Senza più Barrera e senza più fucili

Scritto da:  | 30 Agosto 2012 | 8 Commenti | Categoria: Campionati, Internazionale

Altro giro e altro lungo volo e viaggio del nostro affezionato amico Bagadais XXIV.

Ancora notizie da Istanbul. Ne scelgo una. Nel primo turno le squadre argentine si sono presentate con una t-shirt blu, che portava stampigliata la scritta ”Por un ajedrez sin Barrera”. Nicolas Barrera è il contestatissimo presidente della FADA, la federazione di scacchi argentina. Sembra che al loro arrivo ad Istanbul i giocatori non abbiano nemmeno trovato le stanze d’albergo prenotate a loro nome e abbiano rischiato di dormire sotto quel celebre ponte di cui scriveva Pamuk . Le due squadre hanno minacciato il ritiro dalle Olimpiadi. Pare che questa non sia stata che l’ultima nefandezza della FADA e ieri anche il vice-presidente della FIDE, Makropoulos, ha tuonato contro di lui “la FIDE è stanca delle buffonate di Barrera, che ormai vanno avanti da troppi anni”.

E’ triste constatare che un paese stupendo come l’Argentina mostri enormi lacune, e non da ieri, nel campo sportivo. La sensazione è che a Buenos Aires ci si occupi volentieri solo di calcio, di tennis, di motori, di polo e di poco altro, trascurando gravemente non soltanto gli scacchi, ma altri sport fondamentali, quali, ad esempio, l’atletica leggera. Basta scorrere il medagliere delle appena ultimate Olimpiadi londinesi per accorgersi di quale scarno raccolto di podi abbia avuto questa grande e popolosa nazione: appena quattro. Ma se si fosse trattato solo di aver vinto poco, pazienza: alle Olimpiadi si può arrivare primi oppure ventesimi, quello che è più sconfortante è stata la scarsa partecipazione numerica. E, per la verità, non è che altri vicini cugini sudamericani (Uruguay, Paraguay, Cile, Perù) abbiano saputo fare molto di meglio.

C’è tanto da lavorare da quelle parti, purtroppo, per lo sviluppo di una cultura sportiva capace di lasciarsi alle spalle la profonda crisi attuale. Speriamo, anzitutto, che qui a Istanbul i giocatori argentini risolvano in qualche modo i loro problemi e che riescano, anche attraverso il loro messaggio e le loro proteste, a contribuire a far voltare decisamente pagina. Ma dove son finiti i tempi di Najdorf e di Evita Peron?

Noi possiamo fare ben poco per loro, a parte citarli qui tutti quanti e solidarizzare. Sono, nell’open: Anton Kovalyov, Antonio Peralta, Diego Flores, Martin Lorenzini, Sandro Mareco; nel femminile: Carolina Lujan, Claudia Amura, Ayelen Martinez, Maria Plazaola e Maria Fernandez.

Anton Kovalyov, ventenne GM di origine ucraina

Delle classifiche c’interesseremo fra qualche giorno, visto che per il momento ci sono ben 33 squadre a punteggio pieno nell’open (comprese le Isole Faroer, n. 74 del seeding) e 26 nel femminile e che sul sito ufficiale troverete di tutto.

Dirò soltanto che ieri abbiamo iniziato a contare ben pochi 4-0 (fra le grandi, il colpo è riuscito solo a Polonia ed Armenia) e che l’unico risultato di squadra davvero sorprendente è stata la sconfitta per 2,5 a 1,5 dell’Olanda, una delle più accreditate, per mano dell’ottimo Venezuela di Eduardo Iturrizaga (ma eroe della giornata è stato il sedicenne Felix Ynojosa, MF, che ha battuto Smeets).

D’intesa con Bagadais e con Martin, proponiamo, per il titolo di “Megacappella del 2° turno” due partite (ma ci siamo soffermati solo su alcune di maggior richiamo), queste:

Posizione dopo 34.Dc7

Siamo nell’ Aronian-Rahman, dopo la mossa n.34 del bianco. Aronian è poco incisivo, si lascia trascinare, senza inventarsi nulla, dalle semplificazioni soporifere del Nero (1.d4,d6; 2.Cf3,Ag4 e subito cambio in f3) e rischia una poco soddisfacente patta, sia pure contro un buon giocatore, il rappresentante del Bangladesh Ziaur Rahman (GM, 2516) che, con simile strategia (giocò allora, col bianco, una Trompowski) strappò mezzo punto già a Magnus Carlsen a Dresda nel 2008. Insomma, Lev ha appena giocato 34.Dc7, minacciando l’unica cosa che gli è rimasta da minacciare, il punto f7. Il Nero, che nemmeno ha problemi di orologio, ha varie scelte prudenziali (34…g6 o 34…h6 le più evidenti), ed invece si scompone e gioca, come qualunque lampista di circolo, 34 …Dc6??, restando fulminato da 35.Dxf7+ con matto imparabile in tre mosse.

