FIDE 2014: la variante Kasparov

Scritto da:  | 28 Giugno 2012 | 30 Commenti | Categoria: Zibaldone

Un ex Presidente e …un quasi Candidato-Presidente

Garry Kasparov, il più “occidentale” di sempre dei campioni russi, per molti il più forte giocatore di scacchi di ogni epoca, torna a muovere le sue pedine.

In una recente intervista alla “Frankfurter Allgemeine Zeitung” egli ha attaccato duramente l’attuale presidenza di Kirsan Ilyumzhinov (in carica dal 1995), non escludendo che alle prossime elezioni, che si avranno nell’agosto 2014 a Tromso, in Norvegia, in concomitanza con le Olimpiadi, possa presentarsi personalmente candidato.

Questa volta non falliremo, abbiamo il dovere di togliere di mezzo Ilyumzhinov, un Presidente che agli scacchi sta solo causando gravissimi danni. Molte aziende e paesi non vogliono avere niente a che fare con uno che è, o è stato, buon amico di gente come Assad, Saddam Hussein e Gheddafi”.

Non è un caso che proprio nelle ultime settimane sia apparso, sul sito della FIDE, un articolo su una visita di Ilyumzhinov in Siria. Nelle fotografie a corredo di tale pezzo (si è nelle scuole di Damasco) troneggiano, in verità un po’ troppo ostentatamente, grandi quadri con l’immagine del molto discusso dittatore siriano.

In breve, un poco di storia.

Il primo presidente FIDE fu l’avvocato olandese Alexander Rueb, che la guidò per un quarto di secolo (1924-1949). Gli successe un altro avvocato, lo svedese Folke Rogard (1949-1970), quindi un altro olandese, l’ex campione mondiale Max Euwe (1970-1978), l’islandese Fridrik Olafsson (1978-1982), finalmente fu la volta di un non-europeo, il filippino Florencio Campomanes (1982-1995), già buon amico del famigerato dittatore Ferdinando Marcos (forse un vizio dei Presidenti FIDE?) e predecessore, appunto, del russo Ilyumzhinov.

Da notare che a Campomanes rimase fino al giorno della sua morte (83 anni, maggio 2010) il titolo di Presidente onorario della FIDE, e ciò pur avendo subito, nel 2003, da un tribunale filippino la condanna a due anni di reclusione (mai scontata, peraltro) per aver sottratto dei fondi (238.000 dollari) in occasione delle Olimpiadi di Scacchi di Manila 1992.

Assai discussa, tra le altre cose, è stata, da parte di Campomanes, la gestione del mondiale di Mosca 1984-85 tra Karpov e Kasparov, interrotto senza risultato dopo 48 partite.

Nel 1999 la FIDE è stata ammessa nel CIO, un evento che avrebbe potuto rappresentare, per gli scacchi, quella decisiva svolta a livello di visibilità internazionale e mediatica che non mi pare esserci affatto stata, molto probabilmente perché non è auspicata dagli stessi vertici scacchistici mondiali.

Insomma, oggi accade che accendiamo la TV, la sintonizziamo sui canali sportivi e veniamo inondati da decine di ore di trasmissione di partite di biliardo e di poker. Degli scacchi nemmeno l’ombra, e questo non può far piacere agli appassionati come noi. Ma forse a Ilyumzhinov sì.

Ricordo che nel 2006, a Torino, Kasparov sostenne, contro l’attuale Presidente e multimilionario petroliere calmucco, la candidatura di Bessel Kok, uomo d’affari olandese. Ma Kok fu sconfitto nettamente (94 a 56 voti).

Nel 2010 Garry sostenne invece la candidatura del suo antico rivale Anatoly Karpov.

Anche Karpov ne uscì malamente sconfitto (95 a 55), in parte a causa del ritardo col quale iniziò la sua campagna, in parte anche a causa del non eccelso carisma di cui gode la figura dell’ex campione moscovita, infine, è il caso di aggiungerlo appena in via dubitativa, anche a causa di quanto denunciato da alcuni dopo tali elezioni (il presidente della Federazione Inglese non ebbe timore di dire essersi trattato di una “votazione-farsa”).

Al risultato non fu, diciamolo pure, estraneo l’intervento di Arkady Dvorkovich, uno dei più potenti consiglieri del Presidente russo Medvedev, che scrisse una lettera a tutti i membri FIDE dei vari stati invitandoli apertamente a non sostenere la candidatura di Karpov.

i due possibili prossimi rivali, qui a tavola insieme

E così Kasparov, che tentò perfino di candidarsi contro Putin (definito qualche tempo fa “un oligarca che vuol governare come Stalin”), sta ora rimuginando di tornare alla ribalta internazionale come Presidente della FIDE.

