Ciao Vittorio

Scritto da:  | 12 Maggio 2012 | 5 Commenti | Categoria: C'era una volta, Italiani, Personaggi

Vittorio Piccardo si è spento questa notte, pochi giorni prima del suo settantanovesimo compleanno, dopo una lunga malattia. Con lui se ne vanno, letteralmente, sessant’anni di storia dello scacchismo savonese. La maggior parte di noi ricorda Vittorio soprattutto come giocatore per corrispondenza, e fu certamente nel gioco postale (e da ultimo via email) che i suoi risultati eccelsero: fu campione italiano individuale (1991) e a squadre (1996, come prima scacchiera della squadra della Società Scacchistica Savonese) e Grande Maestro ICCF (2001); nel campionato mondiale 2003-2005 arrivò a disputare il torneo finale a 15, comportandosi onorevolmente in un lotto di avversari che comprendeva anche alcuni GM a tavolino. Chi di noi frequentava il circolo in quegli anni non può certo scordare le interminabili giornate di analisi con Vittorio, straordinaria e insostituibile palestra di comprensione strategica, e certamente restano nella memoria di molti i simpatici “scontri” con l’indimenticabile professor Ugo Cantoni a proposito della capacita di comprensione posizionale dei sotware scacchistici.

Piccardo fu però anche un forte giocatore a tavolino: non ebbe mai il titolo di Maestro, che più volte in gioventù gli sfuggì sul filo di lana, ma non vi è dubbio che la sua forza di gioco fosse ampliamente all’altezza del massimo titolo FSI. Prova ne sia che fra i suoi “scalpi” vi furono diversi fra i migliori giocatori italiani degli anni Sessanta e Settanta (per dirne alcuni, Mariotti, Primavera ed Enrico Paoli, al quale lo legò un duraturo rapporto di stima reciproca). In gioventù era stato allievo di due dei più forti giocatori italiani degli Anni Trenta, il savonese Michele Riello e il MI istriano, ma trapiantato a Genova, Massimiliano Romi. Da quest’ultimo, che poteva vantarsi di aver affrontato con onore Alekhine e Capablanca, Vittorio ereditò una certa simpatia per l’apertura 1 d4, d5; 2 Cf3, e6; 3 Af4 , di cui si servirà talvolta nei suoi ultimi tornei per sfuggire alla preparazione teorica dei giovani rampanti e portare la partita sul terreno, certo a lui più favorevole, della comprensione posizionale.

Dopo la metà degli Anni Settanta, anche per ragioni familiari, interruppe per molti anni l’attività agonistica a tavolino (con qualche eccezione, come quando, nel 1985, prese parte alla prima edizione del Festival di Celle Ligure), alla quale tornò assiduamente per alcuni anni a partire dal 1995, cogliendo una serie di risultati di prestigio che gli valsero l’ingresso nella lista Elo FIDE con un punteggio ben superiore ai 2200. Ricordo che il suo rientro fu, al primo turno del Festival di Celle del 1995, contro il GM Kosic: una onorevole sconfitta che dimostrò come, malgrado le 62 primavere, la classe fosse ancora intatta. Fu in realtà l’inizio di un luminoso autunno in cui il maestro per corrispondenza riscoprì l’antica passione per la lotta vis a vis, mettendo a segno risultati davvero notevoli e dando vere e proprie lezioni di gioco a più di un maestro di primo piano.

Alla penultima edizione di Celle Ligure (1998) è legato il ricordo per me forse più commovente. Vittorio mi aveva raccontato tante volte, con quella passione che spesso prende le persone di una certa età, un’episodio di un lontano passato, risalente al campionato a squadre del 1975. In quell’occasione (lui allora giocava per il Centurini), aveva vinto una lunga e combattutissima partita all’utlimo turno contro un forte maestro milanese, partita che era stata determinante per l’assegnazione del titolo. Ventitre anni dopo, appunto a Celle, il sorteggio lo oppose allo stesso avversario, e per tutti e due la partita aveva una sapore della rivincita. Piccardo vinse nuovamente, giocando proprio l’apertura preferita di Romi: lo ricorderò sempre alla fine, rimasto seduto al suo posto dopo che l’avversario aveva abbandonato e si era alzato, con un volto che esprimeva al tempo stesso contentezza per il risultato e commozione per aver vinto una partita nello stile del suo vecchio maestro.

