Bilbao: questione di ritmo

Scritto da:  | 8 Ottobre 2012 | 4 Commenti | Categoria: C'era una volta, Curiosità, Internazionale, Tornei, Zibaldone

Quando la storia chiama…

– Babbo… C’è un telegramma per te!
Chi è che lo manda?
Un certo Martin Eden… C’è da pagare il postino…
Perché?
E’ un telegramma  a carico del destinatario… E sei tu quello che lo deve pagare.
Il solito braccino corto quel Martin… Dai qua, grazie.
Mongo Stop Urge tua presenza in quel di Bilbao Stop Caruana ha bisogno di te Stop Buon viaggio Stop

Bilbao! La prima volta che ci andai fu nel 1977, nella seconda metà di maggio. Ero lì per organizzare un rivoluzione per l’indipendenza con i compagni baschi, quando uno di loro disse: “Questa sera c’è la finale di coppa, noi andiamo a vederla… Giochiamo contro la tua Juventus… Vieni anche tu?”. Non l’avevo programmato, ma i compagni  mi regalarono un biglietto e così quella sera andai allo stadio con loro.

Per  la Juventus la finale contro i baschi dell’Athletic Bilbao era tutt’altro che semplice: i bianconeri dovevano sfatare il sortilegio che li vedeva sempre sconfitti nelle finali europee, poi se la dovevano vedere contro una formazione simbolo di un’intera regione sospinta dallo smisurato orgoglio basco e dal caldissimo pubblico del San Mames, lo stadio.

L’Athletic, come sempre, giocava senza stranieri e neppure spagnoli; c’era spazio solo per i baschi.

Sul cammino verso la finale l’Athletic Bilbao eliminò il Milan ed il Barcellona, dove tra gli altri giocava un certo Cruyff, mentre la Juventus eliminò niente popò di meno che  entrambe le squadre di Manchester, il City e lo United.

Era una finale doppia, con andata e ritorno; all’andata, a Torino, la Juventus non andò oltre il bel goal di testa di Tardelli e finì solo 1 -0.

Il ritorno, quella sera, nella cattedrale del San Mames si preannunciava tesissimo: la situazione politica della Spagna, in quel momento di transizione, non contribuiva di certo a rendere più tranquillo il match.

Eravamo seduti proprio dietro la panchina del club italiano; lo stadio era un’autentica bolgia e la partita fu una guerra.

L’Athletic partì sparato, ma un perfetto contropiede juventino portò Bettega a concludere in tuffo di testa per l’1 – 0 che gelò tutta Bilbao. I baschi risposero subito con una rete di Irureta e solo nella ripresa, dopo il solito cambio del Trap (Spinosi per Boninsegna) fatto per cautelarsi di fronte alla mareggiata basca, a 12 minuti dalla fine si portarono in vantaggio con una rete di Carlos.

Dopo aver scaraventato via il pallone dalla rete, Zoff si rivolse alla panchina per chiedere l’ora e quando seppe che mancavano ancora 12 minuti fece un gesto di disperazione, non pensava di resistere sino alla fine. Poi man mano che i minuti passavano il viso del più grande portiere di tutti i tempi ritrovò il sorriso.

Durante l’interminabile recupero concesso dall’arbitro (l’austriaco Linemayr) il Trap, tra uno dei suoi fischi e l’altro, per galvanizzare i suoi urlò: “Ritmo… Ritmo…”. All’improvviso  il signor Linemayr interruppe la partita e quatto quatto si avvicinò alla panchina dei bianconeri… Poi rivolgendosi al Trap disse: “Ritmo? Guardi Mister che con l’Avvocato si era parlato di una Argenta più palanche!”.

Dopo altri 5 minuti di gioco la partita terminò senza altre marcature e la coppa andò alla Juventus grazie al goal segnato in trasferta che per la UEFA valeva doppio.

La Juve quell’anno vinse anche lo scudetto, quello del record dei 51 punti davanti ad uno stratosferico Torino che chiudeva il torneo a 50 punti (che bel campionato che fu, la Juve perse solo il derby dell’andata e contro la Roma) e fu l’unica squadra ad ottenere la doppietta, coppa europea e campionato, senza alcun straniero in squadra.

Senza alcun dubbio quella Juventus fu insieme al grande Torino, al Milan dei 3 olandesi di Sacchi ed alla Juventus di Conte, una delle più forti squadre italiane di sempre.

Ma torniamo al presente, oggi 8 ottobre inizia il girone di ritorno della Finale del Grande Slam della FIDE, che dopo il girone di andata disputato in quel di San Paolo  in Brasile vede al comando della classifica il nostro Caruana, imbattuto e con una performance Elo oltre i 3000 punti.

Caruana ha bisogno di me? Si, cari lettori. Chi altri potrebbe mai insegnarli come non si deve giocare a scacchi? In materia, falsa modestia permettendo, sono il numero 1….. E questa sera alle 17,00 sarò vicino a lui per gridargli: “Forza Fabiano… Ritmo!!!”.

 

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4 Commenti a Bilbao: questione di ritmo

  1. avatar
    Fabio Lotti 8 Ottobre 2012 at 15:42

    Non pensavo che ci fosse una macchina “Mongo”. Forza Fabiano e forza Mongo!… 🙂

  2. avatar
    Zenone 8 Ottobre 2012 at 19:28

    …ora che siamo a Bilbao ricordiamoci che il motore della “Ritmo 60L” (quello della 127, per intenderci) veniva assemblato in Brasile (Non a San Paolo ma a Belo Horizonte,a circa 600 Km). Speriamo che con questo pensiero “circolare” tutto ritorni a favore di Caruana…

  3. avatar
    Zenone 8 Ottobre 2012 at 21:26

    “Boccaccia mia statte zitta!”. Caruana non ce l’ha fatta. Quello delle 19.28 (per altro Fabiano era già in un finale difficile) è stato il mio ultimo commento da qui alla fine del girone di ritorno…

  4. avatar
    Edoardo Maldarelli 13 Ottobre 2012 at 16:56

    Forza Fabiano ! !!!
    😉

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