Ancora qualche pensiero intorno al movimento scacchistico italiano

Scritto da:  | 22 Marzo 2013 | 51 Commenti | Categoria: Attualità, Zibaldone

Scacchi giovanissimi 4

Ringrazio per i vostri apprezzamenti e intervengo di nuovo. Mi perdonerete? Quando sarete stufi, cacciatemi pure via. Come, lo siete già? Lo supponevo, ma prometto che è l’ultimo capitolo (forse…;).

Orbene, condivido non poco con Punta Arenas il suo insistere sulla “immagine” degli scacchi, che anche a me pare distorta e che spesso è distorta da noi stessi, e a volte nemmeno ci rendiamo conto di distorcerla. Perché? Forse perché noi stessi siamo un po’ elitari senza saperlo (o lo siamo sempre?). Mmh, mi sa che elitario non è la definizione più esatta, perché nel nostro caso non c’è, o c’è raramente, un risvolto di tipo classista, mi sa che dovremmo cercare un’altra parola, che possa piacere sia a Roberto sia a Punta.

L’insegnamento? E quali altre strade abbiamo se non l’insegnamento? Sono ancora d’accordo con Punta Arenas quando scrive che non dobbiamo insegnare a 1 milione o 2  di ragazzini per tirarne fuori 4 o 5 GM, dei quali, molto sinceramente, non m’importa granché. Infatti è poi soltanto il campione del mondo a catturare l’attenzione dei media. Se ci sono in Italia 5 GM oppure 20 GM interessa a pochi eletti e non cambia di molto le cose. Personalmente mi diverto a seguire in diretta le partite dei più bravi e mi diverto indipendentemente dalla loro nazionalità.

Io non devo augurarmi che l’Italia abbia 30 GM e che vinca le Olimpiadi di scacchi, questo è secondario. Io devo soprattutto augurarmi che gli scacchi costituiscano, in Italia, uno dei veicoli principali per la “resurrezione culturale” del Paese. Questo perché voglio bene al mio Paese e voglio bene, senza alcun interesse ed obiettivo, agli scacchi.

Scacchi giovanissimi 5

Io sostengo che bisognerebbe insegnare a 1 o 2 milioni di ragazzini soltanto per dare loro un’occasione, per tentare di far capire a loro e ai loro genitori che non esistono solamente pallone e “gratta e vinci” e quant’altro. Insomma: insegnare nelle scuole, pubbliche e private, insegnare ai propri figli e agli amici dei propri figli, perché l’insegnamento, il buon insegnamento, è una delle poche vie per tornare pazientemente alla “resurrezione culturale”, a riappropriarci di quella cultura che un trentennio di barbarie televisive e mediatiche ha tristemente avvilito e annichilito.

Fede ha ragione, chiaramente, nel dire che bisogna analizzare e valutare i dati concreti, i numeri, per poi intervenire al meglio se c’è da intervenire. E’ inevitabile, tuttavia, che ognuno di noi guardi le cose sulla base della propria esperienza. E anche il territorio, le abitudini, la percezione dei mutamenti negli anni, sono particolari che contano, al di là di fredde statistiche talvolta fuorvianti.

Anche il numero dei tesserati è relativo: io stesso, come il nostro Alfredo, non sono più un tesserato, sono solo un appassionato. Ma la passione, non di rado, al fine della propaganda del nostro gioco, può far più del numero di tesserati e del livello dei tesserati. Questo perché la passione interviene direttamente nella vita di tutti i giorni, in famiglia come sul lavoro, con gli amici come su queste colonne. Ma non è facile misurare la passione che oggi c’è in giro, la passione non ha tessere e non ha voti, spesso non ha neppure vòlti.

La sensazione che ho io, qui a Roma, è quella che, proprio per i motivi che ho descritto nell’articolo di ieri, gli scacchi interessino i ragazzi molto meno di quanto sia accaduto ai ragazzi di trenta o quarant’anni fa. Il numero dei tornei giocati e perfino il numero dei tesserati non possono essere, da soli, indici veritieri dell’interesse di base che si sviluppa intorno ad un gioco o a uno sport.  La mia sensazione è che quell’aspetto “elitario”, sul quale punta il suo indice catilinario il bravo Punta Arenas, si sia addirittura (nonostante internet o forse anche a causa di internet)  approfondito negli ultimi decenni.

O dovrei ancora sperare nelle iniziative dei singoli, se vogliamo vedere qualcosa di buono (a parte Vitinia) in giro per la città? Ma anche qui, che accade? Che trent’anni fa, qui nella mia città, ad impegnarsi nelle piazze c’erano Ascenzo Lombardi e un giovane Rosario Ragonese. Oggi è rimasto Ragonese, un po’ meno giovincello. O mi sbaglio (non vorrei offendere nessuno)?

 Scacchi giovanissimi 2Scacchi a Vitinia

Certo, ripeto, io da qui non ho una visione “nazionale” delle cose, e pertanto non mi dispiacerebbe che a questo dibattito, aperto da Punta Arenas e ottimamente portato avanti da amici e lettori che sono intervenuti,  dessero il loro contributo anche i più alti esponenti della Federazione, ai quali, almeno teoricamente, l’argomento dovrebbe stare piuttosto a cuore perché dovrebbero essere loro l’anello di congiunzione principale fra gli scacchi e la società civile. E mi piacerebbe molto leggere qui anche il pensiero dell’amico Cserica (che su questi temi da raccontare ne ha di sicuro…;)

Colgo l’occasione per ricordare a chi legge che commenti di una certa articolazione o estensione potrebbero essere inviati alla Redazione di SoloScacchi e pubblicati a parte (con il consenso dell’autore), anziché essere semplicemente postati qui nei commenti. Martin & C., correggetemi se sbaglio.

E un saluto particolare lo debbo a Roberto Messa e al suo lavoro. Dall’ottimo Roberto mi dividono mille e più livelli di bravura ed esperienze, ma non mi divide l’uguale amore che abbiamo per i gatti: almeno qui tendo la mano e… facciamo patta?!? 😉

Scacchi giovanissimi 3

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51 Commenti a Ancora qualche pensiero intorno al movimento scacchistico italiano

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    Punta Arenas 22 Marzo 2013 at 10:14

    @ Marramaquis

    Stamattina al bar stavo sfogliando qualche giornale sul tavolo, e mi capita tra le mani “Style” (credo sia un inserto del Corriere o del Giornale). C’è un’intervista a Marina Brunello. Tra i titoloni – e te pareva? – immancabilmente ce n’è uno grande in rosso: “LA DISCIPLINA PIU’ VIOLENTA DEL MONDO” (?????).

    Ecco, parliamo d’immagine degli scacchi, ma dove volete che andiamo, se alla fine a vincere sui giornali sono i soliti luoghi comuni?

    Cmq, il punto non è che ci siano pochi tesserati, potremmo sorvolare se ci fossero molte persone che giocano PER DIVERTIRSI, in famiglia, nei bar, nei parchi, negli oratori, ecc.

