Qui, una scacchiera!

Scritto da:  | 8 Febbraio 2013 | 12 Commenti | Categoria: C'era una volta, Personaggi, Stranieri

Dark's attack

Oggi vi propongo un test: uno di quelli che compaiono sui rotocalchi estivi e che si fanno sulla spiaggia così, tanto per ridere: «siete avari o spendaccioni?», «romanticone o razionale?» «ti senti Napoleone o Rasputin?»… leggete attentamente la situazione che segue e scegliete fra le tre opzioni proposte quella più vicina al comportamento che terreste voi: ne deriverà un accurato quadro psico-scacco-astrologico della vostra personalità. O almeno credo.

Dunque, mettiamo che, in una variante d’apertura molto alla moda e giocata da alcuni fra i più forti giocatori del mondo, avete trovato un miglioramento per il Bianco. Diciamo che potete sacrificare un Pedone e che, se il Nero lo prende, perde forzatamente. Controllate due, tre volte le vostre analisi… Tutto torna, e con combinazioni spettacolari. A questo punto, cosa fate?

Opzione n. 1. Vi precipitate al vostro circolo. Preceduti da squilli di tromba e rulli di tamburi, mettete faticosamente a tacere l’ossessivo pestaggio di orologi da parte di ragazzini di belle speranze e inguardabili schiapponi. «A me gli occhi! Qui, una scacchiera! Ammirate la scintilla del Genio! Voi non l’avreste trovata mai!», e mostrate la scoperta a frotte di increduli. Un fragoroso applauso saluterà il successo della vostra dimostrazione.

Opzione n. 2. Vi piazzate subito davanti al vostro potentissimo computer. Accendete tutti i motori d’analisi che ci tenete installati, compreso quello scalcagnatissimo che vi ha regalato dieci anni fa una fidanzata incompetente, e sottoponete a vaglio certosino tutte le possibili repliche del Nero, anche le più improbabili. Mettete insieme pagine e pagine di note fittissime per un articolo memorabile da proporre, in cambio di un compenso milionario, all’Italia Scacchistica, Torre & Cavallo – Scacco! o SoloScacchi. Vediamo chi offre di più…

Opzione n. 3. Appena avete capito che cosa avete davanti, vi guardate intorno con sospetto: nessuno ha visto, vostra moglie è una vita che vi ignora, comunque per maggior sicurezza spostate qualche pezzo a caso sulla scacchiera. A questo punto covate il vostro segreto per anni, come il Conte di Montecristo: la variante è passata di moda, non la gioca più nessuno, il suo inventore è morto, ma voi ancora aspettate il giorno in cui la vostra idea vi darà il punto… Finché quel giorno finalmente arriva: tendete la trappola con una recitazione degna di Laurence Olivier, sicché il vostro ignaro avversario si sbafa il Pedone. Ora, con l’inesorabilità di una Nemesi eschilea, provvedete all’esecuzione del Re nero. Non vi siete mai sentiti meglio…

Allora? Scelto? Uff, quanto la fate lunga, però! Se siete pronti, andiamo ad analizzare il vostro profilo.

Profilo n. 1: inguaribili vanesi, siete l’incarnazione stessa delle parole dell’Ecclesiaste. Vi sentite vivi solo sul palcoscenico, sotto lo sguardo adorante dei vostri tifosi, e godete nel vedere come ridono alle vostre battute e addirittura imitano i vostri tic e le espressioni celebri che vi hanno reso la star del Circolo. Vi manca però il senso delle proporzioni: è vera gloria l’essere l’idolo di una pattuglia di seconde nazionali che hanno ancora problemi con la posizione di Lucena? Probabile segno zodiacale: Cancro o Bilancia.

Profilo n. 2: convinti materialisti, per voi il successo va monetizzato e, nell’eterna lotta fra essere ed avere, vi schierate senza esitazioni dalla parte del secondo ausiliare. Amanti della solidità, apprezzate le certezze che derivano da una salda competenza. Il motto di Bacone, «la conoscenza è forza», sembra sia stato scritto per voi. Conservate però una fanciullesca tendenza a fantasticare, e siete inclini a costruire castelli in aria… Ma davvero pensavate che Soloscacchi vi avrebbe coperto d’oro per il vostro articolo? Probabile segno zodiacale: Toro o Vergine.

