Ma gli scacchisti sono davvero (così) intelligenti?!?

Scritto da:  | 20 Gennaio 2012 | 52 Commenti | Categoria: Zibaldone

Una domanda che sorge spontanea…


Ogni volta che mi capita di svelare questa mia passione a persone che conosco per la prima volta acquisto subito un bel punteggio. Alla domanda ripetuta dopo l’incredibile novella “Lei, gioca a scacchi?” seguita da altrettanta risposta affermativa  gli occhi dell’interlocutore si illuminano e si sgranano, come se si trovasse di fronte ad un redivivo Einstein. Il che mi fa gonfiare il petto da tacchino innamorato e mi guardo allo specchio con una specie di deferente soggezione.
A vederli impegnati sulle scacchiere con la testa fra le mani questi benedetti scacchisti sembrano davvero dei prodotti di una certa levatura, il risultato di una illuminata scrematura celeste. Soprattutto se stanno lì fissi per ore e ore in un silenzio assoluto che rende ancora più magica l’atmosfera e quasi sacra la loro performance. O quando muovono veloci a blitz tutti quei pezzi che saltano di qua e di là guidati da mani incredibilmente sapienti (ma come fanno?). Oh, my God!
E poi tutte quelle maledette regole che solo ad impararle ci vuole una capa tanta, e tutte quelle varianti e sottovarianti, tutti quei movimenti complicati, via gli scacchisti devono essere PER FORZA intelligenti! Ma intelligenti da far paura. Di una intelligenza davvero mostruosa.
Poi li scopri in certi atteggiamenti bambineschi, a fare smorfie, ad agitarsi, a trovare mille ridicole scuse per le loro goffaggini scacchistiche, ad imputarsi furberie varie, e insomma li ascolti semplicemente parlare e il dubbio allora nasce spontaneo “Ma gli scacchisti sono davvero (così) intelligenti?!?”.
Ai lettori l’eventuale risposta ma non dite che vi è venuta spontanea dopo la lettura di queste righe.

avatar Scritto da: Fabio Lotti (Qui gli altri suoi articoli)


52 Commenti a Ma gli scacchisti sono davvero (così) intelligenti?!?

  1. avatar
    Orazio 20 Gennaio 2012 at 08:19

    Opinione personalissima:

    Intelligenza: nella media, né sopra né sotto.
    Egocentrismo: molto sopra la media.
    Problemi di socializzazione con il mondo: MOLTISSIMO sopra la media! 😕

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      LS 20 Gennaio 2012 at 11:13

      ma i problemi di socializzazione ce li avrai tu, per Caissa!!!
      come c’è lo stereotipo dello scacchista superintelligente (falso) c’è quello dello scacchista ipersfigato, asociale e semiautistico (falsissimo!!!) 👿
      Ci sono le dovute eccezioni, come in OGNI gruppo sociale, ma di regola lo scacchista è una persona NORMALE (e per quanto riguarda la socializzazione, ti assicuro che – soprattutto tra i nostri giovani giocatori – il problema è semmai troppa “esuberanza” nei confronti del gentil sesso :mrgreen: ).

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        Orazio 20 Gennaio 2012 at 11:21

        Ehi, ehi… non ti scaldare LS e, se possibile, non offendere.
        Era una ‘provocazione’, ovvio. Ho parlato di ‘media’, mica tutti son così, per fortuna! :o
        Solo mi pare che in altri contesti ‘sportivi’ (pensa per es. ad altri sport: la pallavolo, il rugby, l’atletica…;) i praticanti siano molto più normali e aperti che non tanti scacchisti che bazzicano i tornei. Tu che dici?? 😉

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        Mandriano 20 Gennaio 2012 at 15:36

        ….intanto però la ragazza in questione ha già fatto pervenire un fax dal proprio studio legale lamentando il fatto che quella foto è coperta dal diritto d’autore e quindi riservata, nonchè, resa pubblica anche lesiva dell’immagine della propria assistita…minacciano le vie legali….avanti!!