Dopo il 2000, a causa del rinato interesse per la corrispondenza, le presenze alla scacchiera diminuirono: a parte alcuni incontri a squadre e alcuni semilampo, l’ultimo torneo valido per l’Elo fu, se non erro, un campionato regionale 2005 a Loano e l’ultima partita, decisiva per il primo posto, fu con Gabriele Pesce: quasi un simbolico passaggio di consegne fra generazioni.

Gli ultimi anni furono anche anni di grande impegno per il circolo, culminati con un quadriennio di presidenza (2005-2009), vissuto spesso con l’ansia e la mancanza di mezze misure che talora caratterizza le persone anziane, ma al tempo stesso con un impegno e una dedizione assolutamente incomparabili (e forse non sempre da tutti pienamente comprese). Da ultimo, devo ancora ricordare l’importante contributo dato, negli anni della presidenza, ad approfondire la storia degli scacchi a Savona, nota storica ricostruendo le vicende del nostro circolo negli anni più remoti ed adoperandosi per riscoprire la figura del prof. Attilio Falchetto, problemista e fondatore del primo circolo di scacchi nella nostra città.

avatar Scritto da: Fabrizio Ivaldo (Qui gli altri suoi articoli)


5 Commenti a Ciao Vittorio

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    Valdo Eynard 13 Maggio 2012 at 11:58

    Vittorio Piccardo mi fa riandare con quel poco di memoria che mi è rimasta alla prima edizione del Torneo di Imperia :1959 .
    Lui era già un giocatore affermato , fu secondo nel Sussidiario A , io ero al mio primo torneo fuori sede e fui secondo nel Sussidiario C Devo queste notizie al bel libro di Antonino Faraci per i 50 anni del torneo di Imperia . Antonino Faraci era anche lui al suo esordio .

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    MARCO PICCARDO 14 Maggio 2012 at 19:57

    Avevo conosciuto Vittorio ai miei esordi circa 30 anni fa.
    Siccome, oltre alla passione per gli scacchi, condivedevamo il cognome (del resto abbastanza diffuso in Liguria) i primi tempi qualcuno mi chiedeva se fossi suo figlio!
    Da questa coincidenza era nata subito una istintiva simpatia e da allora tutte le volte che ci siamo rivisti abbiamo piacevolmente chiacchierato. Del resto credo che chiunque l’abbia conosciuto possa testimoniare i modi affabili e cortesi di Vittorio.
    Ogni tanto ci siamo incontrati sulla scacchiera e in genere ci scambiavamo la battuta: comunque vada oggi Piccardo farà un punto…

    MARCO PICCARDO

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    Fabrizio Ivaldo 14 Maggio 2012 at 21:03

    Caro Marco, grazie per il simpatico ricordo. Rammento bene la vostra ultima partita, in un incontro del CIS a Santa Margherita: in quell’occasione Vittorio si prese un giorno di “libertà” dai suoi ferrei principi e abbandonò la sua favorita d4 per aprire con 1.e4: anche questo un piccolo segno della serenità e dello spirito con cui affrontò l’ultima fase della sua carriera scacchistica…

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    Marcello Schiappacasse 14 Maggio 2012 at 21:21