Profilo n. 3: mai soddisfatti di voi stessi, dedicate molte energie a migliorarvi e alla ricerca continua di conferme… Per questo siete ottimi amanti ed eccellenti sportivi. Nella competizione potete mettere a frutto alcune delle vostre doti migliori: intelligenza, cinismo e freddezza… In fondo in fondo, la vostra segreta ambizione è primeggiare, e siete disposti a ricorrere ai metodi più biechi per riuscirvi… Potete conservare un segreto per diciannove anni, solo per fare un punto alla scacchiera? Probabile segno zodiacale: Acquario. Come Jurij Averbakh. Anzi, forse siete proprio Jurij Averbakh.

Averbakh 1

Ah, non sapete la storia? È una tipica commedia d’intreccio, con varianti che sembrano buone e non lo sono, uno spinto gioco delle parti, espedienti da servo trappolone e il tema del doppio, dell’attacco doppio, che domina tutto. Ovviamente, c’è anche l’happy end. E, come in ogni brava commedia che si rispetti, si comincia con un…

Prologo: siamo nell’ottobre del 1945. La guerra è finita, e l’attività scacchistica torna lentamente alla normalità. Al Campionato di Leningrado quell’anno Slava Ragozin, che vinse sontuosamente il torneo, fece a pezzi il Maestro Zak con una sua coraggiosa novità nella Variante Viennese del Gambetto di Donna.

Zak-Ragozin, Campionato di Leningrado 1945

1.d4 Cf6 2.c4 e6 3.Cf3 d5 4.Ag5 Ab4+ 5.Cc3 dxc4 6.e4 c5 7.Axc4 cxd4 8.Cxd4 Dc7

Posizione dopo 8...Dc7

Posizione dopo 8…Dc7

Eccola, la novità di Ragozin. La Donna nera schioda il Cavallo attaccando contemporaneamente l’Alfiere in c4, sicché il Nero minaccia anche Cxe4. Zak non trova di meglio che 9.Da4+ Cc6 10.Axf6 gxf6 11.Ab5 Ad7 12.Axc6 Axc3+ 13.bxc3 bxc6 14.Dc2 c5 15.Ce2 Ac6 e il Nero ha i pezzi più attivi. La variante è considerata buona per il Nero, e comincia a comparire in partite per corrispondenza. Ormai è teoria.

Atto primo: la teoria ci sono quelli che la seguono e quelli che la fanno. Siamo nel 1946: «Nella quiete del suo studio» (ah, la frase preferita di Botvinnik!) un giovane maestro, Jurij Averbakh, sottopone a certosina verifica l’idea del grande Ragozin. Non riesce a convincersi che possa andar bene: il Bianco ha troppo vantaggio di sviluppo perché il Nero abbia il tempo di mettersi a dare la caccia ai Pedoni. E se lasciasse eseguire al Nero la sua manovra? Il rapporto di forza tra minaccia ed esecuzione è notissimo… Davvero si deve difendere il Pedone in e4? Sembra di no… Si può giocare ancora per l’iniziativa… Forzata… Forzata… Forzata… Unica… Il giudizio sulla variante va ribaltato: il Bianco ha a disposizione una mossa fortissima dopo la quale, se il Nero esegue davvero la sua minaccia, può vincere forzatamente. Ora resta da mettere la mossa in cassaforte, e aspettare il momento in cui la si potrà usare.

Averbakh 2

Atto secondo: sono passati diciannove lunghissimi anni. È il 1964, è il mondo è tutto diverso. Non c’è più Stalin, e anche Kruscev se la passa maluccio. Le navette Vostok hanno portato i cosmonauti sovietici a nuovi primati nella corsa alla conquista dello spazio, e l’URSS ha incassato a livello internazionale il successo diplomatico della soluzione della crisi cubana. Il nostro giovane maestro è nel frattempo diventato Grande Maestro, ha giocato il mitico torneo dei candidati di Zurigo 1953, ed è già un’autorità assoluta nel campo dei finali. La sua mossa non è mai uscita dalla cassaforte: nel frattempo Ragozin è morto, e la Variante Viennese è diventata completamente fuori moda. Non la gioca più nessuno, o quasi.

Averbakh 3

Oggi, al campionato della città di Mosca, può però realizzarsi l’occasione tanto a lungo attesa: Averbakh ha il Bianco contro Jakov Estrin, un forte giocatore per corrispondenza che non disdegna di sedersi a tavolino per giocare il campionato moscovita. Anzi, negli incontri diretti con Averbakh è in vantaggio per due a uno. Ma stavolta lo aspetta una sorpresa: il fatto è che Estrin è un cultore della Variante Viennese e fa valere spesso le sue superiori conoscenze teoriche. Si tratta ora di trasformare questo punto di forza in una debolezza. Come fare a non destare sospetti?

