i luoghi degli scacchi: Istanbul

Scritto da:  | 27 Agosto 2012 | 8 Commenti | Categoria: Internazionale, Olimpiadi

Turchia. Sempre la stessa, sempre diversa. Bisanzio, Costantinopoli, Istanbul, Olimpiadi di scacchi nel 2000, ecco già quelle del 2012, poi ci saranno le Olimpiadi “vere”, nel 2020: la Turchia si sta riaffacciando nel secolo ventunesimo come il vero grande “paese emergente” d’Europa. Possiamo dire che sono tornate finalmente a ruggire le “Tigri dell’Anatolia”!

Siamo nel vecchio, multiculturale, cuore dell’Impero Ottomano (scrivere “Turchia” è cosa limitativa), tra affascinanti moschee e i profumi delle mille spezie dei negozi del Gran Bazar, purtroppo sempre più circondati da una cementificazione esagerata che ha fatto di Istanbul una tra le più popolose città del mondo, con i suoi dodici milioni di residenti.

Probabilmente, un giorno, un altro Claudio Sericano (o lui stesso!) preparerà il secondo volume della straordinaria opera “I Luoghi degli Scacchi” (appena uscita, imperdibile, l’avete prenotata?), ed allora non potrà non esserci il posto d’onore per un luogo d’eccezione come Istanbul, crocevia fra due continenti, incontro e ponte su culture millenarie: edifici, sapori, colori e volti di inusitato e magico spessore e significato.

A proposito di ponte, ecco quello che scrive Orhan Pamuk, il più noto autore turco contemporaneo:

“ Ho trascorso la mia vita ad Istanbul, sulla riva europea, nelle case che si affacciavano sull’altra riva, l’Asia. Stare vicino all’acqua, guardando la riva di fronte, l’altro continente, mi ricordava sempre il mio posto nel mondo, ed era un bene. Poi, un giorno, è stato costruito un ponte a collegare le due rive del Bosforo. Quando sono salito sul ponte e ho guardato il panorama, ho capito che era ancora meglio, ancora più bello, vedere le due rive contemporaneamente. Ma ho capito che il meglio era essere il ponte fra due rive: rivolgersi alle due rive senza appartenere a nessuna delle due”.

Parole meravigliose.

In questi ultimi anni Istanbul e la Turchia stanno costituendo un inequivocabile polo di attrazione per tanti altri paesi a maggioranza musulmana, un po’ come lo fu, ad esempio, nel secolo scorso il Giappone per l’Est asiatico. In uno scenario geo-politico ed economico fragile, instabile e imprevedibile come quello attuale, con l’Europa non immune da rischi di disgregazione, dopo essere stata sul punto di aggregare anche la Turchia (e sarebbe stato il primo paese a maggioranza islamica a far parte dell’Unione Europea), con la profonda instabilità di alcuni stati medio orientali (Siria, ma anche Egitto), la Turchia sta proponendo un interessante nuovo modello multiculturale, di tolleranza, aggregazione e compatibilità tra politica e religione. Il governo turco di Recep Erdogan è anche un costante punto di riferimento del Presidente USA Obama, anzi, un interlocutore ormai quasi privilegiato rispetto ad Israele.

Forse l’Impero Ottomano è tornato a far sentire nuovamente i battiti del suo cuore e tornerà a svolgere un ruolo di primo piano fra Oriente e Occidente ? Forse sì.

Per chi è interessato a questi argomenti mi sento di consigliare un buon testo di recente (aprile 2012) pubblicazione, dal titolo “Tra La Mecca e Bruxelles: politica e religione in Turchia”, di Luca Ozzano, ricercatore in Scienza politica presso l’Università di Torino, edito da Morlacchi.

Quale altro luogo, altrettanto cosmopolita, poteva giustamente ospitare una manifestazione come la edizione n. 40 delle Olimpiadi scacchistiche (la prima volta fu a Parigi nel 1924), con la bellezza di 159 paesi partecipanti (nell’open, 131 nel femminile) ?

Se è vero che alle recenti Olimpiadi di Londra i paesi rappresentati erano in tutto 204, emerge l’impressionante dato della massiccia partecipazione record di Istanbul: non so in quale altra specialità olimpica londinese (il fioretto?, il nuoto sincronizzato?, il badminton?, il tiro a segno?, l’equitazione?) si sia lontanamente avvicinato un numero simile.

In realtà nell’open avremo 161 squadre, in quanto il regolamento consente alla nazione ospitante, com’è accaduto due anni fa in Russia, di schierare tre distinte formazioni: la Turchia, le cui tradizioni di scacchi non sono ancora solidamente radicate, ha pensato bene al futuro e ha scelto la seconda e terza squadra di soli giovani e giovanissimi, non a caso denominate “Turchia 2016” e “Turchia 2023” .