    Ma queste persone non ci sono.

    Riprendo e quoto al 100% queste parole di Marramaquis:

    “La mia sensazione è che quell’aspetto “elitario”, sul quale punta il suo indice catilinario il bravo Punta Arenas, si sia addirittura (nonostante internet o forse anche a causa di internet) approfondito negli ultimi decenni.”

    A me sembra che l’aspetto elitario si sia ampliato – e molto! – a causa della nostra inadeguata risposta di umani, a seguito dell’accrescersi della potenza dei computers.

    L’ho già scritto…

    30-40 anni fa anche un 2n-1n si sentiva GRATIFICATO a giocare nei tornei, per ottenere un passaggio di categoria.

    Oggi no, oggi non interessano più nemmeno le analisi dei GM, tutti guardano Rebel, Fritz, Houdini, ecc.

    Qualcuno qui ha scritto che la gratificazione è giocare.

    Sì, ma giocare dove?

    Ma se chi gioca non fa più tornei, perchè i tornei costano, costa viaggiare, costa stare in albergo, costa l’iscrizione, la tessera, ecc., e le gratificazioni si riducono, ecc., allora in poco tempo gli scacchi subiranno un declino inarrestabile, almeno come disciplina agonistica.
    A meno che inventino nuove formule, ma la vedo dura – ad esempio – far pagare qualcosa a chi gioca online.

    Posso riportare quello che diceva un noto MI, qualche anno fa, al termine di un week end: “Io devo anche pensare a lavorare e vivere, mi girano se vengo qui, sto in albergo a mie spese, e poi anche se arrivo tra i primi 10 non becco un euro!”

    E pensate come si può sentire non un MI (che comunque non paga l’iscrizione!), ma un semplice 3N, o 2N, ecc., che gioca un torneo in cui poi non lo gratificherà nemmeno (a differenza dei suoi colleghi di 30-40 anni fa) il passaggio di categoria, perchè oggi a nessuno importa nulla di un nazionale.

    Insomma, qui stiamo a discutere, poi possiamo chiamarlo “elitarismo”, oppure “risposta inadeguata alla prevalenza dei computers”, ecc., però credo si debba ammettere che gli scacchi sono malati, e si sta erodendo la base, la base dei semplici “amateurs” che sono disposti a comprare riviste, fare un torneo ogni tanto, iscriversi ad un circolo anche solo per giocarencon gli amici.

    Io ad esempio ricordo che quando la Milanese aveva sede in via dei Piatti, a metà anni ’80, c’erano tanti anziani che il pomeriggio giocavano alla buona, tanto per fare 4 chiacchiere con gli amici, senza orologio, nè formulario.

    E per giocare così erano anche disposti a prendersi una tessera e pagare, dando soldi preziosi ad un club scacchistico, e mantenendolo in vita.

    Ma oggi ce ne sono sempre meno, vuoi anche per la crisi economica.

    Io ho fatto qualche proposta, che tende a RIVALUTARE l’umano, anche se non è un super-GM, e a non guardare solo top GM e computers.

    Chi ne ha altre ce le faccia sapere…

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      fede 22 Marzo 2013 at 11:48

      mi scusi sig. Punta Arenas.

      Vedo che qui e altrove Lei non si fa scrupoli di criticare tutto e tutti, in forme più o meno condivisibili, fin qui, ho capito.

      Ma nel suo intervento che sto replicando Lei scrive:

      “Io ho fatto qualche proposta, che tende a RIVALUTARE l’umano, anche se non è un super-GM, e a non guardare solo top GM e computers.”

      Le chiedo una cortesia. Gentilmente potrebbe riproporre le Sue proposte o indicarmi dove leggerle, perchè sinceramente non le ho presente e ci tengo molto alla Sua opinione, in particolare alla sua opinione propositiva.

      Grazie mille

      cordialità.

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      Jas Fasola 22 Marzo 2013 at 13:26

      “Io ad esempio ricordo che quando la Milanese aveva sede in via dei Piatti, a metà anni ’80, c’erano tanti anziani che il pomeriggio giocavano alla buona, tanto per fare 4 chiacchiere con gli amici, senza orologio, nè formulario.”

      Vero, ricordo anche quella di via San Maurilio del decennio precedente… “Buongiorno sig. generale, buongiorno signora contessa” (c’era anche il bridge).

      Un altro mondo, da tutti i punti di vista… anziani che non avevano mai neanche aperto un libro di scacchi (apertura standard 1. e4 e5 2. Cf3 Cc6 3. h3 h6 4. a3).
      Ci si divertiva per il clima, sembrava di essere in un Grand Hotel (testa di elefante all’entrata, ambiente molto elegante) e per la vicinanza temporale del match del secolo (sembrava di dedicarsi a qualcosa di esclusivo e di grande importanza).

      Nei giorni scorsi parlando con un arbitro polacco gli ho chiesto come mai cosi’ tanti polacchi giocano a scacchi (anche se i dati abbiamo visto sono un po’ montati). Mi ha risposto “per la poverta’”. Altri tempi.

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    girolamo 22 Marzo 2013 at 10:45

    Per la divulgazione degli scacchi a Roma, và citato “Quattro torri” dove troviamo Alessandro Pompa il più conosciuto con i suoi collaboratori.

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    Massimiliano Orsi 22 Marzo 2013 at 10:49

    Ho seguito questo dibattito, prima con interesse, poi con noia. Tutti gli indici oggettivi dicono che oggi in Italia gli scacchi sono piu’ giocati, piu’ organizzati, piu’ inseriti nelle scuole. L’unica cosa che dice il contrario e’ la vostra nostalgia. Mi sembra il solito “una volta si stava meglio”. E non e’ vero. Eravate solo piu’ giovani. E ora siete (siamo) vecchi. E’ fondamentalmente un dibattito tra vecchi, alcuni molto piu’ di altri.

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      fede 22 Marzo 2013 at 11:24

      Non ha tutti i torti…
      ricordo nella mia città c’è una strada alberata, al suo fianco ho sempre visto, fin da bambino, dei campi per il gioco delle bocce, una decina. Sempre affollati da giocatori e spettatori, erano quasi tutti pensionati e giocavano sempre. Poi, lentamente la partecipazione è calata, fino a zero. Nel tempo i “vecchi” “andavano” e i giovani pensionati non li rimpiazzavano. Ora hanno tolto tutto. Che ci vogliamo fare? promuovere chissà quali iniziative? Ondate di prepensionamenti per rimpolpare i potenziali frequentatori? I pensionati di oggi hanno altro da fare… si mormora che riuniti a gruppi affiatati, nei sottoscala, nei palazzi, nelle chiese… giocano tutti a dama.

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    Punta Arenas 22 Marzo 2013 at 11:22

    @Orsi

    chi si contenta gode, Orsi!

