Mangiare a scacchi

Scritto da:  | 8 Marzo 2012 | 7 Commenti | Categoria: Zibaldone

“Si dice che l’appetito vien mangiando, ma in realtà viene a star digiuni”
(Totò in “Totò al Giro d’Italia”;)

Sono sicuro, non è mai stato trattato su questo sito un aspetto fondamentale della vita di un uomo in rapporto con gli scacchi: il mangiare.

Sì, ognuno di noi ha giocato centinaia e centinaia di partite e quindi ha mangiato migliaia e migliaia di pezzi, ma questo non è il cibo che mi interessa.

Voglio parlarvi del vero mangiare, cioè dell’aspetto patologico, solitamente associato alla completa pigrizia fisica, che colpisce molti tra noi scacchisti.

Non storcete il naso, guardatevi allo specchio, controllate i vostri “lardominali”, quelle ridicole ciambelle (e il pensiero va subito ai bomboloni con la crema) sul punto vita che, con gergo eroticamente scorretto, chiamiamo “maniglie dell’amore”, nell’ultimo estremo tentativo che noi uomini poniamo in atto, oltre alle camicie larghe, per camuffare qualcosa di inguardabile.

Non ditemi che non è vero, ho visto molti di voi (noi), prima giovani e scattanti trentenni, sedersi davanti alla scacchiera nei primi anni di carriera, con pantaloni taglia 46/48 e la vostra fame di vittoria (la sola), e poi cinquantenni pingui collezionisti di analisi sballate (colesterolo, trigliceridi…) a cadenza semestrale, con ipertensione galoppante (pressione 2.4 davanti 2.2 dietro), che spesso riescono a trovare un senso alla propria partecipazione al torneo week-end solo durante i pranzi convenzionati tra un turno e l’altro. No, non potete nascondervi a chi come me ha iniziato a giocare a scacchi intorno ai 74 Kg e oggi, dopo anni da 1ª Naz, è riuscito a guadagnare 20 Kg e a perdere almeno 100 punti elo.

Ebbene, miei dieci lettori, voi penserete che tutta questa premessa sia tesa ad ammonirvi sui pericoli della bulimia, del mangiare troppo e pesante, del bisogno di una forma fisica almeno discreta per giocare a scacchi, invece no! Io sono qui a proporvi una ricetta scacchistica, sono qui per stupirvi…signore e signori… non sono qui per vendere ma per regalare!

Ecco quindi la ricetta della “Torta a Scacchiera”, provatela e, una volta che avrete prima ammirato con gli occhi e poi apprezzato con il palato, potrete, se ne sarete ancora capaci, pervicacemente conservare quel vostro atteggiamento di superiorità che avete in questo momento mentre vi immagino a dover tenere a bada (a fatica) il vostro ego sconfinato, che possiede ogni scacchista medio, e che vi sta facendo pensare: “Ma questo qua cosa vuole da noi, come si permette di scrivere queste righe irriverenti in questo blog così “alto”, chi si crede di essere e poi io peso solo 80 Kg”.

Ricetta per TORTA A SCACCHIERA
Ingredienti per la torta:

  • 5 uova
  • 240 ml latte
  • 400 gr farina
  • 400 gr zucchero
  • 115 gr cioccolato sciolto
  • 200 gr burro
  • 1 bustina lievito
  • aroma di vaniglia

Ingredienti per la glassa:

  • 300 gr cioccolato fondente (200 se non dovete farcirla)
  • 300 ml panna fresca (200 se non dovete farcirla)

Per la decorazione:

  • Pavesini semplici e al caffè
  • Merinchette

Occorrente:

Set per torte a scacchi Wilton (reperibile su siti specializzati in internet, composta da tre stampi da riempire al fine di creare l’effetto scacchiera all’interno della torta)

Come procediamo:

