Venafro città degli scacchi

Scritto da:  | 18 Gennaio 2012 | 14 Commenti | Categoria: Curiosità, Zibaldone

Gli scacchi di Venafro

Sono senza dubbio i più antichi d’Italia e forse anche tra i più antichi di Europa: gli scacchi di Venafro (Is), a lungo oggetto di dibattito da parte di scienziati e studiosi per chiarirne la datazione, tornano “in patria” dopo un complesso iter burocratico. Rinvenuti casualmente nei pressi di un teatro romano alle porte della città molisana, sono stati sottoposti alle più svariate interpretazioni scientifiche. A porre fine a tanti dibattimenti, la prova ottenuta con il metodo della Spettrometria di Massa con Acceleratore (AMS) presso il Dipartimento di Scienze Fisiche dell’Università di Napoli “Federico II” e in parallelo a Sidney in Australia presso l’Australian Nuclear Science and Technology Organization Luca Heights Research Laboratories. Lo studio dimostra che le ossa degli animali adulti da cui un antico intagliatore ricavò i celebri scacchi hanno un’età compresa per il 95% in uno dei seguenti periodi 781dC – 1040 dC, 1104 dC – 1112 dC, 1147dC – 1152 dC e che l’intervallo 885 -1017 dC ha una probabilità del 68% per cui la data centrale del 980 dC, non equidistante, è quella che può assumersi con tutta legittimità. Gli scacchi di Venafro sono pertanto del X secolo, datazione che influisce anche sulla diffusione stessa del gioco degli scacchi in Europa.
Fu nel 1932 l’ispettore onorario di Venafro, Giuseppe Cimorelli, a consegnare al Museo Archeologico di Napoli il gruppo di pedine in osso. Rimasti a lungo non esposti, i pezzi di Venafro furono portati all’attenzione del mondo scacchistico da Adriano Chicco, che ne comprese subito l’importanza e li illustrò più volte nelle sue opere di storia scacchistica. Studiosi stranieri, fra cui Pavle Bidev, arrivarono a ritenerli inesistenti e “frutto della fantasia italica”. I pezzi rimasero sconosciuti ai più per decenni fino al 1990 quando, il prof. Giorgio Cian, preside della facoltà di giurisprudenza dell’Università di Ferrara, decise di esporli ad Asiago in occasione dei campionati universitari a squadre di scacchi. Ora le preziose pedine tornano a casa e domenica 22 gennaio prossimo saranno esposte, per la prima volta, nel Museo archeologico di Santa Chiara. Organizzata dal soprintendente Dott.ssa Russo, una Mostra di così tale prestigio non potrà non essere apprezzata dagli amanti di questa disciplina. Intanto l’Amministrazione locale si sta attivando per far sì che Venafro venga riconosciuta “Città degli scacchi”.

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14 Commenti a Venafro città degli scacchi

  1. avatar
    Alessandro Corsi 18 Gennaio 2012 at 14:32

    Eccellente! ❗
    Questi pezzi sono la dimostrazione evidente per cui SoloScacchi è un sito unico nel panorama dello scacchismo italiano, bravissimi!

  2. avatar
    Tamerlano 18 Gennaio 2012 at 15:46

    Che bella doppia notizia: tornano ‘a casa loro’ e vengono esposti nella mostra che sarà aperta dal 22 gennaio fino ai primi giorni di dicembre 2012; personalmente spero che ‘i pezzi’ siano esposti in maniera permanente.

    I tanti sforzi – finalmente – hanno prodotto un ottimo risultato.
    Consiglio di leggere “Vi ricordate la promessa che gli scacchi di Venafro sarebbero tornati a Venafro” al link
    http://www.francovalente.it/2011/06/13/vi-ricordate-la-promessa-che-gli-scacchi-di-venafro-sarebbero-tornati-a-venafro/

    Sono daccordo, questo sito scacchistico italiano è davvero unico ed al quale faccio i miei complimenti!

