(Auto)ritratto di un Campione Italiano

Scritto da:  | 7 Novembre 2009 | 5 Commenti | Categoria: Italiani

Attingendo a piene mani dal suo interessantissimo e ricco sito personale riportiamo il profilo scacchistico di Mario Damele, uno dei cinque Campioni Italiani per corrispondenza che ha avuto la Liguria (gli altri quattro sono stati: Dante Pasqua, Claudio Cangiotti, Mauro Berni e Vittorio Piccardo).

DameleTitolo

La mia avventura scacchistica ebbe inizio nel 1972, anno molto importante per tutti i giocatori di scacchi e non solo. Fu l’anno della grande sfida Fischer-Spassky, finale del campionato mondiale tra un americano e un russo. A quel tempo non conoscevo il gioco degli scacchi, ma la curiosità che suscitò l’incontro, seguito assiduamente dalla stampa, forse più politica che sportiva, mi spingeva a curiosare le posizioni delle partite sospese con l’impossibile pretesa di trovare la mossa poi giocata, senza conoscere il meccanismo del gioco e quindi il movimento dei vari pezzi. Nel piccolo paese dove sono nato, Casanova di Varazze, nessuno di mia conoscenza sapeva giocare. Mi comprai così un libro “Gli scacchi resi facili” di Natale Ramini, e avendo notato che il gioco era molto interessante, ma non possedendo i pezzi, presi un manico di scopa e nel laboratorio di falegnameria di mio zio me li costruii, vedi foto. Così ho potuto imparare le prime nozioni, e nello stesso tempo seguire dai giornali le partite dei due campioni, interessato ed estasiato, al punto che le ho ritagliate e incollate sullo stesso libro. Mi sono sposato nel 1971 e a Gennaio del 1972 sono diventato padre. Gestivo un’azienda commerciale di alimentari, osteria, privativa, insieme a mia madre e a mio fratello, a Casanova di Varazze. Si faceva orario continuato dalle 7 alle 24, festivi compresi. Anche se ci si alternava col lavoro, non avrei mai potuto disputare un torneo scacchistico nazionale. D’estate a Casanova arrivavano molte famiglie di villeggianti principalmente milanesi. Tra essi c’era il signor Gino Carrera, che sapeva giocare a scacchi e divenne così il mio primo maestro. Incominciai a frequentare la società scacchistica savonese e feci amicizia con alcuni giocatori di Varazze. Qualcuno mi consigliò il gioco per corrispondenza, visti i miei problemi di tempo libero. Comprai l’Enciclopedia delle Aperture, molti Informatori scacchistici, qualche libro specifico e mi abbonai a Scacco, Italia Scacchistica e Due Alfieri, questo nell’arco di qualche anno. Mi iscrissi all’Asigc e il 15 Dicembre 1973 iniziai il torneo di terza categoria a otto giocatori numero 3062, naturalmente ero inclassificato. Otto partite non erano molte e un solo torneo non mi garantiva il passaggio di categoria, mi iscrissi così al 3064, che partì l’11/2/1974. Vinsi i due tornei totalizzando in entrambi punti 7,5 su 8, col passaggio diretto alla seconda categoria. Il 20/12/1975 si era concluso il 3062 dandomi il diritto d’iscrizione al torneo di seconda categoria 2028, che iniziò il 9/6/1975. Arrivai terzo dietro a Claudio Dragone (7), Giacomo Deiana (6,5), totalizzando 6 punti. Ho perso la mia prima partita, contro Deiana, in un modo alquanto strano. Alla fine del torneo non essendo terminata la partita stessa, abbiamo inviato le nostre analisi e richieste al direttore del torneo. Il mio avversario chiese la