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    fds 20 Gennaio 2012 at 11:44

    Una domanda che sorge spontanea…

    E’ Matilde Brandi nella foto?
    Non so se è oca, e poco importa, ma spesso è nei miei pensieri… :oops:

    Giusto per avvallare l’ultima frase di LS :mrgreen:

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      Stefano Lupini 20 Gennaio 2012 at 12:20

      Credo sia Kim Cattrall, splendida attrice conosciuta soprattutto per il ruolo di Samantha Jones nella serie televisiva (poi approdata anche sul grande schermo) “Sex and the City”.
      Comunque, è nei pensieri di molti, me compreso… a prescindere dal nobil giuoco… :oops:

      • avatar
        Mandriano 20 Gennaio 2012 at 15:32

        …..nuovo concorso di Soloscacchi!!

        Trova la bella fotomodella….basta con gli attempati scacchisti in bianco e nero!!

        Ci siamo….

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    Giangiuseppe Pili 20 Gennaio 2012 at 12:33

    In quanto scacchista, mi stupisco della mia deficienza.
    In quanto non-scacchista, mi stupisco della mia intelligenza.
    Così con l’intelligenza mi stupisco della mia deficienza!

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    Fabio Lotti 20 Gennaio 2012 at 13:20

    Si fa per sorridere un po’ su di noi… :)

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    Giangiuseppe Pili 20 Gennaio 2012 at 13:32

    Eh eh eh! Certo!

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    Claudio E. 20 Gennaio 2012 at 13:35

    Sig. Orazio, scherzando scherzando spesso si coglie nel segno.
    Comunque la situazione mi ricorda quando era in uso la brutta nomea “pidocchi rivestiti” riferita ai poveri rimpinguati verso le classi più abbienti; ecco, capita, eccome capita, di vedere scacchisti felici di frequentare i luoghi di questo gioco cervellotico per …rivestirsi di materia grigia pregiata. Comunque c’è di peggio.
    Allegria….

    Personalmente mi valuto un ottimo …SUB, ma l’acqua dov’è?

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    Fabio Lotti 20 Gennaio 2012 at 15:06

    Naturalmente ho esagerato per esigenze ironiche del pezzo ma il fatto di essere salito in considerazione nel mio interlocutore dopo l’esaltante scoperta è successo davvero. Tra l’altro giorni fa, non ricordo dove, ho letto che i nostri politici, per governare meglio, dovrebbero imparare a giocare a scacchi. Ed era un articolo serio.

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      Mongo 20 Gennaio 2012 at 16:06

      Beh, la Barclays Bank per i suoi managers ha indetto corsi di scacchi!!! 😛
      Io ho gentilmente invitato il mio principale a farli e per poco non mi sono ritrovato sulla strada. Mi ha salvato l’articolo 18. 😉

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    Ivano E. Pollini 20 Gennaio 2012 at 19:01

    Due commenti.

    1)Tarrasch diceva “Giocando per perdere” (frase poi ripresa da Bobby Fischer!). E Sherlock Holmes, che risolveva i casi piu’ complessi, faceva in modo da attribuire il merito a qualche funzionario ufficiale di polizia, prestando orecchio divertito al coro generale di congratulazion mal riposte.

    2)”E’ solo un club di scacchi – il club Capablanca. A quanto dicono, il miglior giocatore di tutti i tempi….

    Si fermarono a breve distanza da un tavolo dove due uomini giocavano una partita sotto gli occhi di una mezza dozzina di curiosi….Gli spettatori mantenevano un silenzio reverenziale, come se quello che si stava decidendo fosse una questione di vita o di morte.

    “Scacco” disse uno dei giocatori e sprofondo’ nell’immobilita’ piu’ assoluta di prima, indifferente al brusio di approvazione che si era levato tutt’intorno.

    Senza che nessuno glielo dicesse Julia seppe all’istante che quello era l’uomo che Cifuentes,il direttore del Club,raccomandava loro.

    Julia si mise ad osservarlo con attenzione.Doveva avere poco piu’ di 40 anni, era molto magro e di media statura. Era ben lungi dal possedere quell’aria intelligente che per Julia costituiva la quintessenza dello scacchista: esprimeva piuttosto un’indolente apatia, un sorta di stanchezza interiore, del tutto indifferente a quanto accadeva intorno a lui.