Qui qualche immagine “cartolinesca” di Istanbul e poi veniamo a parlare della manifestazione dal punto di vista tecnico.

Per il turista che vi avesse programmato un viaggio, è opportuno sapere che si gioca all’Istanbul Expo Center, ad appena un paio di chilometri dall’aeroporto di Ataturk, tutti giorni dal 28 agosto al 9 settembre, eccetto il 2 e l’8.

C’eravamo lasciati due estati fa a Khanty Mansiysk, in Russia (ricordate?), dove i favoritissimi padroni di casa subirono una cocente e imprevedibile delusione, sul classico “filo di lana”, ad opera dell’Ucraina, con terzi i sorprendenti israeliani.

Chi salirà sui tre gradini più alti, stavolta?

Non si può non considerare in “pole position” ancora la Russia, anche perché manca dal successo ormai esattamente da dieci anni, Bled 2002, quando trionfarono Kasparov, Grischuk, Khalifman, Morozevich, Svidler e Rublevsky. Di questi cinque è presente ora, in terza scacchiera, il solo Grischuk, gli altri sono Kramnik, Karjakin, Tomashevsky e Jakovenko. Però attenzione: Svidler è stato fatto fuori dalle polemiche conseguenti alla sua clamorosa sconfitta di Khanty, all’ultimo turno, con Lopez Salgado. Morozevich, che pareva lo scorso inverno tornato quello dei bei tempi, è fuori per problemi di salute. Tomashevsky e Jakovenko non è che siano giocatori troppo brillanti ed è noto, invece, che alle Olimpiadi conta avere delle carte vincenti proprio sulle scacchiere più basse, considerato il prevedibile equilibrio sulle altre. Personalmente avrei schierato, al posto degli ultimi due citati, il neo campione Andreikin in quarta con Riazantsev “in panchina”, ma io non sono (per fortuna) il selezionatore…

L’Ucraina è da porre, anche stavolta, senz’altro sullo stesso piano dei russi. Pure il loro selezionatore deve aver avuto problemi di abbondanza, se è vero che non ha convocato Efimenko, che a Khanty fu strepitoso con 8,5 punti su 11, e che neppure ha convocato i primi due arrivati al recentissimo campionato nazionale, ovvero Korobov e Areshchenko, tutti giocatori, badate, intorno ai 2700 di Elo, come lo sono, del resto, i convocati Ivanchuk, Ponomariov, Moiseenko, Volokitin (occhio a questo giocatore!) ed Eljanov. Davvero non sarà facile per i russi mettersi alle spalle questa Ucraina, soprattutto se Ivanchuk saprà ripetere il fenomenale 80% di due anni fa.

Su un gradino un tantino più in basso vedo Cina ed Armenia.

Le squadre cinesi sono poco prevedibili, negli scacchi come in altri sport: a momenti paiono imbattibili (furono secondi a Torino 2006), a momenti grigie e abuliche. Qui schierano, per 4/5, la stessa formazione di Khanty, con un Wang Hao in grande spolvero, e poi Li Chao, Wang Yue, Ding Liren e Bu: un Caterpillar che potrebbe travolgere chiunque!

L’Armenia, terza nel 1992, 2002 e 2004, prima nel 2006 e 2008, tradizionalmente è capace di dare il massimo proprio nelle competizioni a squadre. C’è ancora, della formazione che fu bronzo a Manila nel 1992, il bravissimo Vladimir Akopian, che fu candidato (non dimentichiamolo) al titolo mondiale; non ci sono più, rispetto a dieci anni fa, né l’anziano Lputian né il povero Asrian, per non parlare di Vaganjan, ma la squadra non è troppo diversa da quella che trionfò a Dresda nel 2008, con un certo Aronian in prima scacchiera, il rientrante ed esperto Movsesian in seconda (giocò in passato per la Slovacchia) e un Sargissian, in quarta, che sa sempre difendersi con onore alle Olimpiadi. Riserva è Tigran Petrosian. E l’Armenia è fortemente sorretta da grande compattezza e spirito di gruppo, basti pensare che nelle ultime tre edizioni olimpiche ha perduto appena otto delle 140 partite disputate.

Su di un terzo gradino vedo l’Ungheria, con tre solide e affidabili vecchie volpi “over 2700” quali Leko, Almasi e Judit Polgar (ormai abituata a battersi con successo nella competizione open) e due ottimi nomi come Berkes e Balogh, cioè l’identica formazione che a Khanty non fu bronzo solo per spareggio tecnico.

