Eugenio “Iancsi” Ginoulhiac: un ritratto

Scritto da:  | 22 Ottobre 2012 | 7 Commenti | Categoria: C'era una volta, Italiani, Personaggi

Eugenio Ginoulhiac, Iancsi per familiari e amici, pronuncia Ionci, è da cinquant’anni mio cognato e, da allora, vive nell’appartamento sopra il mio. Come scacchisti siamo cresciuti insieme; per anni, agli inizi, abbiamo giocato,quasi esclusivamente, l’uno contro l’altro poi insieme abbiamo partecipato al nostro primo torneo cittadino (1954), pochi punti, ma sufficienti per rompere il ghiaccio, in seguito abbiamo fatto il nostro ingresso nel circolo locale e dopo qualche anno, sempre contemporaneamente, nell’agone nazionale (1959) lui a San Benedetto del Tronto, io ad Imperia, non c’era allora grande possibilità di scelta. Iniziava così la nostra carriera, si fa per dire; successivamente è arrivata la stagione dei campionati italiani a squadre. Esordio vittorioso a Cremona (1961), primo posto in serie B, poi, in successione, Lerici, Imperia, Genova; non c’era più con noi Giorgio Pegoraro, che ci aveva portato alla vittoria a Cremona insieme ai fratelli Roberto e Giorgio Signorelli e che in quegli anni era stato la nostra guida tecnica; quei campionati erano la nostra dimensione scacchistica, 31 ottobre – 4 novembre, una data fissa, pochi giorni lontani da casa, dalla famiglia, dal lavoro, luoghi magnifici anche se c’era poco tempo per guardarsi intorno; giocavamo, prevalentemente, in serie B, ma la nostra ambizione era quella di misurarci con le squadre di serie A, e questo accadde per la prima volta a Recoaro (1967). Fu in quella occasione che fu giocata la partita Ginoulhiac – Canal nell’incontro Bergamo – Fenarete Milano. Conoscevamo già, di vista, il personaggio, per averlo visto partecipare frequentemente a garette dello scacchismo minore che lui in tarda età non disdegnava, a Legnano, Gallarate o alla Milanese, dove arrivava tutto serio e compreso, con la sua scacchiera arrotolata sotto il braccio,avevamo letto i suoi articoli e sentito delle sue gesta, sapevamo che aveva incontrato molti dei grandi campioni dell’epoca, prima di tutti Capablanca, ma è stato solo a Recoaro che lo abbiamo visto più da vicino; alla sera nella sala dell’albergo quando contornato da tanti fans che come noi vedevano in lui un mito, davanti a un bel bicchiere di vino non smetteva mai di raccontare. Tra quelli che sembravano con lui più familiari c’era un certo Cosulich, che poteva avere cinquanta anni di meno, ma che appariva il più intimo di tutti, con cui parlava volentieri, con mia grande sorpresa in spagnolo; lo spagnolo sembrava per entrambi la lingua madre. Solo più tardi ho saputo che Cosulich aveva passato, giovanissimo, qualche tempo in Cile, dove aveva imparato a giocare bene a scacchi con Pilnik, un maestro tedesco emigrato in Sud America. Provenivano entrambi dal torneo di San Benedetto dove pochi mesi prima si erano classificati primo (Cosulich) e secondo (Canal). Per i capricci della sorte ci saremmo poi trovati Ginoulhiac ed io a competere in due distinti incontri proprio con Canal e Cosulich che giocava per Trieste. Di quell’evento, il torneo di C.to di Recoaro, mi piace ricordare soprattutto la conclusione. All’ultimo turno, quando tutte le altre partite erano terminate, era ancora in corso nell’incontro tra Bergamo e la Milanese la partita tra il bergamasco Bellavita Guido e il maestro Castiglioni che giocava per la Milanese; erano entrambi in uno zeitnot pauroso, con le bandierine alzate, ma Bellavita continuava a giocare con calma olimpica; Ginoulhiac non riusci più a contenersi e sbottò “Jouez mal, mais jouez vit“. Poi inopinatamente cadde la bandierina di Castiglioni, che sembrava, per la verità, avere qualche secondo in più e i triestini, che seguivano interessati l’incontro, infatti una sconfitta della Milanese li avrebbe lasciati vincitori del torneo, non mancarono scorrettamente con alte grida, di far rilevare l’accaduto. Si scatenò un putiferio con vibranti proteste di Castiglioni e dei suoi compagni di squadra, ma l’arbitro assegnò la vittoria al bergamasco anche se, si scoperse dopo, la bandierina di Bellavita era incagliata e non sarebbe mai caduta.