Non sarà semplice, se è vero che il calmucco ha l’appoggio degli extraterrestri (“sbarcati nel 1997 sul mio balcone”), dai quali ebbe il coraggio di raccontare, un paio di anni fa, di essere stato rapito…

Perno della sua propaganda, se il campione di Baku confermerà questo intendimento, sembra sarà l’obiettivo di inserire il gioco degli scacchi nel sistema educativo-scolastico prima ancora che sportivo, un obiettivo che è anche quello della sua “Kasparov Chess Foundation”.

Saremo curiosi di vedere se anche in questa occasione il ricchissimo Ilya saprà ancora alzare il tiro della sua contraerea per contrastare adeguatamente il nuovo rivale.

Io, personalmente, davvero non me lo auguro.

Kasparov fermato dalla polizia a Mosca, correva l’anno 2007

Non dimentichiamo che il 19 marzo dello scorso anno è passata a Strasburgo la Written Declaration n.50/2011 (ratificata il 15 marzo di quest’anno), con la quale il Parlamento Europeo ha fatto appello a tutti i Paesi membri affinché sia promosso lo studio degli scacchi nei sistemi scolastici.

In questa “Dichiarazione” si demanda alla Commissione Europea il compito di reperire i fondi necessari a sostenere l’introduzione di un programma di studio degli scacchi e di monitorare poi i risultati raggiunti.

Nella “Written Declaration” si afferma che “il gioco degli scacchi può migliorare la concentrazione dei ragazzi, la pazienza e la perseveranza, può sviluppare il senso di creatività, l’intuito e la memoria, oltre alle capacità analitiche, decisionali e previsionali, considerando che gli scacchi insegnano inoltre determinazione, motivazione e spirito sportivo”.

Nella Dichiarazione si sottolinea come “il gioco degli scacchi è accessibile ai ragazzi di ogni gruppo sociale” e dunque può contribuire “alla coesione sociale e a conseguire obiettivi strategici quali l’integrazione sociale, la lotta contro la discriminazione, la riduzione del tasso di criminalità e persino la lotta contro le varie dipendenze”.

La Dichiarazione chiude invitando la Commissione “a garantire un finanziamento adeguato” a realizzare il programma “Scacchi a scuola” a partire dal 2012.

Questo è un successo storico per gli scacchi. La data del 15 marzo 2012 passerà alla storia degli scacchi come la data in cui il gioco è salito su un livello più elevato di riconoscimento da parte della società, non solo come sport ma anche come parte della formazione culturale nel mondo moderno”, si è così espresso Silvio Danailov, presidente dell’European Chess Union e grande sponsor, con Kasparov, del programma “Scacchi a scuola”.

Lo scorso anno a Bruxelles Garry Kasparov ha annunciato la nascita della sezione europea della Kasparov Chess Foundation, fondata dal Campione del Mondo e da Jan Callewaert. Operativa dal 19 settembre 2011, tale branca della Fondazione ha il fine di portare il gioco degli scacchi nel sistema educativo europeo.

In tal modo affiancherà l’opera della Commissione Europea, fornendo alle scuole i necessari “strumenti”, compresi gli insegnanti.

È nostra ambizione realizzare il sogno di introdurre gli scacchi nelle classi, in questo modo ognuno potrà godere dei benefici che il gioco offre“, ha detto Kasparov. La Fondazione promuoverà anche lo studio degli scacchi come uno strumento di apprendimento cognitivo e organizzerà tornei e competizioni.

Vorrei che sempre più studenti si avvicinassero agli scacchi, per scoprire quanti benefici il gioco ha da offrire. Gli scacchi incoraggiano una mente critica, richiedono intensa concentrazione e disciplina, stimolano la creatività, aiutano a risolvere problemi e generalmente creano un positivo spirito competitivo.

Il giocatore di scacchi impara anche a prendere responsabilità delle proprie decisioni” ha detto Kasparov alla conferenza di Bruxelles.

Aspetto di stringere una forte collaborazione con le istituzioni europee per introdurre gli scacchi nelle scuole dei 27 membri dell’Unione Europea“.

Garry in una sua tipica espressione

Che sia vicino anche il momento buono per combattere, con determinazione e qualche possibilità di parziale successo, gli orribili, alienanti e violenti videogiochi? C’è da sperarlo fortemente.

L’attuale, delicato e difficile, momento economico e politico dell’Europa non consente tuttavia di essere eccessivamente ottimisti intorno ai tempi di realizzazione di tali programmi, che sottintenderebbero pure, non trascuriamo questo particolare, possibilità che si vengano a creare tanti nuovi posti di lavoro per gli scacchisti nell’ambito della didattica.

E’ evidente come una grossa spinta in tal senso, e non solamente in Europa, potrebbe derivare proprio, se le buone intenzioni saranno confermate dai fatti, da una eventuale presidenza FIDE di Garry Kimovich (Vainstejn) Kasparov.

