The Fighter

Scritto da:  | 3 Aprile 2013 | 15 Commenti | Categoria: Libri

The Fighter

Solo poche parole questa volta (anche perché di più davvero non ne occorrono) per presentare un libro assolutamente eccellente: l’autobiografia con le migliori partite di Walter Browne, il Grande Maestro statunitense di origine australiana che, per primo, ha raccolto il vuoto lasciato dal leggendario Bobby Fischer nel panorama scacchistico USA quando giocatori come Evans, Reshevsky, Benko e Byrne erano ormai avviati verso il viale del tramonto e prima che nuove promesse quali Seirawan, Christiansen, Benjamin e altri si affermassero. Di fatto Browne è stato per un decennio buono uno dei giocatori americani di punta e tra i più rappresentativi e noti in ambito internazionale. Probabilmente uno dei lottatori più accaniti degli ultimi decenni, “the fighter” per eccellenza, quello che è stato Jimmy Connors nel tennis. Classe 1949, per ben sei volte vincitore del titolo nazionale statunitense (record inferiore giusto solo a quelli di Fischer e Reshevsky, che di titoli se ne aggiudicarono otto), e in altrettante occasioni rappresentante olimpico prima per l’Australia e poi per gli States, nonché vincitore di innumerevoli tornei internazionali. Insomma una carriera internazionale che si estende con successo per circa cinque decenni e che sicuramente non necessita di affrettate presentazioni quale la mia.

The stress of chess

Torniamo quindi al libro. Eccellente si diceva. Più di 400 pagine dense di spettacolari partite ampiamente commentate e inframezzate da corposi capitoli ricchissimi di quei ricordi e aneddoti che costituiscono il vero nettare per l’appassionato più esigente. Dall’incontro con Fischer, nel 1964, quando in una prima partita informale il ventunenne asso di Chicago concede l’handicap di un pezzo al più giovane avversario, salvo poi rettificare a breve la forma di compensazione in una insolita e oltremodo curiosa configurazione: tutti i Pedoni di Fischer già avanzati sulla terza orizzontale e dieci (!) Pedoni per Browne, e da lì via via nel racconto di tutte le successive frequentazioni con quello che era destinato a diventare l’asso più discusso e controverso del pianeta.

Fischer e Browne
“Stuart, Browne è amico di Fischer?
“Sai… Browne è amico soprattutto di Browne”
Questa, di passaggio, la domanda e la risposta, scambiata con il gioviale e simpatico Wagman quando ebbi l’occasione di vedere in azione l’estroso giocatore statunitense all’Hotel Leonardo Da Vinci nel celebre torneo del 1975 a Milano.
Di quel torneo Walter riporta la vittoriosa partita giocata col Nero al secondo turno contro Mikhail Tal. Mentre del Torneo Internazionale di Venezia del 1971 è attentamente analizzata la Ruy Lopez disputata contro il nostro Sergio Mariotti allorquando, in una trentina di mosse, demolisce d’autorità l’audace Cordel del nostro rappresentante che di lì a tre anni sarebbe diventato il primo Grande Maestro italiano a fregiarsi di questo prestigioso titolo e che proprio in quell’occasione realizzò la prima “norma”.

Walter Browne 1Accattivante le fotografie di cui il volume è riccamente corredato, alcune rare o del tutto inedite, e particolarmente stimolante anche la descrizione del rapporto di Browne con il poker, un gioco in cui, in confronto agli scacchi è nettamente più facile aver successo per “la minore preparazione che si necessita e rispetto al quale occorre solo il 5% di energie”.
Meno di impatto soltanto le divagazioni extra-scacchistiche in cui, forse, a troppe riprese appare evidente la (non) cultura dell’americano medio, come quando Browne elogia ammirato La Serenissima per secoli governata da i Medici (!), oppure cita con saputo orgoglio i termini italiani rimasti nella terminologia scacchistica tra i quali un non meglio identificato “gambito”. Si tratta tuttavia di dettagli irrilevanti nell’apprezzamento di un’opera come questa: fresca, originale, informale, coloratissima e assolutamente affascinante!

Walter Browne 2

avatar Scritto da: Martin (Qui gli altri suoi articoli)


15 Commenti a The Fighter

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    Ivano E. Pollini 4 Aprile 2013 at 08:13

    Bello!

    Grazie Martin Eden 😛

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    Mongo 4 Aprile 2013 at 11:43

    La solita, ottima, recensione del nostro grande Martin. 😎

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      Vecchia Guardia 4 Aprile 2013 at 18:34

      Io i libri che consigliate li ho acquistati quasi tutti e, devo dire, finora son sempre rimasto soddisfatto.

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    alfredo 4 Aprile 2013 at 18:39

    Preso subito anche io…
    …e letto con grande soddisfazione!
    Bel tipo ‘sto Browne
    …e che giocatore nei suoi periodi migliori!