    “Scacco” ripete’ poco dopo il giocatore. La sua mossa era stata semplice all’apparenza, perche’ si era limitato a far avanzare un modesto pedone di una casa.Il rivale smise di far tamburellare le dita e se le porto’ alle tempie, come per calmarne il fastidioso pulsare.Quindi fece indietreggiare il Re bianco di un’altra casa. “Li’sarebbe stato scacco matto” disse, e non c’era la minima traccia di trionfo nella sua voce, ma solo la comunicazione di un fatto oggettivo. E poi, quasi svogliatamente, senza dedicare il minimo interesse allo sguardo incredulo del suo avversario, mosse, come venisse da molto lontano, un Alfiere attraverso la diagonale di case bianche che attraversava la scacchiera da parte a parte, e lo sistemo’ vicino al Re nemico, senza pero’ minacciarlo direttamente.

    Tra il brusio di commenti che si levo’ intorno al tavolo, Julia guardo’ Cifuentes sperando in un chiarimento. Il direttore sorrideva in modo bonario, scuotendo il capo ammirato. “Sarebbe stato scacco matto in tre giocate, in effetti…” “Allora non ci capisco niente” disse Julia. Cifuentes emise una risatina. “Quell’Alfiere era gia’ in grado di infliggere il colpo di grazia, anche se, finche’ non l’ha mosso, nessuno di noi e’ stato in grado di vederlo. Cio’ nonostante, il nostro signore, benche sappia perfettamente quale mossa fare, non ha intenzione di svilupparla. Ha mosso l’Alfiere per mostrarci la mossa corretta, ma l’ha messo di proposito in una casa sbagliata, in cui il pezzo resta inoffensivo. “Continuo a non capire” disse Julia. “Non vuole vincere la partita?”.

    Il direttore si strinse nelle spalle:”Questa e’ una cosa strana…sono 5 anni che viene qui, e’ il miglior scacchista che io conosca, ma non l’ho mai visto vincere neppure una volta”…

    In quell’istante, il giocatore alzo’ gli occhi e incrocio’lo sguardo di Julia. La luce dei suoi occhi si era smorzata, spegnendosi in una sfumatura opaca e grigia….”Vi presento” disse Cifuentes “il signor Munoz. Giocatore di scacchi”

    Da “La tavola fiamminga” di Arturo Perez-Reverte

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      Zenone 21 Gennaio 2012 at 12:00

      Non credo nell’intelligenza degli scacchisti, così come nell’intelligenza “assoluta”. Ogni persona ha dei “talenti” naturali che possono essere sviluppati (quando si dice “essere portati per…”;). Se si è consapevoli dei propri talenti o fortunati nell’imbatterci in attività che permettano di farceli conoscere (letteratura,matematica, arte,sport, scacchi, solidarietà ecc.) saremo considerati in quel campo “intelligenti” (poi magari combiniamo danni enormi in attività minime come eseguire un bonifico, appendere un quadro, mettere in funzione una lavatrice 😉 ). L’importante, questa è la vera intelligenza, è essere curiosi!
      Credo che negli scacchi, come in tutti gli ambiti delle attività umane, siano richieste,più che eccezionali capacità intellettive, la passione, lo studio, l’applicazione, il senso del “bello” – che ha molto a che fare con l’arte -, il carattere.
      Grazie
      _________
      Per “La Tavola Fiamminga” che ne dite di dare un’occhiatina qui:
      http://soloscacchi.altervista.org/?p=13194?

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    Fabio Lotti 20 Gennaio 2012 at 21:19

    Non mi aspettavo tutti questi commenti. Segno che gli scacchisti un po’ intelligenti lo sono, via… :)

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      lancillotto 20 Gennaio 2012 at 23:04

      Se fossero intelligenti avrebbero evitato di rispondere 😉

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        Sandeman 20 Gennaio 2012 at 23:21

        …suona un pò’ come: “se fossero intelligenti non giocherebbero a scacchi”, eh? 😉

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          lancillotto 22 Gennaio 2012 at 21:46

          No, non volevo assolutamente intendere questo, ma semplicemente che in troppi hanno preso sul serio un’affermazione buttata lì giusto per scatenare una discussione sullo stereotipo dello scacchista.
          E Lotti c’è riuscito benissimo 🙂

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    joe 20 Gennaio 2012 at 22:19

    Lo sono nella media, più che altro sono bravi e dotati nel gioco degli scacchi, altrimenti sarebbero anche dei “geni” in altre materie e professioni …ma purtroppo così non è… 😉

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    Mandriano 21 Gennaio 2012 at 01:00

    ….e poi dovreste vedere la faccia della gente quando gli dico che gioco anche a BUTICO!! 🙄