    Tamerlano

  3. avatar
    Tamerlano 18 Gennaio 2012 at 16:22

    “Ragazzi”, qui http://www.archeologiamedievale.it/ si legge quanto segue:

    ==============================================================

    Tra i tanti reperti eccezionali che la mostra presenta, si sottolinea infine, nell’ultima sezione – La presenza araba a Venafro tra IX e X secolo, che si riconnette alla fase dell’incendio dell’Abbazia di San Vincenzo dell’881, l’esposizione degli scacchi di IX-X secolo d.C., rinvenuti agli inizi del secolo scorso a Venafro (conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, sono presentati in Molise per la prima volta), insieme ad altri scacchi di provenienza meridionale: quelli di Albano Laziale messi a disposizione dal Museo Civico, e quelli dal Castello di Avella resi disponibili dalla Soprintendenza di Salerno.

    ==============================================================

    A questo punto non mi resta che indicarvi:

    http://www.cci-italia.it/cassano.pdf
    (dove ci sono tutte le immagini che anche se non sono belle ci sono tutte)
    😉

    http://www.italiascacchistica.com/n1193.htm
    (dove c’è la copertina della rivista e un’altra piccola ma bella foto di tutti e 4 i pezzi)

    Tamerlano

  4. avatar
    Jas Fasola 18 Gennaio 2012 at 16:54

    Cari scacchi di Venafro,
    gli scacchi di Sandomierz vi salutano…
    facciamo una partita?

    conferenza
    http://www.zamek-sandomierz.pl/viewpage.php?page_id=89

    storia
    http://www.zamek-sandomierz.pl/viewpage.php?page_id=19

    Gli scacchi di Sandomierz (Polonia), fatti con corna di cervo, sono stati scoperti 50 anni fa (1962). Sono datati XII – XIII secolo. Nel sito si spiega che in Europa gli scacchi sono arrivati gia’ nei secoli VIII-IX, inizialmente in Spagna, Italia e Francia, poi in Germania, Inghilterra e Scandinavia. In Russia gli scacchi erano conosciuti gia’ nel IX secolo arrivando direttamente dall’Est.

  5. avatar
    Tamerlano 18 Gennaio 2012 at 17:09

    Sapevo da tempo dell’esistenza dei 28 pezzi di Sandomierz ma non li ho mai visti da vicino ne sapevo di queste due pagine, grazie per l’informazione. 🙂

    Vuoi vedere che essendo proprio questo l’anno della fine del mondo (secondo la profezia Maya) stanno tutti ‘sparando’ le ultime ‘cartucce’ ? 🙁

    Scherzi a parte c’è qualcuno che le può tradurre ? In lingua italiana molto meglio o, altrimenti, in inglese ! 😉

    Tamerlano
    P.S.
    Adesso che ci penso bene i Venafro furono ritrovati nel 1932 e, quindi, quest’anno è il loro 80° ‘compleanno’… non è che i Maya hanno davvero ragione ????????
    Forse è meglio che intanto noi due iniziamo l’ultima nostra partita ma con i 28 di Sandomierz ed i 4 di Albano, però !

  6. avatar
    Jas Fasola 18 Gennaio 2012 at 17:56

    ho chiesto info ai polacchi… zobaczymy 😆

    gli scacchi di Sandomierz hanno 29 pezzi, dobbiamo trovare un cervo (meglio gia’ morto) e tagliargli un pezzo di corna per fare i tre pedoni mancanti, ci pensi tu?

  7. avatar
    Roberto Messa 18 Gennaio 2012 at 18:59

    Ottimo. Andando oggi a rileggere il saggio di Alessandro Sanvito “Gli otto pezzi di scacchi delle Catacombe di San Sebastiano” (all’interno del libro “34° Torneo di Capodanno, Reggio Emilia 1991-92”, ediz. Messaggerie Scacchistiche 1992) mi sembra di capire che secondo Sanvito quelli “delle catacombe” potrebbero essere precedenti a quelli di Venafro. In ogni caso quelli custoditi nel Museo Sacro della Biblioteca Apostolica Vaticana (inventariati dal n. 2179 al 2187) sono quasi identici a quelli di Venafro, come si vede chiaramente nella fotografia all’interno del libro. Gli Scacchi delle Catacombe sono classificati da Sanvito di “inequivocabile foggia araba” (al pari di quelli di Venafro) e vennero esposti al pubblico una sola volta, nelle sale dell’Hotel Astoria di Reggio Emilia dal 27 dicembre 1991 al 6 gennaio 1992 e… io c’ero.

  8. avatar
    Jas Fasola 18 Gennaio 2012 at 19:19

    Ringrazio la Signora Agnieszka Stempin del Museo archeologico di Poznan per la pronta risposta (fuori orario d’ufficio!)

