La prima novità teorica di Wijk aan Zee 2012

Sono quasi le 17 del 13 gennaio a Wijk aan Zee. Tutti i giocatori del torneo A, il più forte torneo a 14 giocatori di tutti i tempi, sono in linea sul palco. Uno dopo l’altro, a partire da Carlsen e a finire con Van Wely, si susseguono in rigoroso ordine di Elo al pulsantone che assegnerà loro il numero di partenza sul tabellone. Tutti premono, chi fugacemente, chi pacatamente, chi più prolungatamente, il pulsante del destino, azionando la sirena quel tanto che corrisponde alla pressione scelta.
Tutti osservano il collega di turno. Tutti meno uno. Uno che nasconde il volto dietro le mani, che piega il collo all’indietro e rotea la testa, gli occhi serrati in una smorfia che parrebbe di insofferenza, quando non di disperazione. Da sotto il palco, come sua consuetudine, il direttore del torneo Jeroen van den Berg lo chiama al dovere: “un altro giocatore che qui è di casa: Vasilij Ivanchuk” e lui, come risvegliato da uno stato di coscienza alterata, d’improvviso veste la faccia da monello migliore che è riuscito a trovare in quei brevi minuti di compartecipata solitudine. Qualche breve passo, come tutti gli altri, ma poi, invece di stendere il braccio, come tutti gli altri, lo piega all’indietro, lo alza, e infine, con una smorfia divertita, investe il pulsantone con una gomitata assolutamente volontaria che fa letteralmente scoppiare di risate tutto il Pavilion.
Impassibile, van den Berg commenta: “Vasilij ha appena pescato il numero 13, adottando una nuova tecnica sin qui mai vista…”.

Il 74° torneo di Wijk aan Zee non è ancora cominciato, ma Ivanchuk ha già rubato la scena…

Vasilij Ivanchuk (foto per gentile concessione di Caissa Italia)

Scritto da: YG (Qui gli altri suoi articoli)