Sciogliete la cioccolata a bagnomaria;

monterete quindi i nostri ingredienti prima le uova con lo zucchero poi con il burro fino a che non saranno completamente amalgamati;

aggiungete quindi il latte e la farina, l’aroma di vaniglia e per ultimo il lievito;

il composto ottenuto dovrete dividerlo in due ciotole, in una delle quali lascerete più pastella e aggiungerete il cioccolato fuso (o cacao in polvere);

riempite due sac à poche con i due impasti;

imburrate quindi tre stampi da 24 cm di diametro e mettete nel primo il divisorio della Wilton (che permette la creazione del particolare effetto scacchiera);

riempirete il cerchio più esterno e quello più interno con l’impasto al cioccolato, per metà altezza;

riempirete il cerchio centrale con l’impasto alla vaniglia;

togliete poi, con grande delicatezza, il separatore e vi accorgerete di aver ottenuto una torta a cerchi;

analogamente procediamo per il secondo stampo (per mezzo dello stesso separatore che dovrete pulire);

riempite l’ultimo stampino al contrario, cioè con i cerchi esterno e interno con la vaniglia e quello al centro con il cioccolato;

infornate a 180° per 30 minuti;

mentre le torte sono in cottura prepariamo la ganache1. Se la torta a scacchiera viene riempita con la ganache risulterà più precisa una volta tagliata (è possibile anche la farcitura con crema mascarpone);

una volta che le torte si saranno raffreddate, mettete sul fondo una delle due torte con il cioccolato all’esterno, bagnate con acqua e zucchero, spalmando sopra cioccolato, crema o la ganache nonché praline di frutta;

coprite con l’altra torta, con la parte esterna alla vaniglia, ripetendo lo stesso procedimento e coprite con l’ultimo stampo;

ricoprite i bordi della torta con la crema (cioccolata o ganache) restante così da renderla omogenea;
mettete in un pentolino la panna e il cioccolato sminuzzato;

quando bolle togliete dal fuoco e versate sulla torta farcita aiutandovi con una spatola;

posizionare i biscotti intorno alla torta, alternando i due gusti (Pavesini semplici e al caffè) e decorando con le meringhette sulla parte superiore.

Dopo esservi procurati l’idoneo set per questo tipo di torta (che è forse la cosa relativamente più difficile) la preparazione che sembra complessa nella descrizione si presenta invece piuttosto facile.

Vi assicuro che presentare una torta del genere a degli amici scacchisti, magari in una fredda serata d’inverno tra un blitz farà senz’altro un grande effetto.

Buon appetito!

1 Crema ganache. La crema ganache, detta anche crema parigina, è una crema che si ottiene mescolando panna fresca e cioccolato (di solito in quantità uguali).

avatar Scritto da: Pantagruel (Qui gli altri suoi articoli)


7 Commenti a Mangiare a scacchi

  1. avatar
    Claudio 8 Marzo 2012 at 10:21

    spiacente! ma sono a dieta… 😉

  2. avatar
    Mongo 8 Marzo 2012 at 11:52

    Il GM Naumkin, uno di noi!!! 😉

  3. avatar
    lancillotto 8 Marzo 2012 at 12:14

    Ho capito perchè non sono GM, mi mancano troppi chili per raggiungere Naumkin! Non ce la farò mai! :mrgreen:

  4. avatar
    Santiago 8 Marzo 2012 at 16:42

    Davvero stuzzicante! Vale una norma di Grande Forchetta Internazionale! 😛

  5. avatar
    Zenone 17 Marzo 2012 at 13:11

    Tutto ciò mi ricorda un romanzo di Rex Stout, “Alta Cucina” (Ed. Oscar Mondadori, € 9,00), una delle rare volte che Nero Wolf esce di casa per partecipare a un convegno di chef. Qui però la causa scatenente non era un dolce ma salsicce (“Salsicce mezzanotte” per la precisione). Cedo però che su questo “giallo” l’esperto “Elogiatore” Lotti possa dire molto di più.

  6. avatar
    Fabio Lotti 17 Marzo 2012 at 13:23

    Qualcosa, non molto, ho scritto qui http://www.sherlockmagazine.it/rubriche/4394/
    tanto per dare un’idea come tra la cucina ed il delitto esista un bel feeling… 🙂

    • avatar
      Zenone 17 Marzo 2012 at 23:51

      Non mi aspettavo niente di meno da Lotti. Interessante il link.

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