Qui con look da 'bel tenebroso'

Ancora una volta, pertanto, sento di dover “fare il tifo” per Garry. Mi auguro di non sbagliare.

avatar Scritto da: Marramaquís (Qui gli altri suoi articoli)


30 Commenti a FIDE 2014: la variante Kasparov

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    Ivano E. Pollini 28 Giugno 2012 at 08:33

    Bravo Marramaquis!

    Grazie per questo tuo pezzo veramente illuminante da vari punti di vista.

    Intanto hai messo un pò d’ordine nella complessa vicenda della Presidenza della FIDE: a parte Max Euwe e Fridrik Olaffson, forti perplessità hanno sempre caratterizzato le nomine dei vari presidenti, a partire da Campomanes in poi.

    Molti fatti mi erano ignoti ed è bene ora saperli.

    Da tutto quanto tu spieghi si può notare come ne esca alla grande la figura umana di Kasparov, che oltre ad essere stato uno dei più grandi campioni di scacchi di tutti i tempi (i paragoni sarebbero qui fuori luogo) sta mostrando al mondo intero il suo forte carattere,la sua determinazione, enorme volontà e grande passione politica, anche in presenza di notevoli rischi per la sua incolumità e vita.

    Non si può che rispettare e ammirare Garry Kasparov per quanto sta facendo per gli scacchi, le scuole e la vita democratica in Russia.

    Come è possibile non essere un suo “fan”?

    Ciao Marramaquis

    IEP

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    Luca Monti 28 Giugno 2012 at 09:56

    Grazie a Marramaquis per il pezzo che tratta un argomento importante.
    Vorrei segnalare una piccola sbavatura:il mondiale 1984/85 si giocò a
    Mosca non a Baguio.

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      Marramaquis 28 Giugno 2012 at 15:06

      Ulp, hai ragione, grazie a te Luca!

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        Mongo 28 Giugno 2012 at 21:18

        Corretto. Grazie della segnalazione. 😉

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    Mongo 28 Giugno 2012 at 12:18

    Anche io, come il buon Marramaquis, tiferò per Kasparov.
    Oggi gli scacchi non hano spazio sui media, fanno fatica ad entrare nelle scuole, ma sono uno ‘sport’ per tutti, grazie anche ai soldi del Calmucco.
    Visto il perdurare della crisi, meno soldi per le sponsorizzazioni e per il montepremi, non vorrei che con Garry, che non ha le risorse finanziarie dell’attuale presidente della FIDE, il gioco degli scacchi tornasse ad essere uno sport per l’élite (i ricchi), con pochi tornei importanti organizzati. Sembra un po’ un gatto (il Mosé del Marram) che si mordicchia la coda.
    Ben venga Kasparov, assolutamente si agli scacchi nelle scuole, ma dico no ad ogni porcheria per trovare finanziamenti. Gli scacchi dovranno tornare ad essere uno sport senza macchie! 😎

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    coscki 28 Giugno 2012 at 19:31

    Ma questo signore se non ricordo male non è stato il primo a spaccare la FIDE fondando una cosi detta associazione che si chiamava PCA ora che vuole !!! mi pare si possa dire dalla padella nella brace.

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    Andrea 28 Giugno 2012 at 23:20

    Mi son sempre chiesto cosa abbia davvero spinto Kasparov ad abbandonare la propria carriera agonistica. Qualcuno che mi sappia suggerire i veri motivi?!?

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      Marramaquis 29 Giugno 2012 at 10:38

      Mah, nella storia ci sono stati grandi e meno grandi giocatori che hanno abbandonato prematuramente la carriera agonistica (tra i primi che adesso mi vengono in mente, Morphy e Fischer tra i più grandi, Sultan Khan, Rotlewi , Carlos Torre, Planinc, Fuderer fra gli altri).
      Per alcuni di loro i veri motivi non li sapremo mai.

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    jazztrain 29 Giugno 2012 at 16:46

    Articolo eccezionale quello di Marramaquis (ho intenzione di riportarlo per interno nel mio blogghettino, se non dispiacerà allo stesso Marramaquis).

    Non vorrei che la causa del ritiro di Rotlewi fosse determinata da questa partita 😉

    [Event “Lodz”]
    [Site “Lodz”]
    [Date “1907.??.??”]
    [EventDate “?”]
    [Round “?”]
    [Result “0-1”]
    [White “Georg Rotlewi”]
    [Black “Akiba Rubinstein”]
    [ECO “D32”]
    [WhiteElo “?”]
    [BlackElo “?”]
    [PlyCount “50”]