Quasi all’altezza degli ungheresi sono gli USA, già terzi a Torino 2004 e Dresda 2006, guidati nuovamente da Nakamura e Kamsky, chiamati a “tirare la volata” a Onishuk, Akobian e Robson: molto poco “yankees”, sì, ma siamo ormai abituati. Non scommetterei, comunque, grosse cifre su questa squadra, anche se Nakamura è stato, quest’anno, un “winner” formidabile.

Ed è, più o meno, sulla stessa linea anche l’Israele del vice-campione mondiale Boris Gelfand e di Sutovsky, il quale ultimo ebbe gran merito nel bronzo di Khanty con una straordinaria ma difficilmente ripetibile prestazione (7,5 su 9). Li affianca Rodshtein, con i “rientranti” Postny e Avrukh, quasi la stessa formazione che raggiunse l’argento nel 2006. Ma come sarà qui la condizione di Gelfand? Prevedo parecchie patte …

Dovrei indicare, d’obbligo, tra i favoriti anche l’Azerbaijan. E’ un fatto noto che gli azeri hanno tre campioni in Radjabov, Gashimov e Mamedjarov, com’è pure noto che non sempre la squadra ha mostrato solidità e armonia. Gashimov non fu presente a Khanty per contestazioni varie, e sembra che all’ultimo momento debba, per motivi più seri di salute, dare forfait anche ad Istanbul. Se sarà così (comunque Gashimov non è più quello del 2009-2010), accadrà, come sempre, che una squadra da podio (sesta a Dresda 2008, quando poteva anche vincere) si trasformi in una da dodicesimo (come due anni fa), in quanto Mamedov, Safarli e Guseinov sono sì, ottimi giocatori, ma non paiono da medaglia.

Con una Spagna che vedo nelle retrovie, anche perché orfana di Shirov (che torna a gareggiare per la sua Lettonia), poteva invece essere una sorpresa la Francia (Fressinet e Vachier-Lagrave), che due anni fa era stata in lizza per il successo fino a un paio di turni dalla fine; ma Bacrot, altro “over 2700”, ha opposto un “gran rifiuto” alla sua Federazione, parzialmente tarpandone le grandi ambizioni.

Escludo dalle prime piazze l’Inghilterra di Adams e Short, già deludente a Khanty e qui priva pure di McShane, per motivi, credo, di lavoro. Non escludo, invece, un buon risultato della Polonia, una equipe molto compatta intorno al capitano Wojtaszek (Bartel, Socko, Macieja) e neppure, sulla carta, l’India di Sasikiran, che vanta una buona media Elo, nonostante la spiacevole assenza (e dalli, nuovamente!) di Anand, ma che soffre di troppi “alti e bassi” per poter primeggiare.

Altri pretendenti a una piazza di prestigio? Forse la Germania di Naiditsch, di solito temibile nelle gare per squadre nazionali (fu argento proprio a Istanbul 2000, quando schierava Yussupov ed Hubner, ma è stata solo sessantaquattresima a Khanty), la Bulgaria di Topalov e Cheparinov, per la quale vale però il discorso opposto (trentunesima due anni fa), l’Olanda di Giri e Van Wely, Cuba con Dominguez Leinier e Bruzon, e poi basta (e spero di non aver dimenticato nessuno).

Come basta?? E l’Italia?

Non preoccupatevi: sulla carta l’Italia dovrebbe vedersela per posizioni di primo rincalzo con formazioni quali Grecia, Repubblica Ceca (Navara), Georgia (Jobava), Croazia (Saric), Serbia (Ivanisevic), Slovenia (Lenic e Beljavsky), Svezia (Grandelius, Tikkanen e Berg), Romania (Parligras e Lupulescu), Moldavia (Bologan e Iordachescu), Bielorussia (Zhigalko), Argentina (Kovalyov) e Brasile (Leitao, Vescovi e Fier), ma attenzione: la nostra è una formazione giovanissima, fra le più giovani, con ragazzi in crescita e con un “capitano” grandioso come Fabiano Caruana. Non possiamo aspettarci certo il podio, ma non dimentichiamo che già due anni fa si poteva entrare nei dieci (fummo ventunesimi) se soltanto un sorteggio poco fortunato non ci avesse messo contro la Cina all’ultimo turno. Pertanto c’è molto da ben sperare e da attendersi (e questo, al di là del risultato finale) da Fabiano stesso e dai quattro ragazzi che sono stati scelti per affiancare Fabiano: Brunello, Vocaturo, Godena e Dvirnyy.

Gli ultimi accenni sono per l’assenza del n.1 al mondo Carlsen, ed è un vero peccato perché ciò non è un buon viatico per le Olimpiadi del 2014, che avranno luogo proprio in Norvegia, a Tromsoe.