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    alfredo 4 Aprile 2013 at 18:41

    è sulle camicie di Browne che ho sempre avuto delle perplessità… 😉

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      Punta Arenas 5 Aprile 2013 at 17:36

      Perché? Stile hawaiano, colori, fantasia…un po’ somigliavano al suo gioco 🙂

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        alfredo 5 Aprile 2013 at 18:21

        http://www.chessgames.com/perl/chessgame?gid=1333433

        hawaian chess stile ….
        colore , fantasia e terribile violenza . difficile vedere 3 sacrifici cosi contri tre pedoni dell’arrocco o no ?
        tanto per dare una idea .
        li’ non c’era nessun granello nei suoi meccanismi
        stranamente quando vidi a milano browne nel 75 mi sempro’ molto piu irrequieto, concitato e nervoso rispetto a venezia 71
        ricordo la simul a cui ti riferisci
        un mio amico gioco’ contro tal e naturalmente perse.
        misha nel firmare il formulario mise un punto di domanda alla mossa perdente
        della simultanea di browne ricordo la mise della moglie . faceva molto caldo e indossava un top che le lascava delle bellissime spalle scoperte . aveva un qualche cosa di ” indiano” ( non nel senso di india nazione ) .nel suo libro la cita spesso ma non riesco a capire se è la stessa del 75 o si è separato e lui cita la seconda, terza o quarta moglie , che è psicologa .
        la persona giusta . browe non era certo ” matto ” ma la sua irrequietezza era veramente notevole , direi patologica . avrebbe dovuto affrontare questo problema secodo me . finiva le partite sfinito . certo era spettacolare ma anche ljuba lo era ma una maggior serenità e compostezza ( anche se un po’ nervosetto lo era ) ottimo giocatore di tennis anche. al mattino s incontrava con andersson e portisch e facevano buoni scambi . portisch era reduce da una frattura a una gamba per cui era preparatissimo ma sul campo da tennis era un po a corto di fiato . un giorno non so come conbersai con liboievic , piacevolissimo e si esprimeva bene in italiano anche . mi raccontò che poco tempo prima si era salvato per miracolo da un incidente stradale . il tassista mi disse era ubriaco….

  5. avatar
    Alfredo 4 Aprile 2013 at 19:39

    La bellissima colonna sonora del film “The Fighter”:

  6. avatar
    Punta Arenas 5 Aprile 2013 at 17:33

    Grazie Martin, per il bel ricordo di uno dei virtuosi anni ’70, che presero parte al mitico grande torneo di Milano del 1975, e che a quell’epoca richiamò l’attenzione – in quanto americano – come possibile “erede” del grande Bobby, se non altro per l’eccentricità (erano ben note le smorfie, il movimento continuo e nervoso alla scacchiera), più che per il talento (comunque lui pattò con Fischer nel 1970).

    Ho anch’io un ricordo di quell’epoca, perché fu proprio nel 1975, a 14 anni, che insieme a mio fratello minore decisi di iniziare a giocare agonisticamente, e la visione delle partite del torneo di Milano ci diede la motivazione finale.

    Mi ricordo che mio fratello aveva giocato con un 2N (titolo allora invidiato), sui 40, ad un open della SSM, che allora aveva sede in Via San Maurilio, bei locali spaziosi, con le classiche scacchiere intarsiate sul tavolo, e i tabelloni con le foto ingrandite.

    A fine partita quel signore ci raccontò della simultanea che Tal e Browne avevano giocato insieme in quei locali, durante il torneo.
    Mi divertì molto la descrizione che dava della sua partita con Tal: “ad ogni mossa mi attaccava 2-3 pezzi nello stesso istante!”.
    Poi disse che un ragazzino aveva proposto patta a Browne nel finale, ma Browne aveva rifiutato e gli aveva detto: “devi imparare a combattere!”.

    Bei tempi…

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    alfredo 5 Aprile 2013 at 17:56