    😀

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    Silvio Licata 21 Gennaio 2012 at 07:23

    Credo si debbano fare due considerazioni:
    1. non basta dire “scacchisti” per pensare all’intelligenza, ma bisogna anche dire di quale livello sono gli scacchisti in questione. In molti casi, come diceva un mio amico alludendo al materiale di cui sono fatti gli scacchi, gli scacchisti sono dei semplici “trasportatori di legname”. A certi livelli, invece, le cose cambiano ed effettivamente bisogna essere molto intelligenti, oltre che dotati di cultura scacchistica, per giocare una buona partita contro un buon avversario.
    2. quando parliamo di intelligenza, associando questo termine ai buoni scacchisti, credo che diciamo una sacrosanta verità, solo che dobbiamo specificare che si tratta di una particollare “intelligenza scacchistica” da avvicinare all'”intelligenza scientifica” o “matematica”, che dir si voglia.
    Come afferma Gardner, attualmente il principale studioso dell’intelligenza umana, l’uomo è dotato di molte intelligenze pertanto non c’è alcuna contraddizione nel vedere alcuni ottimi (intelligenti) giocatori essere asociali (intelligenza relazionale) o che non sanno scrivere bene (intelligenza linguistica) o che non sanno muoversi bene (intelligenza cinestetica) …
    Mi fermo qui, ma se è il caso il discorso lo possiamo approfondire.

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      Claudio E. 21 Gennaio 2012 at 12:13

      concordo su tutto; aggiungo che molto spesso ho notato che l’intelligenza scacchistica si affianca a quella linguistica, e non solo perchè aiuta chiaramente il giocatore professionista nei suoi spostamenti. Probabilmente una ottima memoria è un tratto in comune alle due intelligenze.

  13. avatar
    Fabio Lotti 21 Gennaio 2012 at 09:26

    Dal che si evince che da un testo scherzoso possono venir fuori delle risposte molto serie… :)

  14. avatar
    AngoloNero 21 Gennaio 2012 at 10:23

    Se gli scacchisti sono intelligenti, i goisti sono geni :)
    Ciao Fabio!

  15. avatar
    Fabio Lotti 21 Gennaio 2012 at 12:06

    Grande Alessandra! Seguitela qui, ragazzi http://angolonero.blogosfere.it/

  16. avatar
    joe 21 Gennaio 2012 at 13:30

    appunto, nel caso degli scacchisti si tratta di intelligenza matematica e ottima memoria, ma il tutto resta sempre confinato…al gioco degli scacchi stessi :)
    e c’è anche la prova, di tutti questi grandi campioni degli scacchi, chi ha lasciato un segno di “genio” in altri campi “seri” dello scibile umano???
    nessuno, con forse, l’unica sola eccezione del dott.Lasker, che si occupò anche di altre cose e che ebbe anche una fitta amicizia con il fisico A.Einstein…quindi? l’unica eccezione che conferma la regola! risultato: gli scacchisti sono intelligentoni in relazione agli scacchi stessi…amen! :)

  17. avatar
    Giancarlo Cheli 21 Gennaio 2012 at 13:44

    😛
    Sono d’accordo con te, Joe, ma ancora di più con Lancillotto.
    L’ ” intelligenza ” con gli scacchi non ha proprio niente a che vedere..!

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      Claudio E. 21 Gennaio 2012 at 21:06

      no no, l’intelligenza c’entra, sempre e solo quella scacchistica,logico,matematico,geometrica, s’intende; che poi un uomo di mondo, uno che ha fatto il militare a Cuneo per dire, se la cavi meglio nella vita di un intelligentissimo scacchista è un altro par di maniche. Ricordo però che nel campo dell’arte molti grandissimi artisti morirono straccioni, non faccio nomi perchè sono troppi.

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        lancillotto 22 Gennaio 2012 at 21:54

        Bisogna definire il concetto di intelligenza, cosa non semplice secondo me. E non credo che basti un test sul quoziente intellettivo perchè anche questi risultati dipendono molto dal tipo di ambiente nel quale la persona è vissuta. Comunque visto che sto continuando a rispondere dimostro, secondo la mia affermazione precedente, di non essere molto intelligente, ma mi piacciono le discussioni 😉

  18. avatar
    Giancarlo Cheli 21 Gennaio 2012 at 13:54

    E comunque, con una bionda come quella “di copertina “, qualunque scacchista eventualmente intelligente, lo diventerebbe un po’ meno.. 😈

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      Claudio E. 21 Gennaio 2012 at 21:08

      al prossimo scacchista colpito da alzaimer attiveremo ” cherchez la femme”.