Posizione dopo 53.Dc8

Siamo in Al-Modiahki-Ivanchuk, dopo il tratto n.53 del Bianco (Donna da g4 in c8). Il giocatore del Qatar è un buon GM (2546) e la sconfitta di Ivanchuk non è certo imputabile all’aver sottovalutato l’avversario. Al controllo della quarantesima Chuky ha una posizione favorevole e tutto lascia intravedere per lui una decisiva valorizzazione dei plus-pedoni del lato di Donna. Ma c’è il fastidioso pedone “h” bianco a dare ancora qualche chances ad Al-Modiahki. Il gioco non è irreprensibile da ambo le parti e il vantaggio del Nero si assottiglia. Qui, anziché una mossa solida come De6 o una spontanea come Dh5+, e con pochissimi secondi sull’orologio, il campione ucraino prende la sua Torre, la pone in c6 (??) e subito abbandona senza neppure attendere la replica dell’avversario: 54.Df8, con determinante guadagno di materiale per il conduttore dei bianchi.

L’Italia. Ieri avevo scritto che le cose si stavano mettendo maluccio, ma il risultato di 3,5 a 0,5 per la Cina in campo maschile sembra andare oltre i pochissimi demeriti dei nostri. Di Brunello l’unico pareggio, perdono Caruana, Godena e Vocaturo, ma tutto era prevedibile e Fabiano è umano, specialmente nei primi turni di ogni competizione.

Anche le nostre ragazze cedono, di misura, alla quotata ma abbordabile Olanda: vince Zimina, pari Sedina, perdono Brunello e Barbiso. Nel terzo turno i nostri ragazzi affrontano il Nicaragua (n. 104 del lotto, non ci saranno problemi), le ragazze il Venezuela.

Ci accingiamo allora ad entrare nel turno n.3 e dobbiamo scegliere, a parte l’Italia, gli incontri di maggior interesse. Gli accoppiamenti principali dell’open vedono Francia-Bulgaria, Inghilterra-Cuba, Romania-Cina, Ucraina-Israele e Armenia-Spagna. Nettamente più facile, invece, il compito di Russia (Lettonia), USA (Venezuela) e Azerbaijan (Isole Faroer). Nel femminile, incontri di prestigio saranno Cina-Ucraina e Armenia-India.

Ed ecco, dal terzo turno, un notiziario-blitz

Donne

Yelena Dembo (lasciateci tifare per lei) guida la sua Grecia con un’ottima partenza individuale: 3 su 3. Germania ferma la Georgia sul pari, ma è pari anche fra Cina ed Ucraina, mentre l’India regola l’Armenia 2,5 a 1,5. Ne approfitta la Russia, ma anche Polonia e Francia con un rotondo 3-1 su Ungheria e Austria, e la Serbia: 3,5-0,5 sulla Spagna. Fermate a sorpresa le statunitensi dalle uzbeke. Le nostre ragazze hanno superato a fatica il Venezuela: 2,5-1,5.

Maxime Vachier-Lagrave, prima scacchiera del giorno

Open

Quando i campioni fanno la differenza: finalmente impeccabile il gioco di Aronian e 1-0 su Vallejo Pons, poi tre patte e successo di Armenia su Spagna.

A volte la differenza i campioni la fanno anche in negativo: perde Topalov con Vachier-Lagrave, poi tre patte e successo di Francia su Bulgaria (c’era anche Christian Bauer).

Quando invece i campioni non fanno la differenza (pari Ivanchuk-Gelfand), allora sono gli altri a duellare: Avrukh batte Eljanov, ma Volokitin e Ponomariov ribaltano di lì a poco il risultato, Ucraina-Israele 2,5 a 1,5.

La Russia ringrazia Jakovenko, che le ha evitato il clamoroso pari con la Lettonia di Shirov (il quale ha diviso la posta, ed era prevedibilissimo, con Kramnik), ma arriva un’altra delusione da Tomashevsky, incapace di far valere i suoi +200 punti Elo su Arturs Neiksans.

Cina, Inghilterra, India, Polonia e Ungheria s’impongono nettamente su Romania, Cuba, Slovenia, Cile e Svizzera: 3 a 1, e sempre in gamba la Judit.

Ero giustamente ottimista, ieri, su Grecia e Italia: visto? 4 a 0 per entrambe, si riprende a correre, alla faccia dello spread.

Seconda doccia fredda per l’Olanda, battuta dalla Georgia (oggi a perdere è Stellwagen contro Shanava) e probabile prematuro addio ai sogni di gloria per l’equipe di Giri.

