La vittoria segreta

Scritto da:  | 4 Dicembre 2012 | 21 Commenti | Categoria: Racconti

Troppo tardi se ne accorse: tutti i suoi pezzi erano protesi nel grande, armonioso, meraviglioso attacco – solo il Re era rimasto indietro, indolente, rannicchiato nel corridoio dei Pedoni. La Torre nera guizzò improvvisa, come una lama affondata nel ventre, come un ricordo sepolto da tempo, e lo inchiodò nell’umiliante scacco matto.

         «Ho vinto» disse l’altro, a bassa voce.

         Si guardarono in silenzio, per un momento.

         La terribile gravità di quello che era appena successo sembrò addensarsi e ristagnare nello spazio che li separava, e gli parve che anche l’altro ne fosse oppresso in qualche modo, ne fosse spaventato, forse.

         «Hai vinto» riconobbe.

         «Un magnifico attacco, il tuo» osservò l’avversario parlando lentamente, staccando le parole a una a una, con distratta cortesia. «Credo che anch’io me ne sarei ubriacato, sarei diventato spavaldo e imprudente, come è successo a te.»

         Senza rispondere, lui ricollocò i pezzi nella posizione di partenza, prima i suoi, poi quelli dell’altro. Niente colori, niente rumori intorno a loro. Solo un leggero odore di polvere. L’idea di gridare, di abbandonare ogni ritegno e supplicare per una rivincita o imporla con la violenza – come poteva fare, come lui poteva ancora fare – lo invase per un attimo, più mortificante della sconfitta stessa.

         «Hai vinto» ripeté alla fine. «E adesso? Davvero ci scambieremo il posto? Tu sarai me e io te, come avevamo scommesso? Hai considerato gli svantaggi del mio ruolo? Il peso terribile, che fa tremare anche me, a volte… Te la senti di mettertelo addosso?»

         Il nemico rise fra sé, annuendo.

         «Sai, ho avuto tempo per pensarci» replicò. «Mentre tu godevi a schiacciarmi sempre più, e io potevo solo sperare nella fortuna di una mossa lacerante, fulminea… ecco, io sognavo l’impossibile vittoria, e cosa ne avrei fatto, se mi fosse stata data.»

         Rimase in silenzio, aspettando il seguito. Quasi fosse la prima volta, scrutava quello sguardo stanco, intelligente, dietro cui si celavano pensieri che tanto spesso gli erano sembrati più limpidi e ammirevoli dei suoi.

         Sorrise, senza motivo, e anche l’avversario lo fece.

         «Ti lascio tutto» mormorò alla fine l’altro, sommessamente. «Le sconfinate ricchezze, i poteri, la vanità che ha voluto fabbricarsi un Universo, il dominio del tempo e del nulla, e ciò che è stato e ciò che sarà. Ma io avrò il tuo nome, e tu il mio. Di questo baratto mi accontento. Rimanga il male nel mondo, come tu stesso l’hai creato, e il poco bene che io, ormai, disprezzo più che odiare. Ma sia mio nome: Dio; e tuo: il Diavolo.

         «Da oggi le preghiere e le bestemmie degli uomini saliranno al cielo per me, per il Nemico, ogni volta che loro crederanno di parlare a te, ogni volta che pronunceranno con rabbia o devozione o indifferenza il nome di Dio. Chiederanno pietà allo Spietato e luce all’Oscuro. Chiameranno Padre il Figlio ribelle, chiameranno Signore lo schiavo e l’assassino.

         «Ma nessuno lo saprà, solo noi due. Questa burla segreta mi basta, e non c’è altro.»

avatar Scritto da: Raul Montanari (Qui gli altri suoi articoli)


21 Commenti a La vittoria segreta

  1. avatar
    Martin Eden 4 Dicembre 2012 at 03:48

    Solo un commento superfluo per sottolineare il privilegio di poter ospitare sul nostro sito uno scrittore prestigioso e affermato come Raul Montanari, appassionato entusiasta del nostro gioco e splendido autore di pagine emozionanti ed evocative come questa. Grazie!