    1.d4 {Notes by Carl Schlechter and Dr. Savielly Tartakower.}
    d5 2.Nf3 e6 3.e3 c5 4.c4 Nc6 5.Nc3 Nf6 6.dxc5 {Tartakower:
    Less consistent than 6.a3 or 6.Bd3, maintaining as long as
    possible the tension in the center.} Bxc5 7.a3 a6 8.b4 Bd6
    9.Bb2 O-O 10.Qd2 {? Schlechter: A very bad place for the
    queen. The best continuation is 10.cxd5 exd5 11.Be2, followed
    by O-O. *** Tartakower: Loss of time. The queen will soon have
    to seek a better square (14.Qe2). The most useful move is
    10.Qc2.} Qe7 {! Schlechter: A fine sacrifice of a pawn. If
    11.cxd5 exd5 12.Nxd5? Nxd5 13.Qxd5 Rd8! and Black has a strong
    attack.} 11.Bd3 {Schlechter: Better was 11.cxd5 exd5 12.Be2.}
    dxc4 12.Bxc4 b5 13.Bd3 Rd8 14.Qe2 Bb7 15.O-O Ne5 {!
    Schlechter: Introduced by Marshall and Schlechter in a similar
    position with opposite colors, but here with the extra move
    Rd8.} 16.Nxe5 Bxe5 {Tartakower: Threatening to win a pawn by
    17…Bxh2+ 18.Kxh2 Qd6+. White’s next move provides against
    this, but loosens the kingside defenses.} 17.f4 Bc7 18.e4 Rac8
    19.e5 Bb6+ 20.Kh1 Ng4 {!} 21.Be4 {Schlechter: There is no
    defense; e.g., 21.Bxh7+ Kxh7 22.Qxg4 Rd2 etc.; or 21.h3 Qh4
    22.Qxg4 Qxg4 23.hxg4 Rxd3, threatening …Rh3 mate and
    …Rxc3; or 21.Qxg4 Rxd3 22.Ne2 Rc2 23.Bc1 g6! threatening
    …h5; or 21.Ne4 Qh4 22.h3 (if 22.g3 Qxh2+ 23.Qxh2 Nxh2 and
    wins.) 22….Rxd3 23.Qxd3 Bxe4 24.Qxe4 Qg3 25.hxg4 Qh4+ mate.}
    Qh4 22.g3 {Schlechter: Or 22.h3 Rxc3! 23.Bxc3 Bxe4 24.Qxg4
    Qxg4 25.hxg4 Rd3 wins. *** Tartakower: The alternative 22.h3,
    parrying the mate, would lead to the following brilliant lines
    of play: 22…Rxc3! (an eliminating sacrifice, getting rid of
    the knight, which overprotects the bishop on e4) 23.Bxc3 (or
    23.Qxg4 Rxh3+ 24.Qxh3 Qxh3+ 25.gxh3 Bxe4+ 26.Kh2 Rd2+ 27.Kg3
    Rg2+ 28.Kh4 Bd8+ 29.Kh5 Bg6+ mate) 23…Bxe4+ 24.Qxg4 (if
    24.Qxe4 Qg3 25.hxg4 Qh4+ mate) 24…Qxg4 25.hxg4 Rd3 with the
    double threat of 26…Rh3+ mate and 26….Rxc3, and Black
    wins. Beautiful as are these variations, the continuation in
    the text is still more splendid.} Rxc3 {!!} 23.gxh4 Rd2 {!!}
    24.Qxd2 Bxe4+ 25.Qg2 Rh3 {!} 0-1

    http://www.chessgames.com/perl/chessgame?gid=1119679

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      Jas Fasola 29 Giugno 2012 at 17:06

      Rotlewi (come Rubinstein ebreo polacco) aveva problemi di salute, percio’ smise di giocare a scacchi. Mori’ a solo 31 anni.
      http://en.wikipedia.org/wiki/Carlsbad_1911_chess_tournament

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      Marramaquis 29 Giugno 2012 at 18:36

      Grazie, Jazztrain, nessun problema per me ovviamente, mi auguro anche di rileggerti quanto prima su queste colonne.

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        jazztrain 29 Giugno 2012 at 19:49

        Vedremo, Marramaquis, non mettiamo limiti alla Provvidenza 😉

        P.S: Ho pubblicato il tuo articolo sul mio blog.

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      cserica 29 Giugno 2012 at 20:16

      visto così (sconfitta con Rubinstein, agli esordi), come lo vedono in molti , senza approfondire, Rotlewi sembrerebbe un mediocre.
      In realtà ci ritroviamo di fronte ad uno dei più grandi talenti di sempre.
      E’ infatti giunto quarto a Karlsbad nel 1911, dopo essere stato in testa al torneo, davanti a Rubinstein, Teichmann e Schlechter, fino al 22° dei 25 turni (negli ultimi 3 turni solo mezzo punto), sconfiggendo Schlechter, Marshall, Nimzowitsch, Tartakower e Spielmann, e pattando con Rubinstein.
      Tutto questo a 22 anni, e dopo il torneo smise per sempre di giocare.