Domani (oggi per chi legge) quarto turno, con 13 squadre ancora a punteggio pieno e fari puntatissimi, chiaramente, sul big match Russia-Cina. I nostri ragazzi saranno opposti al Cile, le ragazze avranno il Costa Rica.

Ho chiesto a Bagadais XXIV se si sentiva in grado di cavarsela da solo almeno dopodomani, 1° settembre, magari scrivendo col becco le sue quattro righe, perché mi sarebbe piaciuto passare una giornata ad Olevano Romano in occasione della “Sagra del Cesanese” (il Cesanese è un ottimo vino rosso), tra spettacoli, animazione, giochi, musica, osterie e mercatini dei prodotti locali.

Ma anche Bagadais mi fa presente di avere un impegno importante.

Càspita, che tipo d’impegno hai, Baghy?”.

Sai, Rik”, mi risponde, “dopodomani avremo una manifestazione contro l’apertura della caccia, che nella vostra regione parte il primo di settembre. Sai bene che noi animali siamo stremati, che i boschi sono stremati, che l’intera natura è sfruttata e stremata, che la siccità quest’anno è stata drammatica. Sapere che c’è ancora, in questi anni, chi pensa di uccidere, sparando per puro divertimento, delle vite innocenti, anziché lavorare per seminare e ricostruire qualcosa che si sta definitivamente sfasciando e di cui saranno fatalmente vittime, alla lunga, anche i vostri e nostri figli, ecco, questo è terribile, questo deve essere fermato finché si è in tempo, e per questo io devo esser presente”.

Bravo, Baghy”, rinuncerò al Cesanese e sarò anch’io volentieri con te. Allora, vorrà dire che chiederemo tutti e due un time-out a Martin Eden”.

E vuoi che non ce lo dia, Rik? Eh, eh, non vede l’ora, ne sarà straordinariamente felice!”

E poi, sai, Baghy, visto che non c’è qui a Istanbul il grande indiano, cioè Anand, l’indiano lo faccio io, ricordando quel proverbio, ovviamente indiano, che mi sembra reciti più o meno così: Quando avrete abbattuto l’ultimo albero, quando avrete pescato l’ultimo pesce, quando avrete inquinato l’ultimo fiume, allora comprenderete che non si può mangiare il denaro”.

avatar Scritto da: Marramaquís (Qui gli altri suoi articoli)


8 Commenti a Senza più Barrera e senza più fucili

  1. avatar
    Joe Dawson 30 Agosto 2012 at 20:32

    Marramaquìs: come l’Amaretto di Saronno… l’originale!
    …bravissimo!!! 😉

  2. avatar
    Jas Fasola 30 Agosto 2012 at 21:42

    Grazie Marramaquís per aver messo la Polonia tra le grandi. Grandi speranze, vediamo cosa combinano domani con l’Ucraina…

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    fede 31 Agosto 2012 at 08:52

    sempre articoli interessanti!

    Però devo fare un appunto personale, quando parli della federazione scacchistica argentina e del suo “capo” poco degno…. non so. E’ una critica all’uomo e dovrebbe essere approfondita.

    Quando allarghi il discorso all’Argentina paese, ecco, qui non mi piaci. Da bravo scacchista dovresti valutare meglio la posizione attuale dell’Argentina ricordando da dove viene, quali tragedie e sofferenze di ieri non le hanno permesso una migliore situazione oggi. Il tuo mi pare un giudizio superficiale ed approssimativo in particolare perché lo estendi al sistema paese.

    • avatar
      Mongo 31 Agosto 2012 at 10:19

      Approposito di Argentia, se quell’Uomo non fosse morto in Bolivia nel 1967, avrebbe senz’altro cambiato la sua amatissima Argentina evitandole la disgraziatissima dittatura degli anni ‘970 che ha portato alla morte (desaparecidos) di moltissime menti che senz’altro avrebbero alzato il livello culturale, sociale e politico degli argentini e ci sarebbe stata una scuola scacchistica argentina di primo livello!
      Bravo Marramaquis, pezzo stupendo!! Ieri ho seguito la partita di Ponomariov con quel suo pedoncino in settima lasciato lì indifeso per andare a ‘caccia’ (scusa!) di vantaggi più importanti dall’altra parte della scacchiera (principio delle due debolezze) e per vincere la partita.
      😎

    • avatar
      Marramaquis 31 Agosto 2012 at 10:21

      Grazie, fede, dei complimenti. Raccolgo volentieri le tue osservazioni e cercherò di dare, nel prossimo articolo, un miglior chiarimento intorno alle mie parole.

  4. avatar
    Luca Monti 31 Agosto 2012 at 11:37

    All’attento Lettore Fede va’ un mio grazie, per la qualità dei suoi interventi anche quando esprimono una pacata ed educata
    critica come in questo caso.La saluto caramente.