Scena prima: bisogna far credere all’avversario che è stato lui a forzare l’ingresso nella variante. E allora perché non provare una bella trasposizione di mosse?

Averbakh-Estrin, Mosca 1964

1.c4 Cf6 2.Cc3 e6 3.Cf3 d5 4.d4 Ab4 5.Ag5 dxc4

Il primo obiettivo è stato raggiunto: Estrin crede di essere entrato nella variante contro la volontà del suo avversario. Ma sceglierà la mossa di Ragozin? Quante variabili, nella lotta sulla scacchiera!

6.e4 c5 7.Axc4 cxd4 8.Cxd4 Dc7

Scena seconda: eccola! La saccenza del teorico ha perduto il nostro giocatore postale. Ma ora bisogna che si mangi il Pedone senza nutrire sospetti. Voi cosa fareste?

Averbakh si mette lì e fa finta di riflettere… Non cinque minuti, né dieci, né un quarto d’ora… Sta lì e fa finta di pensare alla sua prossima mossa per un’ora intera! Adesso, non so voi, ma io, dopo aver guardato un po’ qua e un po’ là, dopo essermi grattato la testa, stretto le mani sul davanti, dondolato qualche istante sulla sedia, eh, mi spiace ma io devo muovere! E se poi il Pedone non lo prende, se gioca in sicurezza, gli ho regalato un’ora sull’orologio? E chi se lo può permettere? E invece questo demonio simula terrore, un occhio alla Donna in c7, uno al Cavallo in f6, poi tutti e due fissi sul Pedone e4… La testa fra le mani, come a raccogliere più concentrazione. In mente ripete la sua combinazione una volta, poi un’altra… Le mani potrebbero giocarla anche senza vedere. Ogni tanto la mente divaga… Il campionato di hockey… Stasera a cena… Il turno di domani… Estrin non può accorgersene, crede di avere di fronte solo un avversario poco preparato che è in difficoltà. Quanto tempo è passato? Un’ora? Bene, è arrivato il tempo di provarci… Sguardo da cervo in trappola, e…

9.Db3!

Ohibò, niente 9.Da4+… e ora? Estrin non se ne preoccupa. Per lui l’ora trascorsa era un’ora di disperazione, nient’altro. Non vale la pena di analizzare in dettaglio la ‘novità’. La minaccia è palmare, giochiamola!

9…Axc3+ 10.Dxc3 Cxe4

Posizione dopo 10...Cxe4

Posizione dopo 10…Cxe4

 

Scena terza: adesso mettetevi comodi e godetevi il Grande Maestro all’opera.

11.Cb5! Dc5

Il Nero minaccia contemporaneamente la Donna, l’Alfiere g5 e il Pedone f2, ma non c’è matto, e allora…

12.Dxg7!

Minacciando matto in tre (13.Dxh8+ Rd7 14.Dd8+ Rc6 15.Dc7 matto).

12…Tf8 13.Ah6

Idem, ma prendendo in f8.

13…Dxf2+ 14.Rd1 Cd7

Gli scacchi sono già finiti… Purtroppo.

15.Te1 Cef6

Se 15…Cec5, allora 16.Ae3 Dh4 17.Ag5 Dg4+ 18.Ae2 Da4+ 19.b3 e guadagna la Donna.

16.Axe6 Dxb2

L’Alfiere non si può prendere: 16…fxe6 17.Txe6+ Rd8 18.De7 matto.

17.Tc1!! 1-0

17.Tc1!! e il Nero abbandona

17.Tc1!! e il Nero abbandona

Giù il sipario, applausi! 17…Dxb5 perde la Donna per 18.Ac4+, e non c’è altro modo di parare la minaccia 18.Axd7+ Rxd7 19.Tc7+ Rd8 20.Dxf8+ e matto.