      Tra i grandi campioni del passato, nessuno seppe fare di meglio, cioè entrare nei primi 5 in un supertorneo in più giovane età:

      Rotlewi, Alekhine e Capablanca 22
      Pillsbury 23
      Rubinstein 24
      Reshewsky (il famoso enfant prodige) 25
      Lasker 26

      Chiedo venia ad eventuali dimenticanze, comunque credo nessuno (o pochissimi) ad una età minore di Rotlewi.

      • avatar
        Jas Fasola 29 Giugno 2012 at 21:56

        Poiche’ a SoloScacchi i poeti non mancano…

        Lo scrittore Ernst Jűnger (1895 – 1998) il cui padre aveva conosciuto Rotlewi in una caffetteria, dove Rotlewi giocava a scacchi a soldi, racconta che si trattava di uno spilungone, magro, dall’aria malata. Si trovava molto bene a casa loro, in campagna che per lui era una novita’. Camminare in quell’ambiente gli faceva bene. La scena seguente si svolse intorno al 1908 a Bad Rehrburg vicino a Hannover dove il padre dello scrittore aveva casa. “quando siamo di nuovo passati per il cimitero ci siamo fermati per poco vicino al fienile. Alla luce della luna vidi la sua faccia pallida (…;) Sorprendendomi che stavo parlando, mi spaventai quando chiesi “Sig. Rotlewi, non resisto più. Perchè lei è così triste?” Era una domanda, una richiesta o un avvertimento?
        Ancora di più mi sorprese che ricevetti una risposta… “che cosa è la vita senza la luce dell’amore?” Non sapevo quale poeta fosse stato citato. Sentivo però che nulla si poteva aggiungere. In silenzio ritornammo a casa”

        Gdy przeszliśmy ponownie przez cmentarze, zatrzymaliśmy się na krótko przy stodołach. W świetle księżyca widziałem jego bladą twarz. (…;) Ze zdumieniem usłyszałem, że sam mówię i przeraziłem się, gdy to wypowiedziałem: “Panie Rotlewi, dłużej tego nie wytrzymam. Nie mogę pojąć, dlaczego jest pan taki smutny?”
        Czy było to pytanie, skarga czy oskarżenie? Z pewnością jednak – przejaw odwagi. Jeszcze bardziej zdumiało mnie to, że otrzymałem odpowiedź – jeden z Wielkich powierzył mi swoją tajemnicę. Widziałem go w cieniu słomianego dachu, jak wzniósł obie ręce, niczym biblijny prorok błagający o deszcz podczas długiej suszy: “Czym jest życie bez blasku miłości?”
        Czy to było wezwanie, czy też odpowiedź pytaniem? Tego nie wiedziałem; z pewnością była to skarga. Nie znałem również poety, który został zacytowany. Czułem jednak, że niczego więcej nie można tu było dodać. Milcząc wróciliśmy do domu drogą przez wieś.

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          cserica 30 Giugno 2012 at 10:52

          grazie Jas, molto interessante.

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      Filologo 30 Giugno 2012 at 09:44

      Edward Lasker in Chess Strategy scrive che un ruolo molto importante nella decisione di Rotlewi di ritirarsi lo ebbe la partita Rotlewi – Teichmann, Karlsbad 1911, una maiuscola prestazione di Teichmann che vinse anche il torneo. Nel libro di Lasker la partita è commentata per esteso al numero 38.

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        Filologo 30 Giugno 2012 at 10:01

        Ehm, scusate, la partita è commentata in Chess Strategy, ma l’affermazione per cui essa scatenò una crisi depressiva è in Chess Secrets I learnt from Grandmasters.

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          Filologo 30 Giugno 2012 at 10:05

          Accidenti alla memoria, il titolo è Chess Secrets I Learnt from the Masters

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        cserica 30 Giugno 2012 at 10:50

        la partita decisiva, chi vinceva vinceva il torneo, e Rotlewi aveva il bianco….onore a Teichmann, molto bravo. Rotlewi perse e i suoi nervi crollarono definitivamente. Pattò con Duras la penultima, perse l’ultima, e chiuse gli scacchi per sempre nel cassetto.

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    Roberto Messa 29 Giugno 2012 at 19:14

    Ottimo articolo, che riporta l’attenzione su questa brutta faccenda.
    Aggiungerei che Dvorkovich non si limitò a scrivere lettere: dopo che gli organi interni della Federazione scacchistica russa avevano votato Karpov come candidato ufficiale della Russia per le elezioni Fide del 2010, il governo russo prese il controllo della federazione scacc. russa “manu militari” (con un vero e proprio blitz delle forze speciali), fece sparire tutti i documenti e destituì gli organi eletti. Da allora Dvorkovich è una sorta di supercommissario, con pieni poteri. Il suo primo atto fu quello di nominare Ilyumzhinov candidato ufficiale della fed. scacc. russa.
    La mia opinione è che la Fsi abbia tenuto una posizione ambigua sia alle elezioni Fide del 2006 che in quelle del 2010; in entrambi i casi i consiglieri della Fsi all’unanimità ritennero opportuna (o conveniente per il nostro scacchismo) l’astensione dell’Italia, incaricando il delegato al Congresso a non votare né per Ilhyumzhinov né per i suoi avversari Kok o Karpov, che pure erano sostenuti da quasi tutte le nazioni europee e occidentali.
    Voglio sperare che, se il candidato sarà Kasparov, nel 2014 l’Italia si schieri finalmente e apertamente dalla parte giusta. Non abbiamo la controprova, ma sono convinto che il danno di immagine che Ilhyumzhinov reca agli scacchi sia deleterio anche per lo sviluppo del movimento in Italia, perché a livello politico e di comunicazione mediatica certi “biglietti da visita” contano, contano più di quanto si creda.

