Studiare i finali: sì, ma dove?!?

Scritto da:  | 10 Febbraio 2012 | 5 Commenti | Categoria: Libri

Un classico e certo non ha bisogno di recensioni né di elogi: semplicemente si tratta probabilmente del miglior libro mai scritto sulla fase finale della partita, e di grandi libri sui finali, di ottimi titoli, la letteratura scacchistica, pur non abbondando, ne può sicuramente vantare. Va immediatamente detto che il testo che andremo a ricordare brevemente in quest’occasione, almeno in quanto a mole e dimensioni, non è di sicuro tra i più attraenti per il lettore medio o occasionale. Superato tuttavia lo scoglio, soprattutto psicologico, dell’aspetto per così dire enciclopedico dell’opera (ben 640 le pagine dell’edizione italiana!), più che altro richiamato dal titolo (“Enciclopedia essenziale dei finali”, Prisma editore), se affrontato nel modo che andremo a suggerire ora, la lettura e lo studio di quest’opera eccezionale di Jonathan Speelman, Jonathan Tisdall e Robert Wade non può che risultare avvincente oltre che ovviamente di sicuro profitto.
Partiamo dalla seguente posizione relativa ad una delle posizioni fondamentali dei finali di Torre.

Un finale fondamentale

Con la mossa al Bianco esso vince, muovendo il Nero esso patta. Semplice?!? Bene, provate a togliere tutti i pezzi dalla scacchiera riproducendo la posizione proposta e concedetevi il dovuto tempo per riflettere su qualche variante. Sfido chiunque ad affermare che il procedimento di vittoria per il Bianco o di patta per il Nero è immediato o banale e la cosa appare ancor più paradossale se affrontata dopo la lettura di uno dei tanti eccellenti testi sull’argomento. Prendiamo per esempio il primo che ci può venire in mente, il pur ottimo manuale del grande Paul Keres edito in due volumi da Mursia. Un’opera di incredibile valore collocandosi nel giusto mezzo tra il testo di utilità pratica per il giocatore di torneo a cui serve “una base” quanto più solida e robusta sui concetti che stanno alla radice dei finali e, di contro, un’opera di consultazione, di riferimento, ove cercare questa o quell’altra posizione. Ebbene, nulla di meglio del Keres: tutto in un unico volume, con esempi chiave e posizioni tratte dalla pratica magistrale tutte scelte con grande saggezza ed equilibrio.


Eppure anche il grande Keres quando si deve immergere nell’analisi di posizioni teoriche come questa che riportiamo appare meno chiaro e didatticamente alquanto tortuoso rispetto ad altri momenti più felici. Non mi fraintendano i teorici, per carità, l’analisi è ineccepibile ma come spesso accade al grande matematico che illustra i propri teoremi occorre forse che qualche passaggio, per lui certo banale e scontato, venga tralasciato a discapito del processo cognitivo del discente. Ecco, tale presunto difetto o mancanza non si può invece imputare al testo dei tre grandi autori inglesi, primo tra essi l’esimio Jonathan Speelman che in quanto a chiarezza espositiva e immediatezza didattica davvero non è secondo a nessuno. Il libro, come da prassi, è suddiviso per argomenti, ed in ciascuna sezione gli autori prendono le mosse da quelle poche ma assolutamente basilari posizioni chiave da cui si sviluppa tutto. Ne isolano i tratti salienti con sapiente maestria cogliendone le caratteristiche importanti e da ricordare e, soprattutto, insegnando a distinguere le posizioni che ne derivano in modo chiaro e lampante. Soprattutto nell’edizione inglese l’apparato grafico è inoltre oltremodo d’aiuto sotto questo importante aspetto: pagine grandi, giusta proporzione tra font del testo dimensione dei diagrammi, tutti aspetti che non sono semplici dettagli ma che contribuiscono ad una leggibilità migliore ed ad una maggiore scorrevolezza e fluidità di apprendimento.

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5 Commenti a Studiare i finali: sì, ma dove?!?

  1. avatar
    Zenone 10 Febbraio 2012 at 08:27

    Credo che vada segnalato, sempre da Mursia (€ 21,00), “Il Finale di Scacchi” di Enrico Paoli. Un volume in cui il finale viene affrontato in maniera sistematica, con regole precise e chiare. Si tratta di un libro di studio e di consultazione forse “difficile”, quasi un testo matematico,ma indispensabile.
    Grazie

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      Zenone 10 Febbraio 2012 at 08:28

      Scusate l’errore nel titolo: “Il finale negli scacchi”

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        Massimo Benedetto 10 Febbraio 2012 at 10:21

        Il libro di Paoli è zeppo di errori, come tutti i testi scacchistici dell’era pre-computer.
        Provare per credere.
        A parte il capitolo sulle case critiche e la geometria della scacchiera (che però è integralmente ricavato dagli scritti dell’ing. Rinaldo Bianchetti) che effettivamente ha il rigore di un testo di analisi matematica, il resto del libro risulta sostanzialmente mediocre.
        Eppure qualcosa di notevole nel libro di Paoli si trova.
        Nello studiare il “Manuale dei Finali” di Dvoretsky (a parere di molti top-player il miglior manuale sui finali mai pubblicato) mi sono imbattuto in un celebre studio di Y. Neistadt – 4 pedoni affiancati contro 3 sul tema dell’opposizione – nel quale l’autore del manuale dopo aver riportato la soluzione “canonica”, racconta al lettore di aver scoperto una soluzione alternativa mai riportata da alcun autore di testi sui finali. Dunque orgogliosamente avocando a se la paternità della “scoperta”.
        Ebbene la soluzione di Dvoretsky fu trovata da Paoli quarant’anni prima, come riportato nei commenti allo studio di Neistadt pubblicati su “Il Finale negli Scacchi”.
        Verificare per credere!
        Un anno fa scrissi a Dvoretsky segnalando il fatto, nella speranza che con la riedizione del suo manuale correggesse il refuso rendendo il giusto merito a Paoli, ma non ho mai ricevuto risposta.

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      Jas Fasola 10 Febbraio 2012 at 12:24

      Libro utile, ma certi finali non vengono spiegati, si mettono le mosse e basta… quindi risulta di difficile comprensione.
      Chi ha questo libro faccia il confronto per il finale R+A+C vs R con …. wikipedia, dove invece spiegano tutto e di piu’! Fantastico!
      http://en.wikipedia.org/wiki/Bishop_and_knight_checkmate

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        Jas Fasola 10 Febbraio 2012 at 12:25

        mi riferivo al libro di Paoli

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