patta, io chiesi la vittoria ed in subordine la continuazione. Ci fecero continuare e il sig. Deiana trovò una mossa decisiva, che gli diede la vittoria. Il torneo terminò il 20/11/1976. Ottenni il diritto d’iscrizione al 1019 di prima categoria, che iniziò il 20/4/1976. Frequentando il circolo di Savona, conobbi due giocatori, che avranno una grande importanza nella mia ascesa scacchistica, il prof. Cantoni di Savona e l’ing.Damele di Stella (SV). Ci trovavamo una o due volte alla settimana e analizzavamo insieme le partite. Il torneo 1019 terminò il 31/1/1/1978 e lo vinsi con punti 7,5 su 8. Intanto essendo passato di categoria mi iscrissi all’ottavo campionato italiano di prima categoria, che iniziò il 3/1/1977. Arrivai terzo con punti 8,5 su 10, dietro ad Emilio Stassi (10) e Dino Dini (9’5), gli iscritti furono 48. Con questi due piazzamenti acquisii il diritto di partecipazione a due semifinali di campionato italiano assoluto. Il 1/2/1978 partì la semifinale “D” del 31° campionato italiano, con 13 partecipanti. La vinsi totalizzando 11 punti su 12, davanti a Paolo Bassoli (9,5) ex campione italiano. Il torneo era finito il 31/12/1979. Nel frattempo era iniziata la semifinale “B” del 32° campionato italiano e precisamente il 1/3/1979, con 15 giocatori. La vinsi con 11 punti su 14, perdendo però due partite, con Graziano Temelacchi (3°-10) e Gian Piero David (4°-10); secondo, ma a pari punti arrivò Pier Luigi Pecci (2°-11) , perdendo la nostra partita. Quando due o più giocatori ottenevano lo stesso punteggio si applicava la regola Sonneborg-Bergher, che teneva conto del piazzamento degli avversari. Pecci lo ritrovai in finale, perchè ne acquisivano il diritto i primi due classificati, e rigiocai con lui una partita esplosiva. Il torneo era finito il 18/1/1981. Con queste due vittorie ottenni la promozione a Candidato Maestro, e il diritto di iscrizione a due finali. Il 5/5/1980 iniziò quella del 31° C.I., con 15 concorrenti. Vinse Valerio Conti di Bologna con punti 11,5 su 14. Persi due partite, con Conti e con Alan Mauro e anche se finii solo quarto totalizzai 10 punti come il secondo, Emilio Stassi e il terzo, Alan Mauro. Acquisivano il diritto di partecipazione alla finale del 33° C.I. i primi tre, Stassi non si iscrisse, devo capire ancora adesso perchè non passò a me il suo diritto visto che in fin dei conti ero arrivato secondo ma classificato quarto per la solita regola. Il 1/3/1981 iniziò la finale del 32° C.I., con 16 giocatori. Un torneo nel quale successe di tutto. Pecci di Bologna chiese ed ottenne partita vinta, dichiarando di non avere ricevuto una mia cartolina. Feci un’indagine postale ed essendo una raccomandata dimostrai che era arrivata in tempo. A questo punto avrebbero dovuto dargli partita persa, secondo regolamento, invece ce la fecero continuare in un clima da rissa. Si dimise il direttore del torneo, Palmiotto di Bologna, perchè ad ogni offesa veniva chiamato in causa. Gli subentrò il presidente dell’associazione in persona Dr.Armando Silli che fece un controllo generale di tutte le partite. Tornata la calma subentrò un altro direttore, il sig. Gatto di Napoli. Il torneo proseguì regolarmente e pur perdendo una partita con Marco Venturino di Asti, totalizzai 13 punti su 15, ottenni la promozione a Maestro e il titolo di CAMPIONE ITALIANO.