  8. avatar
    Fabio Lotti 30 Giugno 2012 at 12:02

    Letto solo ora. Molto interessante. Un grazie a Marramaquis.

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    Zenone 30 Giugno 2012 at 12:54

    I commenti fino a qui si sono concentrati, giustamente, sul lato “politico” della vicenda, e lascio agli addetti ai lavori le valutazioni storiche che hanno portato alla situazione attuale. Vorrei, invece, intervenire per riprendere un interessante passaggio dell’ottimo pezzo di Marramaquis, forse colpevolmente trascurato dai commenti:
    “Insomma, oggi accade che accendiamo la TV, la sintonizziamo sui canali sportivi e veniamo inondati da decine di ore di trasmissione di partite di biliardo e di poker. Degli scacchi nemmeno l’ombra, e questo non può far piacere agli appassionati come noi (…)”.
    Preliminarmente vorrei chiarire che quanto sto per rappresentare è il risultato – più o meno riuscito – di una mia valutazione senz’altro onesta intellettualmente, il più possibile asettica ma senz’altro priva di sovrastrutture ideologiche, nella convinzione che i problemi vadano risolti con i mezzi che il mondo in cui viviamo ci fornisce e non con quelli che vorremmo avere (che albergano, forse, solo nei nostri sogni ed utopie). Questa premessa la ritengo necessaria per evitare, se possibile, commenti di natura etico-morale/ideologica che, seppur a volte condivisibili, non produrrebbero soluzioni ed effetti pratici alla risoluzione del problema.
    Partiamo dal dato incontrovertibile che gli scacchi NON sono un gioco di comprensione immediata. Questo comporta che per apprezzarne la bellezza tattico/strategica e la sua spettacolarità bisogna conoscerne le regole, anche in maniera approfondita. Venendo alla parte del pezzo che mi interessa, è chiaro che giochi come il biliardo [1] (così come le bocce o il tiro con l’arco, per esempio [2]) sia invece immediatamente comprensibile. Se mia figlia di dieci anni osserva in TV una partita di biliardo, quando vedrà la biglia abbattere i birilli (o entrare in buca, nel caso dello snooker o dell’ “americana”) capirà che qualcosa è successo. Mi chiederà una spiegazione che sarà, da parte mia, breve e chiara (una biglia ha colpito l’altra che ha buttato giù i birilli e quindi il giocatore ha guadagnato tot. punti. La parte più difficile, si fa per dire, sarà spiegarle il punteggio quando si abbattono i birilli bianchi insieme al birillo rosso…). Insomma, in questo mondo che corre, mia figlia capirà subito questo gioco (splendido, per altro), così difficile tecnicamente ma elementare nella comprensione. Questa spiegazione fin troppo didascalica ma necessaria, della quale mi scuso, porta ad alcune riflessioni:
    a.il produttore televisivo prova a trasmettere il biliardo (a seguito di una qualche pressione);
    b.il media televisivo, che rappresenta la quintessenza della semplicità (rasentando a volte l’idiozia) ma furbissimo, capisce che il biliardo è un gioco visivamente appetibile;
    c.i produttori televisivi capiscono che basterà far commentare una partita in modo inizialmente semplice (con piccole spiegazioni di natura tecnica) per far comprendere a chiunque la natura del gioco e segnalare i colpi particolarmente spettacolari;
    d.i produttori acquisteranno i diritti iniziali dalla federazione, a prezzi bassi (come è successo realmente), e venderanno poi il prodotto. Nella prima fase il “target” dell’acquirente dello spazio pubblicitario è quello delle ditte specializzate nel settore, poi si sposterà ad un certo tipo di indotto (il biliardo si gioca nei bar e quindi vai con lo sponsor di prodotti da bere e da mangiare, è un gioco maschile e quindi si venderanno bene prodotti legati alle auto ecc) ed infine, perché gli ascolti elevati lo permettono, il “biliardo” diventerà appetibile per ogni azienda;
    e.maggiore visibilità mediatica maggiore interesse generale, aumento degli interessi e della base, maggior arricchimento dei professionisti del settore (giocatori, organizzatori, insegnanti, stampa specializzata ecc.);
    f.ultimo passaggio, ma fondamentale, maggiori interessi=maggiori soggetti che vogliono provare a gestire il movimento, fin dalla base, risultato (incredibile forse) maggiore partecipazione “politica”, senz’altro interessata, ma convinta nel fare il bene del gioco per fare il bene di se stessa. Cioè il movimento si autoalimenta e non deve fare riferimento al magnate di turno che, grazie alle proprie possibilità economiche, ne diventa “dominus”.
    E gli scacchi?
    Senz’altro non serve, così come stanno le cose, trasmettere gli scacchi in TV. Ci aveva provato proprio Kasparov, con la sua PCA, nel 1995 nel corso del campionato del Mondo. ”Eurosport” trasmetteva la sera, se ricordate, la partita giocata nel pomeriggio, con il commenti di Grandi Maestri. Gli ascolti in Italia erano scarsi (ovviamente, anche perché all’epoca di poteva vedere solo con la parabola e il commento era in lingua inglese) ma anche all’estero non dovevano essere ragguardevoli, infatti quell’esperienza (sponsorizzata da un marchio di processori per PC) non fu più ripresa.
    Quindi, e concludo, se quanto sopra è vero, come credo, l’unica possibilità per far diventare gli scacchi un gioco popolare e quindi affrancarlo dai legacci che lo condizionano, è aumentarne la base, portare il più alto numero possibile di persone a conoscenza della regole. QUESTO È POSSIBILE SOLO TRAMITE L’INSEGNAMENTO DEL GIOCO NELLE SCUOLE [3]. Ciò permetterà di capire la bellezza del nostro gioco, ma insegnerà anche alla carta stampata non specializzata ad affrontare in maniera degna e non folcloristica gli scacchi, creando un interesse “culturale” reale, che spingerà, una volta che gli scacchi approderanno in TV [4] a darà la stura a quel circolo virtuoso (sembra incredibile ma è così) di cui si è parlato per il biliardo.
    Ripeto, di molte delle cose di cui ho parlato ne farei volentieri a meno, ma se l’interesse è quello di far diventari lo sport scacchi qualcosa di davvero importante credo che questa sia la strada. Diversamente potremmo decidere di continuare a rimanere un gioco di nicchia (e forse non sarebbe nemmeno così negativo) ma non dovremo lamentarci.
    Grazie.