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    Silvio Licata 21 Gennaio 2012 at 16:17

    Probabilmente l’errore di fondo di questa simpatica discussione sta nel dare per scontato, sin dal titolo, che tutti sappiano cosa si intenda per intelligenza. Invito ad una interessante e introduttiva lettura partendo da questo link.

    http://www.uciim.sicilia.it/intell_multiple.htm

  20. avatar
    giovanni 22 Gennaio 2012 at 00:07

    con tutto il rispetto…ma se davvero lo fossero persone intelligenti, si dedicherebbero ad altro, a qualcosa di più serio e costruttivo per la società invece di rincorrere pedoni, cavalli e torri per tutta la vita con pochi soldi in tasca e la gloria di un misero trafiletto tra le ultime pagine di un giornale di provincia….

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      Zenone 22 Gennaio 2012 at 01:48

      “Ho provato a parlare.
      Forse, ignoro la lingua.
      Tutte frasi sbagliate.
      Le risposte: sassate.”

      [“Sassate” . G, Capeoni]

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      Joe Dawson 22 Gennaio 2012 at 09:26

      Non lo volevo scrivere ma mi hai fatto venire in mente un aforisma di Bertrand Russell: “Gli scacchi sono uno stupido espediente per dar l’illusione a dei fannulloni di far qualcosa di molto intelligente…”

      • avatar
        Silvio Licata 22 Gennaio 2012 at 11:19

        Se Russel ha detto davvero così, allora, o non conosceva gli scacchi o non conosceva i fannulloni, certamente non conosceva gli studi di Gardner sull’intelligenza multipla e, in ogni caso, questa è un’affermazione talmente generalizzante, riduttiva e superficiale da sembrare espressa da una persona poco… intelligente. Personalmente penso che sarà stata semplicemente una sua battuta poco felice: anche i filosofi possono sbagliare.

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        Giangiuseppe Pili 22 Gennaio 2012 at 14:30

        Russell, non a caso, era un genio!

        • avatar
          Silvio Licata 22 Gennaio 2012 at 15:15

          Russel nella filosofia, Fischer negli scacchi, Caravaggio nella pittura…

          Mi piace 2
  21. avatar
    Giancarlo Cheli 22 Gennaio 2012 at 12:02

    Sig. Silvio Licata,a proposito di Gardner e delle sue teorie, le posso assicurare che conosco molti scacchisti del tutto privi di ” intelligenza esistenziale “, che danno più importanza a un pedone in presa che a un essere umano in difficoltà.., e le assicuro anche che conosco alcuni ” quotati” scacchisti affatto privi di cultura e di ” intelligenza “..

  22. avatar
    Mongo 22 Gennaio 2012 at 15:35

    Emh… Emh…
    Modestia a parte…!!! 😉

  23. avatar
    girolamo 22 Gennaio 2012 at 20:49

    Il problema è per Noi giocatori non molto forti.
    Se chi vince è intelligente, e chi perde?
    Molte volte, tocca subire delle vere mortificazioni.
    Giocare con gli Scacchi o si vince o si perde, è sempre bello.

  24. avatar
    alfredo 23 Gennaio 2012 at 01:36

    All’amico Joe voglio solo ricordare alcuni esempi di giocatori la cui intelligenza non sembra essere confinata al solo ambito scacchistico
    sul concetto di intelligenza, secondo le piu’ recenti acquisizioni, interverro’ piu’ avanti :
    Mikhail Botvinnik, inutile ricordarlo, fu il padre dell’intelligenza artificiale russa .
    John Nunn si dedico’ agli scacchi dopo essere stato il piu’ giovane laureato in matematica dell’università inglese.
    Reuben Fine fu uno straordinario giocatore (guardare il suo score contro i grandi dell’epoca e l’interesse che edica a lui Kasparov ne “I miei grandi predecessori” ) e abbandonò gli scacchi per diventare uno dei piu’ importanti psicanalisti americani.
    il GM kenetth Rogoff è un accreditatissimo possibile futuro Nobel per l’economia .
    In realtà l’intelligenza che serve al giocatore di scacchi è una intelligenza “spaziale” .
    Su uno dei piu’ interessanti e documentati articoli letti da me sull’argomento il nome di Garry Kasparov non veniva accostato a quelo di, matematici o logici ma a quello di un architetto, F.L. Wright.
    Vero è che Kasparov stesso fu ospite d’onore 5 ani fa a Vienna per le cerimonie per il centenario della nascita di quello che è stato il piu’ grande logico di sempre, Kurt Godel, ma questo è un altro discorso .
    L’intelligenza misurata secondo il famoso QI allo stato attuale non ha piu’ senso alcuno.

