Destini spezzati

Scritto da:  | 27 Novembre 2012 | 5 Commenti | Categoria: C'era una volta, Personaggi, Stranieri

Ὃν οἱ θεοὶ φιλοῦσιν, ἀποθνήσκει νέος

Muor giovane chi è caro agli Dei.
Menandro

L’epigrafe del commediografo greco Menandro, citata da Leopardi nel suo Amore e Morte, potrebbe essere lo spunto per parlare di chi “caro agli Dei” ha avuto una vita breve e intensa.  Sono tanti gli esempi che possiamo citare: nel campo cinematografico tutti conoscono la sfortunata storia dell’attore James Dean tragicamente perito in un incidente stradale, la cui filmografia è composta soltanto da tre film quali Gioventù Bruciata, Il Gigante e La Valle dell’Eden; un caso simile, accaduto qualche anno fa, è quello dello straordinario attore australiano Heath Ledger, improvvisamente scomparso all’età di 31 anni, vincitore di un premio Oscar postumo per la sua strabiliante interpretazione del Joker, l’inquietante nemesi di Batman. In campo musicale gli esempi si sprecano: Charlie “Bird” Parker  morì a 35 anni a causa dell’abuso di alcol e di sostanze stupefacenti che gli avevano ormai minato definitivamente il fisico. Purtroppo l’esempio negativo di Bird ebbe effetti devastanti per la generazione di musicisti che lo adoravano come un dio. Ci sono stati casi altrettanto drammatici di musicisti bebop che non erano affatto consumatori di sostanze stupefacenti che hanno lasciato una breve traccia del loro passaggio; si pensi al trombettista Clifford Brown che perì in un incidente stradale, al polistrumentista Eric Dolphy che morì per un improvviso coma diabetico e cosi via,  il triste elenco potrebbe continuare, basti pensare alle stelle della musica rock come Jimi Hendrix, Janis Joplin e Jim Morrison improvvisamente scomparsi nel biennio 1970-71.

In campo scacchistico si possono citare tanti casi simili a quelli più famosi testé citati; tra questi segnalo la drammatica vicenda personale dell’ucraino GM Leonid Stein (1934-1973).
Stein diventò Maestro nel 1958 a 24 anni, nel 1960 vinse il suo primo torneo importante: il Campionato Ucraino che gli permise di qualificarsi nell’anno successivo per la prima volta al fortissimo Campionato Sovietico.  Il suo debutto fu a dir poco sensazionale: arrivò terzo-quarto permettendosi il lusso di battere nettamente con una bella miniatura il vincitore di quella edizione che fu Tigran Petrosjan.

E’ raro vedere il ferreo Petrosjan subire una sconfitta così cocente in 26 mosse! Non contento di aver battuto il solidissimo giocatore armeno, Stein si permise in quel torneo di sconfiggere in maniera altrettanto convincente giocatori più esperti e più famosi di lui come  Spasskj e Geller. Era nata una stella nel firmamento scacchistico. Stein era un giocatore dallo stile brillante e fantasioso, capace di sferrare attacchi  improvvisi e se la posizione lo richiedeva, sacrificava per dare il massimo dinamismo ai pezzi. Un esempio caratteristico dello stile di Stein lo troviamo nella famosa partita giocata l’anno precedente alla sua prima partecipazione al Campionato Sovietico del 1961 in un incontro a squadre tra Ucraina e Russia contro Nikolai Krogius, una magistrale difesa Est-Indiana, ricca di spunti tattici e di sacrifici paragonabili allo stile dinamico di Tal.

Un giocatore così sembrava destinato ad avere una folgorante carriera; infatti, grazie all’eccellente risultato conseguito nel Campionato sovietico del 1961, Stein si qualificò per l’Interzonale di Stoccolma del 1962 giungendo al sesto e ottavo posto ma, a causa di una ingiusta norma della FIDE chiamata “norma Botvinnik” secondo la quale i posti disponibili per i sovietici erano tre, il GM ucraino non fu ammesso al torneo dei candidati di Curacao perché l’ultimo posto a disposizione dei sovietici fu occupato da Korchnoj. Come racconta Kasparov nel suo volume dedicato ai suoi grandi predecessori, durante quello sfortunato torneo di Stoccolma avvenne un simpatico episodio che ebbe come protagonisti, oltre a Stein, il GM Efim Geller e il mitico Bobby Fischer. Kasparov scrive: “ Inoltre a Stoccolma, grazie ad una iniziativa di Geller, (Stein n.d.r.) conobbe Fischer e diventò suo amico. Durante il tempo libero giocavano molto spesso a scacchi con alterna fortuna. Secondo la testimonianza di Geller, Bobby rimase assai stupito dopo aver perso le prime due partite: ma chi era questo mister Stein? Tratto da I miei grandi predecessori volume 3, da Petrosian a Spassky pagina 276.

