il busillis

Scritto da:  | 5 Marzo 2013 | 5 Commenti | Categoria: Libri

Sicilian or Spanish

1…e5 o 1…c5 Questo il dilemma, già… Quante volte col Nero vi sarete posti il medesimo interrogativo: come affrontare la temuta apertura di Re?? Lasciando stare altre non minori ed altrettanto valide difese quali la Francese, la Caro-Kann, la Alekhine e via dicendo, alle quali peraltro fior di indiscussi e celebrati campioni si sono spesso affidati con successo, appare assodato che i due impianti che, da sempre, hanno raccolto le maggiori preferenze dei giocatori di vertice sono queste due: la Ruy Lopez e la Siciliana. Sicilia SpagnaDifferentissime tra loro, per qualità, strutture pedonali, gioco dei pezzi, approccio da parte del Nero, ecco, a grandi linee queste le problematiche da affrontare per chi, col Nero, desideri affrontare un gioco aperto quale quello proposto dal Bianco col suo primo, spavaldo tratto. Occorre indubbiamente avere tanta voglia, tempo e forza di volontà per proporsi un piano di studio serio e valido entro il quale avventurarsi, anzi per districarsi nel selvaggio labirinto di varianti e sottovarianti in cui si diramano queste due aperture favolose, tanto che fior di teorici hanno proprio adoperato il suddetto termine riferendosi a questi impianti. Ricordiamo per esempio il capolavoro di Lev Polugaevskj “Il labirinto Siciliano” in cui in due ponderosi volumi vengono appena tratteggiati gli aspetti fondamentali di un impianto monumentale quale quello Siciliano. Altrettanto prestigiose opere sono state dedicate alla creatura iberica frutto del genio e della fatica di giocatori eccelsi, per citare un solo titolo tra tutti lo stupendo “The Ruy Lopez: Move by Move” scritto da quella penna originalissima di Neil McDonald autore di svariate riuscitissime monografie, pressoché definitive in campo di aperture, ed edito da Everyman Chess, uno dei quattro publishers britannici leader nell’editoria scacchistica in lingua inglese. E per dedicare appunto a tale importante editore la pagina odierna in tema di libri da segnalare, ecco due recentissimi titoli appena usciti sul mercato, uno per la Siciliana, l’altro appunto per la Spagnola.
Il primo è “The Sicilian Taimanov: Move by Move”, un libro eccellente, ci teniamo a dirlo subito. Il formato è quello azzeccatissimo del “mossa per mossa” che appunto si propone di introdurre concetti, idee e principii accessibili a tutti i livelli con spiegazioni semplici e chiare a valle di ogni mossa. Per principianti penserete voi? Nient’affatto! Il Grande Maestro inglese John Emms, autore della monografia in questione ed esimio esperto dei giochi cosiddetti aperti, riesce infatti ad approfondire il cosidetto sistema Taimanov in modo assolutamente appetibile e da chi vi si affaccia del tutto ignaro di ogni nozione, e dall’esperto che vi ricerca l’approfondimento adeguato. “Una sottovariante della Siciliana? E le altre??” -si(mi) chiederanno i lettori più smaliziati- obiezione accolta, Vostro Onore, lasciamo quindi la parola all’autore per rispondere al legittimo interrogativo del Pubblico Ministero

“Oggigiorno è virtualmente impossibile aspettarsi dei successi significativi nelle linee principali delle aperture più in voga senza un’adeguata preparazione al riguardo, e di fatto la Taimanov non rappresenta l’eccezione alla regola, tuttavia la teoria che occorre affrontare con la Taimanov è ancora nettamente inferiore come quantità rispetto a quella di più illustri sistemi quali il Dragone o la Najdorf ed anche la velocità con cui la teoria evolve è leggermente inferiore. Di sicuro la Taimanov rappresenta un progetto accessibile per chiunque desidera avvicinarsi alla Siciliana. Si tratta inoltre di un sistema di sviluppo tra i più attivi nell’ambito della Siciliana offrendo al contempo un buon grado di flessibilità e di spazio per la propria creatività.”