    Tutti gli indici “oggettivi”, dicono che gli scacchi sono agli ultimissimi posti delle discipline sportive CONI, ti piaccia o no.
    E tutti gli indici “oggettivi” dicono dal 1986 la Rai non dedica una sola ora agli scacchi, e nessuna tv privata lo fa, mentre altri sport, dal poker, al biliardo, ecc., si vedono in tv, quindi impatto mediatico degli scacchi = 0.

    E quattro calcoli dimostrano che in 40 anni solo 6-9 persone per milione finiscono per giocare assiduamente a scacchi ogni anno, quindi se ne sbattono altamente se glieli insegnano a scuola, ti piaccia o no.

    Ma sappiamo bene che voi che “gravitate” attorno alla FSI vivete in un mondo dorato tutto vostro, in cui tutto deve sempre andare bene, e se qualcuno contesta le vs. patetiche dichiarazioni, e i vs. bollettini trionfalistici stile Korea del Nord, o Cinegiornale Luce, vi incaxxate perchè vi rode vedere il vs. fallimento.

    Sul fatto che una volta si stesse meglio (almeno quanto a pratica degli scacchi, premi, organizzazione dei tornei, ecc.) è talmente indiscutibile che basterebbe solo guardare al livello dei premi nei tornei, oggi un organizzatore deve fare uno sforzo enorme per raccattare 5-6000 euro, e premiare con 1000 miseri euro il primo di un open internazionale, quando negli anni ’70-’80-’90 inizio 2000 si trovavano banche, sponsors, ecc., che premiavano anche con 2-3 mila euro di oggi i vincitori dei grandi open.

    E non lo facevano per generosità, lo facevano perchè gli rendeva!

    Senza parlare di super tornei come Milano 1975, o Torino 1982, o i vari Banco di Roma, o Saint Vincent.

    Li trovi tu gli sponsors per organizzarli, oggi????

    E allora, se vuoi parlare seriamente è un conto, se sei qui solo a gettare fango sulle opinioni altrui, lascia perdere.

    Che poi tu ti senta vecchio , sono affari tuoi.
    C’è gente che a 100 anni fa le maratone, Charlie Chaplin faceva figli a 77 anni, ma c’è anche gente che a 20 anni si suicida.
    Vedi un po’ tu…

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      LS 22 Marzo 2013 at 12:08

      No. puntaArenas, Qui l’unico che getta fango, caro mio, sei tu, che critichi a alzo zero ma di proposte, come ti hanno fatto notare… vuoto cosmico

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    brunov 22 Marzo 2013 at 12:00

    Caro Marramaquis, tempo fa dicevamo che gli scacchi sono il passatempo più intelligente e più economico del mondo. Allora voglio dire che il mondo dovrebbe andare verso un modello più intelligente e più sobrio altrimenti va a sbattere e con lui noi. Ecco perché sono pienamente d’accordo sull’utilità del suo insegnamento al massimo numero possibile di bambini e ragazzi, non per cercare di avere più GM ma per contribuire a formare una generazione più meditativa e più sobria. Insomma non è sbagliato pensare che bisognerebbe puntare ad una “decrescita felice”. Adesso qualcuno dirà che sono un Pentastellato. Va bene lo stesso, tanto mi hanno già definito di volta in volta, komunista, anarchico insurrezionale, no TAV, frequentatore dei centri sociali, sfigato disoccupato o sottooccupato precario. No, non appartengo a nessuna delle categorie sopracitate, che comunque rispetto. Potrei dire soltanto che “It’s me, baby”.

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    Punta Arenas 22 Marzo 2013 at 13:21

    Non voglio manco rispondere all’analfabeta sopra (manco mi frega di citare il nome) che ha scritto che non faccio proposte.

    Evidentemente oltre che provocatore è ANALFABETA, PERCHE’ IO DI PROPOSTE NE HO FATTE ALMENO 5, (dalla rivalutazione delle categorie inferiori, alla cultura dei tornei, al modello culturale e didattico russo, al cambio TOTALE DI IMMAGINE) LEGGITI IL MIO ARTICOLO SULL’ELITARISMO, PRIMA DI PARLARE A VANVERA E PROVOCARE, caro analfabeta (oltre tutto manco sai il significato di “sedicente”: hai scritto: il “sedicente” Punta Arenas, quando sedicente significa: “colui che dice di essere ciò che non è.” Si usa per dire: “sedicente medico, sedicente dentista,ecc.” Non ha senso usare sedicente per indicare un nickname, ignorante!

    Quindi torna a scuola, e studia, anzichè scrivere frescate.

    Ma torniamo a Orsi…

    MA QUALE “NOSTALGIA”?

    A dimostrazione del fatto che la “nostalgia” del passato dei “vecchi” non c’entra un emerito ciuffolo, e Orsi è venuto qui solo a provocare e denigrare, potrei facilmente citare quegli sport che nel passato andavano male, e avevano pochissimi praticanti, e oggi vanno benissimo.

    Potremmo prendere ad esempio il NUOTO, che negli anni ’60 e ’70 aveva pochissimi praticanti tesserati, anche perché mancavano le PISCINE, addirittura c’erano molti piccoli capoluoghi di provincia, soprattutto al centro-sud, che manco avevano una piscina comunale olimpionica (nemmeno scoperta).

    Da allora il nuoto ha avuto una crescita spettacolare, sono state costruite piscine ovunque, anche nei piccoli centri, i praticanti si sono moltiplicati, e ovviamente anche a livello agonistico il nuoto italiano ha conquistato medaglie e posizioni mondiali, da Fioravanti a Rosolino, Magnini, la Pellegrini, ecc., ecc., mentre negli anni ’70 c’era solo la Calligaris.

    Quindi vediamo di non raccontarci frescate, per favore, se qualcuno vuole arrampicarsi sugli specchi, sappia che però le unghie che si rompono fanno rumore, molto rumore.

    E allora, che c. c’entra la “nostalgia”?

    Il nuoto stava male prima e sta benissimo ora, come la pallavolo, ecc.

    Inoltre, Orsi dimostra anche di non averci capito nulla del discorso che facevo.
    Io semmai suggerisco proprio di SMETTERLA di proporre sempre il modello elitario che funzionava negli anni ’70 e ’80, con Fischer e i 2 K, perché i tempi sono cambiati e a non si può sperare di fare degli scacchi uno sport di massa (o magari un po’ meno d’élite) continuando a proporre l’elo, le categorie, il super-gm, ecc.
    Quindi, semmai è LUI che si dimostra vecchio, e che vorrebbe andare avanti come sempre, con le politiche di sempre, anche “scacchi nelle scuole”… ma va? Ma sai che nessuno ci aveva pensato? Ma è davvero un’idea geniale!!

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    brunov 22 Marzo 2013 at 13:37

    Ho capito! Qui si ricomincia con le offese. Mi eclisso un’altra volta per un po’ di tempo (settimane? mesi? anni? secoli? millenni? eoni?)