Due anni dopo, esattamente nel 1964, Stein partecipò all’Interzonale di Amsterdam; Stein arrivò, dopo aver disputato un durissimo torneo, al quinto posto assoluto, ma non riuscì a qualificarsi perché i tre posti a disposizione dei sovietici furono presi da Smyslov, Spassky e Tal piazzati insieme al GM danese Bent Larsen ai primi 4 posti  della classifica generale, mentre Stein e Bronstein furono automaticamente esclusi e al loro posto andarono  l’ungherese Portisch e lo jugoslavo Ivkov che si erano classificati dietro i due giocatori sovietici. Una ingiustizia così clamorosa che l’anno successivo la FIDE finalmente abolì questa norma grottesca e antisportiva.
Tre anni dopo, in occasione del nuovo ciclo mondiale 1967-1969, Stein partecipò al torneo interzonale di Sousse, stavolta dovette cedere il posto di candidato ai match mondiali al veterano GM  americano Reshevsky, che, dopo aver disputato un match finito in parità,  pur avendo conseguito gli stessi punti di Stein, grazie al miglior quoziente Sonnemborg-Berger lo precedette in classifica. La terza delusione consecutiva,  forse ancora più cocente delle precedenti. Sembra quasi che la sfortuna lo perseguitasse; per un motivo o per un altro non riusciva mai  a superare la “maledizione” dell’Interzonale. Eppure nessuno metteva in dubbio il suo straordinario talento; anzi, molti giocatori sovietici sostenevano la tesi che Stein avesse le qualità per giocare ad altissimi livelli e di essere a tutti gli effetti un potenziale candidato al titolo mondiale.
I risultati conseguiti nei tornei lo hanno dimostrato: infatti, fu vincitore per tre volte del Campionato Sovietico (1963, 1965, 1966), di tornei fortissimi quali il torneo di Mosca nel 1967, organizzato per il 60 anniversario della Rivoluzione d’Ottobre davanti a giocatori del calibro di Spassky e Petrosjan, quello di Tallin nel 1969 e il Memorial Alekhine nel 1971 nel quale divide la prima piazza ex aequo insieme al giovane  e futuro campione del mondo Anatoly Karpov. Nel 1973  riuscì a qualificarsi per l’interzonale di Petropolis ed era considerato uno dei favoriti alla vittoria finale. Sembrava finalmente che fosse giunto il suo momento quando un improvviso attacco cardiaco lo stroncò all’età di 39 anni. La comunità scacchistica fu scossa da questa improvvisa e inaspettata perdita che colpì profondamente anche il vecchio amico Bobby Fischer, il quale, dopo aver strappato il titolo mondiale a Spassky, sentì il bisogno di spedire un telegramma nel quale esprimeva tutto il suo dolore per l’improvvisa perdita (ironia della sorte, fu l’unico gesto che fece Fischer da campione del mondo prima di sparire definitivamente dalla scena scacchistica).

Per concludere questo omaggio a Stein pubblico due partite: la prima, una delle più belle giocate dal geniale GM ucraino, è stata giocata contro l’ex campione del mondo Smyslov.

La seconda è una chicca contro un MI di nostra conoscenza. Un duello tattico di altissimo livello nel quale Stein ha la meglio contro la “furia tartara!”

avatar Scritto da: Jazztrain (Qui gli altri suoi articoli)


5 Commenti a Destini spezzati

  1. avatar
    Fabio Lotti 27 Novembre 2012 at 01:00

    Grande Jazz!

  2. avatar
    Ivano E. Pollini 27 Novembre 2012 at 06:58

    Meraviglioso articolo! 😀

    Stein:Quando si incontrano i Campioni! 💡

    Grazie Jazztrain

    IEP

  3. avatar
    Marramaquis 27 Novembre 2012 at 11:15

    Bentornato, Jazz, e grazie per averci parlato del mitico e sfortunato Stein!

  4. avatar
    jazztrain1 29 Novembre 2012 at 17:16

    Grazie a voi per le belle parole.

  5. avatar
    Luca Monti 26 Novembre 2013 at 20:26

    Bel lavoro che non ricordavo di avere sfogliato.
    Ma Jazztrain collabora ancora con SoloScacchi? É tantissimo tempo che non leggo
    suoi articoli.Me lo ricordo come tra gli autori più prolifici di un tempo. Un caro saluto a lui,al grande Mongo ed a ognuno.

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