    caro punta arenas
    è per quello che ho scelto la colonna sonora di “the fighter”
    era un combattente , grinta eccezionale
    mi disse un gm suo amico con cui sono in contatto che pero’ era come un orologio. se giocava bene e tutto andava per il meglio una forza di gioco eccezionale
    penso che conoscerai ad esempio la browne zuckermann.
    fischer lo stimava tantissimo e contro di lui a zagabria 70 salvo’ a stento la pelle
    ma se si infilava un femtometrico granello nei suoi ingranaggi si innervosiva , perdeva lucidità
    un esempio a cui assistetti fu l’ultimo turno di milano 75 . avesse vinto contro portisch con il b sarebbe stato tra i quattro finalisti.
    gioca bene , ottiene una posizione promettente con un chiaro piano ( 20, mi sembra Tb1 con spinta in b4 e portisch sarebbe andato in difficoltà) . ma a un certo punto diventa piu’ nervoso del solito e si disunisce e le sue ultime 10 – 15 mosse sono semplicemente incomprensibili .
    Quel giorno esibiva una strepitosa camicia a fiori ma a batterlo in look fu ljuboievic che esibiva sahariana camicia e pantaloni verde pisello
    solo che liuba con il n battè tal e si qualifico’ lui per le semifinali
    nel frattempo sergione nostro mangiando uno dei piu mostruosi panini da me mai visti ( roba che un dietologo appoverebbe alla grande mac donalds ) e bevendo peroni pattava con karpov . ma la partita piu’ interessante fu la larsen – petrossian giustamente riportata da allievi – temi nella loro raccolta sul tigre
    comunque ho letto di un fiato anch’io il libro e già tempo fa lo avevo consigliato agli amici di soloscacchi . e ripeto anche la signora Browne aveva un buonisimo punteggio elo in un beauty contest 😉

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      Punta Arenas 5 Aprile 2013 at 18:41

      Alfredo, ah ah, mi ricordo le camicie di Ljubo, e i suoi pantaloni.
      Tu hai citato i pantaloni verdi pisello, ma non dimenticare che spesso li metteva in abbinata alla camicia color arancione, un bel pugno nell’occhio!
      Mi ricordo quando perse la prima del quadrangolare, lui contro Petrosian, e Karpov con Portisch.

      Hai presente? Quella col famoso sacrificio di cavallo g4, che Petrosian non accettò per paura di 18…Cg3, e vinse in modo + lineare.

      Ecco, Ljubo aveva la camicia che faceva da “pendant” con la moquette 😆

      Mentre invece Karpov allora era sempre in grisaglia, e fu una partita grigia con Portisch, tra due grigi difensivisti.

      A proposito di signore…mi ricordo che sia Ljubo che Andersson, che erano amicissimi, avevano due gnoccolone niente male.

      Però quella che mi è sempre rimasta impressa era stata la (ex ormai) moglie di Sax: Beatrice Kovats-Sax, una CM, me la ricordo (tutti se la ricordano) ad Imperia 1985!
      Biondona tipo austro-ungarico, vestiti trasparenti, ricordo indimenticabile!
      Il punteggio finale fu basso, ma l’ormone dei giocatori rimase alto! 😆

      Ma perché Sax si è lasciato?
      Che fine ha fatto?

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        alfredo 5 Aprile 2013 at 18:57

        su questo non ti so dire ma per gli ungheresi è normale sposarsi 3 o 4 volte .
        Ljubo era anche lui un donnaiolo ( anche di italiane)
        Andersson pero’ non era accoppiato. Era fidanzato con una soldatessa cubana conosciuta in un torneo ( che vinse) che non poteva stare con lui in quel periodo . poi peo’ si sposarono ma dopo qualche anno si separarono anche loro .
        andersson anche lui era uno dei piu’ gentili e simpatici e gioco’ due capolavori. uno fu la prima confitta di karpov da campione del mondo , finissimo sacrificio di qualità .l’altra la perse per il tempo con ljuba al prmo turno alla 40 esima in posizione stravinta .
        io potevo stare molto vicino ai giocatori, riroducevo le mosse sulle scacchiere ( se ne avevo voglia) grazie alla mia amicizia con paoli .
        ai tempi karpov non concedeva autografi , ricorderai .
        io fui forse l’unico sempre grazie a paoli che , non so in quale lingua , disse a karpov : eddai faglielo… io mi portavo sempre dietro un suo libro ( scacchi primo amore) e alla fine lo prese e me lo autografò

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        alfredo 5 Aprile 2013 at 19:02

        beh Portisch grigio difensivista
        la portisch gligoric del 2 turnofu una straordinaria partita di attacco di Portisch che fu premiata come la seconda migliore dall’informatore .
        piuttosto contro Karpov in finale forse portisch , dopo un sacrificio di Ag6 aveva un attacco vincente come fu dimostrato da anceschi ( quelle beautiful minds scacchistiche li’ post mortem non lo trovarono) . Era ua triangolazione di donna. Ecco propongo la partita e vediamo. purtroppo non trovo piu quel commento … se qualcuno conosce Anceschi puo’ chiederglielo . opppure troviamolo noi :mrgreen:

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          alfredo 5 Aprile 2013 at 19:10

          eccola:
          dopo Axg6 i GM presenti proposero Te6.
          a questo puto i gm presenti , mi ricordo anche Ostojc poveretto ,convennero che la mossa migliore fosse Tcd8 che almeno riportava in gioco la T . nera . ma dopo non trovarono una continuazione vincente .
          tempo dopo in un fascicolo dell’ IS trovai una sorprendente linea vincente del maestro Anceschi .

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