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    La Redazione di SoloScacchi 22 Marzo 2013 at 14:58

    Invitiamo tutti, senza ammonire alcuno, a lasciare da parte gli insulti e le offese, e proseguire questa o altre discussioni in modo sereno e costruttivo.
    Grazie per l’attenzione.

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    Marramaquis 22 Marzo 2013 at 15:07

    LS e Punta, vi prego, vi prego, inserite il vostro “moderatore automatico”, altrimenti Martin Eden mi caccia via e ritorno a fare il disoccupato. Punta, con te sono in sintonia su tutto, tranne quando usi la maiuscola, mannaggia.
    Dai, ragazzi (e vecchi ragazzi), seguitiamo a ragionare senza scaldare troppo la penna, ehm … la tastiera.
    Brunov, su, non ti eclissare. Sei in linea con me sull’insegnamento, ma vorrei la tua opinione sull’altra questione. Questa: gli scacchi, oggi, sono inseriti più o meno di una volta (diciamo 30 anni fa) nella vita e nelle abitudini di tutti i giorni (dopolavori, circoli, scuole, bar, famiglie, media ecc …;)?

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      brunov 22 Marzo 2013 at 15:16

      Meno. Una volta riuscivo a fare una partita estemporanea con qualcuno, anche se incontrato casualmente, per strada o in vacanza. Adesso mi rimane qualche vecchietto che non ha altro da fare, al circolo. E inoltre, sui giornali ogni tanto si vedeva qualche articolo scacchistico. Adesso, solo oroscopi!

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      brunov 22 Marzo 2013 at 15:19

      Ora che ti ho risposto entro nel mio personale stargate e mi eclisso. Ciaooooo!!!

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        alfredo 22 Marzo 2013 at 16:19

        Come diceva un protagonista di ‘Quelli della notte’ di Arbore “Non capisco ma mi adeguo”.
        Peccato Brunov, a presto risentirci, spero.

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          brunov 22 Marzo 2013 at 16:40

          Ma no, Alfredo, è tutto uno scherzo. Come si dice, “un po’ per celia e un po’ per non morire”. Tra l’altro il mio stargate è stato manomesso da Marramaquis e non funziona bene.

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    paolo bagnoli 22 Marzo 2013 at 16:30

    Calma e gesso, per favore. E’ inutile lanciarsi in diatribe infinite e condite, inoltre, da insulti più o meno velati. Ho scritto, in precedenza, una mia (non mia) proposta: iniziamo a fa capire ai non-scacchisti che il gioco è divertente, e che una partita può (o deve) durare dieci minuti (blitz). L’estrema tensione, avvertibile, il clic-clac degli orologi, il frenetico avvicendarsi di situazioni potrebbero (ripeto, potrebbero…;) interessare il non-scacchista ed attrarlo verso il gioco.
    E’ una proposta come un’altra, può valere una cicca, ma pubbliche e ben pubblicizzate manifestazioni blitz potrebbero (ripeto, potrebbero…;) suscitare l’interesse di qualche non-scacchista, fino a quel momento convinto che gli scacchi siano un gioco che richiede interminabili ponzate.
    Può non funzionare, certo, ma pensate invece al perverso meccanismo insito nei tornei open. Da MI in su niente quota d’iscrizione, cosicchè il buon giocatore in particolare vena possa scalare l’Elo, unica divinità esistente e che aleggia implacabile sulle scacchiere; la conclusione, tuttavia, è che il GM un po’ stagionato che non ha pagato la quota d’iscrizione si porta via il (magro) premio in denaro. In tutto questo, dov’è l’intento promozionale del gioco?

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      Jas Fasola 22 Marzo 2013 at 16:59

      ma vuoi mettere il piacere di una sana partita di qualche ora con lo stress da lampista… per cercare di attrarre il pubblico? le mamme “saggie” terrebbero lontane i propri figlioli da certi “passatempi”. Ancora ancora i semilampo.

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        Jas Fasola 22 Marzo 2013 at 19:18

        le mamme “saggie” li terrebbero vicini, mentre quelle sagge li terrebbero lontani dagli scacchi :mrgreen:

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    Marramaquis 22 Marzo 2013 at 17:12

    Assicuro Orsi ed altri che la nostalgia c’entra poco, nel mio caso, visto che dico le stesse cose da trent’anni. Ammetto, però, che il mondo degli scacchi si è trasformato, essendosi trasferito in gran parte su internet. Non siamo qui anche noi, forse?
    Però ha ragione Brunov a dire che oggi è difficile fare una partitina dal vivo con qualcuno al di fuori di un circolo.
    E’ anche più raro trovare “dopolavori” attivi e organizzati, quegli stessi che nel passato (parlo sempre di Roma) avevano per anni tenuto in piedi una manifestazione molto seguita dagli addetti qual era il “Trofeo Verduchi”: i fondi che le aziende attribuivano ai loro CRAL sono sempre minori …
    Qui in città c’era l’UISP che quasi ogni domenica, nella bella stagione, organizzava tornei veloci in varie piazze, da San Saba a Conca d’Oro. Finito anche questo.
    Non parlo del ceTorneo del Banco di Roma, sennò non la finiamopiù …
    C’erano diversi bar, a cominciare dallo storico Bar Fassi, con un tradizionale spazio destinato alle scacchiere. Spariti tutti.
    Anzi, no, ce n’è uno nuovo e metto qui l’indirizzo, invitando chi sta da quelle parti a farci un salto: si chiama “Arte e Caffè”, il proprietario è Emilio, e sta a Via Aufidio Namusa 168/174, in zona Casilino/Togliatti.

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    Punta Arenas 22 Marzo 2013 at 18:31

    @Marramaquis

    Scusa Marramaquis, ma per quanto riguarda le maiuscole, non essendoci il neretto, che si usa? ❓

    Inoltre, se qualcuno ti dice che sei un provocatore, e non hai proposte, quando le proposte (giuste o sbagliate che siano) le ho scritte lì, nero su bianco, ma preferiscono non commentarle, che vuoi fare? 😥

    Rispondo a Paolo Bagnoli.

    Mah! Io mi chiedo come mai tu sia cambiato così tanto, rispetto al Bagnoli di Scacchi matti, e di Scacchi: storia controstoria.

    Ma insomma, tu ci avevi insegnato a IRONIZZARE sulle cappelle che anche i GM commettono, ogni tanto, era stato un GRANDE messaggio educativo e culturale.

    Era anche quello un modo per fare capire a tutti che gli scacchi non sono un gioco per mostri di abilità, anche i GM sbagliano, e non di rado, ed era ora di farla finita col clima di servilismo, leccaculismo, ecc., che domina(va) il mondo scacchistico.

    Insomma, tu avevi POPOLARIZZATO e umanizzato la comunicazione scacchistica.
    E allora, non capisco come mai tu oggi stia qui a proporre “ricette” che in realtà sono solo superficiali.

    Il punto NON è che la gente gioca poco perchè la partita dura 4-5-6 ore.
    A parte il fatto che esistono già i semi-lampo, senza bisogno di degradare la qualità delle partite come nelle blitz.