Averbakh 4

Atto terzo: 2012. Averbakh è ormai una leggenda: è stato editore di periodici come Shakhmaty v SSSR e Shakhmatny Bulletin. Giudice per la composizione e arbitro internazionale (fece parte della terna che diresse il primo match fra Karpov e Kasparov, nel 1984). Presidente della Federazione Scacchistica Sovietica. Ha ricoperto diversi incarichi nella FIDE, e, con i suoi novant’anni, è il più anziano Grande Maestro vivente. L’otto febbraio, giorno del suo compleanno, i festeggiamenti comprendono anche un’intervista per Chessbase. E a uno scacchista non puoi non chiedere «qual è la tua partita più memorabile?»…

Una risposta univoca è impossibile: c’è l’inguaribile ottimista che pensa che la giocherà domani, l’emulo di Anderssen che è felice di aver sacrificato mezzo esercito, chi la sua Monna Lisa la vede in una profonda concezione strategica. Una cosa però è certa: il novantanove per cento dei giocatori citerà una partita combattuta, in cui ha dovuto fronteggiare problemi imprevisti superati brillantemente analizzando alla scacchiera.

Averbakh no. Lui ha tranquillamente e sorprendentemente citato la vittoria su Estrin del 1964. A scacchi, la nostra volontà artistica si scontra, volenti o nolenti, con la concezione dell’avversario, il quale alla fine diviene forzatamente coautore della nostra creazione. Scegliendo come propria immortale una partita in cui le mosse sono tutte sue il decano dei Grandi Maestri rivela una peculiare concezione dell’estetica del gioco che rifiuta questo principio, e accomuna sorprendentemente la partita viva alla soluzione di uno studio ben congegnato, o all’analisi senza macchia di un difficile finale di Torri… studi e finali, i suoi temi preferiti…

Felice compleanno, Jurij Lvovich!

avatar Scritto da: Filologo (Qui gli altri suoi articoli)


12 Commenti a Qui, una scacchiera!

  1. avatar
    Ramon 8 Febbraio 2013 at 07:45

    Torte e candeline per il sommo Jurij ma gli applausi più fragorosi sono per il nostro ispiratissimo aedo… ancora cento di questi strepitosi pezzi, Filologo! 😛

    • avatar
      Joe Dawson 8 Febbraio 2013 at 07:46

      in toto …io quoto! 😉 clap-clap!!!

  2. avatar
    Luca Monti 8 Febbraio 2013 at 10:49

    Che aggiungere ? Il lavoro è valso il tempo dell’attesa.

  3. avatar
    fds 8 Febbraio 2013 at 10:53

    Imparai i fondamentali dei finali dal magnifico, per semplicità espositiva coniugata al rigore didattico, “Cosa bisogna sapere sui finali” di Averbakh.
    E’ il primo libro che consiglio di leggere a un principiante.

  4. avatar
    Mongo 8 Febbraio 2013 at 11:49

    Maestoso!!! 😎

  5. avatar
    Marramaquis 8 Febbraio 2013 at 20:21

    Chapeaux per un Filologo D.O.C.G. , ormai inamovibile titolare dell’irresistibile attacco di SoloScacchi.

    • avatar
      Joe Dawson 9 Febbraio 2013 at 08:26

      Bene! Allora ricapitolando… chapeaux per Filologo, chevaux per Umberto Balsamo e appunto… cheveux (ma molti!) per il nostro Martin?!? 😉

  6. avatar
    Tamerlano 8 Febbraio 2013 at 21:29

    E direi che 11.Cb5 ! non è neanche difficile da vedere…

  7. avatar
    Zenone 9 Febbraio 2013 at 08:28

    Scusate, non c’entra nulla con gli scacchi. Avete notato nella fotografia di presentazione del pezzo che sullo sfondo, sulla sinistra, proprio sopra il re bianco si vede il viso di un uomo con la barba (ha un che di Michelangelo)? Chi è? Martin puoi darci spiegazioni? E’ un mistero voluto?

    • avatar
      Joe Dawson 9 Febbraio 2013 at 09:48

      Sì… Miguel Angel, proprio lui anche secondo me… un modesto omaggio di Martin al fascino degli articoli di Filologo! 😉

  8. avatar
    fuser 9 Febbraio 2013 at 13:36

    E vorrei rendere una volta di più omaggio al gm Paoli che lo portò a uno dei suoi tornei a Reggio. Prima del torneo monstre del 1991 – 1992 erano piu’ umani, come Messa ha ricordato, ma Paoli riusciva sempre a portarci un po’ di storia degli scacchi. Ricordo ad esempio Pachman, in un anno in cui aera ncora vittima del boicottaggio da parte dei giocatori dell’est europa.

  9. avatar
    controgambetto 10 Febbraio 2013 at 11:38

    urca! che pezzo! complimentissimi all’autore e centomila altri articoli!

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