DameleTabellone

La finale del 32° Campionato Italiano di scacchi per corrispondenza, organizzato dall’ASIGC (Associazione scacchistica italiana giocatori per corrispondenza, iniziò il primo Marzo 1981. Acquisirono il diritto di partecipazione i primi due classificati di ogni semifinale, i primi tre classificati della finale del 30° C.I. Il torneo di finale dura due anni e per avere un campione italiano tutti gli anni, i campionati vengono organizzati seguendo due linee distinte, quelli pari e quelli dispari. Terminò il 20/3/1983. A quella data le partite non finite furono inviate al direttore del torneo, con la propria valutazione sulla posizione raggiunta e quindi la richiesta del risultato più aequo della partita, motivato da approfondite analisi. Il torneo fu molto combattuto sia sul piano del gioco, che su quello del regolameto. Gli attori principali furono il sottoscritto e Pier Luigi Pecci di Bologna, laureando in legge. Nel mese di Agosto del 1982 chiesi partita vinta per il tempo contro Pecci, perchè non aveva risposto a una mia mossa, dopo averla sollecitata per raccomandata. Dopo qualche giorno ricevetti una raccomandata dal mio avversario che mi sollecitava ancora la sua mossa precedente come se non avesse ricevuto la mia risposta e neppure il sollecito raccomandato. A sua volta chiese ed ottenne partita vinta. Feci una ricerca postale per sapere quando firmò per la consegna della mia raccomandata. Venne fuori che era arrivata nei tempi regolamenteri e lui aveva fatto finta di non averla ricevuta. Feci reclamo e il direttore decise che dovevamo continuare a giocare, mentre il regolamento dice che chi dichiara falsamente di non aver ricevuto una mossa dell’avversario, ha partita persa. La partita continuò in un clima da rissa, coinvolgendo a tal punto il direttore, dott. Fiorentino Palmiotto, che si ritirò. Gli subentrò il presidente dell’associazione, dott. Armando Silli, probabilmente con l’intenzione di squlificarci entrambi. Fece una verifica dei tempi di tutte le partite, facendosi inviare le cartoline da tutti i giocatori. Qualche mio avversario era fuori tempo e si trovò partita persa. Non emersero fatti eclatanti e il torneo continuò regolarmente sotto la direzione del dott. Claudio Gatto di Napoli. Devo ringraziare il signor Pecci se sono riuscito a vincere il campionato italiano, perchè mi ha costretto a studiare il regolamento. E’ stata moralmente importante la mia vittoria nella partita diretta. Il torneo terminò il 20/3/1983 e dovetti inviare al direttore le analisi di due partite non terminate, con Roberto Astegno e Mauro Berni. Con Astegno avevo una posizione vincente e mi fu assegnata la vittoria. Ma la partita decisiva per il titolo fu quella con Berni; la posizione era leggermente favorevole al mio avversario e forse aveva una continuazione che lo favoriva, ma fortunatamente nelle analisi inviate al direttore non l’ha vista. Ha proseguito invece con una variante che portava ad un finale teorico, analizzato su libri specifici. Il direttore però è caduto in errore e ha assegnato partita vinta al mio avversario, costringendomi a presentare reclamo e dando così un notevole vantaggio a Berni, che aveva la posibilità di visionare le mie analisi e scegliere quella a lui più favolrevole. Presentai doppio reclamo: 1°) Sostenni che trattandosi di un errore del dott. Gatto, direttore del torneo, il reclamo avrebbe dovuto presentarlo il signor Berni, se non accettava la patta, nei tempi previsti. 2°) Ho contestato la decisione del direttore presentando approfondite analisi. La commissione giudicante accolse un mio reclamo e dichiarò la partita patta. Totalizzai 13 punti su 15 e pur perdendo la partita con Venturino, arrivai primo e mi laureai CAMPIONE ITALIANO.