    La gente gioca poco perchè non ha più gratificazioni, e non si diverte.

    Tra le proposte che ho fatto, c’è quella di fare vedere spesso partite in cui anche giocatori con elo molto più basso riescono a battere giocatori con elo molto più alto.

    Si potrebbe scrivere un volume di partite: DAVIDE BATTE GOLIA, anche se immagino che ciò darebbe molto fastidio a tanti “titolati”.

    Pazienza, peggio per loro.

    Da Cardoso che batte Bronstein all’Izt di Portorose 1958 (mandandolo a casa for ever), a Paoli che batte Uhlmann nel 1973, ad Acunzo che batte di brutto quell’MI serbo con 2400 di elo (lui 1700!), a Georg Bonani, che a Viareggio 2001 stava massacrando Efimov (1700 contro 2450), che si salvò per una distrazione di Bonani con lo scacco perpetuo, a tanti e tanti altri che hanno dato una salutare lezione di umiltà a tanti titolati gasati.

    Tanto per cominciare, divulghiamo il messaggio per cui a scacchi anche chi non ha elo o categorie alte può battere giocatori sulla carta più forti, e comunque può – a mio avviso già da un buon 2N (come eri tu quando scrivevi Scacchi. Storia e controstoria) – capire gli scacchi con buona competenza.

    Io ho qui sottomano i tuoi commenti alle partite, sono tutti validi, e non eri certo un GM! Non c’è bisogno di esserlo per capire gli scacchi e divertirsi.

    E poi, perchè non la finiamo una buona volta con i tornei divisi, e non passiamo agli open INTEGRALI?
    Lo proponeva ai tempi Mariotti, perchè no?

    Il titolato ha paura di perdere con lo “sbarbino” con 300-400 punti in meno?
    Peggio per lui!

    Ma occorre al più presto ribaltare la cultura boriosa, snobista, elitaria, ecc., dei vecchi circoli, dove c’era la “venerazione” del titolato.

    Tutto ciò funzionava negli anni ’70-’80, oggi non più.

    E poi non dite che non ho fatto proposte, senno’ mi girano di brutto!

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    Marramaquis 22 Marzo 2013 at 19:21

    Ne faccio una anch’io, di proposta.
    La FSI, unitamente al CONI e al Ministero per i Beni e le Attività Culturali potrebbe farsi promotore di un provvedimento di legge volto ad aiutare l’inserimento di attività a carattere ricreativo-culturale quali gli scacchi negli esercizi commerciali che siano dotati di adeguato spazio e di un adeguato orario di apertura al pubblico.
    Tale aiuto dovrebbe consistere nella iniziale fornitura gratuita di materiale (tavoli, sedie, pezzi, libri, orologi) per quegli esercizi che optino per attività di questo tipo in luogo di slot machine ed altro e, successivamente, di un ulteriore sgravio fiscale annuo qualora sia stata accertata la permanenza effettiva di tale attività.
    La copertura finanziaria può essere trovata proprio in un congruo e apposito incremento della tassazione su tutti i giochi d’azzardo, dei quali ho parlato nel mio precedente articolo.

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      Jas Fasola 22 Marzo 2013 at 21:18

      in alcuni comuni posti del genere avrebbero un loro significato, si potrebbe fare 😯 pero’ ci deve gia’ essere l’humus altrimenti i tavoli rimarrebbero vuoti

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    paolo bagnoli 22 Marzo 2013 at 22:44

    Il volume “Davide batte Golia” è pronto da una paio d’anni, sto limando il testo ed aggiungendo qualcosina che attirerà violente critiche (alcune opinioni personali). Mi manca l’editore …..

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      Marramaquis 23 Marzo 2013 at 07:00

      In altri Paesi l’editore non ti sarebbe mancato, anzi ne avresti trovati quattro. Anche queste difficoltà, tra l’altro per una penna gloriosa come la tua, sono lo specchio del fragilissimo interesse che risvegliano gli scacchi nella società.

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      Roberto Messa 23 Marzo 2013 at 08:30

      @ Paolo – Quando è pronto, se non trovi un editore migliore, prova a mandarmelo, anche se devo dire che ho già un libro molto simile in collana (Gli scacchi sono rotondi, di Mauro Barletta, ediz. 2009) che pare sia piaciuto moltissimo, ma solo a quei pochi che lo hanno letto (meno di 300 in tre anni… e il trend è in peggioramento) .

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    paolo bagnoli 22 Marzo 2013 at 22:55

    Aggiungo che non sono affatto cambiato, sono soltanto invecchiato, ma rimango dell’idea che la cappella è sempre in agguato e che essa rimane il sale degli scacchi. L’idea, forse balzana, di propagandare il gioco tramite esibizioni pubbliche di tornei blitz si basava sul rozzo concetto che, per un pubblico non-scacchistico, forse il vedere qualche decina di scalmanati pestare sugli orologi e concludere la partita in una decina di minuti potrebbe suscitare curiosità ed interesse.
    Open integrali: d’accordo!

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    Marramaquis 23 Marzo 2013 at 07:10

    La tua idea, Paolo, non mi pare tanto balzana.
    Il principio è questo: al circolo o a cercare di scacchi su internet vanno coloro che già sono interessati, mentre vedere una dozzina di scalmanati in piazza suscita (o risveglia) certamente curiosità e interesse nel pubblico non-scacchistico.
    Posso testimoniarlo, avendo a suo tempo partecipato a numerose esibizioni di questo genere.
    Aggiungo di più: c’era molto più pubblico a guardare quelle esibizioni di scalmanati di quanto ce n’è stato a Roma, due anni fa (settembre 2011), a seguire l’intero festival internazionale organizzato dalla Barclays Bank. E questo dovrebbe far meditare gli addetti ai lavori. Ma forse lo “status quo” è la soluzione per molti più comoda.

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    paolo bagnoli 23 Marzo 2013 at 08:57

    Per Punta Arenas: forse ho frainteso. Credevo che la discussione vertesse sulla difficoltà di attrarre nuovi giocatori, non sul modo di far giocare di più quelli che già giocano. Per questa seconda possibilità ci sono gli Open integrali da riesumare o da valorizzare, ma le difficoltà nascono quando si esamina la prima. Un semilampo (ne ho giocati alcuni in anni ormai lontani) è molto meno “spettacolare” per i non-scacchisti di quanto non lo sia un blitz, “specialità” che ho iniziato ad odiare visto che le perdo tutte per il tempo.
    Altra idea: promuovere corsi presso le biblioteche comunali (già fatto in parecchi casi) che, oltre ad insegnare “le mosse”, siano integrati da brevi accenni alla STORIA del gioco, con altrettanto brevi biografie dei personaggi di rilievo. Anni fa ebbi l’occasione di farlo, e devo dire che l’interesse di neofiti e di scacchisti “da circolo” fu notevole.
    Non ricordo quale Nobel per la fisica disse che “chi non conosce la storia della scienza non conosce la scienza”, frase adattabile a qualunque ramo della cultura e dell’attività intellettuale in genere. Purtroppo, la “STORIA” è una materia che, soprattutto in ambito scolastico, viene sovente trascurata o male insegnata; in ambito scacchistico (per tornare a bomba) è molto più facile “capire” Botvinnik se si è già “capito” Steinitz.
    Ma forse sto sognando o sto andando troppo in là …..