The Sicilian Taimanov Move by Move

E il libro sulla Spagnola? Ecco, la letteratura Spagnola è quasi altrettanto sterminata rispetto a quella Siciliana, non è facile trovare un libro introduttivo che, appunto, fornisca le nozioni di base almeno per non perdersi nell’affascinante oceano di questo impiano senza tempo. Pistola alla tempia se proprio fossi costretto a citare giusto un paio di titoli di questo tipo mi sentirei di consigliare spassionatamente “La partita Spagnola” del nostro apprezzato Pietro Ponzetto (coautore Roberto Rivello, Mursia, 1992) ed il più recente “The Ruy Lopez: Move by Move”, di cui si parlava all’inizio, altrettanto valido rispetto al primo ma che gode il vantaggio di muoversi con un paio di decenni di teoria e pratica alle spalle (e pensando per esempio a varianti quali La Difesa di Berlino questi vent’anni equivalgono probabilmente a ben di più che quattro semplici lustri di teoria degli altri impianti). Tuttavia il mio modestissimo suggerimento è quello di provare l’approccio dell’assaggiatore, ovvero scorrere una buona dose di partite preferibilmente recenti e farsi un’idea di massima della cucina del ristorante in cui siamo entrati… ecco allora il libro che fa per noi: il recentissimo: “Dangerous Weapons: The Ruy Lopez” a firma congiunta di John Emms, Tony Kosten e John Cox. In tutto 12 densi ed avvincenti capitoli sulle principali varianti della Spagnola che si possono gustare, leggere e studiare senza ordine prestabilito, a piacimento, per il piacere di orientare il proprio palato verso approfondimenti più metodici ma senza per questo farci mancare il profitto di un investimento ben proficuo rispetto a quella che probabilemte è l’apertura regina per eccellenza.

Dangerous Weapons The Ruy Lopez
Proprio Neil McDonald nell’introduzione del suo stupendo volume racconta che ad un certo Lev Polugaevsky, a detta del gotha scacchistico sovietico, il quid che è mancato per imporsi d’autorità al livello di un Karpov o di un Korchnoj è stato proprio l’approfondimento della Ruy Lopez. E se lo sostengono loro…
Quindi per concludere con una risposta sintetica al dubbio iniziale, “Spagnola o Siciliana?!?”, il consiglio è soprattutto pratico: seguite le vostre inclinazioni ma per orientare il vostro olfatto basatevi su testi come questi…

 Spagnola o Siciliana

avatar Scritto da: Yanez (Qui gli altri suoi articoli)


5 Commenti a il busillis

  1. avatar
    Mongo 5 Marzo 2013 at 11:27

    Segnalo anche lo splendido: ‘ATTACKING THE SPANISH – Marshall, Schliemann & Gajewski’ del nostro Gran Maestro Sabino Brunello.

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    Franco Trabattoni 5 Marzo 2013 at 22:23

    La verità è che la Spagnola è una apertura davvero difficile. Io ci ho sempre capito poco o niente… Il vecchio Giuseppe Stalda, nel suo aggiornamento al classico manuale di Carlo Salvioli, parlava del magico potere di questa apertura (mentre commentava una spagnola d’annata, la cosiddetta “immortale di Duras”;). A dieci anni, quando quello era l’unico, adorato libro di scacchi che avevo, non capivo che cosa volesse dire. Ma in realtà non l’ho mai capito nemmeno dopo.

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      Cardillo - Cordiferro 6 Marzo 2013 at 00:48

      Fuoriclasse sia sulla scacchiera che in quanto a modestia… 😉
      Non credo di sbagliare se dico che ci auspichiamo tutti di leggere presto qui altri suoi fantastici articoli, Signor Trabattoni, come questi recentemente pubblicati…

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      Manny 6 Marzo 2013 at 07:24

      Verissimo: uno degli impianti strategicamente più complicati e difficili da metabolizzare a fondo sia per il Bianco che per il Nero. Prova ne sia che fior di campioni non lo hanno mai inserito stabilmente nel proprio repertorio. Bobby Fischer ad esempio. Col Nero, vado a memoria, semmai correggetemi senza problemi, ma ha sempre sostanzialmente preferito giocare la sua prediletta Siciliana piuttosto che avventurarsi in quel mare magnum che è la Ruy Lopez. Anche se, mi pare, abbia giocato in più di un’occasione 1…e5 Per esempio in quello stupendo Gambetto di Re a Mar del Plata contro Spasskj, incontro peraltro “pareggiabilissimo” (…Dg3?!). Help! la memoria con gli anni vacilla… 🙄

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        alfredo 6 Marzo 2013 at 11:06

        Anche la mia, ma hai ragione. In quel loro primo incontro con Dg3 Fischer avrebbe avuto addirittura chance di vittoria. Da quella partita prese spunto per un articolo sulla ‘confutazione’ del gambetto di re (con 3. …, d6;), reperibile in rete. Penso che Fischer non giocasse la spagnola in quanto era con il bianco un serial killer di ‘spagnole’ scacchistiche. Penso che lui (ma Franco esibisce modestia, sono d’accordo) abbia capito a fondo la Ruy Lopez; mi viene in mente la Fischer – Unzicker di Siegen 1970 o la Fischer – Spassky, la decima del match del 1972. Successivamente Karpov mostrò la stessa attitudine al killeraggio seriale delle ‘spagnole’. Più o meno contro gli stessi rivali (a cui aggiungerei Gligoric che era un super esperto con il nero, ma contro Karpov non ne usciva quasi mai vivo).

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