tati di un giocatore dovrebbero essere riconosciuti o consacrati da un titolo?
      I risultati stessi ottenuti alla scacchiera sono un titolo,il migliore,non
      necessiterebbero (per me) di null’altro.Che poi abbiano condotto
      alla conquista di un titolo magari di GM in taglia S,M,X o XL
      che importanza avrebbe?Cordialità.Luca Monti.

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        Claudio E. 14 Dicembre 2011 at 17:59

        Sig. Monti, scusi,
        ma per quale ragione al mondo forse Lei conserva in un bell’album fotografico la sua immagine da giovane capellone 18enne ( ipotesi per dire…;) ed al contrario non butta via tutte le foto vecchie e mantiene solo quella della carta d’identità attuale. Pare proprio che non ci capiamo.

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          Luca Monti 15 Dicembre 2011 at 00:05

          Ed effettivamente continuo a non capire quale relazione
          esista tra il non assegnare alcun titolo a chicchesia e la
          mia immagine da giovane capellone o lo sfiorire di una
          ex Miss Italia ottuagenaria. Lei ce la messa tutta, ma la mia
          testa è dura, mi spiace. La saluto caramente, rinnovandoLe i
          miei ringraziamenti per Bagni di Lucca 1978.

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    Mongo 14 Dicembre 2011 at 16:56

    Appurato che i titoli di GM e di IM ormai paiono un po’ inflazionati, visto l’elevatissimo numero di giocatori onorati di questi titoli, l’unica cosa più razionalmente possibile senza toccare il valore dei titoli ottenuti nel passato, perchè un GM è sempre un GM, checchenedica il suo Elo di allora o il suo Elo di oggi o di domani, è quella di aumentare il punteggio Elo per l’acquisizione del titolo. L’aggiungere, come segnalato dall’autore del pezzo, dei ‘dan’ al titolo di GM mi lascia qualche perplessità.

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      Mongo 14 Dicembre 2011 at 17:06

      Aggiungo ancora una cosa: oggi che esiste il punteggio Elo ha ragione di esisre il titolo di ‘campione del mondo’. Direi di no, il più forte giocatore del mondo, quello con l’Elo più alto, è automaticamente il campione del mondo.
      L’Elo è come la classificazione del valore dei giocatori di tennis e giust’appunto nel tennis non esiste il campione del mondo.

      • avatar
        fritzcarraldo 14 Dicembre 2011 at 17:11

        a tennis se non giochi lo stesso numero di tornei degli anni precedenti, perdi punti in classifica.
        a scacchi, con un torneino ogni 2 anni, magari di pochi turni, puoi rimanere tra i migliori per molto tempo….

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    Andrea 14 Dicembre 2011 at 18:06

    Premesso che l’Elo (inflazionato o meno) costituisce già una classifica, io risolverei il problema rinormalizzando ogni volta la graduatoria in modo tale che il giocatore top abbia sempre 2800 punti. Questo può portare a qualche paradosso, ma non bisogna dimenticare che l’Elo è un indice di forza relativa e non assoluta.

    Altro discorso è quello dei titoli, che proprio per il nome vengono attribuiti a vita. Anche se, credo accada spesso, un giocatore non riesce più a performare al livello che gli ha permesso l’acquisizione del titolo. Io lascerei il titolo di GM a vita, ma introdurrei delle “norme” supplementari (o “dan”, o “star” o come volete chiamarle) conseguibili in modo arbitrario in base a risultati sportivi di eccellenza, ma a scadenza (ad esempio, 5 anni).

    Naturalmente bisognerebbe capire quanto il problema dell’inflazionamento dei titoli è sentito a livello dirigenziale (credo poco o per nulla, ma potrei sbagliarmi).

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      Ramon 14 Dicembre 2011 at 19:35

      A mio modesto parere la normalizzazione matematica che propone Andrea
      è assolutamente improponibile per tutta una serie di motivi:

      1. Perché rinormalizzando la distribuzione ad ogni pubblicazione
      della lista occorre spostare di conseguenza anche le soglie per
      il raggiungimento delle varie norme, con le conseguenti confusioni
      sia organizzative che soggettive che potete ben immaginare.
      2. I giocatori ai vertici della lista sarebbero ben poco incentivati
      a migliorarsi… tanto al massimo raggiungono i 2800, tetto massimo,
      senza che questo rappresenti qualcosa di rapportabile ai progressi
      ottenuti precedentemente dagli altri o di confrontabile nel futuro.
      3. Se per assurdo tutti i giocatori in lista sopra di me, smettono
      di giocare e vengono dichiarati inattivi per un bimestre cosa succede?
      Che io da 1500 schizzo improvvisamente a 2800 come Kasparov,
      Carlsen & co. prima di me?!?

      Io sono per una ristrutturazione efficiente del meccanismo di calcolo
      dell’Elo come propone il buon Yanez e, parallelamente, per una revisione
      dei vari titoli internazionali. Che importa se nel passato l’attribuzione
      rispondeva a criteri differenti? Tutto evolve.. gli storici faranno le loro
      valutazioni. Punteggio e titoli hanno valore soprattutto per il momento
      contingente.

      Oppure si puó pensare ad un meccanismo dinamico come nel tennis,
      nel golf o in altri sport con dei punteggi da attribuire a seconda
      dell’importanza dei vari tornei nel calendario mondiale anche se questo
      sicuramente implicherebbe una confusione indescrivibile ai livelli
      piu’ bassi… ecco, un meccanismo simile sarebbe da pianificare
      nel dettaglio con evidente precisione, aspetti nei quali la FIDE
      non si è mai distinta particolarmente, basti considerare
      per esempio le innumerevoli revisioni apportate al meccanismo
      del Campionato del Mondo… se non riescono a mettersi d’accordo
      per le cose importanti figuriamoci per quelle dei giocatori normali…

      • avatar
        Andrea 16 Dicembre 2011 at 14:52

        Naturalmente, l’idea di fare in modo che il numero 1 della lista abbia sempre lo stesso punteggio e modificare gli altri di conseguenza è un po’ paradossale, ed è chiaro che può portare ad altro tipo di difficoltà. Resta sempre da tener presente che le prestazioni scacchistiche sono comunque relative e mai assolute.

        La questione della “motivazione” è interessante e mi sembra meritevole di discussione. Il giocatore non professionista può anche essere motivato a migliorare il suo Elo come manifestazione di un suo progresso nel gioco e trarne soddisfazione fine a se stessa. Penso che per un professionista il raggiungimento di certe soglie possa avere sì valore psicologico, ma credo che il maggior incentivo a migliorare ed affinare il proprio gioco sia quello di scalare posizioni nella graduatoria (indipendentemente dal valore del rating) per poter accedere a tornei con premi ed ingaggi più remunerativi e, a più lunga scadenza, rimanere “nel giro” più a lungo possibile.

        Infine (tanto per scherzare un po’;) credo che la possibilità che un 1500 si ritrovi primo della graduatoria mondiale per inattività di tutti coloro che lo precedono possa concretizzarsi unicamente in caso di una guerra termonucleare globale, o evento di simile portata distruttiva. Nel qual caso, però, mi sembra che non solo gli scacchisti, ma l’umanità intera (o quel che ne rimane) avrebbe problemi un po’ più urgenti a cui pensare.

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