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      alfredo 24 Marzo 2013 at 12:34

      Non si conosce a fondo una scienza finché non se ne conosce la storia. (Auguste Comte)
      Non so a che fisico tu ti riferisca, ma il concetto era stato già espresso con parole quasi identiche da Comte forse cento anni prima.

  18. avatar
    Punta Arenas 23 Marzo 2013 at 08:58

    @tutti

    Grazie Paolo, spero che il tuo volume su “Davide batte Golia” esca presto, e per quanto mi riguarda te lo prenoto fin d’ora! 🙂

    Ah, a proposito di Davide contro Golia, un’altra partita che mi è rimasta impressa fu, nel 1995, Moretti – Mrdja, all’open di Torino della SST.

    Moretti era (è?) un anziano e garbato signore, 2N con 1600 di elo.
    Al 4° turno capita a me, e dopo aver giocato (col Bianco) una strampalata Est-Indiana, in cui si fa subito cambiare l’Alfiere, e in più impedonare in e3 (?!), mi batte in 35 mosse, dopo avere bloccato totalmente la posizione, una specie di stranissimo zugzwang.

    Il turno successivo Moretti gioca con Mrdja, sempre col Bianco, e nel centro partita vedo che ha un’ottima posizione, grande vantaggio di spazio.
    Torno al suo tavolo mezz’ora dopo, ma vedo che i pezzi sono stati rimessi a posto.
    Immagino che Mrdja abbia vinto, e invece aveva perso!
    Moretti – Mrdja 1:0 sul tabellone!
    Gli chiedo come abbia fatto, e mi dice di avere avuto posizione favorevole, ma non si capisce poi come abbia vinto.

    Comunque: Moretti 1600 2N batte Mrdja MI da 2400 e oltre, ben 800 punti di differenza!

    Purtroppo Mrdja non tiene mai i formulari, soprattutto quando perde, quindi l’unico che potrebbe (se ancora vivo e se ha tenuto il formulario) permettere di ricostruire la partita è Moretti di Torino.
    Se qualcuno lo conosce gli chieda se ce l’ha ancora…

    Considerazione finale.

    A me spiace che questa discussione su questo tema (elitarismo) sia sembrata una specie di “processo” alla FSI (di oggi o di ieri) o agli addetti ai lavori del mondo scacchistico (istruttori, dirigenti, organizzatori).

    Io voglio solo dire chiaro che – al di là delle polemiche – per quanto mi riguarda NON vuole essere in alcun modo un’accusa, soprattutto per quanto fatto in passato.
    Io stesso mi rendo conto che la mentalità “elitaria” è stata utile negli anni “pre-computer”, e capisco che per molti sia una cosa quasi “naturale”.

    Anche perchè qui non è in discussione un fatto, ma una MENTALITA’ che peraltro non si limita solo all’ambiente italiano, ma è diffusa.

    E ovviamente non è compito della FSI (che si occupa di questioni organizzative, amministrative, ecc.), o del singolo istruttore, cambiare una mentalità diffusa, per rendere gli scacchi meno elitari e più popolari.

    Quindi credo che sia inutile, in effetti, promuovere “guerre tra poveri” (la dama è più diffusa,no gli scacchi sono + giocati nelle scuole, ecc.), o litigare tra noi, quando semmai lo sforzo comune dovrebbe essere darci da fare per fare apprezzare gli scacchi a chi ancora non li gioca, o per mille motivi non li ha trovati così interessanti.

    A me sembra peraltro che il rischio che gli scacchi corrano in futuro sia grave: quello di avere sempre meno persone che giocano nei tornei, e sempre più a casa davanti al computer, a giocare con Rybka, o Fritz, oppure online.

    Per scongiurarlo bisognerebbe davvero, e senza indulgenze, capire con molta autocritica cosa è cambiato negli ultimi 15-20 anni, così almeno la vedo io.

    Sbaglio?

    Può darsi, però il discorso di Battesti sull’elitarismo mi è parso colga nel segno, e vada attentamente considerato.

  19. avatar
    Punta Arenas 23 Marzo 2013 at 09:22

    @Paolo Bagnoli

    Io credo che gli scacchi possano – in epoca multimediale – sicuramente essere spiegati in modo molto + VIVACE e ATTRAENTE, e non noioso, anche con animazioni, Youtube, ecc.

    Ad esempio, mi ricordo che proprio dopo il match Fischer – Spassky del 1972, alla tv dei ragazzi mostrarono una partita con stile “calcistico”, con tanto di boatos di sottofondo.

    In pratica facevano vedere rapidamente le mosse sulla scacchiera in 3D, col commentatore che le spiegava in modo semplice e chiaro, quasi fosse una partita di calcio: “Ecco, ora Fischer muove il cavallo in h5 per iniziare un attacco contro l’arrocco, e Spassky lo cambia col suo Alfiere…ma ora Fischer inizia una travolgente avanzata di pedoni!…riuscirà Spassky a contrastarla?…” ecc.

    Poi, il guadagno di materiale era commentato come fosse una specie di goal, “ecco che Fischer ha guadagnato un pedone, con forte attacco!! (boatos di sottofondo)” ecc.

    Il tutto durava non più di 5-10 minuti, ma dopo 40 anni le ricordo ancora, e sono certo che oggi delle animazioni del genere – con le tecnologie di oggi – sarebbero molto più spettacolari di quelle dell’epoca.

    Poi ricordo anche un documentario di fine anni ’70, in cui in una decina di minuti spiagavano partite di GM come Karpov, Timman, Pfleger, ecc., con gli speakers tv che davano voce ai LORO pensieri, spiegando i loro processi mentali: “Uhm, potrei bloccare la posizione…ma poi come faccio ad attaccare?…ah, ecco, ho trovato…sacrifico il pedone, 21. d5, cxd5 lui lo prende, e poi gli apro la colonna e raddoppio le Torri con forte attacco…sì, sì credo sia la migliore, dovrebbe funzionare”

    Ecco, anche questo era un uso intelligente e spettacolare della tv, per spiegare gli scacchi in modo vivace e attraente.

    Peccato che da allora non si sia mai più visto nulla di simile.

    Insomma, a me pare che gli scacchi siano, dal punto di vista della comunicazione e dei media, come “una Ferrari costretta a viaggiare in prima”.

    Si continua a rivolgersi ai giocatori di un certo livello, con analisi complesse, ecc., ma non si pensa di rendere gli scacchi piacevoli ed accattivanti per la MASSA di dilettanti.

