L’interrogativo mi pare appropriato. Difficile conoscersi anche se un vecchio filosofo faceva di tutto per indurci a farlo. Per il mio babbo non c’erano problemi. Ero un bischero. Ma forse lo diceva per tirarmi su. Io non ho la più pallida idea di chi sono e come sono. So che ho vissuto per vent’anni circa a Staggia, un paesello della Toscana, subito dopo la guerra, calci al pallone, giochi a carte e a biliardo tra fumo e moccoli al bar, prese per i fondelli, pescate coi bachini o a galla con grilli e mosche, nuotate nell’omonimo torrente anche con le palle gelate, barzellette e cazzate varie fino a notte inoltrata, seghe parecchie con qualche intermezzo di toccata di culo (pardon) alle coetanee che erano a portata di mano e via di questo passo. So che a undici anni ho perso la mamma e ho sentito un vento gelido penetrami nelle ossa che ogni tanto ritorna all’improvviso. So che da giovanottello ho pure studiato beccandomi una laura, come direbbe Totò, che mi ha permesso di insegnare per una vita. So che ho conosciuto gli scacchi ai tempi memorabili di Fischer, ho giocato per corrispondenza con onore, ho scritto qualche libro di teoria e tre gialletti di stampo scacchistico che mi hanno permesso di unire le due forti passioni. So che sono in pensione, di peso, dunque, per la società, che scrivo per diversi blog di scacchi e giallo. So che sono sposato con moglie e due figli, un maschio e una femmina. So di avere un nipotino, Jonathan, che si avvia verso i tre anni che mi aiuta a dimenticare i pezzi di vita che ho perso per strada. E allora un bacio alla mia nipote Cristina, volata in cielo troppo presto, glielo voglio mandare.
Doveva essere scherzoso ma mi è venuto così.
E questo-in definitiva-, è il Fabio Lotti che vogliamo che sia e che sappiamo chi è.
Ti è venuta così, dici, ma proprio bene, perchè venuta dal cuore e …da Fabio Lotti.
Un grande saluto, con stima, amicizia e simpatia.
Per uno come me per il quale i ricordi sono importanti come il futuro, vorrei dedicare a Fabio Lotti una poesia meravigliosa, che senz’altro conoscerà, ma che mi è balzata in mente leggendo il suo pezzo:
La strada che non presi
Due strade divergevano in un bosco d’autunno
e dispiaciuto di non poterle percorrerle entrambe,
essendo un solo viaggiatore, a lungo indugiai
fissandone una, più lontano che potevo
fin dove si perdeva tra i cespugli.
Poi presi l’altra, che era buona ugualmente
e aveva forse l’aspetto migliore
perché era erbosa e meno calpestata
sebbene il passaggio le avesse rese quasi uguali.
Ed entrambe quella mattina erano ricoperte di foglie
che nessun passo aveva annerito
oh, mi riservai la prima per un altro giorno
anche se, sapendo che una strada conduce verso un’altra,
dubitavo che sarei mai tornato indietro.
Lo racconterò con un sospiro
da qualche parte tra molti anni:
due strade divergevano in un bosco ed io…
io presi la meno battuta,
e questo ha fatto tutta la differenza.
Robert Frost
(Domanda: Ma tutto questo c’entra con gli scacchi?
Risposta: sì, è la vita!).
Grazie
Allora per essere precisi, che altrimenti sembra che abbia voluto parlare di me di mia iniziativa. Mi è stato richiesto, invece, dalla direzione un pezzo scherzoso su me stesso, ed ecco la ragione dell’ultima frase.
Ringrazio Giancarlo e Zenone.
Aggiungo anche che ad un pezzo così personale non c’era bisogno di dare alcun voto (nemmeno se fossero stati tutti eccellenti) che non capisco cosa ci sia da valutare. Mi pare solo una mancanza di delicatezza e sensibilità.
Ok, oggi niente 5 stellette allora!!!
Ti leggo sempre con affetto.
Ma cos’è questo voto? Francamente non ho mai fatto caso alle stelline (scusate l’ignoranza).
Ribadisco che è sempre stimolante leggere quanto scrive l’autore del pezzo, che riesce a essere mai banale, sia nel tono ironico sia quando tocca i tasti del “personale”.
Ancora complimenti.
Mai letto uno scritto di Fabio Lotti,neppure tra quelli diciamo più
“”” impegnati””” :roll:,dove l’ironia verso il prossimo e certo verso
sè medesimo fosse per presenza in difetto.Avanti così!
una vita raccontata come un’infilata d’alfiere, eppur c’è tutto
E questo è un bel complimento scacchistico!
Una calorosa stretta di mano da parte di un altro “peso” di altro paese.