    ____
    [1]Per quanto riguarda il poker la situazione è diversa che meriterebbe un trattazione a parte, legata al gioco on-line ma anche al fatto che sia venuta meno l’idea del gioco d’azzardo, che fino a qualche tempo fa era considerata solo nella sua accezione negativa.
    [2] Le bocce e il tiro con l’arco, ma anche altri giochi/sport sono visibili sulle reti TV grazie alla loro immediatezza.
    [3]Questo è importante in assoluto, come sta già accadendo in molte realtà in varie parti d’Italia e come è evidente dal nuovo spirito del nostro movimento locale, e se ciò coincide con interessi economici in prospettiva ben venga.
    [4]Qualcuno può storcere il naso ma la visibilità televisiva è importante. Non ci sarà nessuno, per esempio, che non è interessato agli scacchi che andrà a vedere qualche avvenimento su internet. Bisogna che la visibilità sia televisiva.

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      fritzcarraldo 30 Giugno 2012 at 14:02

      ottima analisi, ma c’è un ma….la TV è finita, sta lentamente morendo, agonizzando…..
      nel 1990 il 95% delle persone, la sera, accendeva la TV, e guardava la prima stupidata che c’era. Oggi la percentuale è drammaticamente (per i televisivi) scesa, nonostante l’offerta enorme di TV private e a pagamento. Penso che il 50% delle persone, la sera, si colleghi ad internet, se escludiamo partite della nazionale e cose simili.
      La considerazione può valere per la carta stampata, più dura a morire, e soprattutto per i nuovi media che invaderanno internet…

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        Zenone 30 Giugno 2012 at 15:28

        Come non ti sarà sfuggito, la nota n.4 a pie’ di pagina del commento affronta questo aspetto. Ritengo che internet, rispetto alla TV, sia un passaggio successivo, sopratutto considerando che per lo sport ci sono canali dedicati (non stiamo parlando di TV generalista, sulla quale concordo con te). Internet diventa invece fondamentale nel “dopo notorietà”: ricerche, collegamenti con i tornei meno importanti (quelli di maggiore richiamo sarebbe trasmessi in diretta), studio, blog…
        Per la carta stampata (così come per i libri) ho già espresso più volte su queste pagine il mio parere: non credo morirà così in fretta.
        Grazie

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      Roberto Messa 30 Giugno 2012 at 17:17

      Condivido in pieno anche l’analisi di Zenone, anch’io ho scritto più volte che – caduta drammaticamente la visibilità di match mondiali e affini – gli scacchi in Italia al momento hanno due soli driver: lo scacchismo scolastico e giovanile (95%) e Fab.Fab (ora al 5%, ma con potenzialità tali che, come si suol dire, tanto vale sognare in grande).
      La Fsi sta facendo la sua parte nel valorizzare questi due fattori. Bene.
      Tutto ciò non può farci comunque dimenticare la necessità di avere una Fide almeno a livello di decenza.