    • avatar
      alfredo 23 Marzo 2013 at 11:01

      Ricordo anch’io quel documentario, era della BBC, ma fu ripreso poi dalla TV svizzera.
      Ricordo una partita Miles – Larsen; in effetti il riproporre il loro modo di pensare era molto interessante.
      Se ci fosse solo un posticino da qualche posto in tv sarebbe una ottima idea, ma penso che oramai l’invasione di tronisti, subrettine, aspiranti a cene eleganti, e umanità varia abbia occupato manu militari tutto.
      Ci resta la carta stampata e questo mezzo che a mio parere non si escludono uno con l’altro ma sono complementari.
      Bisogna però che qualcuno che può vada e proponga una cosa del genere a qualche tv.
      Purtroppo è vero: lo scacchista è una bestia strana. Ero da Fazio quando fu intervistato Kasparov, che tra l’altro parlava o meglio voleva parlare più di politica ed altre cose.
      La mia impressione fu che però il vero personaggio per loro fosse Brachetti, il trasformista.
      Ho visto altre interviste a Kasparov in decine di altre tv… Beh molto meglio…
      Sarebbe bello poter ripescare quei vecchi filmati della BBC però.
      Buon week end a tutti.

      • avatar
        Punta Arenas 23 Marzo 2013 at 11:35

        @Alfredo

        Attenzione! Tu parli di tv, ma oggi si potrebbe proporre un modo di spiegare le partite come quello della BBC anche su altri media su Internet, tipo Youtube.

        Non dimenticare che oggi su Internet i video sono sempre più diffusi, e potrebbero benissimo essere usati per spiegare in 5-10 minuti le partite più interessanti, e in modo semplice.

        Ci sono già dei video scacchistici su Youtube, ma sono piuttosto noiosi e statici, di solito si vede un diagramma, con spiegazioni noiose.

        Quello della BBC alternava riprese dei giocatori, con diagrammi in movimento (con i pezzi che si muovevano), e con gli speakers che illustravano i pensieri dei giocatori.

        L’effetto era gradevole, vivace e spettacolare.

        • avatar
          alfredo 23 Marzo 2013 at 11:45

          Si e ricordo bene la partita Miles – Larsen in quanto Miles era uno dei miei preferiti e Larsen certo no.
          Io ho detto che abbiamo a disposizione questo mezzo, ma un “esperimento” del genere chi attirerebbe? Ancora gli scacchisti che seguono gli scacchi sui diversi siti.
          Fu anche interessante la trasmissione RAI su un match K – K con Zichichi e Tatai nei panni e nei ‘pensieri’ dei due K.
          Ma anche quello da chi fu visto?
          Da noi GIA’ scacchisti!
          Ricordo anche la trasmissione del ‘972. Vi partecipo’ anche Mariotti. Poi vi fu la trasmissione che sostituì chissà chi lo sa,
          ma lì’ si era in pieno boom post Fischer – Spassky e il numero dei tesserati aumentò non certo per le trasmissioni tv dopo, ma per la enorme copetura mediatica che fu fatta prima.
          Che a dire il vero scese durante il match per la lunghezza dello stesso e per l’inizio delle olimpiadi.
          Comunque il primo settembre ‘972 quando Bobby divenne campione il corrierone lo mise come una delle due notizie di apertura, in alto a sinistra.
          Mma non penso che la diffusione degli scacchi possa essere proporzionale ora al ‘bombardamento’ mediatico; sono altre le vie. una Ad esempio la trasmissione famigliare, nel mio caso però fallita 🙁

          • avatar
            alfredo 24 Marzo 2013 at 20:43

            mariotti ricordo bene disse anche una bubbola 😉

  20. avatar
    Punta Arenas 23 Marzo 2013 at 09:32

    @Paolo Bagnoli

    Ideona! 😆

    Perchè non lo scriviamo io e te a 4 mani un libro del genere?

    “20 (o 30) partite a scacchi famose, spiegate in stile “calcistico””

    Credo sarebbe una novità assoluta nel genere, non mi risultano libri simili.
    E secondo me potrebbe essere un successone!

    Pensaci e fammi sapere, è una proposta seria!

  21. avatar
    alfredo 23 Marzo 2013 at 11:50

    Ci mettete anche i “buuuhh” quando si muove un alfiere nero?
    Per punta arenas: mi ricordo della trasmissione alla tv dei ragazzi, ma mi ricordo che a essere così riprodotta fu la 11 del match, il pedone avvelenato vinta da Boris con il bianco.
    Non mi ricordo che fu riprodotta così anche la 3, partita a cui tu ovviamente ti riferisci (con la famosa Ch5… la svolta del match; in realtà non molto buona come dimostrò Glicoric contro Kavalek alle olimpiadi del ‘972 ma in quel momento ‘psicologicamente efficace’;).

    • avatar
      Punta Arenas 23 Marzo 2013 at 13:36

      @Alfredo

      Hai ragione! Era la 11a del match 😆 ! No, io ho messo a caso un commento sulla prima che mi veniva in mente, per far capire lo “stile” del commento.
      Quel programma era di Maffucci, e aveva anche tra i partecipanti anche Ettore Andenna, a quell’epoca molto noto per il suo “Scacco al Re”.

      Credo sia andato in onda nel novembre o dicembre 1972.

      La cosa notevole è che nel programma si vedevano le riprese della prima partita, in cui Fischer pensava un paio di minuti prima di muovere 1… Cf6.

      Poi stop alle riprese, come noto.

      • avatar
        alfredo 23 Marzo 2013 at 20:11

        Weh eh… La memoria non mi inganna ancora 😉
        Ricordo bene “Scacco al re”, dovevo partecipare con la mia scuola; c’era una partita che assegnava dei punti.
        Erano tutti principianti, io giocavo da molto prima del ‘972 ed ero iscritto alla SSM.
        Il caro Palla che mi conosceva (faceva l’arbitro) mi disse: “Eh non vale, che gusto c’è”; e feci giocare un mio amico a cui avevo insegnato qualcosa proprio dopo l’incontro del ‘972. Vinse abbastanza bene tanto che il Palla disse che per il livello di quelle partite (spesso finivano con il matto del barbiere) questa era una eccezione .

        • avatar
          Punta Arenas 24 Marzo 2013 at 10:35

          @ Alfredo

          Ti ricordi la canzocina della sigla iniziale di Scacco al Re?

          faceva così + o meno:

          “Un re col suo cavallo, lo scettro ed il mantello, le torri ed il cappello, e gente intorno a se…perchè era il re!

          Faceva un po’ paura, con l’espressione scura, la faccia dura dura, e gente intorno a se…perchè era il re! Perchè era il reeeee, eh eh eh…ed era il re!” 😆

          Non che fosse chissà cosa musicalmente, anzi, credo che non l’abbiano più cantata dopo il 1972 ( e nessuno si è mai lamentato :mrgreen: ), però a me viene spesso in mente, chissà perchè…

          Ciao!

