….e Pogonina Nera
Palcoscenico e primi piani meritatissimi per la brava Natalija Pogonina, neo-campionessa russa, dominatrice, fin dalle prime battute, di questo torneo, conclusosi il 12 agosto.
E’ un suggello ad una bella carriera, tutt’altro che finita ma che pareva in parabola discendente (forse anche per la maternità) tra il 2010 e il 2011, quando Natalija, già quattordicesima nel mondo fra il 2009 e il 2010 con un tetto massimo di 2501 punti, era andata precipitando, con una serie di prestazioni incolori, fino al 38° posto con punti 2448.
In questa finale, in verità, le favorite erano tre: le celebri sorelle Tatiana (3 volte campionessa russa nel 2002, 2004 e 2007) e Nadezhda Kosintseva (Elo 2530 e 2524, posizione mondiale n. 8 e 10) e la ventitreenne di Murmansk, attuale campionessa d’Europa, Valentina Gunina (2507, n. 15), con outsider l’esperta Alisa Galliamova (2457, n.27), anche lei già tre volte campionessa assoluta nel 1997, 2009 e 2010 e l’astro nascente Olga Girya, ventuno anni.
Natalija Pogonina è nata a Vladivostok il 9 marzo 1985, ha imparato il gioco dal nonno, ha vinto nel 2000 il titolo europeo under 16 e nel 2003 quello under 18. WGM dal 2004, terza nel campionato europeo assoluto del 2009, ha fatto parte della nazionale russa con ottimi risultati.
Sposata e mamma di un bambino, Nikolai, di quasi tre anni, Natalija, per la sua simpatia e i suoi numerosi interessi, è una delle scacchiste russe più conosciute e amate, in patria e fuori. Sembra che abbia qualcosa come 50.000 ammiratori e seguaci su Twitter.
Appassionata di calcio, basket, pattinaggio, pallavolo, danza, poesia, fotografia e musica, lei è sempre serena, ma sincera e pungente nelle sue dichiarazioni. I suoi idoli sono stati Bobby Fischer e Garry Kasparov. Notevole un giudizio su Viktor Korchnoi “sessista e nemico numero uno delle donne”.
Qui a Mosca è stata lanciata dal successo, col nero, al 2° turno, su Tatiana Kosintseva; poi, col bianco, ha rovesciato con un pizzico di fortuna, al 5°, una posizione inferiore contro Gunina (con la collaborazione involontaria di Valentina), e determinante è stata la vittoria, ancora di nero, al 7° contro Olga Girya. Al turno conclusivo una prevedibile e veloce patta con Kovanova ha siglato un successo che la giocatrice di Vladivostok, che ha condotto la classifica per tutto il torneo, ha senz’altro meritato.
Si è trattato di un campionato femminile di buon livello, molto divertente e combattuto, tanto è vero che sono stati concordati solamente 15 pareggi in 45 partite. Questa la classifica finale: 1.Pogonina p.6,5 2.3.Gunina e N.Kosintseva p.5,5 4.6 Galliamova, T.Kosintseva e Girya p.5 7.Charochkina p.4,5 8.Kovanova p.4 9.Ubiennykh p.3 10.Ovod p.1
Non si può dire la stessa cosa degli uomini e della loro attesa “Super Finale”.
Il favorito numero uno, Karjakin, ha badato anzitutto a “non prenderle”: una partita vinta e otto patte. Il campione uscente Svidler era in uno dei suoi non rari momenti sonnacchiosi e si è svegliato giusto all’ultimo turno per battere Grischuk: una vinta e otto patte anche per lui. Dal bravissimo ragazzino Dubov, alle sue prime esperienze a questi livelli, non si poteva pretendere tanto di più. A Jakovenko, Alekseev e Potkin manca sempre un qualcosa per essere fra i grandissimi. Brutta prova per Sjugirov e opaca per Vitiugov (pressoché incredibile come quest’ultimo abbia gettato via una posizione vinta contro Svidler all’ottavo turno). Fuori forma Grischuk, eternamente in lotta con l’orologio, ed ecco che sono piovute patte a ripetizione, non sempre molto lottate: addirittura 34 in 45 partite, quasi il 75%, una nefandezza.
La classifica: 1-6 Karjakin, Svidler, Andreikin, Jakovenko, Alekseev e Potkin p.5 su 9 7.Grischuk p.4,5 8.9 Dubov e Vitiugov p.4 10.Sjugirov p.2,5
Oggi, 13 agosto, i primi sei vanno ai “calci di rigore” per assegnare il titolo russo, ma qualcuno in giro comincia ad accorgersi di essere stufo di rigori e di spareggi veloci (e anche , lasciatemelo aggiungere, di “tornei veloci”: nove turni sono pochi per certi tornei).
C’è modo di arrestare il fenomeno delle patte? A parer mio sì, ma non certo con il più volte sperimentato e ridicolo “3 a 1” (“un’idea pazza”, ha detto la stessa Pogonina in una recente intervista).
Si potrebbe prendere, invece, in considerazione, la proposta di attribuire al pareggio il risultato di 0,51 a 0,49, ovvero 0,49 a chi lo offre e 0,51 a chi lo accetta. In tal modo proporre la patta diventerebbe quasi “una piccola sconfitta” e chiunque ci penserebbe su due o tre o quattro volte prima di parlare. C’è, però, in questa proposta, da veder bene come sciogliere il nodo, non semplice, della “parità teorica”. Che ne pensano, in proposito, i lettori di “SoloScacchi”?
Arrivederci ai Campionati 2013 e auguri a Natalija Pogonina, Bianca o Nera che sia ….
Io che sono persino contrario ai 3 punti in caso di vittoria, anche nel calcio, sono contrario ad un diverso conteggio di punti per le patte. Mi va stretta, ma l’accetto, la regola di Sofia sulle 40 mosse prima di proporre patta. Da vietare assolutamente le patte d’accordo… Ma valle a dimostrare!! 😉
Interessante ed originale come sempre.
“Ai rigori” s’impone Andreikin (guarda caso: l’unico che non avevo nominato nel commento!).
Ah, le patte! Avevo rilanciato, poco tempo fa, un’idea tutt’altro che originale (risale, credo, a Capablanca) proprio su queste pagine. 0,55 – 0,45 ; può funzionare? Il grande cubano aveva parlato addirittura di mettere in discussione la “patta per stallo”, con un decimo di punto (o un quarto, fate voi) a colui che risultasse comunque in vantaggio materiale (e di quello posizionale non parliamo?).
La brevità dei tornei odierni farebbe giustizia di parecchie patte “molto d’accordo”, ma anche in questo caso…
Ma quante seghe mentali !!!!
Basta abolire il punteggio ELO è il problema è risolto.
ah beata ingenuità.. credi che le patte veloci siano dettate dall’Elo? tutt’altro, a certi livelli di una manciata di punti Elo se ne fregano, si tratta invece di patte strategiche per arrivare a premi e/o non sprecare troppe energie…