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        Zenone 30 Giugno 2012 at 19:41

        Ripeto, non voglio scendere in valutazioni che riguardano le dinamiche “politiche” della FIDE e delle federazioni che la compongono, ma mi sembra di ricordare – potrei sbagliarmi e chiedo venia – che ci troviamo in questa situazione a seguito delle difficoltà che ci furono a suo tempo nell’organizzare un ciclo mondiale degno di questo nome (sede, montepremi e, in qualche caso, i contendenti).

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    Silversurfer 30 Giugno 2012 at 17:49

    Ottima analisi quella di Zenone. Mi sento davvero di condividerla in pieno.
    Da parte mia credo che se da una parte bisogna portare gli scacchi alla masse (di giovani) grazie alle iniziative nelle scuole (e non solo nelle scuole ma anche in altre realtà frequentate dai giovani) dall’altra bisogna spettacolarizzare gli eventi di alto livello ed elevare la qualità dei contesti di gioco, il che significa pero’ anche aprirsi ad un aumento medio dei costi per praticare gli scacchi uscendo dal binomio che la formula migliore è quella che propone a costi inferiori.
    Prima di chiudere rivolgo una provocazione a Roberto (Messa): “Sei davvero convinto che la FSI stia facendo la sua parte per valorizzare entrambi i fattori ?”
    OK per Fabiano Caruana ma per quanto riguarda lo scacchismo scolastico e giovanile da parte mia ho molte perplessità.
    Non basta organizzare (o meglio allocare l’organizzazione) di un CIG o di una Finale Nazionale per le scuole per poter dire di fare azioni significative. E ricordo anche il passo indietro di essere usciti dai GSS del MIUR. Da parte mia credo che potrebbero fare molto di piu’!
    Saluti,
    M.Z.

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      Roberto Messa 1 Luglio 2012 at 08:50

      Matteo, non raccolgo la provocazione perché dovremmo entrare in un discorso con mille sfaccettature e già stiamo uscendo dal tema dell’articolo (Fide 2014, la variante Kasparov). Stando molto sulle generali, se per Federazione intendiamo, come credo sia giusto, anche gli organismi periferici come i comitati regionali e i soprattutto i club con i loro dirigenti (che nell’ultimo ventennio, lavorando sul territorio, hanno fatto crescere tante bellissime realtà di scacchi nelle scuole e tra i giovani) direi che la crescita del settore giovanile è stato e continua a essere il più grande successo della FSI. Non sono abbastanza addentro per potermi esprimere sulle critiche di chi imputa alla FSI di “mungere” dalle manifestazioni maggiori, in ultima analisi elevando i costi sostenuti dalle famiglie dei giovani agonisti, ma mi sembra che queste risorse vengano poi ampiamente reinvestite nell’invio di giovanissimi all’estero, nell’organizzazione di stage federali e quant’altro. Riguardo all’uscita dai Giochi Sportivi Studenteschi, se non ricordo male fu inevitabile perché per gli scacchi è impossibile rispettare le condizioni poste dal ministero della Pubblica Istruzione per tutti gli sport, in particolare l’obbligo che ogni squadra venga accompagnata da un’insegnante di educazione fisica e che i giovani qualificati alle finali nazionali non debbano sostenere alcuna spesa di soggiorno. Per non veder precipitare la partecipazione da più di 1.000 a meno di 100 studenti, non c’è stato altro da fare che riciclare la manifestazione con il nome di “Campionati giovanili studenteschi”.

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        Roberto Messa 11 Luglio 2012 at 09:19

        Tengo a precisare che ho scritto questo post PRIMA dello svolgimento dei Campionati Giovanili FSI di Kastalia. Come è noto questa edizione ha fatto registrare un crollo di partecipanti (rispetto al 2011 e alle precedenti) ed è oggetto di pesanti critiche. Ora sono (o dovrei essere) in vacanza, ma mi riprometto di sentire tutte le campane e di approfondire la questione per darne conto come si deve nel prossimo numero di Torre & Cavallo (quello che andrà in edicola a settembre).

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    Marramaquis 18 Agosto 2012 at 19:06

    Notizia di pochi minuti fa: Kasparov rischia fino a 5 anni di carcere per aver (sembra) “morso un poliziotto” durante la manifestazione e gli scontri avvenuti in questi giorni a Mosca nell’ambito del processo e della condanna a carico del gruppo punk femminista “Pussy Riot”.
    Dopodomani Kasparov, arrestato insieme ad altri cento manifestanti e poi rilasciato, dovrà di nuovo presentarsi in commissariato.

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