          • avatar
            alfredo 24 Marzo 2013 at 10:53

            anche a me !!!!

  22. avatar
    alfredo 23 Marzo 2013 at 13:21

    http://www.chessgames.com/perl/chessgame?gid=1097272
    Questa è la partita a cui mi riferivo ripresa dalla BBC conn i ” pensieri” e i calcoli dei giocatori

    purtroppo il video è stato oscurato ( come potete vedere dal link che compare nei commenti)
    Comunque ripeto questo interessante espermento fu ripreso dalla TV svizzera di lingua italian e mi chiesi come mai non fu proposto anche dalla nostra TV .

  23. avatar
    paolo bagnoli 23 Marzo 2013 at 15:36

    Per Punta Arenas: l’idea mi piace, ma le partite chi le sceglie? E, in conclusione, chi sei? Dove abiti? Ciao!

    • avatar
      Punta Arenas 24 Marzo 2013 at 09:21

      @Paolo Bagnoli

      Paolo, fatti dare i miei estremi (mail, etc.) dagli amici della redazione, e poi scrivimi pure, così ne discutiamo direttamente via mail. Tra l’altro se non mi hanno informato male, non dovremmo nemmeno abitare troppo lontani…

      Per quanto riguarda le partite da scegliere, credo non sia un problema, le si sceglie insieme, l’importante è che siano partite famose, combattute e spettacolari. (del tipo del tuo “pistolotto finale” su Storia, controstoria, per intenderci)

      Più che altro credo sarebbe importante elaborare un nuovo linguaggio, che traduca in termini “calcistici” quello scacchistico tradizionale. 🙂

      Così l’ala di Re e di Donna potrebbero diventare “le fasce laterali”,
      i cambi al centro (tipo 10. Cd5, Cxd5) potrebbero diventare “scambi e rimpalli, con iniziativa stabile a centrocampo dei Bianchi/Neri”, i sacrifici su h7, h2, ecc. “tiri a rete, oppure bordate contro la porta dei Neri, per battere il portiere (Re)”, ottenere un vantaggio materiale o posizionale vincente equivarrebbe a “fare goal”, sacrificare un pezzo per l’iniziativa potrebbe essere paragonato ad un “contropiede vincente” (in cui nel calcio permetti all’avversario di ottenere un attacco con prevalenza di spazio e uomini, per poi trafiggerlo in minoranza), la coordinazione di due o più pezzi in attacco diverrebbero “assist” o “duetti in attacco”, i tatticismi potrebbero essere paragonati ai “dribbling”, ecc., ecc. 😆

      Se qualche “tradizionalista” arricciasse il naso, o fosse “scandalizzato” da cotale “sacrilego” 😆 accostamento, dico solo: aspettate e poi ne riparliamo.

      Ciao!

    • avatar
      alfredo 24 Marzo 2013 at 20:37

      caro Paolo
      mi sono ricordato dei tuoi Scacchi matti che tanto ci ha divertito.
      ecco questa la ricorderai bene

      http://www.chessgames.com/perl/chessgame?gid=1390411

      e6 !! : ” ” una entrata alla Ringhio Gattuso ” 🙂

  24. avatar
    alfredo 24 Marzo 2013 at 10:58

    eccola qua
    risentiamola assieme
    buona domenica !!!

    • avatar
      Punta Arenas 24 Marzo 2013 at 11:14

      Noooooooo!!!

      Non posso crederci, l’hanno messa anche su Youtube, i “pane burro e marmellata”, già il nome…poveretti, credo abbiano scritto solo questa canzone, e poi si siano suicidati per la vergogna, 😆 ah ah ah!

      Ma a parte gli scherzi, peccato solo che la Rai abbia vergognosamente eliminato quasi tutti i nastri delle trasmissioni degli anni ’60 e ’70, nelle teche Rai sono rimasti solo alcuni spezzoni, a parte i programmi più celebri (Canzonissima, Studio 1, Teatro 10, ecc.).

      E sai perchè?

      Perchè allora usavano i nastri più volte, ci registravano sopra varie volte cancellando le registrazioni precedenti.

      Quindi non è rimasto nulla o quasi delle trasmissioni per ragazzi ( e non solo) più popolari di allora: da Rin Tin, a Gianni e il magico Alverman, a Giovanna la figlia del corsaro nero, a Chissà chi lo sa, Giocagiò, i ragazzi di padre Tobia, ecc.

      Che peccato!

      Ciao e grazie per il link con la canzone!

      • avatar
        alfredo 24 Marzo 2013 at 12:29

        caro amico
        è in corso un programma di recupero e di restauro di quei gioielli che tutti noi ricordiamo
        il primo è stato il mitico gianburrasca restaurato e mandato in onda sui rai 5
        su rai 5 vanno in onda anche lo splendido maigret del grande gino cervi sceneggiato da camilleri e nero wolfe con la formdabile accoppiata buazzelli – ferrari . li ha visti ?
        la sigla dell’anno prima era invece cantata da un gruppo che si chiamava ” folora fauna e cemento” con una giovanissima gianna nannini

  25. avatar
    marco b. 26 Marzo 2013 at 16:16

    sono francamente stupito nel leggere tutti questi commenti. Sono un vecchio CM, ho attraversato il deserto degli scacchi italiani a partire dagli anni 70; oggi ho un figlio di 9 anni che gioca attivamente e seguito accompagnandolo a osservare il movimento scacchistico italiano. Non so, mi pare incredibile anche solo discuterne. Venti o trenta anni fa un giovane – non dico di dieci o dodici anni – ma di quindici o diciotto anni che giocasse un po’ seriamente a scacchi e che fosse in grado di competere in Europa era un miracolo. Ricordo secoli fa Taruffi, e pochi altri. Non esistevano o quasi maestri, tutto era lasciato all’improvvisazione e alla buona volontà di pochi singoli. Ora, esistono non solo Caruana e un drappello più che dignitoso di professionisti che hanno portato l’Italia a ottimi risultati alle Olimpiadi e a un 28° posto nel ranking mondiale che è si bassissimo ma sempre molto migliore dell’over 50° di non troppi anni fa; ma questo riguarda il gioco di vertice. A livello di base, la penetrazione nelle scuole è inifinitamente più alta; esistono dozzine di istruttori professionisti, nel senso che vivono di quella attività, che ‘educano’ centinaia e centinaia di ragazzi. Mio figlio – viviamo in Toscana, zona scacchisticamente un po’ depressa – ha comunque un bel po’ di coetanei (9-10 anni!!) con cui confrontarsi, gioca i campionati provinciali, regionali, nazionali individuali e i campionati studenteschi a squadre. E so che la situazione al nord è ancora migliore, senza contare i giovanissimi al top delle graduatorie addirittura mondiali, come Codenotti e Rambaldi. E qui qualcuno parla di cultura scacchistica in diminuzione. Con tutto l’affetto e senza voler offendere nessuno, a me sembrate pazzi…

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