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    Marramaquis 4 Dicembre 2012 at 07:41

    Una “short story” che invita a pensare. Chissà se è proprio questa la vera partita che si gioca ogni giorno sullo scacchiere del nostro destino? Complimenti al bravissimo autore.

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    paolo bagnoli 4 Dicembre 2012 at 08:43

    Vorrei averlo scritto io

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    Fabio Lotti 4 Dicembre 2012 at 09:04

    Un saluto a Montanari di cui ho recensito qui http://soloscacchi.altervista.org/?p=30024 e in altri blog il suo bel libro “Strane cose, domani” che vi invito a leggere.

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    Mongo 4 Dicembre 2012 at 10:38

    E ‘mo si spiega tutto!!! Accidenti a Dio! 😉

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    Raul Montanari 4 Dicembre 2012 at 11:29

    Certo che Martin Eden è più veloce di Tex Willer: io credevo che stessimo ancora discutendo SE pubblicare e COME pubblicare! 😕
    Scherzi a parte, grazie a lui e a voi per la pazienza. Scacchisticamente il racconto è insignificante, però la scommessa e il rango dei due avversari sono insoliti. Certo, quel Dio che non si accorge della debolezza della prima traversa…
    Un caro saluto a tutti. Vi ho scoperti da poco e non vi lascerò più, tempo permettendo.
    Tutta la mia stima a Fabio, che oltre a essere un recensore sensibilissimo è proprio una gran penna, come si diceva una volta quando questa metonimia aveva senso. Il suo pezzo su Lasker è emozionante.

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      Joe Dawson 5 Dicembre 2012 at 00:03

      Sì, Martin c’ha il grilletto facile in queste cose… certe volte pubblica i nostri pezzi ancora prima che li scriviamo 😉

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    Fabio Lotti 4 Dicembre 2012 at 11:53

    @ Montanari
    Perché non hai letto i miei “Elogi” e altre stronzate… 🙂

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      Raul Montanari 4 Dicembre 2012 at 12:16

      Leggerò, caro Fabio, ma tu mi sembri fisiologicamente incapace di scrivere male, quindi mi piaceranno di sicuro anche le “stronzate” 🙂
      Mo’ qui ferve l’attività perché venerdì mi danno l’Ambrogino d’oro, il premio in cui si realizza la massima apertura di forbice fra il prestigio della cosa in sé e l’assurda ridicolaggine della denominazione 😯 Fosse almeno l’Alfiere d’oro, il Gran Pedone, non so, la Torre eburnea…

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    Jas Fasola 4 Dicembre 2012 at 12:02

    Racconto bello e terribile. In realta’ pero’ il Diavolo non gioco’ con Dio ma con Steinitz, a cui Dio aveva lasciato il posto per un attimo dopo averci perso…

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    Fabio Lotti 4 Dicembre 2012 at 13:15

    Allora nella home page c’è l’“Elogio del gabinetto”. Così ti rendi conto… senza bisogno di risposta.

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    Tamerlano 4 Dicembre 2012 at 20:49

    Racconto breve molto bello con un ‘Apertura’ (che parte dall’ultima mossa!), un ‘Centro Partita’ (intrigante quanto basta!) ed un Finale (davvero soprendente).
    Un “Bravo!” all’autore e un “Bravi!” a tutti quelli del sito.
    Continuate così e grazie. Tamerlano

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    Giangiuseppe Pili 4 Dicembre 2012 at 23:40

    Imprevedibile finale, che accosta il racconto al Settimo Sigillo invertendo, in fondo, i ruoli (Morte/Uomo con Diavolo/Dio). E alla fine, lascia anche intendere che gli scacchi siano sia un gioco divino che diabolico, due facce dello stesso gioco, perverso e sublime allo stesso tempo. Molto bello!