    Abbiamo perso un Amico ed un Vero appassionato di Scacchi.
    Era il decano degli Scacchisti liguri, e fin da giovane si mise in luce in campo nazionale eliminando, negli ottavi di finale della Coppa Italia 1954-55, il Maestro Enrico Paoli. Avrebbe compiuto 79 anni anni tra qualche giorno, il 21 di questo mese.
    Lo incontrai per la prima volta (in veste di spettatore) al torneo nazionale di promozione indetto dalla FSI e disputato a Santa Margherita Ligure nel novembre del 1956 dominato dal triestino Filipovic con 7,5 su 9 dove Vittorio si piazzò ottavo su 24 con 5,5 ottenendo la categoria Nazionale ma, come cita l’articolo su L’Italia Scacchistica di dicembre a pag.313, “il giovane Piccardo è stato l’unico a terminare il torneo senza perdere alcuna partita ed avrebbe potuto fare certamente di più se fosse stato più accurato nei finali”.
    Per inciso al 2/4° posto con 6 punti ottenendo la promozione a CM si piazzarono: Damele (SV),Tamburini (BO) e Teani (MS) giocatori che solo gli scacchisti più anziani possono ricordare. Ricordo che allora le categorie FSI erano suddivise in: Sociali, Regionale, Nazionale, Candidato Maestro e Maestro.
    Il passaggio a CM Vittorio l’ottenne nel Torneo nazionale di Imperia nel settembre del 1958 (anche in questa occasione come spettatore andai ad Imperia per assistere ad un turno di gioco) dove ottenne un brillante 2° posto con 7 su 9 (18 partecipanti), ad una lunghezza dal il vincitore il milanese Ennio Contedini (Campione Italiano 1963) nell’articolo su L’Italia Scacchistica di settembre riporta “Al secondo posto si è classificato il savonese Piccardo, altro ottimo e giovane lemento; una maggiore partecipazione ai tornei nazionali lo porterà rapidamente in primo piano, in campo nazionale.”
    Nel dicembre dello stesso anno a Varazze Vittorio partecipò al 1° Campionato Italiano dei giovani 28 dic ’58 – 4 gen ’59 piazzandosi 12° su 22 con 5 su 9 il torneo vinto con 8 punti dal IM Scafarelli seguito da Tatai 7 e Teani 6 a questo forte torneo partecipai anch’io classificandomi 19° con 3,5 ed ottenendo la promozione alla 1a sociale!
    In molte altre occasioni successivamente ci siamo incontrati negli anni in molte manifestazioni ma sarebbe troppo lungo e difficile recuperare le notizie interrompo questo breve ma doveroso ricordo allegando una sua foto scattata al torneo semilampo 28° Memorial Giulio Ottolenghi del 2008 con la coppa di 1° classificato Over 60.
    Vittorio Piccardo
    Ora mi sento più solo…

  5. avatar
    Zenone 14 Maggio 2012 at 22:46

    Non lo conoscevo eppure come è successo per altri scacchisti ricordati su questo blog in occasione della loro prematura scomparsa, le parole degli amici o di quanti avevano con loro una certa consuetudine fanno nascere sensazioni di pienezza e speranza nel senso della vita di chi legge.
    Ecco perché ho pensato che fosse giusto regalare a tutti, soprattutto a coloro che lo conoscevano, una poesia non sulla morte ma sulla vita, per ricordare chi ha vissuto senz’altro per gli scacchi e, quindi, per altre passioni e che oggi ha scoperto finalmente Itaca:

    “ITACA”
    di Costantino Kavafis

    Quando ti metterai in viaggio per Itaca
    devi augurarti che la strada sia lunga,
    fertile in avventure e in esperienze.
    I Lestrigoni e i Ciclopi
    o la furia di Nettuno non temere,
    non sara` questo il genere di incontri
    se il pensiero resta alto e un sentimento
    fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
    In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
    ne’ nell’irato Nettuno incapperai
    se non li porti dentro
    se l’anima non te li mette contro.

    Devi augurarti che la strada sia lunga.
    Che i mattini d’estate siano tanti
    quando nei porti – finalmente e con che gioia –
    toccherai terra tu per la prima volta:
    negli empori fenici indugia e acquista
    madreperle coralli ebano e ambre
    tutta merce fina, anche profumi
    penetranti d’ogni sorta; piu’ profumi inebrianti che puoi,
    va in molte citta` egizie
    impara una quantità di cose dai dotti.

    Sempre devi avere in mente Itaca –
    raggiungerla sia il pensiero costante.
    Soprattutto, non affrettare il viaggio;
    fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
    metta piede sull’isola, tu, ricco
    dei tesori accumulati per strada
    senza aspettarti ricchezze da Itaca.
    Itaca ti ha dato il bel viaggio,
    senza di lei mai ti saresti messo
    sulla strada: che cos’altro ti aspetti?

    E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
    Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
    gia` tu avrai capito cio` che Itaca vuole significare.

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