Quadrangolare giocato a Bergamo nel 1964 tra la Milanese, la Torinese e due squadre di Bergamo. In primo piano Rugiadini (MI) che sta giocando con me che in quel momento non c’ero, pur non essendo io l’autore della foto. In seconda scacchiera Ginoulhiac, col Bianco, contro Bertolasi (MI). Osservano in piedi Battaggia (TO) e in fondo Magrini (MI).

Dopo Recoaro, taccio di Fanano, Marostica, Reggio Emilia, Tivoli, ma mi piace ricordare ancora Milano (1974) dove di nuovo giocammo in serie A e dove di nuovo fu con noi per l’ultima volta, Pegoraro che così aprì e chiuse la nostra stagione. Ormai “nel mezzo del cammin di nostra vita”, eravamo cresciuti, ma troppo lentamente e poco eravamo sempre dei giocatori mediocri, non aveva più molto senso continuare; Ginoulhiac diradò le sue presenze, sino a cessare del tutto, preso dagli impegni del suo studio di avvocato ma soprattutto da annulli, francobolli, cartoline e buste, in una parola dalla filatelia mentre io sono sempre rimasto nell’ambiente, ma con altri impegni, organizzazione e istruzione giovanile, e poche presenze in tornei del circondario, Milano, S.Pellegrino, Bratto, Gorgonzola, località dove mi recavo da pendolare senza pretese, con l’unica eccezione dei tornei ticinesi di Mendrisio e Chiasso che si svolgevano in pochi giorni, intorno alla festività dei Santi come i campionati a squadre di buona memoria ma in un clima più consono ai giocatori in pensione come ormai ero.

Milano, Campionato Italiano a Squadre, 1974. In primo piano Giorgio Pegoraro (BG) contro Mariotti (Roma). Dietro accanto a lui Guido Bellavita contro, si vede solo la stanghetta degli occhiali, Zichichi, dietro a Bellavita in piedi Eugenio Ginoulhiac, che aveva già perso con Passerotti. Seduto, in fondo, mi si intravede appena, il sottoscritto alle prese con Pino Valenti.

Ecco la partita disputata a Recoaro nel 1967 tra Ginoulhiac e Canal. A qualche ardimentoso l’onere di ricostruire le ultime mosse giocate e, a causa dello zeitnot, trascritte in evidente fretta.

Ed ecco la mia partita con Cosulich…

avatar Scritto da: Valdo Eynard (Qui gli altri suoi articoli)


7 Commenti a Eugenio “Iancsi” Ginoulhiac: un ritratto

  1. avatar
    Alfredo 22 Ottobre 2012 at 21:13

    Di quel match ricordo la bella vittoria di Bellavita contro Zichichi. Una inglese mi sembra vinta in bello stile posizionale. O la memoria mi tradisce…
    Purtroppo ora non la ritrovo tra le tante cose scacchistiche che mi circondano. Mi piacerebe molto potere rivederla. Ai tempi Zichichi era dopo Mariotti Toth e Tatai, secondo me, con Cosulich il miglior giocatore italiano (giocò infatti le Olimpiadi a Nizza nel ’74)
    Si puo’ reperire questa (bella) partita?