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    Vinagre 5 Dicembre 2012 at 00:10

    Se posso andare controcorrente ho trovato il racconto perfetto dal punto di vista formale, affascinante ed elegante nello sviluppo ma non originalissimo nel tema… come una bella combinazione sempre vincente ma già vista in qualche partita famosa. Comunque gradevolissimo da leggere. Grazie

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    Abu Yasin Merighi 5 Dicembre 2012 at 12:17

    Bel racconto, molto ben scritto seppur sproporzionato negli ordini di grandezza…

    Più che scendere a giocare con una Sua ceatura, ho l’impressione che il buon Dio si sia più volte compiaciuto di vederla giocare contro qualche antagonista della schiera dei “buoni”…. Il giudizio sugli interventi arbitrali ci porterebbe lontano… ;

    Si parva licet, mi permetto di segnalare dello stesso autore un articolo notevole, “La strategia del doppio legame”…

    Decisamente un’altra preziosa firma di questo blog….

    Abu Yasin Merighi

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      Francesco De Sio 6 Dicembre 2012 at 20:58

      “…Il giudizio sugli interventi arbitrali ci porterebbe lontano…”

      Mi creda, dalla mia visuale sono sicuro di conoscerne più di Lei di errori arbitrali.
      Siccome ho finalmente un po’ di tempo libero, mi piacerebbe che la generalizzazione che Lei usa diventasse specifica e circostanziata, non generica perché in tal modo si corre il rischio di far torto ai più.

      Poi e se gradito, passerò ad elencarle la qualità e la sostanza delle proteste dei giocatori in torneo, noti studiosi dei regolamenti che governano i tornei…
      Quindi, a Lei il tratto!

      • avatar
        Francesco De Sio 6 Dicembre 2012 at 21:13

        Stranezza.

        Dal database FSI risulta che Merighi Yasin, Inclassificato bolognese, è nato il 040102.

        Immagino tre possibili situazioni:

        1) Lei è molto precoce nell’apprezzare la letteratura, e malgrado la giovane età ha maturato un’esperienza confrontabile con una pluridecennale nei tornei nostrani;
        2) Lei su Soloscacchi sta millantando il nome di un bambino;
        3) c’è un errore nel database FSI, che dovrebbe far correggere al più presto.
        In quest’ultimo caso mi dichiaro disponibile a darle esatte indicazioni nel come farlo.

        Quale delle tre?

  14. avatar
    Abu Yasin Merighi 7 Dicembre 2012 at 14:40

    x Francesco De Sio

    Gli <> erano una metafora per indicare il ruolo del Creatore nella storia… discussione di cui credo si possa fare a meno nel contesto specifico..

    Quanto alla stranezza, nessuna delle tre e tutto molto semplice:

    Merighi Yasin,NC U10, che ha iniziato a giocare in torneo nel settembre scorso, tesserato presso il CSB bolognese, è mio figlio.
    Come lei può infatti vedre, mi firmo Abu Yasin Merighi ( patronimico arabo, lett. ” padre di Yasin” ) altrove anche semplicemente Abu Yasin, senza cognome..

    All’anagrafe faccio Andrea, ma avendo almeno 7 od 8 omonimi, ho assunto quella sorte di “nome d’arte” già da alcuni anni, trovandomi a lavorare per una casa editrice e scrivendo articoli ( non di tema scacchistico ) su un noto portale italiano…

    Mi spiace averle fatto perdere tempo per così poco….

    • avatar
      Francesco De Sio 7 Dicembre 2012 at 15:59

      Nessuna perdita di tempo, si figuri.
      E’ che a volte sul web si incontrano persone “strane”. Ovviamente questo non è il suo caso.
      Buona giornata 😉

      • avatar
        Abu Yasin Merighi 7 Dicembre 2012 at 18:23

        Oh beh,

        se è per questo anche i Circoli non scherzano… :mrgreen:

        Contraccambio i saluti…

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