  25. avatar
    Piero 23 Gennaio 2012 at 20:17

    Interessante questa discussione: sembra che l’argomento intelligenza tocchi un nervo scoperto.
    Sono convinto che gli scacchisti di tutti i livelli siano intelligenti tanto quanto i pasticceri o gli operatori finanziari (tanto per mettere in mezzo i miei due campi). Vi troveremo geni ed idioti patentati agli estremi e nel mezzo una bella varietà di personaggi. Quello che credo è che queste tre attività sviluppano una caratteristica indispensabile: l’umiltà, qualità che ci impone di vedere i nostri limiti e ci sprona a spingerli, con fatica, un po’ più in là. Ciao 😉

  26. avatar
    Fabio Lotti 22 Febbraio 2012 at 23:03

    Alla fine della discussione rimango con il solito dubbio “Ma gli scacchisti sono davvero (così) intelligenti?!?” … 🙂

  27. avatar
    Jas Fasola 23 Febbraio 2012 at 00:16

    Come disse quel pittore “Sono arrivato alla conclusione che non tutti gli intelligenti siano scacchisti ma che tutti gli scacchisti non siano deficienti”

  28. avatar
    Marco 14 Settembre 2014 at 16:08

    Sono arrivato alla conclusione, leggendo le discussioni, che uno scacchista è più intelligente di una persona, ma meno intelligente di un altra. A chi è più intelligente e gioca a scacchi, gli chiedo di insegnarmi meglio.. e se non gioca, gli do una pacca sulla spalla. Se invece io sono più intelligente di un altro, difficilmente me ne accorgo. 😯

  29. avatar
    Giorgio Della Rocca 20 Luglio 2022 at 17:59

    Intervengo in questa discussione dieci anni e mezzo dopo la pubblicazione dell’articolo,
    notando che oggi, 20 luglio, ricorre la Giornata Internazionale degli Scacchi.

    Concordo con i commentatori che hanno fatto riferimento a una molteplicità di tipi conosciuti di intelligenza,
    e aggiungo che attualmente se ne contano «fino a centoventi», secondo quanto scritto da Giuseppe Remuzzi (medico specializzato in Ematologia e Nefrologia, direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano nonché Professore Ordinario per chiara fama all’Università Statale della stessa città)
    nel suo libro Le impronte del signor Neanderthal. Come la scienza ricostruisce il passato e disegna il futuro (ed. Solferino 2021, p. 115).

  30. avatar
    Fabio Lotti 21 Luglio 2022 at 09:52

    Allora qualcosa di stimolante l’ho scritta, via!

  31. avatar
    Nagni Marco 21 Luglio 2022 at 10:02

    Non sapevo della “giornata internazionale degli scacchi”…sull’intelligenza una volta ho letto che ne esistono diverse, quella matematica quella umanistica etc etc, per cui la conclusione era: l’intelligenza è la capacità di risolvere i problemi…basta questa definizione?

  32. avatar
    Giorgio Della Rocca 21 Luglio 2022 at 20:18

    Rispondo alla domanda di Marco Nagni facendo intervenire una donna, Rita Cucchiara, esperta di Intelligenza Artificiale: «Difficile definizione, quella di intelligenza: sia per i sistemi biologici sia per quelli artificiali» (dal suo libro L’intelligenza non è artificiale. La rivoluzione tecnologica che sta già cambiando il mondo, ed. Mondadori 2021, p. 20). Subito dopo l’autrice cita la teoria delle intelligenze multiple introdotta dallo psicologo statunitense Howard Gardner, menzionata anche in alcuni commenti all’articolo di Fabio Lotti.
    Voglio altresì riportare la frase conclusiva del libro, che sta a rappresentare un completamento del titolo: «Perché l’Intelligenza Artificiale siamo noi» (p. 223).

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