    Ecco il link in inglese

    http://www.muzarp.poznan.pl/muzeum_new/muz_eng/aktualnosci/The_cultural_role_of_the/index.html

    Scrive che le farebbe piacere se qualche italiano andasse in Polonia alla conferenza in maggio a parlare degli scacchi di Venafro.

  9. avatar
    Ciro 19 Gennaio 2012 at 22:11

    Lavoro presso il Museo Archeologico di Venafro ed ho seppur in minima parte collaborato all’allestimento della mostra che ospiterà i famosi scacchi. Da giocatore un pò più che principiante ritengo che il gioco equivale semplicemente ad “intelligenza”: solo una profonda riflessione genera lo spostamento di un pezzo! Sarebbe stupendo se si riuscisse ad organizzare qualcosa coinvolgendo l’intera città.

  10. avatar
    Tamerlano 10 Febbraio 2012 at 20:54

    Buonasera Sig. Ciro, provo a chiedere se è stato previsto un catalogo della mostra e, meglio ancora, se ci sono dei documenti sugli antichi pezzi degli scacchi (Venafro, Albano e Avella).

    Grazie anticipate per la sua risposta,
    Tamerlano

  11. avatar
    michele 29 Marzo 2012 at 12:51

    il mondo degli scacchi è bellissimo, sviluppa la memoria, stimola la ricerca ed entusiasma per i risultati che si raggiungono in continuazione; infine, le amicizie che si creano, partecipando ai vari tornei amatoriali sono appaganti ed intelligenti.

  12. avatar
    Tamerlano 24 Ottobre 2013 at 20:27

    Vediamo un pò se questa NOTIZIA interessa qualcuno dei lettori di Soloscacchi.
    😉

    Buonasera a tutti, Vi informo che la settimana scorsa ho avuto la conferma che i famosi pezzi degli scacchi di Venafro, considerati tra i più antichi pezzi ‘islamici’ del mondo, resteranno al Museo di Santa Chiara a Venafro; attualmente sono esposti, in modo permanente, nel nuovo allestimento al piano superiore del museo. Da soli e non più in compagnia dei 4 pezzi di Albano Laziale (RM) e dei 3 pezzi del Castello di Avella (AV) che, dopo aver fatto un gran bella figura, nella sezione “La presenza araba a Venafro tra IX e X secolo, il gioco degli scacchi e la sua simbologia” all’interno della mostra “Splendori dal Medioevo – L’abbazia di San Vincenzo al Volturno al tempo di Carlo Magno”, stanno ritornando o sono già ritornati alle loro rispettive sedi di appartenenza.

    A tutti gli scacchisti delle zone limitrofe e al ‘turista-scacchista’ che si trovi nei dintroni consiglio di fare un gita a Venafro ed a visitare il suo museo.

    Tamerlano

  13. avatar
    Paolo Peduto 13 Febbraio 2017 at 10:48

    Gli scacchi di Venafro sono simili agli scacchi rinvenuti nel castello di Lagopesole (nel comune di Avigliano -PZ), ora esposti nell’antiquarium del castello. La scoperta fu effettuata durante gli scavi da me diretti tra il 1996 ed il 2006. Se ne dette notizia e foto in una guida alla visita curata da Antonio Giovannucci e da me, pubblicata nel novembre 2000 ed ora ne sto riprendendo l’argomento per la pubblicazione degli Atti d’un convegno tenuto a Lagopesole nell’anno passato. L’esatta indicazione bibliografica è: A. Giovannucci, P. Peduto (a cura di), Il castello di Lagopesole da castrum a dimora reale. Visita al Castello e guida alla Mostra, Salerno, tipografia Incisivo, 2000. Tale guida fu edita con i fondi della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dipartimento del turismo e del Ministero per i Beni e le Attività culturali. Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici della Basilicata. Paolo Peduto

  14. avatar
    salvador juanpere aguilo 20 Agosto 2018 at 14:17

    signori

    Hai qualche libro che parla dei pezzi di Venafro?
    Quali sono le riproduzioni dei pezzi di Venafro?

    Se hai qualcosa, che prezzo ha?

    È vicino al Museo Nazionale degli Scacchi della Catalogna, Castellar del Valles, vicino a Barcellona

    MNdE
    Salvador Juanes

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