Berni-Damele (Donna) 1) Cf3,Cf6; 2) c4,g6; 3) g3,Ag7; 4) Ag2,c5; 5) Cc3,Cc6; 6) 0-0,0-0; 7) d4,cxd4; 8.) Cxd4,Cxd4; 9) Dxd4,d6; 10) Dd3,a6; 11) Ad2Af5; 12) e4,Ae6; 13) b3,Tb8; 14) Ta-c1,Cd7; 15) De2,Cc5; 16) Cd5,a5; 17) Tf-d1,Te8; 18) Ac3,Axc3; 19) Txc3,Axd5; 20) Txd5,Db6; 21) e5,dxe5; 22) Txe5,Dc7; 23) Td5,b6; 24) Tc1,Tb-d8; 25) Tc-d1,e6; 26) T5-d2,h5; 27) De3,Txd2; 28) Dxd2,Cb7; 29) Axb7,Dxb7; 30) Dd7,Te7; 31) Dd8+,Rg7; 32) Td6,Tc7; 33) Dh4,Tc5; 34) Dd4+,e5; 35) Dh4,Df3; 36) Txb6,f6; 37) Dh3,Dd1; 38) Df1,Dd2; 39) Tb5,Tc7; 40) Td5,Dxa2; 41) Dd1,a4; 42) Bxa4,Dxc4; 43) Td7,Txd7; 44) Dxd7,Rh6; 45) h4,

finale berni

Questa è la posizione raggiunta alla fine del torneo, nelle analisi inviate al direttore abbiamo concordato la seguente continuazione: 45) …,f5; 46) a5,e4; 47) Da7, Berni ha chiesto la vittoria, ed io la patta. Il dott. Gatto direttore del torneo ha dato partita vinta a Berni e si è sostituito a lui nelle analisi che dovevano dimostrare la superiorità del bianco. Ecco la sua continuazione: 47) …,f4; 48) Db8,Dc1+; 49) Rg2,f3; 50) Rh2,Da1; 51) Df4+,Rh7; 52) Dxe4,Dxa5;53) Dxf3, Ma questa posizione giudicata vincente dal direttore, è una posizione teoricamente patta, analizzata da molti libri specializzati. Ho presentato doppio reclamo, perchè il regolamento non considera casi simili. 1°) Sostenni che se Berni non avesse contestato la continuazione del direttore con un suo reclamo, avrebbe indirettamente accettato la patta, visto che la sua decisione era errata. 2°) Presentai la mia continuazione, in previsione di un reclamo di Berni: 47) …,Dc1+; 48) Rg2,Dc8; 49) Db6,f4; 50) Df6,e3; affermando che la posizione era patta. Berni ritiene che dopo: 51) Dxf4+,Rh7; 52) fxe3, il pedone libero e in più del bianco gli da buone possibilità di vittoria, ma è tutto da vedere. La commissione reclami mi ha dato ragione, credo anche perchè Berni non ha contestato la continuazione del direttore.

DameleArticolo

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5 Commenti a (Auto)ritratto di un Campione Italiano

  1. avatar
    Mario Damele 7 Novembre 2009 at 23:24

    mi piace moltissimo e la ringrazio per la bella ricostruzione.

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    Modelski 8 Novembre 2009 at 20:34

    Articolo interessante. Obiettivamente, però, credo che si possa dire che quella era una partita vinta per Berni.

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    Mauro Petrolo 15 Gennaio 2010 at 03:03

    la ricostruzione è molto molto interessante. E’ difficile trovare qualcosa di simile su internet, riguardo il gioco per corrispondenza. Sarebbe bello avere dettagli di altre edizioni, tipo quella in cui Cangiotti ha interrotto la storica serie di Porreca.

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    Mauro Petrolo 15 Gennaio 2010 at 03:28

    Per Modelski, non so se questa posizione sia vinta per il Berni, a me da una veloce analisi sembra patta, ma non è questo l’importante. L’importante è che Berni non ha presentato una ricostruzione convincente, un pedone libero in finale di donne non è vittoria automatica, sopratutto con il re allo scoperto.

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    Mario Damele 13 Novembre 2013 at 16:27

    Secondo me la mossa debole di Berni è stata 47 Da7 ? Con 47 Dd8 aveva buone possibilità di vittoria.

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