    • avatar
      Bellavita Guido 23 Ottobre 2012 at 13:53

      Complimenti Valdo !
      La Milanese all’ultimo turno per aggiudicarsi il titolo di Campione Italiano a squadre, doveva vincere 4 a 0 con Bergamo e per andare sul sicuro schierò i suoi 4 maestri, “sacrificando” il giovane Adolivio Capece non completamente affidabile. Ma su questo forse Capece potrebbe dire la sua.
      Sapevo che Ferruccio Castiglioni,teneva una rubrica molto bella sull’Italia Scacchistica e trovandomelo di fronte, mi creò qualche disagio, inoltre lui era Maestro e io 1 sociale. Però la partita la dominai nettamente, sì è vero in ritardo di tempo cercavo di concludere e di non rovinare tutto, ma la sollecitazione di Iancsi non poteva essere ignorata. Dopo la partita ancora seduto davanti a Castiglioni, un distinto signore d’altri tempi, egli affranto ma sempre controllato contestava il risultato e le scorrettezze dei triestini, alla fine disse: “e non parliamo poi di quelli che parlano in francese!.

  2. avatar
    Valdo Eynard 24 Ottobre 2012 at 12:46

    La cercherò, la partita Bellavita – Zichichi. Ma chi è che si nasconde dietro ad Alfredo? Un bergamasco o un cittadino del resto del mondo?

    • avatar
      alfredo 26 Ottobre 2012 at 20:16

      un medico appassionato di scacchi , un voyeur , in qualche modo .
      tutto qui . molti degli amici di soloscacchi mi conoscono . forse ho solo una ottima memoria . tutto qui . ciao 😉

  3. avatar
    alfredo 26 Ottobre 2012 at 20:25

    Il mio nome è proprio Alfredo e compaio nella foto, non ho proprio nulla da nascondere. Caro Valdo potessi essere un cittadino del mondo. Non sono bergamasco, sono veneto, di Malo, il paese di uno dei più grandi scrittori italiani del 900 (Gigi Meneghello) anche se milanese per nascita e monzese per luogo di vita.
    C’è così tanto mistero? Giocai quel torneo (il mio ultimo) con una giovanile della SSM. Fu il torneo in cui esordi’ giovanissimo Ennio Arlandi. Ricordo che la vittoria di Bellavita fece un certo scalpore e io la vidi riproposta nella hall dell’albergo Leonardo da vinci (ora in rovina) con l’amico Paoli e altri; la partita fu poi riportata anche nella rubrica domenicale che teneva l’amico Ado Capece su ‘il giornale’. Magari è finita incollata su qualche libro. Tenevo tutti i ritagli di Adolivio. Compravo ‘il giornale’ solo la domenica per la sua rubrica assieme a ‘Il Manifesto’ (essendo di idee politiche del tutto diverse). Erano anni difficili ricorderai: se mettevo ‘il manifesto’ dentro a ‘il giornale’ mi menavano i compagni, se facevo il contrario i camerati… (non scherzo 🙁 )

  4. avatar
    alfredo 26 Ottobre 2012 at 20:27

    ho avuto anche la fortuna di conoscere Rugiadini che mi fu presentato proprio da Capece molti anni fa. Non giocava più da molti anni. La sua passione mi sembra fosse diventata la montagna ma mi fece vedere alcune sue belle partite degli anni 50 e 60. Anche di lui mi piacerebbe leggere un ricordo o rivedere qualche partita.

  5. avatar
    Luca Monti 11 Dicembre 2012 at 16:50

    Caro Signor Eynard.
    La ringrazio per la partita in articolo;una tra le tante (purtroppo) di Canal che a torto pensai irrimediabilmente perduta.La scelta di suo cognato Eugenio Ginoulhiac, offrì a Canal la occasione di rispolverare dal suo antico arsenale, una variante che
    negli anni giovanili lo gratificò con vittorie su Yates,Alimonda ed in un paio di partite informali,pour le spectacle,Soultambeieff e Koltanowsky.Insomma,sia pur nella sventura,suo cognato fu in buona compagnia.Grazie di cuore.Luca Monti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


CLICCA QUI PER MOSTRARE LE FACCINE DA INSERIRE NEL COMMENTO Locco.Ro

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

La Palestra dei Finali

Chess Lessons from a Champion Coach

Torre & Cavallo - Scacco!

Strategia di avamposti

I racconti del Grifo

57 Storie di Scacchi
2700chess.com for more details and full list

Ultimi commenti

Problema di oggi