  5. avatar
    Genesio 31 Agosto 2012 at 13:32

    Al momento credevo che il Barrera fosse il mio amico “Pietro Barrera”, presidente del Comitato regionale Lombardia…
    Opperbacco………

  6. avatar
    fede 31 Agosto 2012 at 15:13

    Argentina 2001. Dall’aereo intravedo la città di Buenos Aires, il mio primo volo in aereoplano e guarda che viaggetto… oltretutto da solo con una leggera infarinatura di spagnolo (“vino rojo!” dico alla hostess che mi guarda curiosa e pensierosa, e lo ripeto più volte finchè un paziente viaggiatore le suggerisce: “vino tinto”;). Ricordo ancora la partenza da Madrid in notturna e tutti quei mezzi di servizio schierati attorno all’aereo della Aerolienas Argentinas: quel saluto con i fari dei mezzi, quel saluto tra cugini ispanici, così carico di affetto.
    Buenos Aires dall’alto è lo specchio della società argentina, credo che ogni capitale dall’alto rispecchi la propria società. Una distesa di edifici bassi con al centro un nucleo di grattacieli… tanti poveri per pochi ricchi ho pensato, a Milano le proporzioni erano diverse.

    Argentina, Cordoba. dicembre 2001. In una assolatissima piazza centrale una fila di tavoli e scacchiere. Passo di lì per caso ma non posso andar via, si gioca a SCACCHI!: si distingue la figura di un giocatore, giovane di bell’aspetto. Mi colpiscono i suoi occhiali alla moda. Occhiali da sole, a specchio, avvolgenti. Vince sempre. Voglio sfidarlo e paziente aspetto il mio turno. Gioco, è una partita lampo senza orologio (costano troppo!!!!!!), chiederete com’è possibile senza orologio. In effetti nessuna bandierina può cadere ma se cominciate a pensare troppo il pubblico rumoreggia spazientito fino ad un “VAMOS!!!” spronatore. Ma a Cordoba sono proverbialmente spiritosi e può capitarvi una leggera pacca sulla spalla con un “està dormiendo?”. Non si gioca a tempo ma a pazienza del pubblico, comunque una lampo. Gioco, una siciliana chiusa… e vinco. Lui educato e sportivo si complimenta si alza e se ne va. Non ho vinto perchè sono più forte, sono a digiuno di scacchi, ho vinto perchè lui era stanco dal tanto giocare. Di seguito ho vinto con altri, poi ho perso… e felice me ne sono andato.

    Argentina, pampas. Ancora di notte guido su una una strada assolutamente deserta, così deserta che incrociare altre macchine è un evento da saluto. Una strada dritta per chilometri, così dritta che mi chiedo ancora oggi come fanno a farle così perfette. La strada è buia, attorno è il buio, a destra e a sinistra nessuna luce per chilometri di pianura, sopra il cielo stellato, davanti a me vedo chiaramente un temporale furioso: tutto nero con lampi impressionanti, ma tuoni nulla. Nulla perchè in realtà questa forza della natura si trova davanti a me di molti chilometri, non so quanti non riuscirò a raggiungerlo ma lo vedo così vicino come stare davanti a un quadro, l’osservo rapito.
    Tutto in Argentina è come in Italia, c’è tutto come da noi ma è tutto come stiracchiato, di proporzioni diverse rispetto ai nostri standard. I campi coltivati sono così grandi che non vedi la fattoria, le strade sono larghe (e quasi tenute meglio delle nostre) ma la segnaletica è quasi assente, l’illuminazione pubblica è roba da centro città, come l’acqua corrente.

    Argentina, Cordoba, dicembre 2001. Il cambio moneta, forzato per legge, è ancora 1 peso = 1 USD. Entro in un negozio ho solo dollari per pagare ma il negoziante non accetta, non prende moneta americana. Molti pensano che i guai argentini parlino a stelle e strisce.

    Argentina, Cordoba, gennaio 2002. Succede il finimondo, Argentina in default. Polizia schierata davanti ai palazzi, negozi presi d’assalto, vedere questo in televisione è una cosa, vedere la fame negli occhi della gente è un’altra cosa. Poi è vero che molti rubavano televisori e HiFi, i soliti ladri? Non deviamo le sofferenze della gente, non confondiamo la frustrazione, la desolazione e la voglia di un piccolo riscatto con l’avidità.

    Argentina, Cordoba, gennaio 2002. Un improvviso temporale ci coglie in città, ci ripariamo sotto un loggiato. Acqua a secchiate, dalla strada arriva saltellando un ragazzotto, tipico sudamericano vestito di canottiera e poco altro. Ci si para davanti: “que calor!, mira como estoy sudando!” e se ne va.

    Ah, sì, volevo parlare della diffusione dei campi di atletica in Argentina…. sarà alla prossima. Scusate mi sono fatto prendere dai ricordi.

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