Ma l’ultimo pensiero non può che essere per un mito del Novecento: per Eugenio Torre, il grande maestro filippino che, con questa partecipazione, supererà il record che è stato di Portisch, quello di giocare in ben 20 edizioni delle Olimpiadi. Siamo a 21 (la prima fu Siegen 1970), complimenti, mitico Eugenio!

Che dire, infine, della competizione femminile? Che sarebbe una sorpresa se non fosse incentrata sull’ormai consueto duello Russia-Cina!

La Cina vinse quattro consecutive edizioni fra il 1998 ed il 2004, poi toccò all’Ucraina e alla Georgia, mentre a Khanty, fra le mura amiche, tornarono ad imporsi le ragazze russe, davanti, manco a dirlo, a Cina e alla Georgia, nazione che vanta tradizioni grandissime nel settore femminile.

Qui a Istanbul la Russia schiera le due sorelle Kosintseva, poi Gunina, Kosteniuk e la neo-campionessa Pogonina. La Cina risponde con Hou Yfan, Zhao Xue, Ju Wenjun, Huang Qian e Ding Yxin. La Georgia, terzo incomodo, tenterà di dar fastidio alle due con Dzagnidze, Khotenashvili, Javakhishvili, Khurtsidze e Batsiashvili.

Da seguire, qui, la nostra amica e tifosa di SoloScacchi Yelena Dembo, capitano della Grecia, e, ovviamente, le nostre ragazze: Sedina, Zimina, Brunello, De Rosa e Barbiso, una squadra in grado di far molto meglio del 36° posto di due anni fa.

In conclusione, chi vincerà ad Istanbul? Mah! Probabilmente il Bianco, e un Turco Bianco come questo qui è sicuramente tra i miei prediletti …

Ah, il Sito Ufficiale?!? Eccolo qui, buon divertimento a tutti e rimanete sintonizzati su SoloScacchi per gli aggiornamenti… 😉

avatar Scritto da: Marramaquís (Qui gli altri suoi articoli)


8 Commenti a i luoghi degli scacchi: Istanbul

  1. avatar
    Ivano E. Pollini 27 Agosto 2012 at 08:32

    Marramaquis,

    sei un mago, a “magician”,a wizard,a conjuror…

    Angora turco…ho dimenticato di inserire nel mio ultimo articolo la “bellezza” dei miei due felinetti…e tu ora me l’hai fatto ricordare…

    Complimenti per l’articolo e le foto.

    Ciao

    IEP

  2. avatar
    jazztrain1 27 Agosto 2012 at 09:22

    Le Olimpiadi della mente a Lille hanno portato fortuna ai damisti e alle damiste italiana, si spera che ai nostri scacchisti e scacchisti porti altrettanto fortuna. Forza azzurri e azzurre! :mrgreen:

  3. avatar
    Luca Monti 27 Agosto 2012 at 11:46

    Bene bene,gli orologi sono quasi in moto… .Chi sarà l’inviato di
    SoloScacchi al seguito? Complimenti per il pezzo ed un caro saluto
    a Marramaquis e Signor Pollini e Jazztrain.

    • avatar
      Ivano E. Pollini 27 Agosto 2012 at 14:37

      Grazie Luca Monti, anzi..Luca.

      Chiamami pure Ivano (Signor Pollini mi fa sentire…troppo importante e…;).

      Su CHESS.com il mio alias e’ Ippi!? Non mi do troppe “arie”!?

      Sono contento che ti siano piaciuti i miei “pezzi”, e grazie per le tue gentili parole.

      Ciao

      IEP (Ippi)

    • avatar
      Marramaquis 27 Agosto 2012 at 18:25

      L’inviato? No, Luca, anzi sì: abbiamo Bagadais XXIV (ventiquattresimo), vi spiego meglio nel prossimo aggiornamento.

  4. avatar
    Harry 27 Agosto 2012 at 17:06

    Oltre a Carlsen sarà assente anche il Campione del Mondo , Anand.

    • avatar
      Marramaquis 27 Agosto 2012 at 18:19

      Sì, ne avevo fatto appena cenno tra le righe. Dal mio punto di vista, i grandi nomi assenti a questo genere di manifestazioni hanno sempre torto, fortemente torto, a meno che non si tratti di provati motivi di salute.

  5. avatar
    fds 27 Agosto 2012 at 22:51

    Al netto degli inevitabili 20 minuti nei quali hanno preso la parola i politici, scacchistici e non, la cerimonia di apertura iniziata puntualmente alle 21.30 locali è stata gradevole e non inutilmente lunga.
    Belle musiche e sfiziosi balli della migliore tradizione folkloristica turca, con le donne sostanzialmente relegate in secondo piano rispetto ai colleghi uomini.

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